Film > Biancaneve e il Cacciatore
Segui la storia  |       
Autore: barboncina85    26/07/2012    2 recensioni
come continuare una storia perfetta?
io ci ho provato, spetta a voi giudicare!!
"Come puoi esserne sicura?" la sua espressione sembrava afflitta ma per nulla sorpresa.
"In questi mesi ho svolto il mio compito, ho ridato luce al regno di mio padre. Ora, voglio dare luce al mio cuore"
"Non sai neanche dov'è!"
aveva ragione, ma se la foresta oscura non mi ha presa, l'impresa non era impossibile.
"Vero, ma so dove cercare!"
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Questo è un capitolo un po particolare, praticamente i protagonisti parlano tramite una canzone, forse è più indicato ascoltarla nel mentre, così almeno afferrare il concetto, è tipo musical, ovviamente non mi aspetto che sia efficace come musical, ma dopo la puntata cantata di grace anatomy passatemelo dai!
la canzone è 
Nek - Se Una Regola C'è



"Mi dici cosa c'è che non va?" Muir sedette accanto a me sul tronco dove avevo appoggiato la schiena, sospirai soltanto, non mi andava di parlarne.

"Pensi ancora a quella storia là?"
Mi girai a guardarlo, non era possibile che lui sapesse!
"lo so, già!" Il suo viso era una maschera di serenità, nonostante lui non vedesse.

Eppure aveva sempre avuto gli occhi per guardarti dentro.
Spostai lo sguardo sulla tartaruga che brucava il muschio nel rifugio delle fate, la loro melodia mi rilassava, o meglio, prima, mi rilassava.
"Si fatica a stare soli, sai che rimango qua finché vuoi" mi appoggiò una mano sulla spalla, per poi darmi due pacche, non so che dirgli, parlare significherebbe ammettere una sofferenza radicata negli anni.

Ho perso una persona amata e ora ne avevo persa un altra per il dovere, si, il dovere, dovevo lasciare che seguisse la sua strada, il suo destino di regina.
"Io capisco come stai, fossi in te reagirei"
Mi alzai di scatto.
"Reagire? Reagire, sto reagendo, devo lasciarla al suo popolo, non devo essere egoista, devo..."

"Che consigli vuoi da me, se poi fai quel che vuoi te!" si alza dal tronco e con il bastone si trascinò verso gli altri, comodamente sdraiati a sonnecchiare.
"Che consigli? Quali consigli potrei seguire? Ci sono delle etichette, delle regole da seguire!" sono come una barca alla deriva, non so come tornare a riva mi faccio trasportare dagli eventi.
Lui si ferma e lentamente si gira.
"Sai che mai ti direi 'vai da lei'!" poi lentamente mi venne in contro puntandomi il bastone addosso.

"Ma... Se una regola c'è non la chiedere a me, te ne devi fregare se lo vuoi, se l'umore va giù se non ce la fai più, guarda che non esiste solo lei! Devi muoverti un po! C'è chi non dice no!"
"Chi non dice no!" gli urlai contro. il figlio si svegliò richiamato dalle mie urla.
"Mi stai dicendo di cercare altrove? Scegliere altro? Magari qualcuno del mio rango!?" oramai il nervosismo mi faceva straparlare.
Quert spostava lo sguardo dal padre al sottoscritto poi di nuovo al padre, aveva non so come, capito di cosa stessimo parlando.
"Ti dò una mano io, ma già so, quando capita un momento no. Dentro hai un'angoscia che ti rompe" le sue parole mi colpirono nel profondo, in fin dei conti non era cosi diverso dal padre.
Rimasi a guardarlo per interminabili secondi "Cosa potrei fare? Lei non ha idea di quello che provo, non ha idea che dal primo momento in lei ho rivisto lo spirito che ho amato in mia moglie"
Appesantito dalle mie stesse parole mi sedetti sul muschio, la tartaruga si era avvicinata cosi tanto da darmi una spinta alla schiena. Persino la natura si prendeva gioco di me!


"Ti capisco.., ti apriresti il petto e poi, per mostrarle in quale posto è lei, non sai più cosa fai, ma sai che la vuoi!" si avvicinò come aveva fatto prima il padre dandomi due pacche sulle spalle.
Gli altri nani avevano assistito al discorso in silenzio e cominciarono a commentare all'unisono.
"Se una regola c'è, non la chiedere a noi, te ne devi fregare se lo vuoi. Se l'umore va giù, se non ce la fai più guarda che non esiste solo lei, devi muoverti un po! C'è chi non dice no!"
Muir si avvicinò. Si chinò sulle gambe, abbassarsi non sarebbe servito a molto, arrivava alla mia altezza anche in piedi.
"Se ti ha lasciato addosso un male fisico, qua ci vuole solo un po di senso pratico, eh!" poi sospirò "Una strada non c'è mai, c'è soltanto quella che tu fai, troverai, una che non ti da guai guai!" si sollevo per allontanarsi e darmi cosi spazio per riflettere mentre gli altri continuavano a commentare a bassa voce.
"Se una ragola c'è, non la chiedere a noi, te ne devi fregare se lo vuoi, se l'umore va giù se non ce la fai più, guarda che non esiste solo lei..."
Non li ascoltai più, le parole di Muir mi scendevano come lava nelle vene, dal cervello alle braccia fino ad arrivare al cuore.
Guai...guai...guai...
"Io adoro i guai..." mi trovai a sussurrare abbandonandomi sul muschio con il sorriso sul volto e una nuova speranza nel cuore.

Intanto...

"Devi tenderlo più forte!" William mi incalzava senza tregua, ma con il sorriso sul volto.
Mi aveva spronato a imparare e a non arrendermi alla prima difficoltà, da quella mattina continuava a insegnarmi la postura, la mira, il bersaglio, l'istinto che caratterizzava un arciere, che più della forza dovevo usare quest'ultimo. La cosa sembrava semplice a parole, a parole...
"Se lo tendo più forte la punta della freccia supera le dita e si sbilancìa,finisce a terra come le ultime tre volte!" mi lagnai ricordando la pratica effettuata dopo la teoria cosi semplice da apprendere.
"Puoi tenderlo ancora più forte, non far superare la punta è una cosa che viene dopo, se allunghi le dita sentendone la consistenza, il lancio, potresti anche direzzionarlo meglio!" mi si avvicinò, abbracciandomi quasi, prendendo l'arco sopra alle mie mani per farmi capire come potevo risolvere quell'insormontabile problema.
La sua vicinanza mi tolse il respiro per un attimo, non sapevo come reagire al suo tocco, lo conoscevo da anni, ma per anni non siamo mai stati insieme, lui dice che non sapeva se fossi viva o morta e nel dubbio continuava a prendersela con i guerrieri di Ravenna che trasportavano scorte al castello.
La colpa a quanto pare era anche del padre, che negli anni gli aveva istigato il senso di dovere verso le persone bisognose e non verso un suo mero egoismo.
"Vedi... "mi sussurrò all'orecchio "La vedi quella mela, non è a portata di tiro, ma se tu lo tensessi ancora di più e sollevassi un po' il tuo angolo di tiratura esattamente perpendicolare alla mira appena prima presa..." accompagnò le parole ai gesti facendomi sollevare le braccia e quindi la mira della freccia.
"Lascia!" lasciai la freccia che con un sibilo fendette l'aria arrivando appena sopra la mela, dritta contro il tronco che la teneva.
"Hai fatto tutto tu!" lo rimproverai.
"Assolutamente no!" si difese allontanandosi.
Mi porse un'altra freccia "Fai ciò che dico e vedi che ci riesci anche da sola, anzi, senza il mio aiuto probabilmente riesci a prendere anche la mela" si allontana di qualche passo e mi lascia la spazio per concentrarmi.
Sistemai la freccia, tesi l'arco, presi la mira sulla mela ed fu come se si avvicinasse, e me la porgesse Ravenna trasformata in un incosciente Willian. 
La rabbia comandò i miei movimenti che si fecero più decisi e meno incerti, sollevai la mira perpendicolare alla mela e scagliai la freccia, che fendette nel cielo provocando il medesimo fischio di poco prima arrivando dritto sulla mela che si spaccò il due.
Mi voltai con un sorriso euforico, ma William era serio e guardava il punto in cui c'era la mela. Poi ridestato da non so quale pensiero mi guardò e sorrise.
"Ottimo lancio!"
"A che pensavi?" gli chiesi scrutandogli il volto.
"Alla mela" mi sussurrò tornando serio e spostando lo sguardo dove lo aveva prima.
"Perchè?" che gli evocasse lo stesso ricordo.
"Ravenna te ne diede una avvelenata?"
"Si" confermai.
"Non sono mai riuscito a capire come ti salvassi in quel frangente. Per carità sono estremamente contento che tu sia viva e in salute, ma... eri morta... io lo so, ti spegnesti tra le mie braccia" tornò a fissarmi e non seppi se sul suo viso vi passò un ombra di inquietitudine o di consapevolezza.
"Non posso risponderti, non lo so neanche io. Mi ricordo di aver chiuso gli occhi e non ho visto più niente ne sentito alcun chè, finchè non ho ricominciato a respirare nella sala del tuo castello" quello era quello che sapevo io, il prima, il dopo o il durante quel frangente, mi era completamente oscuro.
"Già, eppure avevi una carica, un carisma, una bellezza... eri bellissima regina" mi guardò con degli occhi che mi sciolsero per quanto erano carichi di ardore.
"Sapevo solo una cosa, quello che Ravenna mi aveva fatto capire, che dal suo sangue era stata creata una maledizione e dal suo sangue poteva essere spezzata. Le parole per incitare il popolo... non sapevo neanche io che cosa dicevo!"
"Eppure ha funzionato"
"Già"
Il discorso cadde cosi, e nel silenzio ripresi a lanciare trovando via via diversi bersagli.
Ai primi non ci andai neanche vicina, non calcolavo l'angolazione della traiettoria, e William mi rimproverava dicendo mi che non avrei dovuto calcolare niente, dovevo sentire la freccia e il bersaglio.
Quando poi sentii la freccia, come la intendeva lui, cominciai ad arrivare al bersaglio, o almeno sfiorarlo.
Stremata ma contenta tornai nelle mie stanze scortata da un raggiante William che continuava a farmi complimenti per il buon lavoro.
"Domani voglio i bersagli in movimento, non credo che eventuali nemici restino immobili a farsi colpire!" dichiarai prima di entrare nelle mie stanze.
"Magari pensa a colpire prima quelli che non si muovono no?" mi prese in giro.
Sorrisi, in fin dei conti aveva ragione lui.
"Ok, miglioriamo questa mira"
Si avvicinò pericolosamente al mio viso e passando oltre mi diede un bacio sulla guancia, appena sotto lo zigomo.
"Buona notte Neve!" mi sussurro sfiorandomi le spalle.
"Buona notte William..." non sapevo se essere contenta o meno che mi abbia baciata solo sulla guancia.
Mentre si allontanava mi chiesi quello che volevo davvero, essere baciata da William mi riportava alle mente quell'unico episodio in cui fui tanto audace da darglielo, ma si è rivelato essere una mera illusione.
Adesso, voglio lo stesso?
Appoggiai la mano sulla maniglia della mia porta e la aprii lentamente, quando vi entrai trovai sul letto una rosa rossa. 

*SI NASCONDE SOTTO IL LETTO*
CLEMENZAAAAAAAAAA!!!


 



 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Biancaneve e il Cacciatore / Vai alla pagina dell'autore: barboncina85