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Autore: michi_993    02/08/2012    1 recensioni
Non provengo da una famiglia povera e non sono rimasta sola. La vita di corte non fa per me, ingiustizie, complotti , tradimenti non fanno parte del mio essere. Il mio lavoro è concludere affari, sono simile ad un banchiere quanto ad una prostituta...
Mi chiamo Fiora Cavazza e ho deciso di servire me stessa.
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Ezio Auditore, Leonardo da Vinci
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Messer Federico.
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Poggiata pensierosa sulla ringhiera delle scale che scricchiolavano ad ogni mio minimo movimento, osservavo come un piccione attento e divertito tutte le scene che si prestavano ai miei occhi come un uomo ubriaco sdraiato sul divano in compagnia di una di noi che rideva in continuazione per le buffe facce che l’uomo faceva quando gli mostrava il seno.  Improvvisamente si aprì la porta sbattendo violentemente contro il muro.
- Maffeo! Maffeo! Ti ritrovo ubriaco e per donne! In un Bordello! Torna a casa, disgraziato! –
Una donna si presentò alla porta rossa in viso, prese il marito per le orecchie, che borbottò qualcosa d’incomprensibile lasciando il bordello su quattro zampe. Mi scappò una risata che nascosi con la mano, ma la mia collega non fu così discreta e rise a crepapelle davanti alla moglie che imprecò e, a passo spedito, lasciò il bordello.
Ci fu una risata generale.
La porta non fece in tempo a richiudersi che sulla soglia si presentò un ragazzo ben vestito che riconobbi subito.
Messer Federico. Federico Auditore.
Buona famiglia, buona banca, e un bel visino.
- Ogni giorno che passa qui dentro diventa più un ospedale per matti che un bordello! – concluse la frase con una grossa risata e successivamente baciò la mano di Paola che, nel frattempo, si era avvicinata per accoglierlo.
- Madonna Paola! Sempre incantevole! –
- Bentornato Messere!- chinò il capo.
Appena sollevò gli occhi dalla mano di Paola, irruppi nella scena.
- Messer Auditore, non mi salutate? – urlai dalla scala.
Si girò verso di me. – Madonna Fiora, come potreste passare inosservata ! -
Si avvicinò ai piedi della scala offrendomi la  mano. Lasciai l’appostamento e scesi lentamente le scale con lo sguardo fisso a terra, tenendo la coda dell’abito con una mano e l’altra poggiata sulla ringhiera in legno.
Staccai la mano dalla ringhiera e lasciai che Messer Auditore la stringesse, baciandola delicatamente.
- Vogliate perdonarmi Madonna! –
Chinai un poco il capo senza perdere di vista il tenero faccino dell’Auditore.
- Forza muoviamoci, ho voglia di fare una passeggiata! –
Strappai la mano da quella di Messer Federico con un colpo deciso e mi diressi verso la porta socchiusa.
Federico fissò lo sguardo su Paola che sorrise mentre era alla scrivania a sbrigarsela con dei documenti. Solito mio atteggiamento irrequieto e a volte sgarbato, direi, ma comunque apprezzato.
Uscimmo in strada, la vita aveva preso il suo corso e i mercanti con le bancarelle scaldavano le voci per catturare quanti più clienti possibili e battere il vicino. Maschere in porcellana, tappeti, stoffe e abiti, ma anche medici, sarti e fabbri, ma soprattutto i protagonisti della città, i mercanti d’arte.
Ci accostammo l’uno vicino all’altra e con passo lento cominciammo a passeggiare per le vie di Firenze.
- Come avete passato la nottata Madonna? –
- Come al solito Messere, tra lenzuola candide e senza l’ombra di un uomo nei paraggi voi? –
- Oh! madonna se solo sapeste! –
Un sorriso malizioso, che conoscevo bene, gli si stampò in viso.
- Denari sprecati in donne e vino! Come vi conosco bene Messer Auditore! –
La conversazione degenerò in una risata collettiva.
Non ero mai andata a letto con Messer Federico, era un rapporto di fiducia reciproca e rovinarlo per pochi denari era assurdo.
- Vi ricordate Messere, quando ci siamo conosciuti? –
- Come potrei dimenticare Madonna, eravate incantevole! –
Gli lanciai un’occhiataccia tanto feroce da farlo indietreggiare.
- ehm! Voglio dire anche ora siete incantevole Madonna, non me ne vogliate ! – alzò le mani davanti a se in segno di resa. Scoppiai a ridere e con sguardo soddisfatto chinai il capo per ringraziarlo ma lui tardò alcuni secondi a sorridere, forse avevo esagerato, chissà.
La gente per strada sapeva fossi una cortigiana e mi fissava con occhi disprezzanti, ma questo mi dava la forza non mi abbatteva. Messer Federico è un uomo di buona famiglia e un ragazzo famoso per i suoi peccati e per questo non veniva giudicato malamente.
Le altre ragazze per strada erano costrette a vestirsi con abiti diversi da tutte le Madonne nobili, dovevano farsi riconoscere, io avevo rifiutato quegli abiti, non siamo bestie, io ho il mio abito, la mia arma e in questo modo a volte riuscivo a passare inosservata come ci aveva insegnato Paola.  Diventare un tutt’uno con la folla per sfuggire alle guardie quando rubavo qualche fiorino dalle tasche dei nobili per arrotondare.  
- Messer Federico, osserviamo la città da un altro punto di vista? –
- So che avete in mente Madonna, seguitemi –
Avevo un’abilità in più che le altre non conoscevano, sapevo perfettamente arrampicarmi sui tetti e spesso utilizzavo questo metodo per scappare alle guardie. Abilità frutto di anni di fughe dalla stanza del palazzo al secondo piano, cadute, graffi, ferite e botte che sono servite a farmi da guida.
C’incamminammo per una via buia e in un attimo Messer Federico trovò un appiglio per issarsi sul tetto. Feci lo stesso, un piede sulla fessura e uno sul davanzale per poi issarmi sui tetti. Cominciammo a correre ed a saltare di tetto in tetto facendo cadere qualche tegola. Ridevamo in continuazione, mi sentivo libera e a volte mentre saltavo, chiudevo gli occhi, sentivo il vento spostato dalle ali dei piccioni che si libravano nel cielo di Firenze.
Messer Federico si fermò, avevamo entrambi il fiatone ma ridevamo soddisfatti.
Scendemmo dai tetti e ci ritrovammo in una via poco distante dal bordello.
- Devo tornare alla Rosa Colta Messere, è sempre un piacere stare in vostra compagnia! –
Mi prese la mano e la baciò. Feci un piccolo inchino e voltai le spalle.
Strinsi nelle mani la sacca dei denari del giovane. Lui, alle mie spalle, disperatamente la cercava.
- Messere! – dissi girandomi – Dimenticate questa! – gli lanciai la sacca.
- Come avete… -  disse toccandosi il fianco con una mano e con l’altra stringendo la sacca fissandola.
- Ho preso qualche fiorino, sapete per la compagnia Messere! – sorrisi mostrandogli i fiorini.
Sorrise divertito chinandosi.
Feci un piccolo inchino mostrando il mio sguardo compiaciuto. Mi diressi verso il bordello.
- A vostro interesse Messere, la sacca ve l’ho rubata mentre passeggiavamo questa mattina, siate più attento la prossima volta! – rivolsi lo sguardo verso l’Auditore che sorrise e nel frattempo si girò scuotendo il capo.
- Lo terrò a mente Madonna ! –
Alzò la mano al cielo ancora incredulo.
Mi voltai e soddisfatta mi recai alla Rosa Colta.
 








MAD NOTE: Nuovo capitolo !! Spero vi piaccia perchè a me ha divertito molto scriverlo e finalmente rendere un pò partecipe anche Federico Auditore :3
Al prossimo capitolo ! :D

  
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