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Autore: LadyMaya    03/08/2012    2 recensioni
{NELENA STORY}
E se Selena non fosse mai stata famosa? Sarebbe riuscita comunque ad incontrare Nick?
Selena era una semplice diciannovenne americana che frequentava l'ultimo anno di liceo, ma per una lunga serie di eventi, si ritroverà a raccontare ad una sconosciuta di come è andata la sua storia con la superstar Nick Jonas e di come, nonostante la separazione, ci sia ancora qualcosa o qualcuno che li tenga uniti...
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Demi Lovato, Selena Gomez
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Spazio autrice.

HOLA GENTEEE!!
*_* Come sono feliceee!! Sapere che qualcuno ha ancora voglia di seguirmi mi rende un sacco contenta! e grazie per le 3 recensioni! Insomma, dopo tutto questo tempo, sono anche troppe XD E un GRAZIE INFINITO va anche a chi solo ha letto!! *_* Grazie di cuore!!
Passiamo a questo capitolo! :D Sarà molto divertente, ve lo preannuncio! Almeno spero! >.<
Ci sarà qualcosina in più, dovrete avere ancora un po' di pazienza e poi entreremo nel vivo della storia :D
Spero che vi piaccia! Fatemi sapere che ne pensate! Un bacio!
A presto, Magnolia**



Inseparable







Capitolo 7.



Era incredibile, quello che stava per accadere era incredibile, sfiorava l’assurdo, l’impossibile, la follia.
“Respira Selena, respira a pieni polmoni”
Magari avevo capito male, forse avevo scambiato “Jonas” per “Jones” che so.
-Puoi ripetere?- sibilai a mia madre a denti stretti, sperando con tutto il cuore di non aver sentito bene.
-Per una volta che i ragazzi sono a casa, ne ho approfittato! Ho invitato Denise e la sua splendida famiglia- continuò lei, tutta contenta.
Io stavo per avere un mancamento, sarebbe stata di sicuro la serata più brutta della mia vita. Non era bastato il casino del pomeriggio, adesso avrei dovuto anche sopportarli a cena. Erano un incubo quelli là, non li reggevo, mi urtavano il sistema nervoso e soprattutto quando si trattava di loro, il mio cervello era sempre ko.
-Sai Demi mi aveva detto di non andare al cinema e…-
Non ebbi neanche il tempo di inventare una balla sul momento che mamma mi interruppe.
-Non ti muoverai da qui, signorinella! Rimanda l’appuntamento, per una volta resti a casa-
Non poteva farmi questo, non era giusto.
-Ma mamma!-
-Non replicare! Corri a sistemarti perché ho bisogno di una mano!- rispose lei. Maledissi con tutta me stessa lei, quella casa del cavolo, che mi aveva portato solo guai e il giorno in cui andai a quello stupido concerto.
Me ne andai sbuffando, per dirigermi in camera mia. Mi gettai a peso morto sul letto, immaginando cosa sarebbe successo da lì a due ore circa. Pensai a Demi, ma decisi di non dirle niente, per il momento, non avrei tollerato le sue grida strepitanti e le sue ansie che non avrebbero fatto altro che incalzare le mie. Avrei dovuto cavarmela da sola. Mi passai una mano sul viso rassegnata. Era inutile piangersi addosso, perciò mi alzai e mi avviai in bagno per una doccia scacciapensieri.

***



Mi sentivo una perfetta idiota. Stavo per fare la figuraccia più grande della mia vita e non potevo far nulla per rimediare. Mi diedi un’ultima occhiata allo specchio, aggiustando la gonna e i capelli. Mi guardai ancora, con aria sconsolata finché il campanello suonò. Era giunta la mia ora.
Mi avvicinai alla ringhiera delle scale, mi accucciai, nel tentativo di nascondermi ed aspettai lì.
Sentii mia madre cinguettare un “avanti” mentre accoglieva gli odiosi ospiti all’entrata, seguita da mio padre.
-Buonasera signora Gomez-
La voce di Joe mi piombò nelle orecchie, procurandomi un fastidio enorme. Non so quale fra Joseph e Nick mi irritava di più. Kevin sarebbe entrato nella lista nera a breve, di sicuro avrebbe dato prova di essere antipatico come i fratelli più piccoli.
-Mandy cara! Non dovevi! Tutto questo ben di dio!- sentii Denise complimentarsi con mia madre e lei emise un risolino isterico, felice di aver fatto colpo con la famiglia Vip.
-Dov’è la tua meravigliosa ragazza, Ricardo?-
Allora fu il signor Jonas a parlare. Il cuore mi tamburellò nel petto e ingoiai il nodo che si era, improvvisamente, formato alla gola.
-Oh sta arrivando, oggi è uscita a fare un giro con un’amica e si stava aggiustando, ma prego accomodatevi, Selena verrà subito- intervenne mia madre.
Sospirai profondamente e socchiusi gli occhi. Che situazione orribile, volevo sparire, rendermi invisibile. Non esisteva un modo per cambiare i connotati in dieci minuti?!
Mi sollevai a fatica dal pavimento e mi trascinai, amareggiata, verso il primo scalino. Scesi lentamente, con una strana calma, guardandomi i piedi e facendo attenzione a non far troppo rumore o ad inciampare.
Ma non appena sollevai lo sguardo, un formicolio alla schiena mi impedì di proferire parola. Per la prima volta, i miei occhi incontrarono direttamente i suoi ed ebbi la sensazione di aver perso un battito. Era fantastico ma lo detestavo comunque. Nick, dal canto suo, mi osservava incredulo, con la bocca semi aperta e le braccia abbandonate lungo i fianchi.
Ecco lo sapevo, ero di nuovo nei guai fino al collo. Cercai di mantenere il controllo, per quanto mi fosse possibile.
-Tu… tu… - balbettò lui.
Alzai gli occhi al cielo e incrociai le braccia al petto, con un’espressione di disappunto stampata sul volto.
-Sono Selena Gomez, la ragazza della porta accanto-annunciai, scocciata.
Terminai di scendere le scale e gli passai davanti, ignorandolo del tutto. Lui mi seguì spaesato verso la sala da pranzo.
-Buonasera Denise! Signor Jonas- esclamai, salutando i due coniugi.
Non appena mi vide, Joe per poco non si strozzò con l’acqua che stava bevendo. Kevin mi osservò con aria interrogativa, mentre Frankie mi fece un saluto con la manina.
-Ricardo, che meravigliosa ragazza, i miei complimenti- annunciò Paul Jonas, squadrandomi da capo a piedi. Io gli rifilai un sorriso di cortesia, per poi sedermi di fronte ai ragazzi che mi fissavano increduli, neanche fossi un’assassina.
-Non ci posso credere!- gridò Joseph. Gli occhi di tutti i presenti furono puntati su di me e, di colpo, avvampai. Quanto avrei voluto tappare la fogna a quell’idiota.
-Vi conoscete?- chiese la signora Jonas, rivolgendosi a noi. Era troppo.
-No no no no no! Sono famosi, è chiaro che io li conosca no?!- dissi, istericamente.
-Certo, prima ruba i pass a due ragazze per intrufolarsi nel backstage del concerto e poi ci conosce talmente bene da potersi permettere di dire che la nostra musica fa schifo!- continuò Joe. Mia madre sbiancò, così come mio padre che restò sbalordito.
-Selena! Dove… quando… come …?- farfugliò qualcosa di incomprensibile, sperando che ciò che aveva appena ascoltato fosse uno scherzo.
Nel frattempo, mi erano passate per la mente le immagini dei miei che mi avrebbero sbraitato, dopo quella cena che si preannunciava disastrosa.
Restammo tutti a fissarci in cagnesco, finché Paul Kevin Jonas scoppiò in una fragorosa risata, spezzando quel silenzio imbarazzante. Denise si accodò a lui e i miei, a quella scena, si tranquillizzarono e cercarono di sorridere insieme a loro, fingendo disinvoltura. Io non ci stavo capendo nulla, credevo solo di essere finita in una gabbia rincitrulliti impazziti. I ragazzi fissarono i genitori, sconvolti, fino a che Nick cominciò a ridere come un cretino, seguito da Frankie e poi da Kevin. Solo Joe sembrava asserire al mio disappunto. Che cavolo aveva preso a tutti?! Cioè, sul serio, quella era veramente una famiglia di rockstar?! Forse avrei dovuto approfittare del momento di ilarità generale per chiamare il CIM?! Sì, forse sì…
-Finalmente una ragazza sincera! Negli ultimi quattro anni ho sentito solo complimenti e belle parole per i miei ragazzi, il che mi fa molto contento, ma non si può piacere a tutti no?!- esordì il signor Jonas dopo essersi ripreso da quelle risate.
Restai zitta, cercando qualcosa di sensato da dire.
-Ragazzi guardate il lato positivo: non sarà stressante come tutte le altre vicine di casa che abbiamo avuto!- continuò Denise, sogghignando sotto i baffi. Avrei dovuto ridere?!
-Allora chi vuole il pollo?!-
Per la prima volta in vita sua, mia madre fece qualcosa di buono: interrompere quella conversazione snervante. Tutti furono distratti dall’arrivo del cibo ed io tornai a farmi i fatti miei. In fondo, l’avevo scampata in grande stile, per l’ennesima volta. Era andata meglio del previsto.
-Sei una persecuzione- cominciò Joe, bisbigliando.
-Mai quanto voi tre- risposi con rabbia.
-Ricordavo che ti chiamassi MaryKate o no?- chiese Kevin, intromettendosi nella conversazione.
-Sì, MaryKate, la nostra più grande fan- sghignazzò Nick, con tono canzonatorio. Io li fulminai, infilzando il coscio con la forchetta, immaginando che fossero i loro occhi e cercai di mantenere la calma, pensando che poche ore e sarebbe tutto finito.
La serata se ne andò per le lunghe, con tranquillità e i Jonas non mi tartassarono più del dovuto. Mi alzai a fine cena, cominciando a dare una sparecchiata. A quel punto, i miei genitori e i signori Jonas si erano spostati in salotto, Kevin era uscito a parlare al telefono, Joe invece giocherellava con Frankie. Finalmente andai in cucina e mi rilassai un po’, lasciando correre un lungo sospiro.
Era stata un terribile giornata e non vedevo l’ora che avrebbero sloggiato da casa mia.
-Lavi i piatti?-
Mi voltai con grazia e notai Nick, che se ne stava appoggiato allo stipite della porta, con le braccia incrociate al petto. Di nuovo quel rompiscatole. Lo guardai ancora finché, d’un tratto, mi ritornò in mente quando lo vidi al concerto ed ebbi un brivido. Tornai al lavandino, scattando come una molla, tanto che temei che lui avesse notato il mio nervosismo.
-Che ragazzo perspicace- risposi con aria di sufficienza. Lo sentii ridere sotto voce.
-Senti abbiamo iniziato con il piede sbagliato- ricominciò lui.
-Cosa? Oh no, non c’è nulla di sbagliato perché non abbiamo iniziato un bel niente- affermai, irritata.
Lui non si arrese e si avvicinò ancora un po’ a me.
-D’accordo non ti siamo simpatici, l’ho capito. Facciamo un bel gioco: tu mi dici cosa non ti piace di noi ed io dico cosa non mi piace di te- disse lui, divertito.
Mi prendeva in giro o cosa?! Mi sfilai i guanti di plastica e mi girai verso di lui, poggiando le mani sui fianchi.
-Dici sul serio?-
Lui annuì. Mi stava invitando a nozze.
-Sì ok, ma come fai a parlare di me?! Neanche mi conosci, non sai niente di me!- esclamai
-Perché tu pensi di conoscermi, solo per “sentito dire”, solo perché sono famoso?! Diciamo che parliamo delle impressioni che abbiamo avuto l’uno sull’altra-
Mi ero fatta imbrogliare come una scema.
-Va bene. Allora innanzitutto credo che voi siate solo degli sciocchi, viziati e vanitosi ragazzi. Ah dimenticavo quanto siete presuntuosi, specialmente quel galletto di Joseph, credete di essere chissà chi. E poi siate più sinceri con quelle povere stupide che vi sbavano dietro come cagnolini: “vi adoriamo! Ci riscaldate con il vostro calore!” … patetici! Che vi importa?! L’importante è stare sempre sulla cresta dell’onda vero?! Fa parte del gioco “adorare le fans”- gli sputai in faccia tutto quello che pensavo. Nick cominciò a ridere a crepapelle ed io mi sentii stupida. Che c’era di divertente?!
-E perché eri al nostro concerto?- domandò, ancora tra le risate. A quel punto sbottai.
-Perché la mia amica è caduta nella vostra trappola! E’ lei che vi venera come degli dei, non di certo io! Voleva me a farle compagnia! Punto! Non ho mai neanche ascoltato una vostra canzone prima di allora! Piuttosto voglio proprio sapere che hai da dire riguardo me!-
Non mi accorsi, nel frattempo, di essermi avvicinata un po’ troppo al suo viso.
Nick mi guardò ancora un po’, con lo sguardo vispo e divertito. Io mi persi nei suoi occhi nocciola, scordando il resto del mondo. Lo fissai, quasi ammaliata, nonostante mi avesse fatto arrabbiare. Mi sentivo come rapita da lui, era una sensazione strana. Mi spostai ad osservare la sua bocca carnosa. Quelle labbra color pesca sembravano morbide. Lui prese fiato come per dire qualcosa, ma fu interrotto.
-NICHOLAS! ANDIAMO!-
La voce di Denise tuonò nelle nostre orecchie ed io sussultai.
-Sarà per la prossima volta- pigolò lui. Si allontanò da me, uscì dalla cucina e salutò i miei. Mi lasciò impalata lì, con la curiosità di sapere cosa avrebbe risposto alla mia domanda. Non sarebbe finita così, il gioco non era concluso.
  
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