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Autore: _Haily_    03/08/2012    1 recensioni
Gervhart, un uomo che costretto dalla guerra, abbandonò la sua terra, Edras, quando era ancora un bambino.
Cresciuto, vuole far ritorno alle sue origini, per trovare la vendetta che cerca da anni. Aiutato da Raki, sua amica d'infanzia, che nasconde uno straordinario segreto, il vecchio Rhoderich e la sensuale Asha, 'arma' di Gervhart, faranno ritorno a Edras, riscoprendo in esso, tutte le verità che si celano dietro al Re Nero.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Premessa: Paraparapparàààà! *A* Sono riuscita a finire anche questo capitolo =ç= Ogni volta che riesco a terminarne uno è per me una conquista XD Perchè non voglio lasciare incompiuta questa fic! E niente, è un capitolo tranquillo, più che altro stò cercando di dare spazio alle caratterizzazioni dei personaggi, facendoli interagire tra loro e poi mi piace ogni situazione che ne scaturisce, mi viene naturale scrivere questa fic <3
Spero solo che non sia troppo banale e noiosa...ma pian piano arriveranno anche cose più interessanti =W=
Bene, finisco col dire che dopo questo capitolo mi sono fatta tante pare mentali sulla coppia AshaRaki XD Bhe, mi piace metterci del malizioso in ogni cosa che faccio =W=
Buona lettura <3






Capitolo 6

Partiamo?.Ho bisogno di te.Porto







Dopo quella sua uscita alla locanda, Gervhart non ne aveva più parlato, anzi, nessuno sembrava intenzionata a ripassarci sopra.
Rhoderich aveva sviato il discorso con una fragorosa risata, prendendolo come uno scherzo, aveva ordinato da bere ancora una volta e da lì nessuno aveva più parlato di quello.
Il perché gli fosse venuta un'idea del genere in quel momento, forse lo doveva al fatto di aver sentito quelle parole, sentir parlare del suo paese in quel modo gli aveva fatto ribollire il sangue.
Anche durante il viaggio di ritorno a casa, quella casetta che ormai era diventata la 'sua' casa, nessuna aveva tirato fuori il discorso.
Non ci era voluto molto nel tornare, la città in cui si erano diretti, spinti da quelle dicerie sull'uomo dal tatuaggio di serpente, non era molto lontana, c'era voluto giusto l'intera giornata di cammino. Ci avrebbero impiegato un pò meno, se Raki non si fosse fermata spesso a fare pipì e perdeva tempo a cercare il posto giusto, arrabbiandosi con il vecchio che continuamente la prendeva in giro.
Era tutto nella normalità, anche Gervhart sembrava essersi dimenticato di quella sua uscita o forse era solo un'impressione.
-Whaaaaaa!-
Raki si buttò sulla pelliccia d'orso che per anni era stato il suo posticino preferito dove schiacciare pisolini.
-Adesso che sei a casa puoi fare tutta la pipì che vuoi nel bagno!-
Il tono sarcastico di Rhoderich, mentre si accingeva ad appoggiare per terra il pesante zaino, le fece fare una smorfia con tanto di linguaccia.
-Non sei per nulla simpatico.-
Incrociò le braccia al petto sviando lo sguardo altrove, ritrovandosi subito dopo la maglietta puzzolente e zozza del vecchio gettatale sul viso.
-Ma che schifo!- Se la levò con fare schifata, toccandola appena.
Rhoderich le sorrideva ambiguamente, con il torso nudo in bella mostra, che nonostante gli anni portava egregiamente e lo mostrava con aria soddisfatta portando le mani sui fianchi.
-Preferisco la linguaccia che mi fa Asha.-
Si era voltato proprio verso di lei, cercandone lo sguardo e lei di tutta risposta le aveva mostrato quella lingua maliziosa, in cui portava quel piercing rotondo.
-Dannatamente bello.-
Aveva parlottato tra sè, ma Raki lo aveva sentito bene e non poté non tirargli la sua stessa maglia con violenza addosso.
-Pervertito.-
-Lo vuoi anche tu Raki un piercing?-
Asha si era avvicinata a lei, sempre con quel sorrisino malizioso, per poi inginocchiarsi vicino alla ragazza.
-Ma fa male?-
-Dipende…-
Passò gli occhi sul tutto il suo corpo, soffermandosi poi sulla pancia scoperta.
-Ad esempio qui.-
Le sfiorò delicatamente il ventre con fare sensuale.
-Hai una pancia così piatta che un piercing all'ombelico sarebbe davvero carino.-
A quel tocco così delicato e quel suo sguardo che sembrava volesse mangiarla con gli occhi, Raki arrossì.
-A-Asha?!-
-Non crede anche lei signor Rhoderich che sarebbe carino?-
Asha cercò il viso del vecchio, che però non trovò, dato che si era voltato altrove coprendosi il naso con le mani.
-Ragazze…evitate di fare certe cose davanti a me.-
Le due si guardarono interrogative.
-Sei proprio un pervertito.-
Gli cantilenarono in coro.
Raki notò Gervhart intento a sistemare le varie cianfrusaglie portate dietro per il viaggio, ma dietro al sua indifferenza, sapeva che quello che aveva detto non era un semplice scherzo e sapeva che avrebbe dovuto parlarne con lui, in fondo entrambi erano stati segnati nel cuore quello stesso giorno di 17 anni fa.
-Harty?-
Lo aveva chiamato preoccupata.
Lui si voltò verso di lei, come fecero gli altri.
Raki si mise seduta, stringendo le ginocchia al petto, come se si sentisse insicura di quello che stava per dire.
-Quando hai parlato di tornare a Edras…dicevi su serio?-
Non lo guardò neanche negli occhi.
Una strana tensione si vide negli occhi di tutti, persino in quelli di Asha che stranamente si rabbuiò.
Gervhart in un primo momento si stupì, pensava che nessuno avesse il coraggio di ritornare sull'argomento, soprattutto da parte di Raki.
-Non scherzavo.-
In effetti il suo sguardo era serissimo, riuscì solo per un istante Raki a guardarlo dritto negli occhi.
Ci fu un momento di silenzio, nella quale chissà quali pensieri passavano nella mente di ognuno.
Raki si alzò di scatto, il viso chino, mordendosi le labbra strinse i pugni lungo i fianchi, sembrava dover urlare da un momento all'altro.
Ma quella che poteva sembrare pronta per una sfuriata, si rivelò tutt'altro.
Il sorriso a trentadue denti che si delineò sul viso di Raki, così raggiante e felice lasciò di stucco tutti quanti.
-Non vedevo l'ora che tu lo dicessi!-
I suoi occhi brillavano come quelli di una bambina a cui hanno regalato il gioco che tanto sognava.
Gervhart era rimasto a bocca aperta, non si aspettava certo una reazione del genere.
Le si era avvicinata saltellante, ritrovandosela a pochi centimetri di distanza, anzi, si alzò in punta di piedi per avvicinarsi di più al viso del ragazzo. Era strano che le si avvicinasse così tanto e lo guardasse così negli occhi, di questo Rhoderich se ne accorse, forse era troppo presa dalla situazione euforica che si era scordata del perché le era così difficile guardarlo in viso.
-Quando si parte?-
-Cosa?-
-Voglio tornare pure io a Edras! Voglio dare una bella lezione a quei farabutti!-
Mostrò soddisfatta il suo braccio muscoloso.
Per anni aveva pensato che Raki non volesse saperne di tornare a Edras, in quel luogo che per loro aveva significato la separazione di persone importanti, pensava che l'avrebbe fatta soffrire di più e lui, aveva promesso di proteggerla, anche dai dolori dell'anima.
-Raki…ne sei sicura?-
-Ma certo!-
La sua vitalità lo fece sorridere.
Rhoderich schioccò la lingua in senso di disapprovazione.
-Hei ehi! Ragazzini. Forse non vi è chiara la situazione. Non si tratta di un gioco. Cosa pensate di cambiare in due?-
-In tre…-
Asha si avvicinò al suo padrone.
-Qualsiasi decisione di Gervhart è anche la mia.-
Rhoderich si grattò il capo.
-Questo non cambia le cose. Non sapete cosa ci sia da quell'altra parte, oltre quel mare. Non voglio nemmeno pensarci!-
-Appunto perché non sappiamo cosa ci aspetta dall'altra parte…-
Gervhart fece un passo avanti.
-Voglio vedere con i miei occhi la 'mia' terra.-
Rhoderich si stupì della determinazione che vedeva nei suoi occhi. Doveva ammettere che era cresciuto, non era più un bambino, era diventato forte, però, aveva anche paura di perderlo.
Li aveva accuditi come figli e il solo pensare di causare loro del male lo faceva stare male, eppure vederli così determinati in questa situazione, lo faceva sospirare.
-Sapevo che alla fine sarebbe giunto questo momento. Sapevo che un giorno mi avresti chiesto di tornare a Edras, però…-
I suoi occhi divennero pensierosi.
-Non pensare che sia una passeggiata.-
Gli puntò il dito contro.
-E non pensare che ti lasci fare quello che vorrai, signorino.-
Gervhart sorrise. Sapeva che era preoccupato per quella faccenda, ma gli venne comunque da ridere, vederlo cercare di fare il superiore con lui.
-Cercherò di obbedirti, in qualche modo.-
Rhoderich sbuffò, scuotendo le spalle.
-Non sono più adatto per questo genere di cose.-
-Con il vecchio siamo in quattro allora!-
Raki, seguita da Asha, si intromise tra i due.
-Non finirà bene questa storia.-
Cercava di fare il drammatico, ma sapeva che non poteva fermarli e avrebbe fatto di tutto purché potessero arrivare ad Edras, la loro terra d'origine.
-Per potermi riposare al meglio…-
Abbracciò Asha dolcemente, ritrovandosi a sfiorarsi le punte del naso.
-Saresti disposta a dormire con me stanotte?-
La Necromorpher sorrise divertita.
-Solo se mi vorrà nella mia forma con cui solitamente dormo.-
La flebile luce che avvolse il corpo della ragazza, nascose la sua trasformazione fino al suo completamento e quello che si trovò tra le braccia Rhoderich non sembrava di suo gradimento.
Una bellissima gattina bianca, dal pelo lucido, poco lungo e una coda lunga che sventolava avanti e indietro.
-Miao!-
La gatta quasi sembrava sorridergli, con gli occhioni grandi e azzurri, ma Rhoderich se la teneva distante, quasi schifato.
-No ti prego! Lo sai che-
Cominciò con uno starnuto, poi due, tanto da dover mollare Asha che con un balzo saltò vicino alle gambe di Raki, avvinghiandosi facendole le fusa.
-Whahahah! Rho! E' fantastico che tu sia allergico ai gatti. Almeno non ti avvicini ad Asha durante la notte, vecchio pervertito.-
La ragazzina rideva fiera, mentre il pover uomo continuava a starnutire, cercando di trattenersi con la mano.
Per Gervhart quelle scene erano diventate famigliari, ogni volta che si fermava a guardarli si dimenticava del passato, delle sue ferite e del fardello che portava sul spalle, quelle promesse fatte, che ancora non aveva dimenticato.
Ma in quei momenti voleva soltanto essere felice.

L'aria fresca della sera, accarezzava il viso di Gervhart, seduto sul tronco spezzato, usato spesso quando se ne voleva stare fuori all'aria aperta, con il fruscio delle foglie che gli faceva da sottofondo, l'unico suono in mezzo a tutta quella tranquillità e la luna grande nel cielo nero illuminava flebilmente quel luogo.
Si era trovato a chiudere gli occhi e assaporare quel silenzio, anche se sentiva la voce squillante di Raki in lontananza, chissà cosa stava facendo.
Gli venne da sorride.
Quando riaprì gli occhi davanti a lui, vicino ad un cespuglio, roteava un piccola lucina, una lucciola, che sembrava danzare per attirare la sua attenzione.
Si limitò a fissarla, uno strano sentimento di nostalgia gli percosse il cuore, quasi come una presenza familiare, dolce e malinconica alla stesso tempo.
Stranamente le venne in mente il volto di sua madre.
Si diceva che le anime dei defunti persi in mare, diventassero un tutt'uno con il luogo stesso, dalle alghe marine, alle rocce dei fiumi, o si reincarnavano in piccoli animali, che vagavano per i mari o i fiumi, pesci, rane e piccoli animali che vagavano nei pressi della laguna.
Erano solo storielle e dicerie antiche, ma gli venne da pensare a quello, vedendo quella piccola lucciola svolazzargli a poca distanza.
Ma i suoi pensieri vennero abbandonati quando sentì dei passi arrivargli da dietro, ma conosceva bene il suono di quel passo.
-Hei!-
Rhoderich si strofinò il naso ancora un volta.
-Quelle ragazzine sono davvero delle pestifere!-
-Sei tu che te le cerchi.-
Il vecchio si imbronciò, ma subito dopo posò pesantemente la sua mano sulla testa di Gervhart, avvicinandosi sorridente al suo orecchio.
-Non mi dirai che hai due belle donzelle al tuo fianco e mai hai fatto certi pensieri sconci su di loro?!-
Il ragazzo ci pensò su un attimo, guardando al cielo, quasi pensieroso.
-Non mi risulta.-
Di tutta risposta gli scompigliò i capelli con quella grande mano, quelle stesse mani rovinate dall'età, ma che erano sempre state dolci e premurose.
-Diamine!-
Sembrava quasi un rimprovero.
-Hai l'aspetto di un uomo grande e grosso, eppure a volte pensi ancora come un bambino! Chissà cosa ti passa per questa testolina.-
Lo spingeva così forte, che si vedeva costretto a ripiegare la testa verso il basso, ma mai con l'intento di fargli del male.
-Per questo ho bisogno di te.-
A quelle parole serie di Gervhart, il vecchio si fermò, rimanendo a fissare il suo viso, coperto dai lunghi capelli scompigliati.
-Ho bisogno che tu stia al mio fianco adesso, come non mai. Perché se farò delle sciocchezze, tu sarai lì a bacchettarmi sulle mani.-
Rhoderich poteva intravedere i suoi occhi timorosi, come la paura di fare qualcosa di irreparabile. Conosceva le reali intenzioni di Gervhart, sapeva che cosa stava cercando e sapeva che avrebbe potuto sicuramente trovarlo a Edras, questo gli faceva più paura di tutto.
Sospirò, liberando la testa del ragazzo della sua presa.
-Devo proprio badare ancora a voi marmocchi eh?-
-Gazie Rhoderich.-
Il vecchio lo guardò con la coda dell'occhio, era un ragazzo davvero strano, poteva sembrare sempre imbronciato e insensibile, ma poi quando gli sorrideva in quel modo, diventava il ragazzo più dolce che avesse mai incontrato.
Ancora non riusciva bene a capirlo.
Il loro dialogo venne interrotto dalle grida di dolore di Raki, provenire da casa.
-Ahiaaaaa! Asha mi fai male!-
-E' solo un buco nella pelle, cosa vuoi che sia!-
-Si, ma fa male!….e poi dove stai toccando? Ashaaaaa!-
Rhoderich si schiaffò la mano sulla faccia, sfinito.
-Che Dio mi aiuti.-

Il porto di Calvadian.
Non era un semplice porto dove navi mercantili arrivavano e salpavano, era una vera e propria città.
Comprendeva una vasta zona lungo le rive del mar Medio, chilometri di riva, in cui attraccavano navi di ogni dimensione e tipo, da quelle più grandi, crociere per i più diligenti e ricchi, pescherecci di grandi e piccole dimensioni, a imbarcazioni mercantili che importavano le merci da Edras.
Ma oltre a quello, era impressionante la quantità di gente che pullulava in quel posto. Perché avvenivano spesso direttamente lì, la compravendita delle merci, soprattutto di quel più pregiate o che non potevano essere trasportate a lunghe distanze per le terre di Calvadian. Il pesce era quello più diffuso e ricercato. Le grida dei mercanti per accaparrarsi la clientela migliore, le risate dei marinai e gli scaricatori, il brusio delle persone e i rumori di tutto quel trambusto, facevano da padroni in quel meraviglioso, ma anche caotico posto.
Certamente Raki e Gervhart non ne erano abituati.
Raki venne spintonata da un uomo dalle spalle molto più larghe del suo amico d'infanzia.
-Hei! Energumeno guarda dove vai!-
Aveva alzato il pugno a mezz'aria e gridato quelle parole tentando di farsi vedere, mentre l'uomo si girò svogliatamente, quasi grugnendo, ma lei non sembrava minimamente spaventata, anzi lo guardava con quei suoi occhi gialli aggrottando le sopracciglia.
Venne strattonata per la spalla.
-Vedi di fare la brava bambina e non metterti nei casini!-
Le aveva sussurrato all'orecchio Rhoderich.
-Mi scusi! Ma è una ragazzina un pò manesca.-
Aveva elargito un sorriso di circostanza a quel tizio, che senza dire nulla aveva ripreso per la sua strada.
Raki sbuffò, mentre il vecchio la teneva per il colletto della maglia.
Vennero raggiunti da Gervhart, che si faceva spazio tra la folla, proteggendo Asha che si guardava intorno.
-Questo posto è veramente affollato.-
-Purtroppo l'unico modo per arrivare a Edras.-
Asha lo fissò negli occhi. Gervhart aveva gli occhi puntati verso il mare, lui che era molto alto lo poteva vedere oltre quelle persone.
Era stato proprio lui, giorni fa a preoccuparsi di come arrivare nella sua terra d'origine.

-Come ci arriveremo a Edras?-
Tra tutto quel trambusto che stavano facendo Raki e Rhoderich mentre litigavano per chissà cosa, Gervhart se ne uscì con quella domanda che spiazzò tutti, facendo calare il silenzio.
-Mh. Penso che sarà un bel problema.-
Rhoderich inarcò il sopracciglio pensieroso.
-Noi non abbiamo nessuna imbarcazione. Poi sicuramente le coste di Edras saranno tenute sotto controllo. Sarebbe troppo pericoloso.-
-L'unica sarebbe andare al porto di Calvadian.- Asha continuò. -E poter trovare un passaggio tra i mercanti.-
Ghervahrt si intromise.
-Sarà difficile trovare qualcuno disposto a portarci a Edras, con tutti i controlli che avvengono poi arrivati là. Ci saranno soldati ovunque.-
-Ma è l'unico modo per arrivarci. Bisognerà però essere cauti.-
Diede un'occhiataccia a Raki.
-Soprattutto tu! Vedi di non metterti nei guai!-
Se ne era uscita con una linguaccia, proprio come gli stava facendo ora al porto. E meno male che si era raccomandato di non fare cose avventate.
Ma erano da lì che dovevano passare. Il primo ostacolo che si parava davanti a loro in questo viaggio, non sarebbe stato una passeggiata.
  
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