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Autore: Marguerite Tyreen    01/08/2012    5 recensioni
Queen, Beatles, Led Zeppelin e Pink Floyd : quattro band, cinque protagonisti e cinque flashfic per rileggere, in modo del tutto personale, cinque episodi che hanno -alcuni più e altri meno- segnato la storia della musica.
Il tempo come filo conduttore.
Seconda raccolta di esperimenti: meno di 2500 parole in tutto.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Sei mesi prima di morire, Freddie Mercury realizza il suo ultimo videoclip con la canzone “These are the days of our lives”, congedandosi definitivamente dai suoi fans.

[# Addio / 333 parole]

 

 

A L.
parlare dei Queen è pensare a te.

'Cos these are the days of our lives
They've flown in the swiftness of time
These days are all gone now
but some things remain.
(Queen, These are the days of our lives)


All, all are sleeping,
sleeping, sleeping on the hill.
(E. L. Masters, Spoon River Anthology)


 

Days of our lives
(Freddie Mercury – Queen)

 

 

30 maggio 1991
 

Li guarda, uno ad uno. Brian accorda la chitarra, concentrato. Roger ha acceso una sigaretta e ha lo sguardo lontano, perso ad inseguire il filo di fumo di una riflessione segreta. John tormenta il plettro, senza dire nulla.
C'era stato un tempo in cui quel silenzio sarebbe stato infranto dalle risa, dalla voce divertita degli strumenti, dalle liti, dalle Muse inquiete.
C'erano stati i giorni della gioventù, che profumavano di sole e risuonavano dell'eco delle automobili lanciate in corsa. Giorni in cui la follia era gioia e l'errore era vita.
E c'erano stati i giorni del successo, col loro odore di polvere di palcoscenico, le luci abbaglianti dei riflettori, la voce dei fans all'unisono.
Ed ora non ci sarebbe stato più nulla. Soltanto un buio immenso. Soltanto un buio eterno.
Una notte infinita, che gli avrebbe chiuso gli occhi, che avrebbe inghiottito una ad una le facce del suo pubblico, la dolorosa saggezza di Brian, il tacito e saldo appoggio di John, lo slancio creativo di Roger. La fama, la vita, il respiro di quel mondo che sembrava appartenergli, quando loro cantavano insieme a lui. La sua voce, le sue canzoni, sarebbero svanite nella pioggia. Nello scroscio di un ultimo applauso, che avrebbe dimenticato. Perchè si dimentica tutto, sulla collina.
-Freddie, quando vuoi, noi saremmo... - Roger gli si avvicina con titubanza. Gli ha detto mille volte di non trattarlo come un malato, ma non avrebbe senso sottolinearlo adesso.
-Un minuto. - sorride, pagando un prezzo troppo alto. - Su, fammi un sorriso anche tu, Rodgie. Non si può lavorare così.
Lo guarda mordersi il labbro, per non piangere.
Sorridi, Roger. Quei giorni sono ormai finiti, ma alcune cose restano.
-Alcune cose restano per sempre. - sussurra, in un pensiero solo suo.
-Se non te la senti, puoi...
-No. Devo. Li amo ancora.
Alcune persone restano. Non le porta via la notte. Non le cancella nemmeno l'oblio.
Li osserva di nuovo, imprimendosi i loro visi nella mente.
Vi amo ancora.

 

   
 
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