Chiedo
infinitamente scusa per il mio estremo ritardo a
Takeri e S_milady, che hanno recensito la storia.
Ma
mi ero presa un periodo sabatico dalla scrittura,
spero soltanto che il capitolo mi farà perdonare ;)
Ci
rivediamo all’epilogo di questa mia serie di ff.
Un
bacione.
Cry.
Sotto
la Pioggia
Capitolo
3
Mentre
corri fai una telefonata.
Arrivi
col fiatone.
Guardi
con gli occhi pieni di lacrime quel luogo
all’apparenza inutile, ma per te pieno di significato.
Ti
siedi, lì, proprio davanti al commissariato e lo
aspetti.
Lo
aspetti, lo aspetti con la piena convinzione che
qualsiasi cosa succederà, tu sarai felice.
O
almeno è quello che dici a te stessa.
E
quando guardi il cielo vedi il sole.
Non
puoi piangere.
Il
tuo Thomas arriva puntuale.
Quando
ti vede, ti stringe forte, è preoccupato.
Lo
baci, un bacio lento, passionale.
Come
il primo bacio che vi siete scambiati, come il
bacio che tu ha spinto ad andare a Sinistra, in quel bivio che da
troppo tempo
di attanagliava cuore ed anima.
Rivogli
uno sguardo al cielo e poi all’uomo che ti sta
davanti.
Lo
prendi per mano.
-
Seguimi -
Glielo
dici semplicemente, in un tono tra l’ordine e la
supplica.
Mi
guardate negli occhi, e non ti fa domande, non ti
dice dove state andando, semplicemente si fida di te.
Ed
è grazie alla fiducia che ora state correndo insieme.
Mano
nella mano.
Quando
arrivate davanti all’Ospedale, lui ti guarda
preoccupato e tenta di parlare.
Ma
tu posi le tue labbra sulle sue, e anche se sai che
forse questo è l’ultimo bacio che potrai darli, ma
oggi splende il sole, hai
fiducia nel destino.
Entri
piano, col passo di una gatta dal pelo rosso.
Quando
siete entrambi dentro l’ascensore, chiudi li
occhi e pigi un tasto.
Quando
arrivate al piano desiderato, gli poggi una mano
sugli occhi.
-
Chloé che stai face… -
-
Fidati di me. Devo mostrarti una cosa –
E
camminate piano piano, l’uno accanto all’altra.
E
non hai la minima idea di dove sta andando.
E
hai ancora paura per la scomparsa della tua Chloé di
quella mattina.
E
hai troppe domande, decidi di non pensare.
Perché
sai che non puoi fare altro.
E
togli mano dagli occhi del tuo ispettore.
Apri
la porta davanti alla quale vi trovate.
È
nel momento in cui noti la macchina per le ecografie
che la tua criminologa si distese sul lettino, con un gesto della mano
ti
invita a sederti accano a lei.
E
come un automa, tu obbedisci.
In
quell’istante la dottoressa spalma sulla tua pancia
il gel.
E
senti una breve sensazione di freddo.
Una
sensazione che presto si trasforma in lacrime, nel
vedere il sorriso spuntare sul volto dell’uomo che ti aveva
rapito il cuore.
-
Questo è vostro figlio –
Esordì
la dottoressa Donna Paxton.
Guardi
la donna accanto a te e senza pensarci la baci.
-
Ti amo –
Disse
a fior di labbra.
-
Anch’io ti amo –
Sussurro
lei a sua volta.
Ora
il sole era scomparso, e la pioggia era venuta.
Il
cielo piangeva di nuovo, ma stavolta piangeva di
gioia.
E
piangeva insieme a te.