Anime & Manga > Yu degli spettri
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Autore: Linny    01/08/2012    1 recensioni
Il kitsune argentato fece scorrere gli occhi ambrati sul testo. Una taglia era stata messa sulla sua testa. Il gioco ora poteva iniziare.
Genere: Romantico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Superato lo stupore iniziale, Kuronue, ricambiò il bacio di quella creatura che ormai in poco tempo gli aveva sconvolto la vita. Sentendo le mani di Tsuki accarezzargli prima le braccia e poi la schiena, trattenne un gemito, ed incapace di accontentarsi di quel solo contatto la afferrò per i fianchi e la fece indietreggiare fino al bordo del letto per poi farla sdraiare delicatamente senza smettere di baciarla. Quando le loro labbra si separarono, lo youkai osservò la lupa bianca e sorrise. Vedeva il suo riflesso in quelle iridi. C'era lui in quegli occhi, non Yoko. L'improvviso pensiero del Kitsune argentato riportò lo spettro alla realtà: si trovava a cavalcioni sopra alla mezza Ookami e per di più sul letto di Yoko! Provò a dire qualcosa ma le parole gli morirono in gola. Ringraziò unicamente che Reika fosse uscita dalla stanza prima che tutto ciò avesse inizio.

-Dovremmo andare dal prigioniero- mormorò senza troppo entusiasmo il demone.

La ragazza lo osservò incuriosita per poi annuire lentamente. Le dispiaceva doversi alzare da quel letto, avrebbe voluto davvero restare con lui. Inalare ancora il sul profumo. Conoscerlo maggiormente. Ma che diamine sto combinando? si domandò sospirando. Quando il corpo di lui si allontanò, Tsuki si morse il labbro inferiore prima di alzarsi dal letto. Silenziosamente e con un sorriso beffardo si avviò alla porta tenuta aperta dal suo superiore.

Kuronue, invece, la guardava avvicinarsi e si ritrovò a maledire il suo senso del dovere e la suo smisurata lealtà verso Yoko. In quel momento avrebbe voluto veramente mandare al diavolo tutto e riprendere da dove si erano interrotti, eppure non era certo di ciò che avrebbe voluto quella creatura.
 
-Allora?- chiese la cacciatrice una volta arrivata alla porta –Andiamo?-.
 
Si. Kuronue ne era certo. Sarebbe impazzito a causa di quella youkai dal manto striato. Scosse la testa e con la mano indicò alla ragazza di uscire dalla stanza. Tsuki sorrise, stavolta sinceramente, e prima di accontentarlo si fermò un attimo a fissarlo negli occhi e sollevandosi leggermente sulle punte dei piedi lo baciò nuovamente e poi iniziò a percorrere il lungo corridoio.

I sotterranei in cui era relegato il prigioniero non erano affatto cambiati dall'ultima volta in cui il luogotenente ci aveva messo piede. Erano sempre bui e dall'odore acre di sangue. Sospirò, per quanto fosse certo che la ragazza alle sue spalle non si sarebbe di certo fatta impressionare, c'era qualcosa che lo metteva in agitazione. Si poteva davvero fidare di lei? Ricordava perfettamente che quando Yomi aveva detto di aver catturato il lupo, Tsuki si era irrigidita mentre le sue iridi... avevano cambiato colore. Sospirò di nuovo. Cosa avrebbe dovuto fare? Desiderava ardentemente di sbagliarsi, per nulla al mondo avrebbe voluto ucciderla.

-Vuoi smetterla di sospirare?- sbottò la mezza lupa facendo dondolare maggiormente la folta coda -Sei alquanto irritante-.
Kuronue sorrise sistemandosi l’inseparabile cappello. -Siamo arrivati-.

Tsuki allungò il collo per vedere dentro alla stanza davanti alla quale si erano fermati. Sentiva l'odore del sangue. Del suo sangue. Hayato era stato ferito gravemente ma era ancora vivo. Lo sentiva. Il suo youki era debole ma esisteva ancora. Entrò nella stanza seguendo il suo Comandante e lo vide. Appeso a delle catene, coperto interamente di fluido rosso rappreso e completamente senza forze. Tsk... il grande Ookami pensò malignamente la ragazza, per quanto fossero legati lei sapeva che prima o poi il fratello avrebbe tentato di eliminarla per ottenere il dominio del clan Mibu.
Gli si avvicinò ignorando apertamente l'occhiataccia lanciatagli da Kuronue ed evitando di proposito di guardare quello strano youkai che sembrava trovarsi tremendamente a proprio agio in quel luogo.
Con un dito sfiorò la guancia del lupo e scese fino alle labbra. Quelle stesse labbra che l'avevano insultata milioni di volte e che ora erano coperte di tagli. La sua attenzione venne catturata dalle catene, erano di una manifattura mai vista prima. Avvicinò la mano e si bloccò incantata.

-Fossi in te non le toccherei- le consigliò lo youkai dai capelli verdi sorridendo maliziosamente.

Tsuki si voltò leggermente e sogghignando incrociò le braccia. Quel tizio la incuriosiva. E tanto anche. Chiunque fosse in grado di creare un meccanismo del genere meritava ammirazione. Ringraziò mentalmente Akikazu per essersi fatto fregare come uno stupido dal Kitsune argentato, perché era solo per merito suo se aveva avuto l'occasione di incontrare tutti quei demoni di una classe decisamente superiore rispetto a quelli cui era solita dare la caccia.

-Le hai fatte tu?- domandò lei prima di tornare a guardare le catene -Rubano lo youki di chi le indossa, decisamente divertente-.
-Ooohh- esclamò Shun'en alzandosi dalla sedia ed avvicinandosi alla ragazza -Sei la prima che lo capisce solo vedendole-.
-Bisogna essere degli ingenui per non comprenderlo- ribatté lei evitando di rabbrividire per la vicinanza del torturatore –Comunque devo complimentarmi: è davvero ingegnoso-.
-Grazie, Ookami- rispose lui assaporando la parola "Ookami" come se si stesse per divorare una preda.

A quel punto la lupa striata si costrinse a voltarsi nuovamente verso il demone. L’idea di averlo alle spalle senza che rientrasse nel suo campo visivo la metteva in agitazione. Quel tipo era pericoloso. E dal tono con cui le si rivolgeva, non era in grado di capire se fosse solo un pazzo psicopatico amante delle torture o se fosse riuscito a estorcere da Hayato qualche informazione durante il presunto interrogatorio.

-Io sono Tsuki, tu saresti?- domandò lei raccogliendo i capelli in una coda spinta dal bisogno di tenersi occupata con qualcosa.
-Oohhh, ma lo so benissimo chi sei- rispose lui un sorriso sinistro -E credo ci divertiremo molto assieme, ad ogni modo io sono Shun'en-.

Kuronue che fino a quel momento era rimasto in disparte ad osservare il corso degli eventi, deglutì a fatica. La stanza era talmente satura di energia demoniaca e di tensione che si faticava a respirare. E come se non bastasse, sentiva uno youki fin troppo conosciuto avvicinarsi. Poteva la situazione peggiorare ulteriormente? Si. E stava già accadendo.
 
-Penso che tua idea di divertimento sia un po’ diversa dalla mia- ribatté la ragazza finendo di legarsi i capelli con un nastro nero.
-Eppure sono convinto che ti piacerebbe- continuò il manipolatore dei metalli sorridendo alla vista del laccio usato dalla Ookami –Anche se forse non vivresti abbastanza per poterlo raccontare-.
-Non crederai di farmi paura, vero?- chiese Tsuki con tono altezzoso iniziando ad infastidirsi per la piega che aveva preso la conversazione.
-Allora dovresti preoccuparti per la tua vita- dichiarò il nuovo arrivato finendo di scendere i gradini.
 
Yoko Kurama incrociò le braccia e si appoggiò al muro osservando attentamente i suoi migliori elementi riuniti in quel momento davanti a lui.
   
 
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