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Autore: Hermes    27/07/2012    5 recensioni
Giravo per i vecchi scaffali di legno, dando un’occhiata alle mensole ricolme di volumi polverosi, roba buona solo per i topi.
Genere: Angst, Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tuomas Holopainen
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Nota: questa fic è scritta senza scopo di lucro. I personaggi non mi appartengono a parte la vecchia libraia.

5. Here weary traveler rest your wand
Fischiettavo un allegro motivetto mentre preparavo una tarda colazione.
Da quando ero tornato dall’Australia dormivo come un bambino.
Com’è che si dice? Casa dolce casa?
Il resto dell’inverno era passato velocemente.
Stavo finendo di riempire un secondo moleskine, guidato da una smania che un po’ iniziava a spaventarmi in senso buono.
Uscii sulla veranda che circondava tutta la mia casa da patito disneyano senza speranza.
L’acqua del lago scivolava tranquilla.

Oh, how beautiful it used to be
Just you and me far beyond the sea
The waters, scarce in motion
Quivering still

Ho mantenuto la promessa, non pensavo di riuscirci.
Ho passato una parte delle nuove canzoni a Marco ed ai ragazzi. Presto ci ritroveremo per provarle assieme Io e Pip passiamo delle ore al telefono ogni giorno per sviluppare gli orchestrali…
Le mie dita scorrono sui tasti del Kaim & Günther senza esitazione, senza provocarmi niente oltre al piacere.

Beauty in spyglass on an old man's porch

Sulla riva opposta vedo lo skipper di un pescatore brillare metallico.
È una giornata meravigliosa, rara per una primavera finlandese.
La neve resiste ma solo dove il sole non arriva mai.
Tutt’intorno è un concerto di sgocciolii.
In alcuni punti l’erba sta mettendo gli steli nuovi color verde pallido.
Sono tornato a trovarla.
Gem, intendo.
Ero in giro con Ewo per la promozione del nuovo album.
Ho fatto una scappata al negozio.
Era passato più d’un anno ma lei era sempre uguale.
Salda alla terra come un cedro del Libano, gli occhi limpidi, forse qualche ruga in più.
Mi aveva guardato mentre entravo come se fossi un estraneo.
Le avevo sorriso.
“Si ricorda di me signora Gem, vero?” domandai, impacciato.
“Ricordo un uomo che ti somigliava, in bilico sull’orlo di un precipizio.”
Posò la penna col quale stava riempiendo un registro e si raddrizzò gli occhiali “Posso offrirti una tazza di tè, Tuomas?”
“Con piacere.”
Tornò dal retro del negozio con due tazze bollenti.
“Non sei qui in cerca di un altro libro.” disse, e non era una domanda.
“Come fate ad indovinare sempre, Gem?”
“Osservo.” disse solo, abbassando gli occhi sulla tazza per nascondere la scintilla misteriosa del sorriso.
E parlammo, come se la nostra conversazione di quel mattino fatidico non si fosse mai veramente fermata.
Ad un certo punto mi scrutò nella luce che filtrava dalla strada “Spero che la tua copia di Whitman sia nelle stesse condizioni in cui te l’ho venduta.”
Sorrisi e trafficai con lo zainetto, porgendogliela.
Al massimo l’avevo un po’ sgualcita per averla riletta più volte.
Le sue mani ossute la soppesarono, accarezzarono la copertina, sfogliarono le pagine e saggiarono la spina in cerca di difetti poi me la restituì.
“Sono felice di rivederti. Non pensavo che saresti tornato.” disse piano, sembrava che parlasse con il libro poi mi fissò e capii che parlava con me.
“Poter dire di sorprendervi deve essere una cosa rara.”
“Sono umana, è molto facile invece.” sbatté le palpebre sopra i suoi occhi argentei “Più ti guardo e più vedo un bambino al posto dello scrittore stremato.”
“Non scrivo.”
Gem sorrise “Ah no? Eppure c’avrei scommesso.”
“Compongo musica.” i suoi occhi grigi mi fissavano in attesa, capitolai “Scrivo anche i testi…”
“Un uomo pieno di buone qualità.” sentenziò lei, finendo il tè “Sono sicura che se ti sedessi ad un piano saresti capace di far piangere o ridere una sala piena di gente. Ora più che mai.”
La guardai con tanto d’occhi e lei ridacchiò, lasciandosi dietro una manciata dei suoi anni nel riso.
“L’hai scritta, quindi?”
“Cosa, Gem?”
“La canzone di te stesso. La canzone che non hai avuto il coraggio di cantare fino ad un anno fa.”

Encompass worlds, but never try to encompass me,
I crowd your sleekest and best by simply looking toward you.
Walt Whitman ~ Leaves of grass

Respinsi lo sgomento e sorrisi “Desidera leggerla?”
“No. Non c'e né bisogno, vedo perfettamente la differenza.”
La campanella del negozio squillò e mi voltai verso la porta.
Una bambina era entrata, tenendo fra le mani un cesto.
Le sue piccole braccia erano tese nello sforzo e non alzò subito il capo.
“Nonna! Ti ho portato il pranzo…la mamma ha detto che posso aiutarti io con i libri!” nella sua voce infantile c’era una punta d’orgoglio per quel compito che non sfuggiva.
Il suo capo era di un biondo purissimo e quando lo alzò vidi che aveva gli stessi occhi di Gem.
Le sue tenere iridi argentee mi guardavano curiose, prive della durezza di quelle di sua nonna.
“Helené non stare lì impalata sulla porta, saluta il signore.” chiese Gem con una nota di dolcezza nella sua voce asciutta.
Le guance della bambina si imporporarono e mi fece un buffo inchino, impacciato dal cesto.
Mi offrì di liberarla dal fardello e lei squittì un ringraziamento, più imbarazzata che mai e si nascose dietro al bancone, accanto alla nonna.
“Non darmi del signore, chiamami Tuomas, va bene?”
“Sì…” il suo timido sorriso sdentato valeva più di mille altre parole, e sorrisi a mia volta.
“Liberati del cappotto e posalo di là, Helené.” riprese Gem, accarezzandole la testa “Oggi non c’è molto da fare, perché non prendi qualche biscotto e scegli un libro nuovo?”
Fu un solo attimo ma vidi la scintilla di felicità in lei prima che corresse via, fuori dalla nostra vista in un batter d’occhio.
“Pensavo…”
“Pensavate che fossi sola al mondo, Tuomas?” non c’era disprezzo nella sua voce.
“Sì.”
“Mai, nemmeno nella mia ora più tetra.”
“Vostra nipote vi somiglia in maniera stupefacente.”
“Vedete in lei ciò che ero io alla sua età.” Gem sospirò e si stropicciò gli occhi “Da allora sono passati più anni di quanti possa ricordare.”

Good journey, love, time to go
I checked your teeth and warmed your toes
In the horizon I see them coming for you

“Vi siete sposata, quindi.” dissi insolente, offeso.
“No.” la sua risposta secca ed asciutta arrivò senza tempo di mezzo, gli occhi grigi non si abbassarono di un millimetro mentre sosteneva il mio sguardo.
Una lama sfoderata.
“Vuoi sapere qual’è la mia storia, signor compositore?” mi domandò con un sorriso venefico, lo stesso della prima volta che ci eravamo incontrati.
Annuii, ben sapendo di non aver alcun diritto ad mettere il naso nella sua vita.
“Allora avrai il tuo racconto, Tuomas.”
Helené tornò dal retro e si infilò fra gli scaffali con la grazia di un elfo, mangiucchiando un biscotto.
Gem la seguì con lo sguardo poi iniziò a parlare, in fretta.
“Quando il mio viaggio verso la libertà si concluse e la mia nave attraccò al porto di ***, tutti i miei averi consistevano in quattro biglietti da cinque marchi, una manciata di caramelle d’orzo ed i vestiti che avevo indosso. Cercai disperatamente lavoro in ogni angolo e dopo parecchi giorni trovai un posto – mal remunerato – in una fabbrica di confezioni. Non avevo mai usato una macchina da cucire in vita mia, ma imparai presto. Quelli erano i giorni della fame, delle dita dolenti e degli stenti. Dormivo con altre tredici persone in due stanze grandi quanto uno sgabuzzino. L’unica consolazione era sapere che c’era un inferno peggiore di quello.”
Gem si versò un’altra tazza di tè, bevendo poi riprese.
“Un paio d’anni dopo mi ritrovavo in una condizione leggermente migliorata. Ero stata promossa solo perché capace a tenere un registro contabile e potei permettermi una stanza tutta per me. Ebbi più tempo a disposizione ma non avevo amici all’infuori della fabbrica. La guerra era ancora all’ordine del giorno quindi mi cercai qualcosa che potesse tenermi occupata abbastanza da non lasciarmi pensare. Se avessi avuto anche un solo minuto libero, avrei preso il primo bastimento dritta verso la morte.”
“Mi fate paura, Gem.”
“Troppo tardi, Tuomas.” sorrise dolcemente “Divenni un’assidua frequentatrice della biblioteca locale. Lì incontrai il nonno di Helené. Non fu amore a prima vista. Patrick non era bello né interessante, ma non si scoraggiò alla mia indifferenza. Faceva parte della media borghesia dell’epoca, tutta puzza sotto il naso e trina; si era appena arruolato nell’esercito sotto ordine dei suoi parenti. Si accontentava di salutarmi e guardarmi leggere poi passammo ad uscire per qualche passeggiata o per il teatro. All’inizio eravamo solo amici, i sentimenti vennero troppo tardi. La sua famiglia aveva scoperto la nostra relazione e quando Patrick mi difese seppi che non solo lo tolleravo ma avrei voluto concludere la mia vita con lui un giorno. Assieme.”

All that great heart lying still and slowly dying
All that great heart lying still on an angelwing

“Che successe?” ormai pendevo dalle sue labbra.
“Vuoi i particolari piccanti o posso sorvolare?” il suo sorrisetto mi lasciò nell’imbarazzo più completo.
“Mi-mi basta la storia…”
“Suo padre gli proibì di vedermi, intanto il suo battaglione venne chiamato al fronte. La notte prima della partenza ci rivedemmo per l’ultima volta.”
“Venne ucciso in guerra?”
“Sarebbe stato troppo facile…troppo umano.” Gem inghiottì un momento, chiudendo gli occhi poi tornò a raccontare “Rimasi incinta e – nonostante non potessi permettermi una bocca in più da sfamare – tenni il bambino. Nacque mia figlia e la chiamai Agnes, come mia madre. Due anni dopo la guerra era finita e lessi sul giornale che la compagnia di Patrick era tornata a casa. Ero felice, pregavo di rivederlo. Lasciai Agnes ad una mia vicina di casa e corsi all’Ospedale degli Invalidi per assicurarmi che fosse sopravvissuto.”
Un’altra pausa, più lunga delle precedenti.
Il silenzio era rotto da una vecchia pendola che batteva ogni secondo con un rumore secco.
Quando Gem riprese sobbalzai.
“Lo trovai. Cieco da entrambi gli occhi per colpa di quello stronzo di Hitler. Imbottito di morfina e ad un passo dalla morte. Aveva il corpo pieno zeppo di schegge di metallo, troppo profonde per essere asportate senza danneggiarlo ulteriormente…il medico mi disse senza preamboli che avrei fatto bene a pregare per una dipartita rapida. Rimasi altri tre giorni al suo capezzale ma non mi riconobbe, bruciava di febbre. La mattina del quarto giorno lo trovai tranquillo in un sonno da fiaba. Non venne nessuno a riconoscerlo, né fratelli, né sorelle, né genitori. C’ero solo io ed una bambinetta con il moccio al naso. Il resto della mia storia la conosci.”
Quel brusco ritorno alla realtà mi sembrò un balsamo, dopo gli orrori dei suoi ricordi.
Cosa si nasconde dietro un semplice ‘no’.
“Naturalmente non ho mai raccontato questi episodi a nessuno, Tuomas. Desidero che rimangano fra noi.”
“Certo. Io-”
“Non dispiacerti. Se ho parlato, l’ho fatto perché volevo togliermi questo peso dal petto.”

I exist as I am, that is enough,
If no other in the world be aware I sit content,
And if each and all be aware I sit content.
Walt Whitman ~ Leaves of grass

“Vi invidio.”
“Non essere sciocco, Tuomas. Di certo hai vissuto più tu che io in tutti i miei giorni passati a leggere.” replicò secca, immobilizzandomi con uno sguardo severo “Non c’è niente che puoi invidiarmi.”
“Possedete una forza d’animo, una trasparenza che io non avrò mai.” svelai, abbassando gli occhi sul lucido, consumato legno del bancone.
Una mano raggrinzita si posò sotto al mio mento, costringendomi ad alzare lo sguardo.
L’argento vivo degli occhi di Gem si era avvicinato, tanto che potevo scorgere ogni sfumatura ed il riflesso di me stesso.
“Pensi ancora a lei, vero?”
Annuii, incapace di parlare.
Gem prese un lungo respiro e tornò a sedersi, fissò il registro e poi iniziò “Ci sono cose che non potremo mai perdornarci. Siamo creazioni imperfette. Il rimorso – meritato o no – è fatto per essere combattuto. Imparerai a conviverci per il resto dei tuoi giorni. Solo in questo modo si diventa forti.”
Helené spuntò da in mezzo gli scaffali con un volume dalla copertina blu bordata d’oro stretto fra le mani, saltellò dietro al bancone e si sedette su uno sgabellino vicino al radiatore. I suoi occhi si posarono avidi sull’indice del libro poi si rese conto di essere osservata e mi sorrise, arrossendo.
“Rimani per il pranzo, Tuomas?”
“No…a quest’ora mi daranno già per disperso e ho abusato troppo della vostra ospitalità, signora Gem.”
Mi alzai dalla sedia e spolverai la giacca.
La donna si alzò e fece il giro del bancone, fermandosi ad un passo da me.
“Mi raccomando sii te stesso.” disse, piantandomi le sue iridi grigie nelle mie “Sii forte e non cadere preda di pensieri cattivi. Molte paure nascono dalla stanchezza e dalla solitudine.” (*)
“Lo farò.”
Gem sorrise “Con tutti i suoi inganni, le ingratitudini e i sogni infranti, questo è pur sempre un mondo stupendo, Tuomas. Ricorda che qui sarai sempre il benvenuto, anche solo per una tazza di caffè.” (*)
C’era una dolcezza materna in quegli occhi che aveva il potere di commuovermi.
Ci salutammo, le baciai la mano con il cuore colmo di rispetto per lei e la sua intelligenza, salutai Helené ed uscii fuori nell’aria fragrante del mezzogiorno.
Camminai per un po’, prima di sfilare una sigaretta dal pacchetto, accenderla ed aspirare.
Dalla parte opposta della strada un padre camminava, tenendo sulle spalle il figlio. Stavano ridendo fino alle lacrime di una contentezza a me ignota.
Sorrisi, fra me e me, infilai le mani nelle tasche e ripresi a camminare.
Pensavo di essermi perso, d’aver tradito me stesso.
Ora scopro che non ho mai davvero dimenticato né disertato.
Mi sento finalmente in pace.

The mermaids you turned loose brought back your tears

~~~

(*) Gem sta citando alcuni versi della Desiderata di Max Erhmann (1874)
Dall’originale inglese:
Be yourself.
[…]
Nurture strength of spirit to shield you in sudden misfortune.
But do not distress yourself with dark imaginings.
Many fears are born of fatigue and loneliness.
[…]
With all its sham, drudgery and broken dreams, it is still a beautiful world.

Citazioni da Turn loose the Mermaids, Song of Myself

Mi avete chiesto il significato di questa storia fin dall’inizio…beh, alla sua nascita non ne aveva uno. ^///^”
Invece ci sono arrivata mentre stendevo gli ultimi due capitoli…

Devo tornare indietro all’estate del 2009, quando ho scoperto i NW e ho ascoltato l’intera discografia nel giro di quattro giorni *amore allo stato puro quell’ascolto, non credo che mi capiterà più una cosa del genereQQ*
Stavo sfogliando il libretto di DPP in cerca di spunto e sono finita sulla citazione di Whitman nell’inlay (quella con un piano sullo sfondo, non so se l’avete mai vista, ci sono un mucchio di edizioni di quel disco in giro!xD)
Subito non ci avevo fatto caso…ma quando l’ho ripreso in mano senza gli occhi a cuoricino e con un po’ più di buon senso mi sono resa conto che quella citazione nel contesto di DPP non centrava un grosso tubo! <- posso sbagliarmi naturalmente, si chiamano opinioni personali queste, eh! Non mi mazziate! OoO

Imaginaerum è legato stretto con Whitman e le sue opere così mi sono chiesta…che nesso c’è fra DPP - l’apoteosi dello scazzamento più profondo - ed Imaginaerum?
Qual è il motivo di questo cambio radicale di visione del mondo?
Chi o cosa ha fatto saltare il temibile pendolo di DPP?
C’è una storia da raccontare…mi sono detta.
E quella storia l’avete appena finita di leggere! =)

Così è nata Gem. <- con un grosso contributo unknown dalla mia cara granitica nonna! xD
Così sono finalmente riuscita a creare un nuovo tipo caratteriale su Tuommi!
Da qualche tempo cercavo di scrivere altre storie sul sommo poeta ma finivo sempre per dargli gli stessi tratti e lo stesso profilo psicologico del Tuomas di DOR…questo non mi faceva piacere. Al contrario, era un serio indizio che stavo peggiorando, quindi finivo in blocco e cancellavo tutto. =(
The song in need in un minimo lasso di tempo mi ha permesso di cambiare binario e di crescere anche come autrice.

La mia spiegazione si conclude qui.
Magari non c’è un minimo di senso in quello che ho scritto allora faccio che abbreviare lo spiegone in poche parole: Questa storia è frutto di una mente bacata (la mia) e fa parte di un esperimento personale nel buio mondo dell'angst.
Ecco l’ho detto…xD

Spero che questa storia vi sia piaciuta fino al finale…
Io vi saluto e ringrazio di cuore chi ha recensito il penultimo capitolo CrystalRose e petitecherie (eccoti la storia di Gem...com'è andata?*Hermes ti tende un fazzolettino*); chi recensirà e chi ha messo la storia fra le ricordate/seguite/preferite e naturalmente anche chi l’ha solo letta per vedere come andava a finire! xD

Arrivederci a tutti/e.
Wish upon a star!
*Hermes sta ascoltando Fantasmic, cantando assieme all’incisione ma fa proprio pena…meno male che non ci sono testimoni-__-"*

  
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