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Autore: Mikky    10/08/2012    1 recensioni
Siamo in orbita sulla Terra, ma non riusciamo a passare. Forse meglio fare retromarcia e…No, non si può! Fantastico! Siamo bloccati in una barriera di contenimento, o qualcosa del genere. È composta da due barriere, che fanno da intercapedine…E’ magnifico! Per muoverci dobbiamo passare una specie di controllo, probabilmente…
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Doctor - 10, Donna Noble, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tutta sua padre


“Geniale!” un urletto deliziato superò il rumore del motore che riempiva l’aria, seguito poi da un piccolo suono acuto “Oh, è vero devo muovermi”.


Hope si svegliò e si stiracchiò. Era tanto che non prendeva sonno sulla poltrona, da quando aveva lavorato per la nave di Sua Eccellenza il Governatore della Stella di Sirius, due mesi fa. Be’, non era esattamente passato così tanto tempo.
“Hope!” urlò Donna.
“Ti sei persa ancora?” chiese, mentre si alzava e sistemava i vari progetti delle macchine che producevano gli scudi.
“No! So perfettamente dove sono…Non è che per caso hai visto il Dottore?”.
“Non è sul T.A.R.D.I.S.?” domandò la ragazza. Mancavano due fogli, quelli su cui erano riportate le modifiche fatte durante l’ultima riparazione.
La rossa apparve davanti a lei con le mani sui fianchi “Pensi che se fosse lì dentro ti avrei chiesto se l’hai visto?”.
Hope, però, non rispose. Stava spostando e controllando ogni foglio che era intorno lei. Sembrava preoccupata, arrabbiata, fuori di sé, quasi.
“Hai visto dei progetti in giro?”.
“Hope, il Dottore non si trova e tu pensi a dei progetti?” chiese furiosa Donna “Se imparassi a mettere in ordine forse non perderesti le cose”.
“Non c’entra l’ordine, Donna!” sbottò la ragazzina “Se sparisce qualcosa e nello stesso momento anche il Dottore vuol dire che siamo messi male. Molto male!”.
“Come, scusa?”.
“Se il Dottore ha rubato i miei progetti vuol dire che ha in mente qualcosa”.
“Non è detto, potresti averli persi, prova a ricontrollare. Forse sono nascosti …”.
La ragazza scosse la testa, facendo danzare quella chioma vermiglia, sempre ribelle, come lei.
“Sono sicura, non ci sono”.
Le due donne rimasero a guardarsi, una che cercava di capire, l’altra che voleva assolutamente capire che cosa stava succedendo. Nessun biglietto, nessuna spiegazione, cosa gli era saltato in mente a quel idiota di un Signore del Tempo?
Il tempo passava e nessuna delle due dava segno di muoversi. A rompere quella situazione di stallo fu la ragazzina, alzandosi. Si diresse al T.A.R.D.I.S. e alla console che studiò attentamente, come se dentro ci fosse la risposta.
Schiacciò alcuni pulsanti, ma le risposte non c’erano. Si sedette sulla poltrona che di solito usava il Dottore e accavallò le gambe e incrociò le braccia. Avrebbe voluto sapere quello che succedeva a casa sua e nella testa del suo padre adottivo. Non meritava di sapere?< br> No, lei rimaneva la sua piccola e non doveva essere in pericolo, per fare ciò doveva rimanere all’oscuro di tutto. Ma quanto si sbagliava! Lei era un genio, glielo aveva detto nemmeno due giorni prima, e avrebbe capito qual’era il suo piano.
Si rialzò e cominciò a cercare, nella memoria del computer centrale, le ultime cose fatte dal Dottore all’interno della sua amata cabina blu. Aveva cancellato la cronologia, questo voleva dire che voleva nascondere qualcosa, no?
Così andò a recuperare i dati, li cercò in ogni angolo della memoria del T.A.R.D.I.S, perché non veniva mai cancellato niente, avrebbe potuto andare a cercare le rotte di trecento anni fa, le avrebbe trovato senza problemi. Ma riguardo la sera prima non rivelava niente.
“Ti prego, non tradirmi” mormorò rivolta al computer.
Il computer rispose alle sue preghiere mostrando una serie di chiamate fatte giusto poche ore prima.
Dalek, Sontaran, Cyberman…perché li aveva contatati?
“Hope…” Donna apparve alla porta “C’è una luce rossa sullo schermo in salotto”.
La ragazza corse e andò a vedere. Lo schermo segnalava una grandissima quantità di navicelle delle centinaia specie aliene chiamate dal Dottore.
“No! Non puoi…”sussurrò sconvolta.
“Che cosa sta succedendo?” domandò la compagna di viaggio del Dottore.
“Il Dottore non lo farebbe mai! Sa che cosa significa la guerra, non può voler…” Hope andò nella sua stanza “Però avrebbe ragione! Come puoi sconfiggere un popolo guerriero se non combattendo”.
“Che cosa significa?”.
“Oh, semplice, cara Donna Noble! Se vuoi mandare via un popolo devi dargli qualcosa che li porti lontani” e la giovane riapparve.
Si era cambiata, indossava i jeans che vestiva la prima volta che l’aveva vista e una felpa larghissima.
“E cosa sarebbe quello che vogliono i Zxrkiani?”.
“Semplice!” rispose prontamente Hope “La guerra!”.
“Sono navi da guerra?” chiese spaventata Donna indicando lo schermo “Mi stai dicendo che a pochi metri da noi ci sono delle navicelle piene di gente che vuole combattere?”.
“Primo, non si parla di metri nello spazio, bensì di anni luce. Secondo, le navi sono piene dei più grandi guerrieri dell’intero Universo. Terzo, quelle navi sono intorno a noi. Siamo circondati”.
Lo disse con una tale leggerezza che pensò di essere davanti al Dottore.
Gli occhi castani, così simili a quelli del suo amico, erano incollati ai monitor, entusiasta come se avesse appena ricevuto il regalo più bello della sua vita, ma stava anche studiando. Gli occhi rimbalzavano da un parte all’altro del monitor.
Donna sorrise. Anche se il Dottore non gli avesse detto che quella era sua figlia lo avrebbe capito da sola. Erano così simili, sembravano la coppia dell’altro.
In quel momento cominciò a suonare un allarme.
“Che cos’è questo rumore?” chiese Donna.
“Un allarme” rispose lei, sistemandosi la giacca.
“No, ma non mi dire!” sbottò la rossa “Che cosa significa?”.
“Significa che il Ministro mi vuole parlare” la ragazza si sedette su una sedia girevole e schiacciò un pulsante sulla console del computer.
Sullo schermo apparve il volto dell’uomo, che sembrava veramente arrabbiato.
“Signorina Hope, che cosa significa tutto questo?” chiese burbero il Ministro.
“Questo? Non so di che cosa stia parlando!”.
Il volto dell’uomo si rimpicciolì, occupando un quarto dello schermo, che ora era occupato da foto delle navette spaziali che avevano visto poco prima.
“Sono arrivate questa mattina, sono tutte razza piuttosto violente…”.
“Lo vedo! Ci sono proprio tutti i guerrieri dell’Universo” rispose fingendo di studiare le immagini.
“Esattamente!” il Ministro si stava alterando “E io sono senza scudi! Non c’è nessuna difesa sul nostro pianeta!”.
Hope arriciò le labbra “Uno. La Terra non è il vostro pianeta. Due. Gli scudi ci sono. Li ho controllati due giorni fa e non c’era nessun cenno di cedimento!”.
“Eppure lo scudo tra i sensori 1E e 9C è debole, un colpo e si rompe”.
“Farò tutto quello che posso, signore. Adesso vado a vedere i motori e….”.
La faccia del Ministro occupò il computer “Prima che vada vorrei ricordarle che c’è un accordo tra di noi”.
“Certo, che me lo ricordo” rispose Hope alzandosi e sistemando intorno alla vita la cintura degli attrezzi “Ma i miracoli non li so ancora fare, quindi tenga pronte una flotta, nel caso non riesca a sistemare tutto”.
“Certamente, ma se gli scudi non saranno sistemati avrà la punizione che lei sa…”.
Hope schiacciò nuovamente il pulsante, facendo terminare la conversazione. Aveva il respiro pesante, come se avesse corso per chilometri…No, sarebbe stato più facile, che tenere a freno le mille emozioni che aveva in corpo!
Doveva riflettere, con calma….
“Devo andare dal Dottore” disse sottovoce.
“Ma non sappiamo dov’è!” le ricordò Donna.
“Sì, invece, ce l’ha detto quel idiota del Ministro e poi l’unico modo per andarsene da qui è il teletrasporto, quindi basterà cercare le ultime coordinate inserite”.
“Ok, andiamo! Lasciami prendere la giacca…” Donna si avviò verso il T.A.R.D.I.S., ma Hope le bloccò la strada.
“No, mi dispiace tu non vieni!”.
“Perché?” domandò la rossa indispettita.
“Devo parlargli da sola ed è troppo pericoloso, e poi mi serve qualcuno che controlli la situazione”.
Dopo una veloce lezione sul funzionamento del computer a Donna, Hope andò al teletrasporto. Ora iniziava la parte più difficile: convincere il Dottore a non portare a termine il suo piano!
Era più facile convincere un Vashta Nerada a diventare vegetariano!



Continua


Angolino tutto mio
Ringrazio nuovamente MARS88 per aver nuovamente commentato, grazie millissime!!!
Ringrazio anche Elisabet J Hansen per aver recensito e aver messo questa storia tra le seguite.
Ringrazio Doctor Smith per aver inserito questa storia nelle seguite.
Ringrazio anche Reinette per averla inserita tra le seguite e le preferite.
Grazie mille!!!! Spero che questo capitolo vi piaccia come i precedenti!! Un bacione!!!
  
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