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Autore: serelalla    30/07/2012    11 recensioni
Decisamente OOC, l'essenza stessa dell'OOC...oh, ma c'è tutto! C'è Oscar vestita da donna al ballo con Fersen, c'è la lenta agonia, ci sono gli amori di Alain Andrè e Girodelle per Oscar, il mito del tavolino rovesciato, il mestolo simbolo della nonna...solo che avevo voglia di giocare e a forza di mischiare le carte ne è uscita una storia un po' assurda con una girandola di personaggi: Oscar, Madame, il Generale, la piccola LouLou, qualche personaggio nuovo e persino una delle Fate della Bella Addormentata come Guest Star! (sotto mentite spoglie, ovviamente!) E con la gentile partecipazione di una Manga Principessa che apparirà in un delizioso cameo...E c'è una misteriosa filastrocca che...
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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-Hai qualcosa in mente, vero Renyer?-

Madame ricamava lentamente mentre il Generale osservava il giardino dalla finestra. Le mani intrecciate dietro la schiena, la sua posizione tipica.

-Cosa intendi dire Marguerite?- Le chiese sospettoso.

-Per Oscar…hai qualcosa in mente?- Specificò Madame senza interrompere il lavoro.

-Beh, di farle sposare Fersen...Mi sembra ovvio!- Sbottò il Generale.

Madame sorrise.

-Se lo dici tu, Renyer-

Il Generale rimase rivolto alla finestra, ma le labbra gli si incurvarono in un sorriso.

-Madre…- Oscar entrò nella stanza, ma si fermò di colpo accorgendosi della presenza del Generale.

-Non sapevo foste qui, padre- balbettò. Aveva di nuovo indossato la divisa, ma non  si era ancora reimpossessata della sua solita sicurezza.

Il Generale si voltò appena.

-Vedo con piacere che sei sopravvissuta alla famosa Madame Bertin, Oscar-

Oscar sussultò e abbassò lo sguardo.

-Sì…sì certo! Un soldato supera prove ben più ardue, Generale!- Tornò a sfidarlo guardandolo negli occhi.

Il Generale sorrise.

-Bene, bene…- e si avviò velocemente verso la porta.

-Resta pure con tua madre. Presto questo salottino si riempirà di femmine ciarlanti ed io credo che mi risparmierò di assistere-

Oscar cercò di seguirlo. –Padre, dobbiamo ancora discutere…-

-Oh, sei qui Oscar? Dovevo dirti qualcosa di importante, ma…ah, no quello era prima! Ora…ora…ora vieni a sederti con noi, cara e raccontami del vestito. Non sarà di quell’orribile color pulce che ha infestato Versailles ultimamente, vero?- Zia Serena entrò dalla porta lasciata aperta dal Generale come se questi l’avesse fatto per accoglierla e si impadronì di Oscar trascinandola gioiosamente verso un divanetto.

-Ma…Zia…- Oscar cercò di liberarsi e si voltò a guardare il padre che alzò le spalle divertito prima di sgusciare fuori dalla stanza, salvo.

E così era in trappola, maledetta Zia. Eppure voleva bene a quella paffuta donnetta sempre allegra e con la memoria vacillante. Le sorrise rassegnata. Le avrebbe raccontato dell’effetto che le aveva fatto quel vestito? No…no…non poteva! E poi avrebbe dovuto dirle anche…no, no…non poteva! Si riscosse accorgendosi che la madre aveva interrotto il suo ricamo e la stava osservando.

-Posso fare qualcosa per te, Oscar?- Le chiese con quel suo sorriso gentile. Oscar scosse la testa.

-No, madre…non ho bisogno di nulla-

-Oh, era una semplice visita la tua, allora- Madame riprese il suo lavoro di ricamo nascondendo una luce divertita che le era comparsa negli occhi.

-Sei così cara a venire a salutare tua madre, bambina. E dimmi: ad Andrè è piaciuto l’abito?- Cinguettò Zia Serena.

Oscar si voltò irata. –Andrè? Perché Andrè avrebbe dovuto vederlo?- Le sarebbe davvero dispiaciuto? Ma certo, che diamine! –Andrè è un traditore e non mi fiderò mai più di lui!- Dichiarò incrociando le mani dietro la schiena.

-Non ti pare che somigli a qualcuno, Marguerite?- Chiese la zia, disorientata.

-Credete, zia?- Rispose Madame.

-Eppure, ne sono convinta…- continuò pensierosa la zia. Oscar le osservava incerta se ridere o bestemmiare.

-Beh, non importa…e quindi tu ed Andrè avete litigato di nuovo, tuo padre darà un ballo in tuo onore, Madame Bertin ha cucito il tuo abito e qui a Palazzo c’è tutta la famiglia e anche quel bel soldatino alto…- Zia Serena rispose al sorriso complice che le rivolgeva Madame. –Bene, bene…-Aprì il suo ventaglio e cominciò a sventolarsi allegramente- Pare che, infine, mi sia ricordata tutto-

-Oh, mi fa piacere Zia. Lady Marcella avrebbe gongolato di gioia al tuo riassunto della situazione!- esclamò Marie Anne entrando nel salottino.

Le sorelle la seguirono a ruota. Oscar scorse anche Alain nel gruppetto e gli rivolse un’occhiata indagatrice. Il soldato sembrava molto preso dalle belle dame, forse da una in particolare. Andrè avrebbe detto che quella era un’osservazione molto femminile, pensò mordendosi il labbro inferiore.

-Oh, cara! Chiunque tu sia delle mie nipoti…Non mi sovviene che ruolo abbia questa dama nella nostra storia…né chi sia in verità!- Rispose la Zia continuando a sventolarsi tranquillamente.

-Oh, ma di certo lei vi conoscerà- sorrise Marguerite.

-Oh, questo è probabile, amica mia. Non passo inosservata ora e, di certo, non lo facevo da giovane.-

Oscar approfittò della confusione per addossarsi ad una parete cercando il momento giusto per sgattaiolare fuori.

Le dame si sedettero tra un coro di chiacchiere e risate per dedicarsi al loro lavoro di ricamo. Alain si accomodò con loro dopo aver salutato Madame e la zia come si conveniva ed aver rivolto ad Oscar il saluto militare. Oscar gli concesse il riposo con un’occhiata, semplicemente. Da quando Alain era così compito e formale? Ma cosa stava succedendo a tutti? E dov’era Andrè? Andrè! Quel traditore!

Danielle entrò come una furia nella stanza attirando l’attenzione. Nunny cercava di farla ragionare.

-Io non capisco perché Andrè non possa giocare con me!-

La bambina bionda mostrò tutto il suo disappunto alle donne Jarjayes riunite nel salottino privato di Madame. Un adorabile broncio le adombrava il viso, ma il piedino che aveva battuto sul pavimento ne tradiva la stizza.  Le dame la guardarono sorridendo.

 –E’ incredibile quanto somigli…- Iniziò Madame abbandonando in grembo il suo lavoro di ricamo. Ma zia Serena scosse allegramente la testa, un sorriso benevolo sul suo volto paffuto.

–Oh, Oscar…Andrè non può sempre stare a giocare con te! Su...alla tua età dovresti comprendere certe cose, bambina-

Un’ uguale reazione di disappunto colse la bambina e la ragazza in uniforme che se ne stava in disparte, appoggiata al muro.

-Io non sono Oscar!- Gridò la bambina pestando ancora il piedino e scuotendo le gonne.

-Zia! Io non mi permetterei mai un comportamento del genere!- Oscar si protese in avanti stringendo i pugni. E poi lei odiava quella bambina!

-E poi Zia Oscar è orribile e vuole Andrè tutto per sé, ma anche io ci voglio giocare!-

E poi lei odiava quella bambina…appunto!

Le dame ridacchiarono sommessamente sprofondando il capo nel loro lavoro di cucito.

Zia Serena si aggiustò gli occhiali sul naso e guardò le due contendenti con fare stupito.

-Oh!- esclamò-E’ così facile confondervi, a volte…sapete?-

Alain stava per soffocare nel tentativo di non ridere. Louise gli diede una leggera gomitata continuando, serena, il suo ricamo floreale. Lui la guardò e lei gli sorrise di sottecchi. Quella ragazza gli infondeva una calma avvolgente. Ed ora perché gli sembrava di stare in riva al mare e di sentire il canto dei gabbiani?

-E poi- Continuò Oscar - Andrè è il mio attendente!- Non era vero. Non più. –O, comunque, un mio soldato- si corresse. –E non può mica mettersi a giocare con una bambina!-

 Ma vedi tu se doveva mettersi a litigare con una bimbetta ancora in fasce. E per Andrè poi…

-Su, Oscar…- Madame sorrise comprensiva, mentre gli occhi brillavano divertiti – non vorrai assecondare i capricci di una bambina-

-Io non sono più una bambina e non è giusto che lei abbia Andrè tutto per sé!-

-Combattiva la bambinetta…io voto per la Zia: in effetti, non è facile distinguerle!- Mormorò Alain a beneficio della sua dolce vicina.

Louise sorrise, un luccichio divertito negli occhi. Scosse la testa quasi impercettibilmente. Lo invitò a non intromettersi.

-Questa bambina ha un carattere impossibile, Ortense!- Tuonò Oscar. –Andrebbe sculacciata fino a che non abbia imparato un po’ d’educazione! E tieniti lontano da Andrè, signorina! Ci mancherebbe che si debba mettere a far da balia agli infanti adesso!-

Oscar infilò un dito a scostare il bordo dell’uniforme dal collo, accaldata.

-E’ incredibile! Il Generale mi avrebbe frustato per una scena del genere!-

E lasciò la stanza con passo marziale, oltraggiata.

Zia Serena guardava con sconcerto il gruppetto dei presenti. In fondo che aveva detto di così orribile?

-Ecco lo vedete, Madre? Non vuole che nessun altro lo tocchi, il suo Andrè! E’ cattiva!-

Ad Alain stava per scoppiare il torace nel tentativo di trattenersi dal ridere.

Louise si alzò sfiorandogli la gamba con le gonne e la tensione svanì riempendolo di confusione.

-Oh, non fare così piccola…- Prese ber mano la bimba conducendola fuori in giardino –Gioco io con te...-ma non potè impedirsi di aggiungere lanciando ad Alain un’occhiata un po’ malandrina -E poi lo sai? A palazzo Jarjeyes, sei…
-
-Eh, no!- Sbottò la nonna –Non vorrete insegnare quella stupida filastrocca anche a lei!-

Maledetta vecchiaccia. Pensò Alain guardandola in maniera truce. Louise ridacchiò.

Era sicura che qualcuno l’avrebbe interrotta. Comprese. L’ha fatto apposta!
  
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