CAPITOLO 2 –prigionia-

Ero confusa e disorientata, cosa era successo? Dove mi trovavo?

Ero in una stanza d’acciaio, con piccole telecamere disposte in modo da seguire qualunque mio movimento e al centro del pavimento un piccolo canale di scolo, sul soffitto un tubo con piccoli fori.

Dopo aver dato una veloce occhiata al luogo in cui mi trovavo mi concentrai sulle mie condizioni: la testa  era pesante ed i movimenti difficili, dovevano aver utilizzato un sedativo molto pesante perche` mi facesse questo effetto.

Tentai di alzarmi, ma delle fitte lancinanti mi pervasero il corpo, le ossa delle sei  zampe erano rotte in piu` punti, probabilmente per impedirmi di scappare

Non volevano lasciare nulla al caso.

Passai le ore seguenti  accucciata contro al muro cullata dal dolore agli arti, lasciavo che la mente vagasse, ormai non c’era piu` nulla che potessi fare.

 Davanti a me si trovava il mio branco, la felicita` nell’aria era palpabile, Ichru aveva catturato una grossa preda ed ora tutti attendevamo il nostro turno per mangiare. Era l’animale piu` grande che avessi mai visto, ed uno dei nostri lo aveva ucciso da solo! Per questo avvenimento gli altri branchi ci avrebbero  dovuto portare rispetto per molto tempo e in piu` non avrebbero piu` osato invadere il nostro territorio di caccia.

 Vidi mia madre avvicinarsi con quello che doveva essere parte dello stinco dello Knaar. I miei fratelli ed io ci avventammo sulla carne fresca, eravamo ancora abituati al latte materno, il sapore era davvero cattivo! Tuttavia dovevo mangiare quella carne, era l’orgoglio del mio branco e rifiutarla sarebbe stato come rifiutare il mio futuro ruolo di cacciatrice.

Le catene che mi tenevano bloccata erano pesanti e non mi consentivano molti movimenti, i sedativi erano pesanti e mi offuscavano la mente.

La verita` era che dovevo tornare al presente, ero in trappola. Quegli stupidi erano riusciti a catturarmi, ero sta un’illusa a pensare di poter scappare per sempre, di poter vendicare coloro che non c’erano piu`. Dovevo accettare la verita`, io non ero altro che un’ombra, un fago ricordo di cio` che eravamo stati, l’ultima sopravvissuta. Ed era questo il mio ruolo, far in modo che il ricordo della mia razza restasse vivo in ogni essere vivente, far in modo che non cadessimo nell’oblio.

Ma ormai era tutto inutile, loro avevano vinto mentre io avevo perso. Semplice.

Chissa` cosa ne sarebbe stato di me, probabilmente mi avrebbero utilizzata come cavia da laboratorio. Che facciano di me cio` che desiderano, ormai ero stata sconfitta e gli appartenevo. Questa era la legge.

A volte mi addormentavano con del gas e mi svegliavo ore dopo con lembi di pelle mancanti o sostanze inserite sotto la cute, o qualche artiglio mancante. Tutto sommato non mi creavano neanche tanti disagi, era lo stare sola e lasciare che i ricordi prendessero il sopravvento che mi distruggeva.

Ormai le zampe erano quasi del tutto guarite, doveva essere passato poco piu` di un mese.

Ero intenta a leccarmi accuratamente l’artiglio che stava piano piano ricrescendo quando sentii un tonfo provenire dalla parete di fronte a me.

La parete di acciaio si stava spostando da un lato lasciando al  suo posto una spessa lastra di vetro.  Dall’altro lato uomini in camice bianco che sorridevano e parlavano tra loro, a volte indicandomi, e poi tanti soldati con i fucili puntati.

Improvvisamente la situazione era cambiata, non mi stordivano piu` con il gas, cosi` come non testavano piu` sostanze chimiche su di me, mi osservavano soltanto.

Un giorno eccolo davanti a me, separati solo dal vetro, il soldato che avevo mutilato, colui che aveva causato la mia cattura.

Stava tremando mentre gli altri orgogliosi lo tranquillizzavano e gli dicevano che non sarei mai potuta scappare, che la gabbia era stata studiata appositamente per me e che avevano considerato ogni possibilita`.

Il soldato resto` fermo davanti a me per alcuni minuti piangendo e tremando, poi inizio` a parlare con la voce tremante.

-Mia moglie tre settimane fa` ha partorito il nostro secondo bambino, Matt, e per colpa tua non ho potuto tenere in braccio mio figlio… non ho potuto tenere la mano a mano a mia moglie mentre  partoriva…  Non ho potuto…

Stava singhiozzando.

-STUPIDO ANIMALE! PERCHE` SOLO IO?!? PERCHE` SONO L’UNICO SOPRAVVISSUTO?!? PERCHE` TI SEI ACCONTENTATO DI STAPPARMI LE BRACCIA?!?-

- In modo che tu non possa mai piu`  sparare e fare del male agli altri.-

Mi guardarono stupefatti ed impauriti, finalmente capivano che ero intelligente, pensavo, capivo ed ogni mia azione era stata programmata.

Il soldato tento` di scappare ma gli uomini con i mitra lo bloccarono e me lo riportarono davanti e poi gli sussurrarono qualcosa all’orecchio.

-P-perche` ci uccidi sempre?-

-Vendetta. Perche` uccidi le persone?-

-Io non uccido le persone, proteggo il mio paese-

-Da cosa? Il tuo paese e` molto lontano da dove combattete le guerre-

-Loro potrebbero arrivare e fare attacchi terroristici-

Mi stavo divertendo molto a prendere in giro quel soldato, quando all’improvviso un ruggito sovrasto` ogni altro rumore, non potevo crederci, era della mia specie.

-----------------ANGOLO DELL’AUTRICE-----------------------------------------------------

Imperdonabile! Il mio ritardo ad aggiornare e` imperdonabile!!! Scusateeeeee!!!

Piaciuto il capitolo??? Commentate assolutamente e ditemi cosa ne pensate!!! Devo assolutamente ringraziare LailaOsquin e la mia super adorata Lerine a cui voglio tantissimo bene!!!

Un bacione, babykaix813