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Autore: Wrong_And_Right    26/07/2012    9 recensioni
All'epoca avevo tre sogni: il primo si era infranto in un giorno pieno di sole, il secondo sembrava non avere speranze di essere realizzato e il terzo... il terzo mi faceva male al cuore, perchè ero sicura di non avere possibilità di vederlo realizzarsi.
Mi chiamo Alma, ho diciannove anni e questa è l'estate che mi ha cambiato la vita.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo XVII.

 
Io, rispondendo al bacio, gli strinsi le braccia intorno alla schiena e sussurrai: << Ti amo >>.
 
Lucinda voltò pagina, quasi sperando che la storia proseguisse, ma una parte di lei sapeva già che sua madre non era mai andata avanti a scrivere.
La nostra bella Luce chiuse il quadernetto impolverato e guardò fuori dalla minuscola finestrella della cantina: aveva finito di piovere, ma la sera era ormai scesa. Tutto il pomeriggio era trascorso quattordici anni nel passato.
Quindi è così che si sono conosciuti i miei genitori, pensò la ragazza, ricordando tutti quei momenti in cui avrebbe voluto farsi raccontare la storia da suo padre ma senza averne il coraggio.
Quindi è questo il passato di papà e degli zii, riflettè poi.
<< Pomeriggio interessante, piccola? >>.
Lucinda si girò di scatto e si allontanò con aria colpevole dal baule contro al quale aveva appoggiato la schiena. Dalla piccola botola aperta sul pavimento erano spuntati entrambi i suoi genitori.
<< Mamma, papà! Non sapevo niente della vostra storia; mamma, tu scrivi benissimo, speravo non finisse mai >>, disse Luce con entusiasmo, lo stesso con il quale si rivolgeva sempre ai suoi. Le piaceva parlare con loro come se fossero suoi amici.
La ragazza si ricordò alcuni particolari narrati nel quaderno e cominciò a osservare le due figure che si erano sedute accanto a lei. Zayn, suo padre, aveva quasi trentacinque anni, ma era bello come nelle foto che le mostrava sempre sua madre; teneva un braccio stretto intorno alla vita di Alma, come per proteggerla e sentirla vicino a lui. Lei, più o meno della stessa età del marito, aveva gli occhi che brillavano dalla felicità e si passava con allegria una mano tra i lunghi capelli scuri.
<< Beh, ma non è finita >>, disse proprio Alma. << Nel quaderno ho raccontato solo quell’estate, ti andrebbe se ti raccontassi qualcos’altro? >>.
<< Certo, certo, certo! >>.
<< Allora >>, cominciò la donna << dopo quelli narrati nel diario, ci sono stati tre momenti davvero importanti. Il primo di questi è successo pochi anni dopo che io ero tornata a Londra con tuo padre…
 
Stavamo camminando nel parco, quel parco che era stato teatro del nostro primo bacio. Con questi pensieri in testa osservavo le mie dita intrecciate alle sue, passeggiando lentamente in mezzo ai cespugli e ai prati ben tagliati di quella piccola e graziosa zona verdeggiante. L'atmosfera era abbastanza silenziosa, interrotta qualche volta dalle risate dei bambini che correvano felici con in mano un aquilone o un pallone da calcio e dal cinguettio di qualche uccellino che si era appena svegliato.
D'un tratto Zayn si fermò e io avvertii una stretta piu' forte alle mani.
<< Seguimi >> mi disse, puntandomi addosso quei suoi occhi che tanto amavo
<< Dove stiamo andando? >> chiesi, sorpresa di quel cambio di direzione improvviso
<< Fidati di me >> mi disse e iniziammo a correre, l'aria tra i capelli produceva un ronzio strano ma piacevole, i cinguettii si fecero piu' forti. Andavamo avanti noncuranti delle persone attorno che ci guardavano stranite.
Dopo poco tempo ci fermammo e Zayn mi tirò per la mano sotto un gazebo, bianco e grazioso, ricoperto di rose dai vari colori.
<< Com'è bello qui >> sospirai, un po' esausta per la corsa, un po' per la sorpresa.
Calò il silenzio tra noi, smorzato solo dai nostri respiri che andavano all'unisono; sentendoli, non potei fare a meno di sorridere. Poi spostai lo sguardo al di fuori del gazebo dove, in un piccolo ruscello, delle paperelle sguazzavano felici seguendo la loro madre che se ne andava avanti a testa alta, non badando a cio' che i suoi piccoli facevano.
<< Alma >> sussurrò Zayn, distogliendomi dai mille pensieri che mi passavano per la testa in quel momento.
Lo guardai; lui si schiarì la gola e provò a parlare, ma non riuscì ad emettere alcuna parola. Lo guardai come per incoraggiarlo, ma forse peggiorai la situazione, perché sentii il suo cuore battere all'impazzata sotto la mia mano, che avevo poggiato sul suo petto.
<< Hai presente quando... Quando ami talmente tanto una persona che vorresti passare tutta la vita accanto a lei? >> riuscì finalmente a dire
<< Sì… È quello che sento con te >> risposi sicura di ciò che dicevo, arrossendo leggermente in viso; lui mi sorrise
<< Ecco… Quello che volevo dire… È >> si bloccò di nuovo.
<< Beh... >> niente.
Prese un lungo sospiro e chiuse gli occhi, per poi riaprirli e puntarli su di me.
<< Alma... Mi vuoi sposare? >> disse tutto d'un fiato
Avevo sentito male, era impossibile. Lo sapevo, mi ero persa troppo a guardare il suo viso stupendo e ora mi ritrovavo come rimbambita.
Ma poi fermai un attimo il flusso di pensieri e lo guardai; mi stava sorridendo indulgente, come se aspettasse una risposta.
Non ci credevo. Me l'aveva chiesto sul serio.
<< Zayn io... >> cominciai, mentre lui continuava a osservarmi con impazienza.
<< Sì. Sì dannazione sì!! Voglio sposarti, eccome se lo voglio! >> esclamai felice, sentii gli occhi pizzicare e lacrime di gioia cominciare a scorrere sulle mie guance
Mi strinse forte e io gli passai le mani tra i capelli, prima di incatenare il mio sguardo al suo e avvicinare pian piano il viso, notando che i suoi occhi puntavano alle mie labbra.
Penso che quel bacio sia stato il migliore di tutti. Era nuovo, aveva il sapore della consapevolezza che fra pochi giorni io sarei diventata sua moglie e lui mio marito.
 
Come puoi ben immaginare, il giorno del matrimonio ero nervosissima. La notte prima non riuscii a dormire, tanto la mia mente provava a immaginare come sarebbe stato prendere la mano di Zayn e diventare la signora Malik. Questi pensieri non si potevano certo definire brutti, ma mi fecero comunque arrivare al momento di prepararmi con due borse enormi sotto gli occhi.
La mattina la trascorsi nella casa che già da due anni condividevo con Zayn, circondata dalle attenzioni di Eleanor, Danielle, Nicole ed Emma. Mia madre si era aggiunta all’ultimo momento, non appena era arrivata dall’Italia. Seduta davanti allo specchio in camera mia, mi sentivo come una bambola che le bambine si divertono a vestire e truccare. Mi avevano proibito di fare qualsiasi cosa, dichiarando che si sarebbero occupate loro di tutto.
Devo dire che avevano fatto davvero un ottimo lavoro; quasi non riuscivo a riconoscermi, fasciata in quel meraviglioso abito bianco attillato sui fianchi e sul seno e che si apriva in una gonna puntellata di roselline. Indossavo un paio di ballerine di raso e avevo i capelli raccolti in un’acconciatura che Emma aveva trovato su una rivista di moda. Credo che se non fosse stato per l’agitazione del giorno, mi sarei sentita a mio agio.
<< Ci siamo quasi ragazze >>, disse Eleanor, entusiasta.
<< Sei bellissima, Alma >>, aggiunse mia madre, con le lacrime agli occhi.
<< Grazie >>, risposi io. << Emma, forse tu faresti meglio a raggiungere i ragazzi. Non dovresti stancarti troppo e sai che Niall è parecchio protettivo in questi giorni >>, continuai, rivolta alla mia migliore amica.
Emma indossava un abito azzurro, colore che le donava molto. Era felice per me, lo capivo dai suoi sorrisi, ma c’era qualcosa che rendeva me molto felice per lei. Forse non tutti se ne sarebbero accorti, ma il vestito nascondeva un leggero gonfiore della pancia. Che in realtà proprio un gonfiore non era. Sì, avete capito bene. La mia amica era già al quarto mese di gravidanza e lei e il biondino non vedevano l’ora di sapere se sarebbe stato un maschio o una femmina per cominciare a pensare ai nomi.
Insomma, la mia vita, come quella dei miei amici, era perfetta e quel giorno lo sarebbe diventata ancora di più.
Questo era l’unico pensiero che impediva alle mie gambe tremanti di cedere, mentre lentamente mi avvicinavo all’altare. Intorno a me sentivo i saluti degli invitati e lì, proprio davanti ai miei occhi, c’era Zayn, bellissimo in giacca e cravatta. Sorrideva e, quando incrociarono i miei, i suoi occhi si accesero di una scintilla di gioia.
Dopo un percorso che mi era sembrato interminabile, Vincenzo mi lasciò la mano e io mi accostai al mio futuro marito. Futuro ancora per poco, pensai.
Scambiai uno sguardo emozionato con Liam e Emma, i nostri testimoni, poi con i ragazzi, che siedevano nelle prime file, insieme alle nostre famiglie.
<< Sei bellissima, amore mio >>, mi sussurrò Zayn e io arrossii, proprio come quando lo avevo appena conosciuto.
<< Ti amo >>, riuscii a dire.
Poi si svolse tutto come nei film d’amore, nella scena che tutte le donne aspettano per poi piangere senza freno. Per me però fu diverso. Sì, perché quel bacio non fu tra due attori, ma tra me e il ragazzo che amavo.
Tra me e, suona ancora strano dirlo, mio marito.
Tra me e Zayn.
 
 

***

 
 
Poco più di un mese dopo il matrimonio, la vita aveva ormai preso una certa routine. Se si può definire routine vivere con Zayn a soli due minuti dalle case dove, separatamente ma sempre vicini, vivevano i restanti 4/5 dei One Direction con le rispettive mogli o fidanzate. Eleanor e Louis si erano sposati l’anno prima, subito seguiti da Liam e Danielle, che sarebbero diventati presto genitori; Nicole e Harry, pur essendo i più piccoli e i più pazzi, avevano ormai deciso di sposarsi e così anche Emma e Niall, che ormai aspettavano solo di poter avere tra gli invitati il loro figlio. O i loro figli, visto che a quanto pare la mia amica aspettava addirittura dei gemelli.
Quella mattina poteva sembrare l’inizio di una giornata londinese piovosa come tante altre, ma per me non fu così.
Fin dall’alba, avevo sentito una strana nausea e dei giramenti di testa che non avevo certo tutti i giorni, così di pomeriggio decisi di andare dal medico insieme a Eleanor. Quello che mi disse il medico, l’avrete già capito, specie se vi piacciono i film d’amore o le favole che terminano con un “… e vissero per sempre felici e contenti”.
<< Zayn, ti devo parlare >>, dissi quella sera.
<< Cosa c’è? Va tutto bene? >>, mi chiese lui, già preoccupato.
<< Certo, sì, va tutto bene. È solo che… ti devo dire una cosa importante >>, presi un respiro profondo e continuai << Ti ricordi che stamattina ti avevo detto di non sentirmi molto bene? Beh, a quanto pare è una cosa perfettamente normale per questa situazione. Ok, lo so, ci sto girando intorno, la verita è che… sono incinta >>.
Due braccia forti mi strinsero in un abbraccio caldo e quasi mi sollevarono da terra. Sentii il viso di Zayn che si posava sulla mia testa, tra i capelli, mentre la mia faccia era appoggiata sul petto e ascoltava il suo respiro, che si era fatto agitato.
<< Sei sicura? Insomma, certo che sei sicura, se te l’ha detto il medico. Scusami, è solo che… non hai idea di quanto sia felice. Avremo un figlio. Ti immagini come sarà bello? Me e te, uniti in una sola persona. Sarà fantastico >>.
<< Sì, sarà perfetto. E saremo davvero una famiglia. Adesso dobbiamo solo dirlo agli altri; sono sicura che ci salteranno tutti addosso urlando >>, risi io.
<< E io ti proteggerò: devi stare molto attenta, ora >>, disse. Poi aggiunse: << Ti amo, Alma >>.
<< Ti amo >>.
 
 

***

 

Lucinda aveva gli occhi che brillavano di entusiasmo e sembrava non riuscire a stare seduta.
<< Questa è davvero la vostra storia? Insomma, sembra una favola. Vorrei vivere anch’io un amore perfetto >>, disse tutto d’un fiato, guardando ora sua madre, ora suo padre.
<< Infatti la nostra storiaè una favola, una delle migliori. Non che ne abbia lette tante, s’intende >>, rispose Zayn, con una frase che sarebbe suonata meglio detta da Louis o Harry.
<< Certo come no. Comunque, piccola, te lo assicuro, prima o poi vivrai anche tu la tua favola. Magari il tuo principe azzurro potrebbe essere proprio il piccolo Horan >>, disse Alma, poi, vedendo la faccia sbalordita della figlia, aggiunse << Credi che non abbia notato che la copertina del tuo diario è ricoperta dal nome Drew. E, a proposito di Drew, prima ha chiamato Melanie, è per questo che ti siamo venuti a cercare >>.
Drew e Melanie erano i gemellini di Emma e Niall e avevano pochi mesi più di Lucinda. Insieme a lei e al figlio di Liam e Danielle formavano un bel gruppo, a cui spesso si univano i più piccoli Darcy Styles e Leo Tomlinson.
<< Vado subito >>, disse la ragazzina, uscendo di corsa dalla soffitta.
Alma e Zayn risero, notando le guancie color peperone della figlia. Poi, approfittando dell’atmosfera silenziosa che si era creata, si baciarono, fino a ritrovarsi abbracciati.
<< Sai che adoro la nostra famiglia? >>, sussurrò Zayn all’orecchio della moglie.
<< Sai che l’adoro anch’io. Poi tra poco ci sarà un nuovo membro: la nostra piccola Elisha >>, rispose Alma, accarezzando con delicatezza il pancione che ormai non poteva più essere nascosto da vestiti di qualche taglia in più.
<< E amerò anche lei, più di qualsiasi altra cosa. Proprio come amo te >>.
 
 
Hi everyone.
Non ci posso credere, l’ho finita. Scusate se ho impiegato tanto tempo per pubblicare quest’ultimo capitolo, ma non avevo proprio voglia di scrivere la parola fine.
Dovete sapere che questa è la prima fanfiction che finisco, quindi so che quando cambierò l’opzione in “completa”, piangerò. Comunque, non preoccupatevi (?) ho tante altre storie in mente e non vedo l’ora di cominciare a scriverle. Cosa che però non avverrà presto, perché sento che è arrivato il momento di concludere anche il mio libro e cominciare la caccia agli editori, cosa che non sarà per niente facile. Quindi, da adesso fino a settembre avrò tempo solo per il mondo medievale dei miei protagonisti e, ovviamente, la musica dei One Direction, che è la colonna sonora di tutte le mie storie.
Alla prossima e fatemi sapere cosa ne pensate.
Ciao ciao
Eli ^-^

 
   
 
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