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Autore: Dannata93    03/08/2012    1 recensioni
Fan Fiction che segue la trama del film "Io sono Leggenda" e, in parte, anche dal meraviglioso libro di Richard Matheson, e narra gli avvenimenti che si sono svolti in quegli anni da un altro punto di vista.
Samantha Gray è appena maggiorenne quando scopre di avere un cancro e il suo medico le consiglia di sottoporsi alla nuova cura sperimentale della dottoressa Krippin.
La terapia la trasformerà in un mostro e solo grazie all'aiuto del dottor Thomas Wood il suo corpo riuscirà a sconfiggere il virus, ma non completamente...
Personaggi: Nuovi personaggi.
Spero di avervi incuriosito!
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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SAM
Piccola Judy

Una macchina sfrecciava a folle velocità lungo la strada deserta che conduceva alla piccola cittadina di Bethel.
A guidarla era un furioso Jack Parker che, dopo una lunga discussione con la madre, aveva deciso di andare a recuperare quel gruppo di idioti.
Stranamente la rabbia verso Samantha per ciò che aveva fatto a Maria si era spenta, ed ora era incazzato solo con sua madre che ancora provava rancore verso la ragazza che aveva divorato suo marito.
Solo lui le era grato?
Anche se faticava ad ammetterlo era in debito con Gray. Aveva liberato sua madre da quell'uomo violento che ogni giorno la riempiva di lividi e abusava continuamente di lei.
Samantha aveva fatto ciò che lui sognava da tempo: ammazzare quel porco.
Lui aveva sempre finto di non vedere.
Io lo amo. gli aveva sempre ripetuto la madre. E grazie a lui, Judy ha una possibilità di guarire.
Judy.
Jack sentì una famigliare morsa al petto nel ripensare alla sua piccola sorellina di undici anni costretta a letto per una grave forma di cancro ai polmoni.
I medici non le avevano dato speranza e, qualsiasi cura che avrebbe potuto alleviare le sue sofferenze, era fuori dalla loro portata.
Solo Rossio aveva riacceso le loro speranze e, dopo molte "preghiere" sua madre era riuscita a convincerlo a parlare di Judy con la sua datrice di lavoro, la Dottoressa Krippin che, a quel tempo stava facendo passi enormi nella cura di quella malattia mortale.
Miracolosamente, la donna aveva accettato il caso di sua sorella ed era stata immediatamente trasferita nel suo ambulatorio e, da allora Maria aveva iniziato a prendersi meticolosamente cura del suo nuovo e adorato maritino, quasi felice di tutte le botte che riceveva.
Jack, invece era tornato alla sua vita di strada, dato che ormai non aveva nessun motivo per rimanere in quella minuscola casa.
Gli era stato proibito di vedere sua sorella, per motivi di sicurezza, dato che si trattava ancora di una cura sperimentale e poi, la Dottoressa Krippin sosteneva che i suoi pazienti erano più motivati se sapevano che fuori c'era qualcuno ad aspettarli, velocizzando il processo di guarigione.
Tutte cazzate.
Sua sorella era morta ugualmente.
Il suo fisico, già troppo debole, non aveva resistito alla sperimentazione ed era morta dopo tre mesi di degenza all'ambulatorio.
A quel punto, Rossio non gli era più di alcuna utilità, soprattutto in seguito al suo licenziamento, ma prima che potesse fare qualunque mossa era scoppiata l'epidemia e l'ex infermiere gli aveva portati in salvo, grazie al suo nuovo lavoro di bidello che gli aveva consentito di spalancare, per i pochi sopravvissuti, le porte della scuola elementare.
Da allora, gli era praticamente impossibile rimanere da solo con il patrigno e, anche se fosse riuscito a metterlo fuori combattimento, il gruppo lo avrebbe di sicuro punito con l'esilio perché, per quelle persone, Rossio era come un Dio, il loro grande Salvatore, l'Uomo a cui dovevano la vita e Jack preferiva evitare di venire catapultato in un mondo pieno di quei mostri.
Poi era arrivata Samantha insieme al suo misero gruppetto e aveva divorato Rossio, risolvendogli ogni problema.
Era rimasto terrorizzato dalla selvaggia potenza sprigionata da quella ragazza e non aveva esitato due volte a puntargli contro il fucile, nonostante provasse una sincera gratitudine, ma Samantha rimaneva un pericolo per l'intera comunità e nessuno sarebbe riuscito a convincerlo del contrario.
Eppure in quelle settimane trascorse nella prigione aveva cominciato ad avere dei dubbi sulla sua natura, soprattutto quando la osservava giocare con Payton o quando cercava in tutti i modi di attirare le attenzioni del suo dottore da strapazzo; in quei momenti sembrava una ragazza normale.
Aveva visto la sua sofferenza, quando veniva meno l'effetto del vaccino e la sua rassegnazione all'inevitabile ogni volta che il biondo le iniettava una nuova dose.
Solo allora la sua maschera crollava e si mostrava per quello che era realmente, una ragazzina terrorizzata dal futuro e alla disperata ricerca di qualcuno che potesse proteggerla.
Non provava pena per lei, come non l'aveva mai provata per Judy.
Leggere quell'espressione sul volto della gente quando osservava la sua testa priva di capelli e veniva a conoscenza del suo male la faceva solo infuriare.
Lei odiava essere trattata in modo differente da prima.
In questo modo mi ricordano che ho il cancro. diceva semplicemente. Non guarirò di certo con parole sdolcinate e lacrime a non finire.
Oh Judy...
Qualcosa sul bordo della strada attirò il suo sguardo, strappandolo dalle sue riflessioni e impiegò pochi secondi per capire i cosa si trattasse
<< Merda >> sbottò frenando di colpo.

Qualcuno la chiamava.
Una voce maschile... era Tom?
No, lui non aveva una voce così profonda... Ian? No...
Aprì a fatica gli occhi, ritrovandosi davanti un viso sfuocato. Non riusciva a mettere a fuoco, sentiva la testa pesante e un disperato bisogno di dormire.
<< Chi sei? >> voleva chiedere allo straniero, ma le mancavano le forze e, dalla sua bocca uscì soltanto un lieve sussurro.
Sentì le braccia dell'uomo sollevarla apparentemente senza nessuna fatica, ma percepiva chiaramente il suo respiro accelerare, mentre la trasportava in un posto che ignorava.
Che piacevole calore. pensò aggrappandosi fiaccamente al petto dello straniero, sperando con questo suo gesto di non offenderlo.
Da qualche parte, dentro di lei, si accese un campanello d'allarme. Potrebbe essere un nemico! gli urlò una voce, ma non ci badò. In quelle condizioni non avrebbe potuto fare niente, nemmeno se avesse fatto uscire la bestia che era in lei e poi, stava talmente bene tra quelle braccia che non aveva la minima intenzione di muoversi.
Improvvisamente ebbe freddo e capì che l'uomo doveva averla poggiata su qualcosa di morbido, una coperta? Un sedile di una macchina?
Non le importava, voleva solo sentire nuovamente il calore di quel corpo sconosciuto e un profondo senso di solitudine l'avvolse e prima di perdere nuovamente i sensi, sentì chiaramente il motore di una macchina mettersi in moto.

<< Gray! >>
Fu di nuovo la stessa voce a risvegliarla e, nonostante il suo corpo reclamasse riposo, si mise seduta, sforzandosi di riuscire a dare un volto al suo misterioso salvatore.
Sbatté ripetutamente le palpebre e finalmente i contorni del suo viso presero forma e spalancò la bocca stupita nel ritrovarsi davanti a Jack Parker; l'ultima persona al mondo che avrebbe desiderato vedere in quel momento.
La sua faccia prese fuoco nel ricordare come si era stretta a lui quando l'aveva raccolta dalla strada e desiderò con tutta sé stessa scomparire.
<< Era ora >> sbottò Parker lasciandosi cadere pesantemente sul sedile del guidatore. << Te la sei presa comoda >>
Samantha abbassò lo sguardo, cercando di recuperare un po' di contegno. << Dove siamo? >>
<< A Bethel >> rispose il moro, scrutando la piccola cittadina immersa in un lugubre silenzio. << E purtroppo per noi, il sole sta tramontando >>

   
 
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