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Autore: LadyMaya    26/07/2012    4 recensioni
{NELENA STORY}
E se Selena non fosse mai stata famosa? Sarebbe riuscita comunque ad incontrare Nick?
Selena era una semplice diciannovenne americana che frequentava l'ultimo anno di liceo, ma per una lunga serie di eventi, si ritroverà a raccontare ad una sconosciuta di come è andata la sua storia con la superstar Nick Jonas e di come, nonostante la separazione, ci sia ancora qualcosa o qualcuno che li tenga uniti...
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Demi Lovato, Selena Gomez
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Spazio autrice.

HOLA GENTEEE!!
Sono mortificata per l'immenso ritardo, ma ho avuto seri problemi prima con il pc (con la mia solita grazia, sono inciampata al filo del carica batteria e ho fatto cadere il portatile, distruggendo tutti i cristalli liquidi dello schermo T_T) e poi quando ho ricomprato il notebook, mi sono trasferita da 4/5 mesi nella mia nuova casetta e sono stata senza telefono fisso né ADSL fino a tre giorni fa! T_T CHIEDO PERDONO! Mi capirete spero! XD
Comunque bando alle ciance! Spero che ci sia ancora qualcuno che abbia voglia di leggere questa long su Nelena! Francamente non so ancora se la devo inserire nella sezione dei Jonas o nella sezione degli attori Disney.
Ditemi voi! Vabbeh, questo capitolo è particolarmente interessante e mi auguro vivamente che vi divertiate nel leggerlo! Fatemi sapere che ne pensate, ci tengo molto! *_*
Sempre che qualcuno abbia ancora voglia di seguirmi! Ringrazio in anticipo, chi commenterà e chi solo leggerà! Un bacione e a presto!!
Maya

Inseparable




Capitolo 6.





Fortunatamente anche quel weekend, dopo il quasi “scontro”, riuscii ad evitare quei maledetti fratelli canterini da strapazzo. Erano partiti per un breve tour e sarebbero tornati solo dopo una settimana. Mia madre e Denise ormai erano diventate grandi amiche, se la spassavano alla grande insieme, tra thé, pasticcini, frivole chiacchiere e chi più ne ha più ne metta. Ammetto però, che la questione mi faceva comodo: ero costantemente informata sui continui spostamenti di quei tre. Mi dileguavo sempre ogni qual volta venivo a conoscenza del loro ritorno a Toluca Lake e quella storia durò per qualche altro giorno finché un bel pomeriggio di inizio Aprile, i miei piani andarono letteralmente in fumo.
Ero certa della partenza dei Jonas, perciò convinsi Demi a venire a correre con me al parco del mio elegante quartiere.
-Non sarebbe meglio andare a fare shopping? E’ pur sempre movimento! Sai quante calorie si consumano a camminare lungo le strade del centro, a provare e riprovare vestiti e scarpe!- protestò lei, dall’altra parte della cornetta.
-Certo se però la smettessi di ingozzarti di schifezze tra un negozio e l’altro! Sarebbe meglio non trovi?!- risposi io scocciata.
-Ehi! Sei tu che volevi i Marshmallows l’ultima volta, io ti ho solo accompagnato!- ribeccò lei.
-Dems il punto è un altro: a fine mese c’è il ballo di primavera e non voglio andare a fare la figura del dirigibile, chiaro?! Dai sarà divertente, niente di troppo impegnativo! Io però andrò con i pattini- annunciai tutta contenta.
-Tu sei fuori, non oserai costringermi a mettere quei cosi ai piedi! Te li sbatto in testa!-
Mi scappò una grossa risata ad immaginarla sui pattini mentre lei dall’altra parte del telefono li malediva con tutto il cuore.
Demi era sempre stata un disastro in ginnastica, a stento riusciva a non inciampare nei suoi stessi piedi, figuriamoci se avrebbe dovuto indossare i rollerblade o camminare sulle punte! Il suo già precario equilibrio sarebbe stato messo a dura prova.
-Ti aspetto alle quattro ok? Puntuale!- dissi, sogghignando ancora un po’.
Riagganciammo e saltellai verso l’armadio in cerca della mia tenuta sportiva. In venti minuti circa mi preparai e fui pronta proprio quando Demi suonò alla porta. Mi affrettai ad aprirle, trovandomela davanti con un broncio che arrivava fin sotto ai piedi.
-Che c’è, ti è morto il gatto?- esordii ironicamente.
-No mi stavo solo chiedendo per quale assurdo motivo ho acconsentito alla tua voglia di fare jogging!-
-Quante lagne! A fine corsa ti pago un frullato al chiosco- le dissi, facendole l’occhiolino.
Lei sorrise un po’ ed io la incoraggiai ad andare.
Io avevo già sistemato i pattini ai piedi perciò ci avviamo. Il tragitto fino al parco passò in fretta, tra una chiacchiera, una risata e ogni tanto qualche piccola pausa per Demi che aveva già il fiato corto.
-Odio odio odio profondo! Non avrei dovuto darti ascolto e non siamo neanche arrivate al parco! E poi non è giusto, tu vai più veloce- boccheggiò lei, poggiando le mani sulle ginocchia.
-Eccoci stupida!- le dissi indicandole l’ingresso del parco –tre giri e il frullato sarà tutto per te!-
Lei sbuffò sonoramente e mi seguì a ruota.
Senza neanche rendercene conto avevamo già percorso il primo intero giro, fino a quando Demi non richiamò la mia attenzione.
-Ehi! A quanto pare questo posto è frequentato anche da qualche bel fusto!- mi disse maliziosamente, facendomi segno di girare gli occhi. Pochi metri avanti a noi, c’erano due ragazzi che correvano allo stesso ritmo, ignari della nostra presenza. Uno era moretto, con un evidente cresta che probabilmente era più folta sulla fronte. Il taglio terminava esattamente all’altezza della nuca, lasciando scoperto il collo leggermente abbronzato. Portava un pantaloncino corto grigio ed una semplice t-shirt bianca, che metteva in risalto i muscoli scolpiti delle sue spalle prorompenti, lasciando grande spazio all’immaginazione. Seguii con lo sguardo la linea dei suoi fianchi, poco più esili rispetto al resto della schiena, i quali terminavano in uno stretto bacino che faceva da cornice a due natiche ben definite. Sgranai gli occhi a quella visione, incredula al fatto che potesse esistere un corpo tanto sexy. Passai ad ispezionare l’altro, leggermente più alto del suo compagno. Saltò subito all’occhio la folta chioma castano chiaro cosparsa di riccioli ribelli. Indossava un pantaloncino blu notte ed una t-shirt grigia. Questa gli aderiva perfettamente, tanto che la spina dorsale, spartiacque delle larghe spalle, era chiaramente visibile e fui in grado addirittura di distinguere le fossette di Venere, poste al di sopra di quel fondoschiena perfetto. Rimasi a bocca aperta, pensando che fossero angeli caduti dal cielo o addirittura alieni. Non potevano esistere creature più meravigliose di quelle.
-OH MIO DIO- bisbigliai, stropicciandomi gli occhi, con entrambe le mani, quasi temessi di stare a sognare.
-Lo penso anch’io- rispose Demi, impegnata come me a bearsi di quello spettacolo.
Restai imbambolata ancora per un po’ e quel momento di distrazione mi costò caro.
-SEL ATTENTA!-
-Cosa?!-
Non ebbi il tempo di realizzare cosa stesse succedendo, sentii solo di aver urtato non so che con le ruote dei miei pattini e di rimando mi sbilanciai in avanti, urlando come una matta. Stranamente però mi ritrovai stesa su qualcosa di caldo, per giunta anche profumato.
-Oh cavolo!-
Il suono di una melodiosa voce maschile rimbombò nelle mie orecchie e, ancora un po’ stordita dall’accaduto, riaprii gli occhi.
-Stai bene?- mi chiese quella voce. Cercai di mettere a fuoco, sforzandomi di capire chi avessi di fronte.
-Credo di sì- affermai, debolmente.
-Ehi gente, quello messo a terra sono io!-
Mi sollevai un po’ per capire dove fossi finita, accorgendomi di stare sdraiata con il ventre sulla schiena del bel moretto di prima, steso a pancia in giù anche lui, sul marciapiede. Di colpo avvampai, vergognandomi da morire, non tanto per la caduta epica, degna di un guinness record, quanto per la posizione in cui mi trovavo. Scattai in piedi, come un’anguilla, mentre il ragazzo riccioluto aiutava il moro a rialzarsi. Realizzai di essere inciampata su una mattonella un po' rialzata del marciapiede, che maledissi con tutta me stessa.
Demi corse verso di me, tutta trapelata.
-Sel grazie al cielo! Io l’ho sempre detto che sono pericolosi questi accrocchi, rischi di romperti l’osso del collo e poi…e poi… - le ultime parole di Demi assomigliarono ad un sibilo incomprensibile.
All’inizio la ignorai del tutto, tanto ero occupata a risistemarmi i capelli, che avevano assunto le sembianze di un nido d’uccelli e mi spolverai la maglia ma quando alzai la testa per capire cosa l’avesse messa a tacere, sbiancai.
“Nonstasuccendendoamenonèreale”ripetei due o tre volte nella mia testa.
Joseph e Nicholas Jonas, in tutta la loro bellezza mozza-fiato, mi fissavano di sbieco, come se stessero aspettando che dicessi qualcosa. Non erano partiti? Non dovevano essere fuori città quei giorni?
Restai immobile, incapace di elaborare un qualsiasi pensiero sensato, il cervello era andato in tilt, non c’era via di scampo. Demi nel frattempo era stata colpita da una paralisi facciale o meglio da una paralisi totale.
Joe ci guardò ancora, spostando lo sguardo prima su di me poi su Demi, di nuovo su Demi e dopo su me. Aveva capito, o perlomeno le nostre facce (di bronzo) non gli erano nuove, mentre Nick continuò a scrutarci torvo.
Non so in che modo riuscii a sganciarmi da quell’imbarazzo, fatto sta che acchiappai Demi, letteralmente in trance, per un braccio, trascinandola di peso e feci per andarmene.
-Un momento! Aspettate!- gridò il mezzano.
-Ora ho capito!- esordì Nick all’improvviso.
Io mi bloccai, con il cuore alla gola, consapevole di essere stata scoperta. Game over.
-Non siete le ballerine di quel programma di musica in cui abbiamo fatto l’intervista l’altro ieri?!- domandò Joe.
Riordinai velocemente le sue parole e quando presi coscienza che ci avesse di nuovo scambiato per altre, scoppiai a ridere in silenzio.
“Che imbecille patentato” pensai, sghignazzando tra me e me. Nel frattempo Demi l’avevo persa, era in un altro mondo, i pochi neuroni che le erano rimasti avevano deciso di prendersi le ferie.
-Ehm… sì, siamo proprio noi!- affermai, titubante.
-Ma quali ballerine, che cavolo dici Joe! Che tonto che sei! Non ricordi? Sono le ragazze che hanno rubato il pass, per venire dietro le quinte allo scorso concerto qui a L.A.-
In un attimo, Nick spezzò quel briciolo di speranza di farla franca. Ennesima figuraccia. Nick si avvicinò, con il sorriso stampato sul volto e non so perché mi spaventai, tanto che ad ogni suo passo verso di noi, io indietreggiavo, attenta a non cadere di nuovo finché non me lo ritrovai ad un palmo dal mio naso. Da vicino era ancora più affascinante, toglieva il respiro, tanto che temei di sembrare un'idiota con la faccia da pesce lesso. Deglutii fortemente.
-Toglimi una curiosità… come diavolo ci siete riuscite?- mi domandò divertito. Joe, che intanto aveva fatto mente locale, raggiunse il fratello con la stessa spavalderia e sghignazzò.
-Non siamo ladre!- dissi, urlandogli in faccia.
-E allora come avete fatto ad avere quei pass, per giunta con il nominativo?!- continuò il più piccolo.
Ero con le spalle al muro, sola contro quei due, pronti a farmi l’interrogatorio.
-D’accordo, per sbaglio li abbiamo trovati per terra, mentre aspettavamo in coda fuori l’entrata dello stadio- sbuffai io.
-Non ci credo neanche un po’- sentenziò Joe. Davvero pensava che avessimo scippato qualcuno?
-In effetti ti sei appena spacciata per una ballerina, hai di nuovo mentito. Sbaglio?!- intervenne Nick. Stavo per sbottare.
-Ma chi vi credete di essere?! Se proprio volete la verità io neanche volevo venirci al vostro stupido concerto, sono stata costretta! Anzi a dirla tutta voi Jonas non mi piacete per niente, siete solo dei palloni gonfiati e le vostre canzoni fanno schifo… SCHIFO!- gridai con tutto il fiato che avevo in corpo. Demi, che ancora non riusciva a proferire parola, sgranò gli occhi e mi guardò sconvolta. Avevo appena detto ai Jonas Brothers che la loro musica era abominevole. Loro non si scomposero, mi fissarono ancora un po’ per poi scoppiare a ridere all’unisono.
-Che caratterino!- mi disse Joe.
Io aggrottai ancor di più le sopracciglia, inviperita come non mai, per poi voltarmi in direzione di Demi.
-Andiamo!-
Tirai Demi verso di me e ci allontanammo, quella volta davvero. Sentivo i loro risolini e i loro sguardi addosso ma me ne infischiai, continuando a pattinare. Demi rimase scioccata e una volta svoltato l’angolo mi strattonò per la maglia con violenza.
-Ti rendi conto di quello che hai fatto?!- sbraitò lei, incredula.
-Mi hanno infastidita! Ci hanno accusato di essere ladre, avresti potuto aiutarmi invece di rimanere come una tonta!-
-D’accordo, ma serviva dirgli che fanno schifo come artisti?! Cioè ti sei bevuta il cervello?!- continuò lei, agitando le braccia al cielo e con il viso arrossato per la collera.
-Dio Dems, vorresti dire che sono davvero talentuosi?! Per favore! E comunque, che ti frega, sono stata io a dirglielo, mi assumo la responsabilità delle mie azioni- sentenziai soddisfatta.
-Certo, questo è scontato ma non sono io la loro nuova vicina di casa!-
“Porca vacca.”
Avevo dimenticato quel piccolissimo ed insignificante dettaglio.
“Ciao sono Selena Gomez, la nuova vicina che vi ha appena insultato a morte.”
-Vabbé li eviterò finché mi sarà possibile- balbettai
-Non durerà all'infinito-
In quel momento sembrò che la mia coscienza avesse preso le fattezze di Demi e mi sentii terribilmente stupida.
-AAAH AL DIAVOLO! Chi se ne importa!-
Lei fece spallucce e ci avviammo verso casa.
Rientrai intorno alle sei e trenta del pomeriggio, sfinita, un po’ per la stanchezza fisica un po’ per quello che era successo. Non sapevo come rimediare e Demi aveva ragione: non avrei potuto ignorarli in eterno. Erano pur sempre i miei vicini. Dannazione.
-Sono tornata!- gridai dalla porta.
-Sel! Tesoro!- cinguettò mia madre. Io mi diressi in cucina e la trovai, stranamente, indaffarata a preparare un invitante arrosto di carne con patate. Girai intorno alla penisola, afferrando la bottiglia d’acqua e ne scolai quasi la metà tutta con un sorso.
-Che succede? Come mai cucini per un esercito?- chiesi, pulendomi il viso.
-Abbiamo ospiti stasera! Piuttosto sbrigati a sistemarti che ho bisogno di una mano ad apparecchiare!- disse raggiante, sistemando i contorni nella teglia.
-D’accordo, ma si può sapere chi viene a cena?- domandai, spazientita.
-I Jonas!-

  
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