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Autore: Martychan Fantasy    31/07/2012    1 recensioni
Ma sapeva che doveva andare,e che lui non si sarebbe certo fermato per aspettare lei!.
Si asciugò con una manica del vestito,e poi decise di andar a fare due passi per riprendersi da tutte le emozioni che le vorticavano nel cuore e nella mente..
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Trigun Sound Life34
Trigun Sound Life



Capitolo 39. Solo per TE



-RICK!!!!!!-

Rina May urlò con tutta l’aria che aveva nei polmoni, tanto non poteva credere che fosse successo davvero. Eppure era così, era davvero lì, in piedi davanti a lei, a proteggerla ancora una volta, nonostante il nemico fosse più grande e potente di loro. Credeva che fosse morto, i plant stessi non si erano accorti che, anche se impercettibilmente, il ragazzo stava ancora respirando.

Successe tutto ad una velocità impressionante, ma per Rina, fu come vedere tutto al rallentatore,tanto non si aspettava una cosa simile.

Horwen, dopo aver rifiutato il suo aiuto, ed aver quindi abbandonato totalmente ciò che rimaneva della sua umanità, aveva scagliato un’ondata di fuoco con entrambe le mani, molto più potente di prima. Rina in quell’istante si era sentita perduta. Sapeva benissimo che né lei, né i plant che la sostenevano, avrebbero potuto fare molto in quella circostanza di netto svantaggio. Il fuoco, che ormai la stava per investire in pieno, fu improvvisamente fermato da qualcuno che si frappose davanti a lei nell’atto di proteggerla.

Ma chi?

Chi mai poteva esserci in quel deserto di macerie e morti?

Gli occhi di Rina si sgranarono, tremando, quando si rese conto di chi si era intromesso per aiutarla, e allora, urlare il suo nome, fu un modo non solo per tirare fuori la paura che aveva dentro, ma anche per rendere reale la persona che aveva davanti. Le mani di Funai si stavano incenerendo, e in quell’istante, alcuni plant, velocissimi, dal corpo di Rina, fluirono in quello di Funai, per impedire che si incenerisse all’istante e morisse per davvero. Così, il ragazzo riportò solo qualche ustione, riuscendo però nel suo intento di difendere la compagna d’armi.

-Uhm?Cosa sei tu? Un morto che cammina?Ah! Ma tu guarda quanto siete fastidiosi!- si lagnò Horwen molto infastidito

Ansimando per la fatica, Funai si volse a sorridere a Rina, tendendole una mano ferita per aiutarla a rialzarsi in piedi.

-R-Rick!- balbettò la giovane con le lacrime che spingevano per uscire

-Ho sentito tutto quello che è successo fino ad ora. Stavo davvero per lasciarmi andare e morire, ma, sentirti sola,  ed in pericolo a combattere qualcosa di più grande di noi, mi ha risvegliato nel profondo, imponendomi di alzarmi e correre ad aiutarti!. Non potevo..non potevo morire sapendoti in questa situazione!- le sorrise con una luce nuova negli occhi, e non soltanto perché aveva dei plant nel corpo, ma perché era nel suo stesso spirito che Funai era davvero forte.

*Quest’umano…ha una forza d’animo che supera di molto, quella comune! Un altro al suo posto, non sarebbe riuscito a sopravvivere!* parlarono i plant, sia nella testa di Rina  che in quella di Funai

-Sigh!- lasciando libere le lacrime di bagnarle il volto, Rina prese la mano che Funai le tendeva, stringendola tra le sue, e portandosela alle labbra, baciandogliela delicatamente, mentre con gli occhi chiusi e tremanti, continuava a ripetere: -Sei vivo! Sei vivo!-

Era tutto ciò che le rimaneva della squadra, e non soltanto a livello di intesa professionale per le questioni belliche. Rick Funai era un compagno d’armi, un prezioso amico, un attento confidente, e un ragazzo speciale.  Saperlo ancora vivo, era per lei una gioia immensa, proprio perché aveva creduto davvero di averlo perso per sempre.

-R-Rina!- esclamò lui un po’ imbarazzato da quel gesto così affettuoso

-Sono così felice che tu sia vivo..davvero!- aprì gli occhi lei, guardandolo con gioia

Non sapendo che altro dire, Funai le sorrise grato, aiutandola poi a rimettersi in piedi.

-Che scenetta commovente! Avete finito? Vi ricordo che se siete ancora in vita, è solo perché io sono stato di mano troppo leggera!- arrivò arido e secco il commento tagliente di Horwen che li fissava a braccia incrociate.

Funai e Rina che si tenevano ancora per mano, lo fissarono con rabbia.

-Adesso però..la musica cambia! Sono davvero stanco di avere a che fare con voi! Vi farò fuori, e poi sarà la volta di Meryl Strife e Vash the Stampede!!- pronunciò con veleno il nome di Vash, esprimendo tutto il suo odio.

Non era stato Vash, la causa di tutte le sue disgrazie. Ma anche se nel profondo di quel buco nero che ormai aveva al posto dell’anima, lo sapeva, Horwen era arrivato ad un punto in cui, non poteva più tornare indietro.

°°

>Tap!

Con un’ultimo passo deciso, che sollevò un po’ di polvere, Meryl mise finalmente piede nel luogo dove si stava consumando la resa dei conti tra Don Deviler e Vash the Stampede.
Era salita su di un’altura rocciosa, in linea d’aria nascosta, in modo che non  potessero accorgersi di lei. Era distante circa cento metri, dal luogo dove i due si stavano affrontando, ma grazie alle capacità dei plant che erano con lei, poteva udire e vedere molto bene, tutto ciò che stava accadendo.
Sospirò profondamente, mentre spostava lo sguardo dal cielo violaceo e rossastro, al punto in cui si concentrava la potentissima colonna di luce dentro la quale si nascondeva Vash, in forma di plant, pronto a colpire. Chiuse gli occhi alcuni istanti, sorridendo tra sé. I plant avvertirono in lei, sentimenti di amore, tenerezza e serenità.

*Tutto bene, Meryl Strife?* le domandarono infatti

Prima di rispondere, Meryl riaprì nuovamente gli occhi, guardando oltre la colonna di luce, riuscendo a vedere il corpo ormai deforme e il volto quasi irriconoscibile di Vash.

-Si..- rispose poi serenamente -..stavo solo avendo dei ricordi del passato..quando Vash era il temuto Tifone Umanoide, ed io Derringer Meryl, la testarda assicuratrice della Bernardelli che lo inseguiva in ogni angolo di questo mondo…per poter limitare i danni che causava!- ridacchiò lievemente

I plant sorrisero uscendo in parte dal corpo di Meryl, per poterla guardare direttamente negli occhi.

*Sono belli i vostri ricordi di questa vita..nonostante tutte le difficoltà che avete affrontato. Sono belli, esattamente come i ricordi della vostra vita precedente su Anthares...il nostro amato pianeta d’origine..* stavolta furono i plant a sospirare

-Anthares..vi siete ricordati il nome del nostro antico mondo?- sorrise di nuovo loro con affetto

*Già...stare accanto a te, ci permette di usare con calma e serenità le nostre menti ed i nostri ricordi. Con Knives invece..eravamo sempre confusi e smarriti, prigionieri della sua follia..*

A quelle parole, Meryl tornò seria, stringendo i pugni lungo i fianchi.

Knives. Tutto ancora per causa sua. Come nel passato, così nel presente, era sempre lo stesso folle insensato, accecato di potere. Ma se era davvero gemello di Vash, da qualche parte dentro di lui, qualcosa di buono doveva pur esserci. Meryl ne era sempre stata convinta, anche se a quel punto, era tardi. Si poteva solo combattere, senza fermarsi mai, a costo della vita, per salvare quell’umanità disperata, alla ricerca della pace e del futuro.

*Meryl Strife..* la richiamarono i plant, sentendo che il suo cuore si agitava pronto alla battaglia.

-Si-

La risposta della giovane al loro richiamo, li lasciò stupiti. Non era infatti un quesito, ma un’affermazione sicura.  Lei sapeva già.

*Il tuo corpo..non riuscirà a sostenere la pressione di questo scontro. Puoi muoverti, ed avere tutta questa forza, grazie ai poteri che noi ti abbiamo concesso. Ma…se ti scontrerai direttamente contro Don Deviler..*

-Lo so!- sorrise Meryl senza alcuna esitazione

*Non ti importa?*

-E’ il mio destino. Già una volta sono morta come Lyler, per poter salvare Vash, anche se in realtà..non riuscii a fare molto. Oggi, come Meryl, ho la possibilità di poterlo aiutare nuovamente. E questa volta..ho intenzione di fare tutto il possibile, per impedire che lui muoia!.-

*Questo ti costerà la vita. A causa delle ferite molto gravi, che il tuo corpo ha subito negli scontri precedenti, non potrai tornare indietro da coloro che vi attendono.*

Meryl, ebbe un attimo di luce negli occhi, pensando proprio a Milly, Wolfwood, e a tutti quelli rimasti ad aspettarli. Provava dispiacere, pensando che non li avrebbe più rivisti, ma il desiderio di aiutare Vash a qualsiasi costo, era molto più forte.

-Va bene così- disse infatti ai plant, senza perdere la sua aria serena.

E gli spiriti infatti, capirono perfettamente, rientrando poi nel corpo di Meryl.

*Noi saremo con te fino alla fine Meryl Strife. Non ti abbandoneremo mai. Il nostro potere, non è sufficiente contro tutto quello che ha a disposizione Don Deviler purtroppo, ma qualcosa comunque, la potremo fare.*

-Non è la quantità di potere che mi interessa per eguagliare Don Deviler. Non è questo il mio intento. Mi basta avere la forza e la velocità necessarie per avvicinarlo il più possibile, e poterlo colpire in maniera decisiva al momento giusto. Don Deviler non è altro che una macchina al servizio di Knives. Basta colpirlo nel punto giusto per poterlo fermare!-

*Un’ottima idea Meryl! Siamo con te!* asserirono i plant concordi con la sua idea.

Sotto di loro intanto, il forte vento che tirava tutto a sé in maniera mostruosa, si era placato, e la colonna di luce si era dissolta. Tutto questo, perché Vash ormai era pronto a scontrarsi con Don Deviler, avendo concentrato in un globo di luce gigantesco che aleggiava sopra la sua testa, tutto il potere di cui si era caricato sino a quel momento. Meryl si accigliò a quella vista, immobile ad osservare ciò che sarebbe successo da quel momento in poi, prima di cogliere il momento migliore per intervenire.

**

+AH! AH! AH! AH! AH! ALLORA…caro Vash the Stampede!! Sei pronto finalmente a combattere?! Mi sono stancato sai, di attendere!+

Sprezzante, e sicuro di sé come sempre, Don Deviler mostrava il suo sorriso malvagio, adornato da tanti orribili denti aguzzi, che scintillavano, insieme ai suoi sinistri occhi rossi luminosi.

Vash da dietro i suoi occhi divenuti due grandi fessure che sembravano di vetro color smeraldo, lo osservava impassibile, privo all’apparenza di qualsiasi emozione, oltre a quella chiara di distruzione.

+Ma guarda..hai perso te stesso durante la trasformazione? AH! AH! AH! Meglio così! Mi rendi le cose più facili! AVANTI! Scarica su di me tutta la tua rabbia e tutto il tuo odio! Che aspetti??! SONO QUI!!!+ lo provocava apertamente

Vash tirò leggermente indietro  il braccio destro, tramutato interamente in ala, che teneva alto verso il cielo, e la gigantesca sfera luminosa, indietreggiò allo stesso modo. Don Deviler allargò le braccia ridendo sguaiatamente, mostrando davvero di non vedere l’ora che Vash facesse la sua mossa. Era troppo strano. Se Vash avesse avuto il pieno controllo di sé e della sua mente, si sarebbe sicuramente reso conto che qualcosa non andava, ma nelle condizioni di quasi totale incontrollabilità in cui si era messo, non poteva. Vedeva solo nero, sentiva solo il desiderio di distruggere colui che aveva dinnanzi. La poca volontà lucida che gli era rimasta, era un piccolo lume che si agitava senza successo nelle profondità della sua anima agitata e confusa.

+AVANTI VASH THE STAMPEDE!! COLPISCIMI!!!!+

A quell’urlo malvagio, Vash, non riuscì più a trattenersi, cacciò poderosamente indietro l’ala destra al massimo e poi, seguita da un urlo fortissimo, più simile ad un ruggito, la spinse con tutta la forza che possedeva, contro Don Deviler, che non smetteva di ridere e restarsene lì impalato a braccia aperte.

Meryl tremò a quella scena. Lei invece, aveva intuito perfettamente, che Don Deviler ‘VOLEVA’ il potere che Vash gli stava scagliando contro. Una macchina umanoide costruita da Knives, mandata poi contro Vash per prendersi la sua vita.

“Per prendersi tutto il suo potere” pensò Meryl prima che il colpo di Vash, colpisse in pieno Don Deviler.

***

Dovette coprirsi gli occhi con un braccio, per non rischiare di rimanere accecata dalla tremenda luce che si scatenò, quando la sfera lanciata da Vash colpì in peno petto Don Deviler. Furono attimi lunghissimi ed angoscianti, che a Meryl parvero un’eternità. La sgradevole sensazione che qualcosa non andava, non la abbandonò, nemmeno quando la luce via via svanì, e lei potè di nuovo tornare a guardare cosa succedeva.
Allora nei suoi occhi si dipinse tutta la tristezza e la disperazione che il suo cuore poteva provare in quel momento.

+GYAAH! AH AH AH! AAAHH! AH! AH! AH! AH! AAAH!!!!+

Le risa taglienti e metalliche di Don Deviler, erano divenute ancor più malvagie e sguaiate. Non era andata affatto come Vash aveva sperato.

-M-maledizione…m-ma che diavolo è successo?!- balbettò con un filo di voce infatti Vash, non riuscendo davvero a capacitarsi.

Ma era andata così.

Il suo potentissimo colpo mortale, che doveva farlo saltare in aria insieme a Don Deviler, era incredibilmente stato assorbito da quest’ultimo non appena lo aveva colpito. E non era tutto. Il colpo, che era direttamente collegato a Vash, aveva trascinato via con sé, risucchiato da quell’umanoide, anche quasi tutto il suo potere di plant. Vash infatti, era tornato con le sue sembianze normali, e la divisa militare un po’ a brandelli. Si sentiva svuotato da dentro, come se gli avessero strappato via tutta la sua straordinaria energia vitale, che gli consentiva di vivere più a lungo degli umani.
Ansimava pesantemente, sudando freddo, avendo brividi e colpi di caldo nello stesso tempo. La vista si annebbiava e tornava normale ad intermittenza, ed un forte senso di nausea, lo costringeva a tenersi una mano stretta sullo stomaco. Guardava dinnanzi a sé, quell’odiato mostro, che se ne stava trionfante non molto distante, intatto, come se niente fosse successo,con la sola differenza, che risplendeva del potere che gli aveva appena sottratto.

Il giovane si sentiva svenire, ma fece appello a tutte le forze che gli rimanevano per resistere. Non poteva credere che fosse vero. Non poteva credere che potesse esistere un essere simile.
Adesso che era tornato cosciente, e padrone di sé, si rese bene conto di tutto. Si rese conto del perché dell’esistenza di Don Deviler. Si rese conto del perché Knives lo aveva costruito, e tremò. Tremò di fronte alla profonda malvagità, ma allo stesso tempo alla genialità di suo fratello. Non solo le pistole che portava alla cintura, chiavi segrete che potevano scatenare il potere nascosto di plant, ma ora, anche quella macchina umanoide di Don Deviler, costruita per uno scopo ben preciso:

-F-fare da contenitore…per privarmi di tutto il mio potere plant…e quindi …- balbettò Vash

+DELLA TUA VITA!!! AH! AH ! AH! AH! AH!+ concluse per lui in una risata il nemico

-Maledizione..- farfugliò tra sé..

Si sentiva un completo idiota per come aveva agito in maniera avventata e stupida. Era completamente cascato nel tranello che Don Deviler gli aveva teso, facendo leva sul suo dolore per Meryl. In questo modo, l’aveva reso debole, ed infatti, aveva fatto esattamente come si aspettava il nemico, in un gesto disperato di suicidio.

“Sono davvero un idiota completo! Ah! Le volte in cui Meryl me lo ripeteva di continuo! Aveva davvero ragione!. Se solo…se solo l’avessi ascoltata..quando è venuta qui per fermarmi!” si morse un labbro tremando, ripensando invece, a come l’aveva cacciata via in malo modo, ferendola, e dicendole cose orribili.

-DANNAZIONEEE!!!!!!!!!!!!!- gridò con frustrazione e rabbia, sentendosi davvero stupido ed impotente

+Che ti succede Vash?! Hai perso la tua baldanza ora?! Uh uh uh! Sei stato davvero un idiota, proprio come pensi tu! Avresti davvero dovuto ascoltare quell’umana, quando ne hai avuta l’occasione. Sai..è stata davvero insistente! Ho temuto fino all’ultimo che sarebbe riuscita a fermarti..ma..AH! AH! AH! Tu sei davvero più stupido di quanto pensassi! E difatti sei completamente caduto nelle mie mani..facendo ciò per cui sono stato mandato qui! AH ! AH! AH!+

Vash tremò di rabbia, al ricordo di ciò che aveva detto e fatto a Meryl. Tutto perché il suo spirito era stato troppo debole, ed il suo dolore troppo grande. Ma lui, avrebbe dovuto essere più forte, avrebbe dovuto insistere, non avrebbe dovuto cedere!. Aveva giurato a sé stesso, che l’avrebbe portata via da tutta quella guerra, che avrebbero combattuto insieme fino alla fine, e che avrebbero trovato un modo per stare insieme. Come aveva potuto dimenticarselo?!

+Il tempo del rimorso non ha posto qui!+ tuonò Don Deviler con cattiveria, muovendo il braccio destro in un gesto fulmineo.

Dei fasci di luce, colpirono Vash con violenza, aprendogli diverse ferite sul viso, sulle gambe, sul petto e sulle braccia. Il suo sangue schizzò ovunque, sporcando rocce e terreno. Le gambe cedettero, e Vash finì in ginocchio, reggendosi con un braccio per non finire faccia a terra. Le due pistole caddero poco distanti. Erano aperte nella parte alta vicino al tamburo, quella che scattava ogni volta venissero utilizzate per attivare il cannone plant, ed erano anche piuttosto ammaccate ed incenerite. Aveva davvero scatenato un potere immenso, per averle ridotte in quel pietoso stato. Le guardò esitante, sentendosi sempre più piccolo ed indifeso, per la prima volta in vita sua. Non aveva nulla in mano per potersi difendere o contrastare ancora il nemico, NULLA.

+Allora..come ci si sente?+ lo schernì Don Deviler

-C-che vuoi dire?!- lo guardò con odio profondo

+Come ci si sente, a provare la stessa impotenza e piccolezza degli umani?Perchè è questo quello che tu stai provando ora!+

-Gli esseri umani…sono creature meravigliose! N-non sono piccoli! Né tantomeno impotenti!!-

>SWISS!!

All’affermazione rabbiosa di Vash, Don Deviler rispose lanciandogli contro altre lame di luce, ed in più, delle lame in forma di grossi chiodi dalla punta lunga due pollici, conficcandoli nel braccio sinistro di Vash, inchiodandoglielo ad una grossa sporgenza rocciosa posta a pochi metri alle sue spalle. Vash, per la forte onda d’urto che lo colpì, picchiò violentemente la schiena contro la roccia, sputando del sangue dalla bocca. Il dolore che sentì provenire dal braccio inchiodato, era sordo e gli picchiava violentemente nelle tempie. Quei chiodi poi, fatti con la luce proveniente dal suo stesso potere, gli stavano lentamente continuando a risucchiare la sua forza vitale, spedendola dentro Don Deviler. Si sentiva svenire, la nausea era sempre più forte, ma si sforzò ancora di resistere. Tremando, per lo sforzo che stava chiedendo a sé stesso, riuscì ad alzare il capo per guardare in faccia il nemico, che intanto gli si stava avvicinando sempre di più sovrastandolo.

+Gli esseri umani sono meschini, piccoli, abbietti, bugiardi e profondamente malvagi! E tu..col potere straordinario e nettamente superiore di cui disponevi..desideravi diventare come loro?!+

Fissò Don Deviler con un ringhio sommesso. Quelle erano le stesse parole che gli aveva sempre ripetuto Knives. Quello era lo stesso identico odio che provava Knives verso gli umani. Provò a guardare oltre quegli occhi rossi, provò a cercare oltre quella macchina, un segno, una presenza anche minima del fratello.

-K-Knives..se puoi sentirmi..tu..hai avuto la sfortuna di vedere solo la parte peggiore degli esseri umani. E’ per questo, che hai sbagliato strada. Se solo…s-se solo tu, fossi vissuto come me in mezzo a loro..avresti potuto vedere anche tutte le loro bellezze, le loro buone qualità, la loro luce!.-

+…+ Don Deviler per la prima volta non rispose, fissando Vash come fosse caduto in trace.

Il giovane, credette davvero, che per un istante, suo fratello lo stesse davvero ascoltando, chissà dove, chissà come, ma si era fermato ad ascoltarlo.

-Anche tra di noi..sul nostro lontano mondo..c’erano persone buone e persone cattive. Stà nella natura di ogni essere vivente. Basta però scegliere, da che parte stare. Basta scegliere la parte giusta. Basta scegliere di amare!-

+…+ 

Oltre le nubi, oltre l’atmosfera del pianeta, in orbita poco distante da esso, in una piccola navetta spaziale, Knives stava seduto sul ponte di comando in poltrona, e da una delle radio che teneva accesa, ascoltava in silenzio la voce di Vash, guardando con serietà nel profondo dello spazio che aveva davanti a sé. Aveva uno sguardo profondamente assorto e sì, difficile pensarlo proprio su di lui, ma aveva anche un’espressione triste.

-Knives..hai potuto vedere almeno un po’, la bontà degli umani, quando sei stato curato da Milly e Meryl, e aiutato dalla gente del villaggio che ci ospitò, dopo il nostro ultimo scontro..ricordi?-

Meryl, che stava guardando ed ascoltando tutto, sospirò con un’espressione addolorata.

-Allora dimmi, perché tutto questo ora!! Perché questa macchina di nome Don Deviler qui!! Tu mi avevi detto che era finita! Che avevi mollato! Che te ne saresti andato per ricominciare!! Allora PERCHE’ KNIVES???!!!-

Vash urlò con tutta la forza che gli rimaneva in corpo, sentendosi poi stremato da tutta quella tensione e quella situazione. I chiodi continuavano a risucchiargli energia, ed era quasi allo stremo.

Knives chiuse gli occhi, sospirando profondamente. Vash non lo poteva certo sapere, ma, anche se avesse voluto, Knives non poteva fermare Don Deviler.

*Meryl..il sottoposto di Don Deviler che stanno affrontando rispettivamente Rina May, Rick Funai  e Milly Thompson col reverendo Wolfwood, ha a disposizione un potere che và ben oltre le possibilità dei fratelli plant con loro. Rischiano seriamente di morire se continuano così*

Le voci dei plant che aveva in corpo, ruppero il silenzio che si era creato in quell’istante in tutta quella landa arida e desolata.

-Allora andate…andate tutti da loro per aiutarli! Rimanga pure uno solo di voi con me..sarà sufficiente!- rispose senza staccare gli occhi dal luogo dove stava lottando Vash

I plant non avevano parole a quell’affermazione così decisa e coraggiosa, ma conoscevano bene il cuore, l’animo e le intenzioni della giovane. Non avevano intenzione di tentare di dissuaderla, non ce n’era alcun bisogno. Quello era il suo destino.

*Gli spiriti della terra e del cielo sono con te Lyler! E’ stato un onore combattere al tuo fianco!*

E detto questo, decine di plant fuoriuscirono dal suo corpo dividendosi in due gruppi omogenei che si diressero sia da Funai e Rina che da Milly e Wolfwood. Ne rimase solo uno che le trasmise tutto il suo calore ed il suo sostegno. Meryl guardò Vash con profonda dolcezza e profonda tristezza. Salvarlo era tutto ciò che desiderava, e l’idea di morire non l’avrebbe fermata. La tristezza era dovuta al pensiero che non lo avrebbe rivisto più dopo quello scontro, ma anche questo non le  importava. Se poteva salvarlo, se poteva dargli la possibilità di vivere felice, libero da fantasmi del passato, libero da persone che cercano di fargli del male, per poter saggiare un po’ di tranquillità e felicità, se poteva, allora non le importava di morire. Sarebbe morta felice. In quell’istante, piegò le ginocchia al massimo, per prepararsi a spiccare un lungo salto, e poter così intervenire per aiutarlo. Sentiva che il suo momento era arrivato.

Nello stesso istante, dopo attimi di immobilità, Don Deviler si riebbe, alzando la mano destra contro Vash, caricandola di potere plant, deciso più che mai a farla finita e ucciderlo una volta per tutte.

+Tutte le tue parole sono inutili a questo punto, Vash the Stampede! Non sei più nella posizione di fare nulla!. Adesso…mi darai definitivamente…la tua vita!!+ quel sussurro metallico, fece rabbrividire Vash, che mentre vedeva il palmo della mano del mostro, aperto sulla sua testa, caricarsi di potere, si sentiva davvero giunto alla fine.

Ringhiò di nuovo sommessamente, abbassando il capo e stringendo gli occhi per non guardare. L’unico rimorso era come si era lasciato con Meryl, erano le stupidità che le aveva detto, accecato dal dolore, e l’unico rimpianto, era non poterla rivedere più. Sentiva il calore che proveniva dalla mano di Don Deviler, farsi sempre più forte e minaccioso, ormai era questione di attimi, ma..

>SWISS!! Si sentì un velocissimo spostamento d’aria, proveniente dall’alto, che accompagnava la caduta di qualcosa tra di lui e Don Deviler.

“Ma che?” si chiese Vash stupito, alzando subito il capo per vedere.

-!!!- rimase allibito quando vide chi aveva creato quell’improvviso e velocissimo spostamento d’aria.

Era Meryl, che era saltata giù da chissà dove, e con un poderoso gesto di un braccio, aveva scatenato un fortissimo potere plant, dritto a colpire Don Deviler, che per un soffio riuscì a scansarsi saltando lontano da loro di un po’ di metri. Il colpo creò un buco dove la mano di Meryl si era abbattuta, lasciando sia Vash che Don Deviler stupiti. Da quanto tempo lei era lì?Da quanto li stava guardando?!
Vash sentiva un forte batticuore ed una sensazione di ansia ed impotenza, impadronirsi nuovamente di lui. Non avrebbe mai creduto, che l’avrebbe rivista ancora, che sarebbe nuovamente tornata da lui. Non dopo tutto quello che le aveva fatto e detto.

-M-MERYL!!!!- gridò sentendo un nodo stringergli subito dopo la gola, ed impedirgli di dire altro

Era lì, davanti a lui, praticamente ad un passo, gli dava le spalle, ed era ancora china a terra col braccio teso che fumava per la potenza che ci aveva messo nel colpo. Fissava dritta davanti a sé, il nemico, che tra il polverone che via via si diradava, la fissava serio e livoroso.

Don Deviler era stato colpito. Vash non riusciva ancora a credere ai suoi occhi, ma di striscio, Meryl era riuscita a ferirlo alla spalla sinistra, che oltre a del sangue vermiglio, emanava piccole scariche elettriche, come se alcuni circuiti fossero stati danneggiati. Infatti, l’umanoide si teneva il braccio colpito con la mano, e guardava Meryl serio ed infastidito.

La tensione era così palpabile nell’aria, che quasi la si poteva toccare. Un lieve vento secco si alzò per alcuni istanti, muovendo i lunghi capelli di Meryl, e quelli neri come l’oscurità di Don Deviler.
Il nemico la stava scrutando con attenzione.
Meryl si alzò in piedi con aria decisa, continuando a dare le spalle a Vash. Per quanto si sentiva concentrata, in un piccolo angolo della sua anima, qualcosa si agitava standogli vicino. Non poteva però dar spazio a quelle emozioni, non troppo almeno. Doveva restare concentrata sul suo obiettivo.
Ad un certo punto, Don Deviler ruppe il silenzio facendo un ghigno addirittura divertito,per poi scoppiare nella sua odiosa risata malvagia:

+Ah…Ah!AH!AH!AH!AH! Non ci posso davvero credere!! Ma fai sul serio?! Presentarti qui contro di me, con un solo plant a tua disposizione! AH!AH!AH!+

-…- Meryl non si scompose minimamente alla provocazione, continuando a fissarlo

+Ehe! Lo vedo bene sai? Quello spirito così piccolo appoggiato sulle tue spalle! Uh!uh!uh! Cosa mai pensate di poter fare in due??+

Solo in due?!Lei..e solo uno spirito plant??Ma di che diavolo stava parlando Don Deviler??! Meryl e gli spiriti plant?! Da quando in qua, Meryl era in contatto con gli spiriti del suo popolo??

Confuso ed agitato, tornò a fissarla con più intensità, facendo appello a ciò che rimaneva del suo potere, per poterle scrutare dentro, per poter capire cosa le era successo da quando si erano separati a causa sua. E li vide…vide tutto. Gli spiriti che andavano da lei e la confortavano. Tutto il profondo dolore di Meryl, la sua unione con gli spiriti, tutto quello che aveva affrontato sino a quel momento con loro. E poi vide anche di Milly e Wolfwood, di Rina e Funai, e la scelta di Meryl di restare con un solo spirito plant e poco potere, per mandare tutti gli altri ad aiutare i loro amici. Stava per arrivare a vedere anche il fatto che Meryl non sarebbe sopravvissuta a quello scontro, ma..la giovane con la sua volontà, gli impedì di andare oltre.

“Perché?!Cosa mi nascondi Meryl?” si chiese Vash turbato –MERYL!!- la chiamò con voce spaventata, allungando il braccio libero verso di lei con la mano tesa ed aperta. Si sentiva così impotente. Ed era tutta colpa sua e della sua stupidità, se ora erano in quella situazione, e se lei aveva fatto di tutto per raggiungerlo ancora una volta..

Meryl a quel richiamo così triste e spaventato, non seppe resistere, e si voltò a guardarlo con occhi tristi.

-S-SCAPPA VIA MERYL!! NON DOVRESTI ESSERE QUI!!!- le gridò ancora agitato

Per tutta risposta,Meryl allungò le sue mani, chinandosi in ginocchio davanti a lui, stringendo forte, la mano che Vash le tendeva. Lo guardò ancora negli occhi, e questa volta, gli fece un sorriso dolcissimo.

-Non c’è nessun altro posto in cui io dovrei essere, Vash!- gli rispose con delicatezza, quasi le sue parole fossero un soffio di brezza primaverile

-M-ma io…dopo tutto quello che ti ho fatto passare! In passato, come anche ora, in questo maledetto presente! Non mi merito tutto questo da parte tua!- disse lui sconsolato e irato verso se stesso

-Edhem..- sussurrò Meryl con amore, stringendogli di più la mano artificiale tra le sue

-!!- a sentirsi chiamare col suo vero nome, Vash ebbe un sussulto che lo sconvolse nel profondo. Guardò la ragazza, con crescente confusione ed agitazione.

-..questo è il mio destino. Io sono qui, perché è ciò che ho sempre desiderato. So, che tu ora sei confuso, e non riesci a capire le mie parole, ma io sono di nuovo qui..SOLO PER TE!-

Delle parole gentili, cariche di tutto l’amore possibile, delicate e che profumavano di qualcosa di antico e remoto, di qualcosa di più lontano del passato.
Le mani di Meryl lasciarono quella di Vash, scivolando via veloci e delicate.
La giovane tornò ritta in piedi, completamente rivolta a Don Deviler, coi pugni chiusi lungo i fianchi ed un’espressione da vera guerriera in volto.

+Così piccola ed impotente in confronto a me…Cosa credi di poter fare, ora?+ parlò con voce tranquilla ed ancora provocatoria l’umanoide.

Meryl, ancora una volta, non raccolse le sue provocazioni, non gli rispose, ma semplicemente, in perfetto accordo ed armonia col plant nel suo corpo, ne attivò i poteri speciali, e così anche le sue mani e le sue braccia, presero a risplendere di intensa luce verde. Su Anthares, i suoi abitanti, non erano solo abili guerrieri con le armi e le tecnologie più avanzate, ma sapevano anche combattere a mani nude, utilizzando poteri che derivavano dal loro stesso “IO”. Quello che Meryl si stava apprestando ad usare era proprio quel potere, quella capacità speciale.
Vash ricordava di essere vissuto anche in un’altra vita passata su Anthares appunto, ricordava il suo vero nome e quello di suo fratello Knives. Ricordava vagamente i loro diversi ruoli all’interno della società, e la sete di potere del fratello. Di lì in poi, i ricordi si facevano confusi e irti di nebbia.
Non riusciva infatti a capire come Meryl parlasse e si comportasse come se anche lei fosse una del suo popolo. Non lo capiva proprio. Ma qualcosa, gli diceva che c’era un perché.
Strinse gli occhi affaticato, cercando disperatamente nei ricordi antichi una spiegazione a tutto, ma non riusciva ancora a vedere nulla. Ansimò sentendosi distrutto.
Alzando di nuovo il capo verso la giovane, la vide scattare in un istante come una molla, ed avventarsi su Don Deviler. I due, intrecciarono una lotta velocissima e fluida, fatta di colpi sferrati dalle mani e dalle gambe, utilizzate come fossero affilate lame di spade. La luce era quasi abbagliante quando le loro braccia o gambe si scontravano.

Vash guardava Meryl combattere, con occhi languidi e tremanti, sentendo il cuore in forte tumulto ed agitazione. Non poteva aiutarla in nessun modo. Per la prima volta era lui ad essere completamente indifeso ed in balia degli eventi, bisognoso di essere salvato da qualcun altro.

“No, ora che ci penso. E’ già la seconda volta che vengo salvato. Ed anche in questo caso, la mia salvatrice è Meryl!” si disse quasi sorpreso da quella constatazione.

Si, era proprio così. Meryl l’aveva già salvato una volta dalla gente di un villaggio in cui avevano trovato asilo, e che volevano ucciderlo perché avevano scoperto che era Vash the Stampede. Lei l’aveva salvato da quella gente e da sé stesso, perché non riusciva più a trovare la forza di rialzarsi ed andare di nuovo a combattere contro Knives. Allora, ci pensò lei. Con le sue parole cariche di amore, lo rimise in piedi, e gli diede gli stimoli e le motivazioni giuste per andare avanti ancora.
Ed ora, anche in quel momento, lei stava facendo per la seconda volta la stessa cosa. Era accorsa per salvarlo. Anche se questa volta, le parole non bastavano, era tornata di nuovo da lui, pronta ad inventarsi anche come guerriera, e tutto, per salvarlo.
Sentì delle calde lacrime pungergli gli occhi dall’emozione.
Ma le lacrime, non ebbero il tempo di uscire, che vennero subito ricacciate indietro da un sussulto di terrore, quando vide che Don Deviler aveva preso improvvisamente il sopravvento, colpendo Meryl alla spalla destra, facendole saltare un muscolo. Del sangue schizzò in aria, mentre la ragazza con un gesto fulmineo del braccio libero, allontanava il nemico da sé, saldando poi indietro allontanandosi per riprendere fiato.

-NO!! MERYL!!!- gridò Vash terrorizzato

Poi rabbioso, cercò di liberarsi. Tirò il braccio inchiodato alla roccia, con tutta la forza che gli era rimasta, col solo risultato, di far sanguinare ulteriormente le ferite aperte sotto ai chiodi di luce.

-DANNAZIONEE!!- imprecò irato, vedendo che non riusciva in alcun modo a liberarsi. Se avesse avuto a disposizione una qualsiasi arma tagliente, si sarebbe volentieri tagliato il braccio pur di potersi alzare e correre a proteggerla.

Meryl intanto, si portò una mano alla spalla ferita. Della luce verde uscì dalla sua mano, andando a risanare almeno il muscolo ferito. Il plant dentro Meryl, non poteva permettersi di sprecare troppa energia per curarla, oppure avrebbero avuto ancora meno potere a disposizione per combattere. Meryl era d’accordo col plant, e difatti, una volta sanato il muscolo, ritrasse la mano, lasciando la ferita aperta e sanguinante.

-MERYL!! VATTENE VIA TI PREGO!! Non voglio vederti soffrire ancora per causa mia!!- gridò ancora Vash

Meryl sorrise a quelle parole. Era distante, ma Vash poteva vederla bene di profilo, che sorrideva…felice..

-Soffrire?- ripetè la ragazza quasi con ironia –Io non stò affatto soffrendo a causa tua!-

Vash la guardò allibito.

-Io sono FELICE! Sono immensamente felice di essere qui, e di avere la possibilità di salvarti! Di avere la possibilità di fare per te, ciò che non ho potuto fare in passato!-

“Ma di che stà parlando?! Lei mi ha già salvato una volta in passato..di che..?” Vash era confuso. Le parole della ragazza non stavano più coincidendo con i loro ricordi in comune. Era come..era come se a parlare non fosse più la Meryl che lui conosceva, ma un’altra persona. Ma chi?!.

>FIIIIIIIIIIIIII !!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Poi all’improvviso, un fischio sordo e penetrante, trapassò il cervello di Vash da una parte all’altra, lasciandolo senza fiato. Sentì dolore, ma fu così veloce e forte, che quasi non se ne rese bene conto.

*Non riesci ancora a ricordare del tutto, fratello?*

-!!- Vash sgranò gli occhi sentendo quella voce improvvisa nella sua testa.

-K-KNIVES??!!!- non riusciva a crederci!.




Continua





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Ciao a tutti!! ^___^

Ce l'ho fatta ad aggiornare in tempo!! xD
Un giorno esatto prima di partire per le mie sospiratissime ferie!! YEEEE!!!! ^^
Sappiate però, che mi porterò il portatile al mare, e quindi, la stesura della fic andrà comunque avanti. Forse un pò a rilento in queste due settimane di "breack", ma comunque avanti!^o^
Non sono certissima, ma la settimana prossima farò in modo di aggiornare almeno una volta!^^
In caso contrario, vi dò appuntamento qui dopo il 18 Agosto!^^

Ma passando alla storia..

Allora! Funai non è morto come si credeva! xD
Anzi! E' intervenuto per aiutare la sua compagna d'armi e affrontare insieme quella "torcia umana malefica" di Horwen!. (però non posso farci niente! Anche se perso nel male, a me Horwen continua a fare pena! T_T)
Ed è tornato il nostro VASH !!!!!
Peccato però che come suo solito, da bravo allocco e tontolone, è caduto in pieno nel tranello che gli aveva teso il cyborg!.
Abbiamo scoperto nuove cose!. Il senso di esistenza di Don Deviler, ed il suo scopo finale, il nome del pianeta d'origine di Vash, Knivers e Meryl : Anthares!.
Per quanto riguarda lo stile "arti marziali" di combattimento, originario di Anthares, e le sue strane pose, mi sono ispirata in pieno allo stile Hyuuga di Hinata e Neji di "Naruto". ^_^
Avete notato lo sguardo triste di Knives??? Ma ce lo vedete un Knives triste?? E soprattutto..perchè?? xD (eccomi che ricomincio con le mie domande di sospensione, fermatemi!!)
E Meryl, come fa ad essere una semplice umana, se anche lei era originaria di Anthares??? (FERMATEMIII !!!!! XD AHAHAHHA!!!)

A queste e MOLTE altre domande..troverete risposta continuando a seguire questa storia! (e rieccola! sai che novità?! xD)

Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto!^__^

Un abbraccio,

Martychan
   
 
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