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Autore: SarcasticColdDade    06/08/2012    1 recensioni
Brian, Matt, Zacky, Jhonny e Amy hanno appena perso il loro migliore amico, e ora si ritrovano a dover affrontare la situazione, cercando di farsi forza tra di loro.
Tutto cambia però quando Brian decide di rimanere da solo, cosa succederà allora? E se tutto cambiasse per sempre?
Genere: Commedia, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Abitavamo tutti quanti ad Huntington Beach, una delle cittadine più tranquille e carine della costa  Californiana.
Tutti noi eravamo nati e cresciuti lì, insieme, da sempre.
Come ogni anno, il nostro quartiere, era allestito per una delle classiche feste annuali, appunto, con giochi, stand culinari e spettacoli di ogni genere.
E, proprio in quel momento, stavamo camminando lungo una delle tante strade allestite : Jimmy era accanto a me, mentre gli altri facevano i cretini tra di loro, come al solito del resto.
Teneva le mani in tasca e un berretto in testa, girato, con la visiera all'indietro.
Ogni tanto ci capitava di scambiarci delle occhiati, ma tutte piuttosto fugaci : mi sorrideva;
quel maledetto sorriso che mi toglieva sempre il fiato.
Camminammo ancora, fino a raggiungere il luna park, uno dei posti più fighi di Huntington Beach, per noi almeno.
- MUOVETEVI LUMACHE! OGGI CE LA POSSIAMO SPASSARE, TANTO E' TUTTO GRATIS! -, sbottò Matt, cominciando a correre a perdifiato.
- E' sempre il solito bambinone, impressionante .. -, dissi, mentre lo guardavo correre insieme agli altri.
- E neanche cambierà, credimi... -, mi sussurrò Jimmy, avvicinandosi al mio orecchio, prendendomi poi la mano, - Andiamo, su -, aggiunse, facendomi segno di seguirlo insieme agli altri, iniziando poi a correre, trascinandomi con lui.
Mi lasciai scappare una risata, mentre correvamo uno accanto all'altro, mano nella mano : amavo stare con lui, semplicemente perché amavo lui, sotto ogni suo aspetto.
Non mi importava dei suoi lati negativi, perché avevo imparato ad apprezzare persino quelli;
quando arrivammo davanti all'entrata del luna park ci ritrovammo a ridere come due idioti, mentre riprendevamo fiato : quei tre, invece, si dirigevano a passo spedito verso la ruota panoramica.
Il mio personale incubo segreto;
- Ruota panoramica, ARRIVIAAAAMO! -, urlò Zack con un braccio puntato verso di essa, a mo di Superman.
-  Hey! Amy, Jimmy, voi non venite?! -, ci chiese Johnny, fermandosi per un momento e voltandosi verso di noi, che avevamo ricominciato a camminare a passo lento.
- Lei soffre di vertigini, nano … -, chiarì subito Jimmy, senza dare il tempo a me di spiccicare parola.
Mi voltai a guardarlo, quasi incredula: nessuno conosceva quella mia paura, nessuno;
ma probabilmente era talmente prevedibile da apparire facilissima da capire.
- Mhh, e tu Jim? -, chiese, invece, Matt.
Si voltò a guardarmi, poco prima di rispondere, lanciandomi uno dei suoi ennesimi sorrisi. - No, resto qui con lei… -, disse, guardandomi per un momento, - Ma voi andate, su…sho! -, aggiunse poi, voltandosi nuovamente verso di loro e gesticolando con le mani.
- Quasi quasi invece restiamo qui, così, tanto per darvi fastidio... -, se ne uscì Brian, con uno dei suoi soliti sorrisetti beffardi.
- Sparite e basta dementi … -, sbottò infine ridendo, circondandomi le spalle con un braccio, incamminandosi verso le transenne.
Scossi la testa, sorridendo, camminando con lui accanto. - Quando si dice che una persona è fine... -, dissi, avvicinandomi di più a lui.
- Che c'è? Gli ho detto solo di sparire, sono stato anche più gentile del solito, no? Sto migliorando... -, mi disse, avvicinandosi e posandomi un bacio sulla fronte.
- Mhh, si, stai migliorando dai -.
- Il tono con cui lo hai detto mi da un qualcosa di sarcastico.. -.
- No, no giuro che non ero sarcastica! -, risposi subito, allontanandomi e alzando le mani.
Sapevo cosa faceva quando gli davo torto su qualcosa : mi torturava, col solletico per di più.
- Non avrai mica paura di me, vero? -, mi chiese, assumendo un'espressione terrificante, sogghignando maleficamente, avvicinandosi sempre di più.
- Sei parecchio inquietante, e sta lontano da me! -, dissi, quasi urlando, continuando ad indietreggiare, finché mi era permesso.
- Non provare a scappare, lo sai che ti prendo! -, mi avvertì, allungando le mani verso di me.
- Non è colpa mia se sei alto un metro e 90.000! -, sbottai ridendo, voltandogli così le spalle, iniziando a correre.
- Hai appena commesso un errore, signorina Pederson! -, urlò, iniziando a ricorrermi.
Mi guardai indietro, senza ribattere, cacciando poi un piccolo grido, vedendo che mi aveva già praticamente raggiunto.
Accelerai il passo, cercando di scampargli in qualunque modo, cambiando direzione più volte.
- Fermati! Sono troppo vicino ormai! -.
- Preferisco di no! -, urlai, ormai quasi a corto di fiato.
Cambia ancora una volta direzione, andando ancora una volta verso le transenne : rallentai, arrivandoci finalmente davanti, - TANA! -, dissi, con il poco fiato con mi rimaneva, aggrappandomi letteralmente.
Pochi attimi dopo arrivò anche lui, ridendo. - Si … certo! Così non vale però! -.
- Non c'erano mica … delle regole! -, risposi, sorridendo angelicamente.
- Tutte scuse, solo perché sapevi che ti avrei preso!  -.
- Certo che mi avresti preso! Ripeto, sei alto... -.
- … un metro e 90.000, si lo so -, disse, come a volersi atteggiare.
- Tiratela poco, Sullivan! -, dissi, facendolo ridere di nuovo, - … e poi, come facevi … a sapere che soffro di vertigini? -, chiesi, con il vapore che mi usciva dalla bocca.
- Ti conosco meglio delle mie tasche, non è una novità -, mi rispose, lanciandomi un'occhiata, sorridendomi.
- Sono così facile da capire? -.
- Sì, sotto alcuni punti di vista sì, per esempio quello di cui hai paura … e poi, andiamo, ci conosciamo da quando facevamo la cacca nel vasino, avrò pur imparato a conoscerti no? -, disse, rimanendo serio per tutto il tempo.
Io, al contrario, scoppiai a ridere immediatamente, senza riuscire a fermarmi.
- Che c'è? Ti fa ridere la parola “cacca”? -, mi chiese, iniziando a ridere a sua volta.
- Si, cioè...mi ha fatto ridere il modo in cui lo hai detto -, risposi, senza smettere di ridere.
- Beh...almeno stai ridendo... -, disse, indicandomi.
Mi calmai, riprendendo fiato, e voltandomi di nuovo a guardarlo, notando che lui lo stava già facendo da un po'.
- Che...che c'è? -, gli chiesi, stringendomi lievemente nelle spalle.
Lui si limitò a scuotere la testa. - E' solo che... -, iniziò, chinando poi il viso, guardando verso terra, - sei...ancora più bella quando ridi... -, aggiunse, ritornando a guardarmi, sorridendomi ancora.
- G-grazie.. -, balbettai imbarazzata, venendo poi scossa inevitabilmente da un brivido, che mi percorse tutto il corpo.
Stupidamente, era Gennaio, e io ero uscita con indosso solamente un giacchettino : mossa molto astuta, direi.
- Hai freddo? -, mi chiese, riavvicinandosi a me.
- Mhh, no … no ma ti pare... -, dissi, sparando la prima cosa che mi era passata per la mente.
- Non sei brava a dire le bugie, e lo sai bene -, mi disse, sfilandosi in un attimo il giacchetto di pelle.
- Dai non serve... -, cercai di dire.
Ma erano parole al vento, per lui almeno: si mise dietro di me, tenendolo saldamente tra le dita e posandomelo poi addosso, circondandomi così la vita con entrambe le braccia, stringendomi a lui.
- Tu non ascolti mai, vero? -.
- No, mai... -, rispose, poggiando poi il mento sulla mia spalla sinistra.
- Immaginavo -, dissi alzando poi il viso verso il cielo stellato che ci sovrastava, in quella fredda serata di Gennaio. 
- Anche io sto diventando prevedibile, ho perso proprio colpi -, disse, sbuffando leggermente.
- Si, lo stai diventando, oppure semplicemente anche io ti conosco... -, dissi, - ...e, per inciso, la prima volta che tu feci la cacca nel vasino, la portasti a far vedere a mia madre, ricordi? -, aggiunsi, voltando appena il viso verso il suo.
- Cosa? Nah, ti sbagli, non ho mai fatto una cosa così! -.
- Si che l'hai fatta, me lo ricordo benissimo! -.
- Ma no, ti dico di no! -.
- E io ti dico che ho le foto! -.
- Io...mhh... -, biascicò, cercando qualcosa con cui ribattere.
- Ho vinto -, dissi, tutta soddisfatta.
- Sappi che finché non mi fai vedere almeno una foto, negherò tutto! -.
- Perfetto, le avrai entro domani, va bene? -.
- Benissimo! -, concordò alla fine.
- Eri piuttosto carino, col vasino in mano, il tuo pigiamino celeste e i tuoi capelli a caschetto... -, dissi, con un tono che faceva trasparire perfettamente che lo stavo prendendo in giro.
- Hai appena detto che ero carino, lo sai? quindi devo presumere che pensi che sono carino anche ora... -, disse, con il suo solito tono da sbruffone sotuttoio.
- Non ho assolutamente detto questo -, ribattei decisa, sentendo alla stresso tempo le guance avvamparmi.
- Però lo hai pensato...e, oh, sei anche rossa -, disse, indicandomi in un primo momento la guancia, posandoci poi un leggero bacio.
- Cos'è? Ora sai anche leggere nel pensiero? -.
Sospirò pesantemente, tornando poi serio. - Si, lo ammetto...ma non saresti dovuta venire a saperlo così, non era ancora il momento! -, disse, sfoggiando un perfetto tono drammatico.
Scoppia a ridere. - Ma la smetti di fare il cretino? -, chiesi, voltando il viso verso il suo, ridendo ancora.
- E' l'unica cosa che mi riesce bene dare dopo suonare la batteria, perché smettere? Poi so benissimo che ami anche così -.
Quelle parole mi lasciarono spiazzata per un po', tanto che parlai solamente dopo qualche secondo, quando trovai il giusto coraggio che mi serviva. - E' vero, ti amo, così come sei -, dissi, posando poi il capo sulla sua spalla, così da poterlo guardare in quegli occhi color del cielo, quegli occhi in cui mi perdevo di continuo, quegli occhi che amavo con tutta me stessa. Vidi che lui, al contrario mio, mi guardava già da un po' e fui costretta a trattenere il respiro quando cominciò ad avvicinarsi sempre di più al mio viso color porcellana: tutto quello che avevo sempre desiderato stava per compiersi e io di certo non mi sarei tirata indietro. Lui era la mia sicurezza, lo era da sempre, dal primo istante in cui avevo capito di essere innamorata di lui. Presi un respiro profondo, socchiudendo gli occhi pochi attimi prima che mi baciasse, finalmente, portandomi ad insinuare una mano tra i suoi capelli, così che potessi stringerlo a me come avrei voluto. 
Continuava a tenere le braccia saldamente intorno alla mia vita, stringendomi anche più di prima e facendomi sentire come se intorno a noi non ci fosse più niente e nessuno, come se il resto non contasse più: ci riusciva ogni volta, anche con un piccolo gesto, riusciva a farmi sentire amata e importante...e protetta, soprattutto protetta, li tra le sue braccia. 
Schiusi le labbra dopo un tempo infinito, guardandolo negli occhi mentre ridevamo. - Era da un bel po' che volevo farlo -, disse.
- Io era da un bel po' che aspettavo, ma devo ammettere che è stato perfetto come immaginavo -, risposi, tornando comodamente appoggiata alla sua spalla, mordendomi per un momento il labbro inferiore, dato che sentivo ancora le farfalle nello stomaco. 
Stava per aggiungere qualcos'altro, lo sapevo, ma i nostri amici ci interruppero, dato che erano appena tornati dal loro giro sulla ruota panoramica. - Hey, piccioncini! -, ci chiamò Matt, imitando perfettamente il suono di qualche bacio a schiocco. 
Ci voltammo entrambi immediatamente ma, al contrario di quello che pensavo, Jimmy non si allontanò anzi, allentò solamente la presa dalla mia vita, così che potesse prendere la mia mano, tornando a stringerla saldamente. - Stiamo insieme, è normale che facciamo i piccioncini -, rispose, lasciandomi senza parole e facendomi anche, inevitabilmente, arrossire.
- Quindi la cosa è ufficiale? -, domandò Brian, comparendo all'improvviso alle spalle di Matt.
- Si -, risposi al posto suo, decidendo di fare a mia volta la mia parte, - E' ufficiale -, ci scambiammo un'altra veloce occhiata, prima di sorriderci e di tornare a goderci quella serata che ormai era diventata la più bella della mia vita, solo grazie a lui. 
 
Tutto sarebbe andato in modo diverso, però...per quanto ci amassimo, non sempre le persone sono destinate a stare insieme.
Avrebbe sempre fatto parte della mia vita, ma le nostre strade si sarebbero separate, nonostante tutto. 
  
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