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Autore: JulieKarbon    12/08/2012    1 recensioni
Julie Coal e il suo assistente Carl Phelps sono sempre alla ricerca di qualche nuovo caso da risolvere. A volte si intromettono nei casi dell'Ispettrice Pumpkinro, a volte sono i casi a trovare loro. Il prologo serve solo ad introdurre questa serie di personaggi strambi e un pò bizzarri, perciò può apparire banale. Ma non temete! Con l'andare della storia tutto si renderà molto più... intrigante.
Buona lettura!
Genere: Commedia, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Giorno 17 Ottobre. Ore 17.30. Un pomeriggio normale come tutti gli altri nell'ufficio dei detective Coal e Phelps. Troppo normale, e molto noioso. Così la pensavano i due detective, stesi nelle loro poltrone, in attesa che un caso gli cadesse dal cielo.

 

- Cavolo, Carl non abbiamo un caso con cui sgranchirci un pò da troppo tempo.

- Eh già, Doc, da quando abbiamo risolto quel caso dei bambini rapiti, non abbiamo più avuto un caso decente – disse Carl sospirando amareggiato - non possiamo far altro che aspettare la manna dal cielo.

Julie non poté fare altro che annuire e sospirare assieme al suo collega. SI alzò dalla poltrona e si avvicinò alla finestra, guardando la strada sottostante.
In quel preciso momento vide qualcuno dirigersi a gran velocità verso l'entrata del loro ufficio.

 

- Ehi... ma quello non è... Carl, stai in guardia... stiamo per avere visite... forse non del tutto gradite. - disse Julie non staccando gli occhi dalla finestra.

- Mhm? Di cosa parla Doc? *- disse Carl alzandosi dalla poltrona.

- C'è un tipo che si sta avvicinando al nostro studio. Però non è da solo. Ti ricorda nulla il nome Ludwig Maxwell?

- E' quel furfantello da quattro soldi che abbiamo catturato più volte per scippi e rapine.....

- Indovinato. Ora sta venendo qui da noi per chissà quale motivo... e non è da solo. Quindi ciò mi fa presupporre che dobbiamo stare all'erta.

Finita la frase, la porta dello studio si aprì per una spallata di Ludwig, il quale trasportava una ragazza dai capelli rossi, col volto ricoperto di lentiggini. Portava una camicetta e un foulard legato al collo a fiocco, e un paio di pantaloni a zampa d'elefante. Ludwig invece era trasandato come al solito: con la sua solita giacca sgualcita color verde marcio, una maglietta consumata sotto e dei pantaloni a righe rattoppati. Quest'ultimo alzò lo sguardo e rimase non poco perplesso alla visione dei due detective.


- Ehm... mi sa che questo non è l'ospedale vero?

- Chi è quella ragazza Ludwig? - chiese Carl rimanendo serio e composto.

- L'ho... l'ho trovata svenuta in mezza alla strada. - balbettò Ludwig.

-Si, a chi vuoi darla a bere? L'avrai stesa tu con un bel colpo alla testa! - disse Julie con tono di rimprovero.

- Dico sul serio! Pensavo di lasciarla davanti al pronto soccorso e poi filarmela! Ma proprio qui dovevo capitare? - disse tremante Ludwig.

La ragazza non accennava a muoversi, ma si vedeva che respirava, sebbene molto a fatica. Forse aveva avuto una crisi respiratoria. Fatto sta che di Ludwig c'era ben poco da fidarsi.

 

- Lasciate fare a me Doc, la porterò io all'ospedale, intanto lei interroghi Ludwig – disse Carl prendendo la ragazza in spalla pronto per dirigersi al pronto soccorso.

- Se si sveglia, cerca di farle delle domande! Quanto a noi due... -disse Julie afferrando il suo fidato tirapugni - stai pur certo che di qua tu non esci fino a quando non mi avrai vuotato il sacco.

- Ma porca trota! - Ludwig cercò di filarsela gettando di lato Julie ma quest'ultima,con prontezza di riflessi, riuscì ad acchiapparlo dalle gambe e a tenerlo ben saldo tra le mani - E CHE CAVOLO!

Nel frattempo, Carl si diresse con la ragazza verso il pronto soccorso. La ragazza continuava a respirare a fatica e il suo respiro si faceva sempre più lieve e debole. In pochi minuti, i due raggiunsero l'entrata del pronto soccorso e Carl cominciò a gridare verso gli infermieri:

 

- Dottori! Per favore aiutate questa ragazza! Ha una crisi respiratoria!

Prontamente alcuni dei paramedici presenti cominciarono ad esaminare la ragazza. Uno le mise la flebo, un altro le mise una mascherina per aiutarla a respirare. Carl assisteva alla scena con volto preoccupato e teso.

- Se la caverà? - chiese
- Tranquillo ragazzo. E' tutto a posto, si dovrebbe riprendere a breve. Fortuna che l'hai portata subito qui! Se l'avessi portata un po' più tardi, forse non ce l'avrebbe fatta.

- Meno male!

I medici trasportarono la ragazza in una camera dell'ospedale e Carl vi attese dentro, aspettando che la ragazza riprendesse conoscenza.
Passarono le ore. Carl si era addormentato ai piedi del letto della ragazza. Quest'ultima cominciò ad aprire gli occhi e a mugugnare qualcosa. Carl a quel suono, si svegliò e rivolse lo sguardo verso la ragazza, ancora mezza addormentata.

- Ehi stai bene? Come ti senti?

La ragazza aprì finalmente gli occhi e guardò con aria perplessa verso Carl.

 

- Oh, ciao. Chi sei? E dov' è quel ragazzo che mi ha salvata? E' tutto così confuso... - rispose la ragazza massaggiandosi le tempie.

Sentendo delle voci dalla camera, un paramedico entrò e vedendo la ragazza sveglia si rasserenò.

 

- Oh, si è risvegliata signorina! La dottoressa Plum la esaminerà subito. Ragazzo, se vuoi, puoi rimanere qui.
- La ringrazio.

In quell'istante fece la sua entrata la suddetta dottoressa. Si avvicinò al letto e si chinò sulla ragazza, osservandola.

 

- Beh, che succede qua? Qual'è il problema? Io sono la dottoressa Zelia Plum, primario di questo reparto! Che è successo a questa giovane, ragazzo?

- Uh, dottoressa! La ragazza non si è sentita molto bene. L'abbiamo trovata svenuta per strada e non sappiamo che le sia successo.

- Con calma ragazzo. Prima di tutto dobbiamo capire chi è la ragazza e dove abita. Oltretutto si è appena ripresa, non possiamo tempestarla di domande!

La dottoressa si avvicinò al letto e osservò la ragazza, sbarrando gli occhi appena la riconobbe.

- ILARY! Tesoro di zia! Che ti è successo?!

- Z-zia Zelia? - sussurrò la ragazza con un filo di voce, strizzando gli occhi. Aveva ancora un po' la vista offuscata.
- La conosce? - chiese perplesso Carl.
- E LO CHIEDI? Sono sua zia! Tesoro allora? Che è successo? Oh, appena lo verrà a sapere Arnold! Chi è stato?!
- Ehm, mi scusi dottoressa... ma non aveva appena detto che non era il caso di tempestarla di domande? - chiese Carl con un tono ironico.

La dottoressa guardò imbarazzata verso la nipote, poi verso Carl. Tossì nervosa e si sistemò il camice.

- V-vi prego di scusare la mia poca professionalità. E' che chiunque avrebbe reagito in questo modo vedendo la propria nipotina in un letto d'ospedale!
- Giusto.
- Non ti preoccupare zia. Posso benissimo parlare. Anche se con un po' di fatica.
- Oh cielo, no! Devi riposare! E sarà anche il caso che avvertiamo i tuoi genitori!
- Se mi posso permettere, dottoressa Plum. Potrei andarci io. Lei potrà rimanere qui a visitare sua nipote. Mi serve solo l'indirizzo di residenza della signorina Ilary.

La dottoressa storse il naso. Il che era comprensibile dato che non poteva dare tali informazioni a un perfetto sconosciuto, pensò Carl. Ilary notò la smorfia della zia e cercò di rasserenarla, poggiandole una mano sul braccio.

- Non ti preoccupare zietta. Ha tutta l'aria di essere un gran bravo ragazzo!
- E lo sono! Perdonatemi, non mi sono ancora presentato! Sono Carl Phelps, detective privato! - disse Carl, tirando fuori dal taschino un biglietto da visita che consegnò nelle mani della dottoressa Plum.

Sia che la dottoressa Zelia che Ilary rimasero non poco sorpresi da chi si trovavano davanti. Ilary fece per parlare, ma venne interrotta dalla zia.

- Oh! Beh, non potevo di certo immaginare di trovarmi di fronte il collega della signorina Tyler! Questo cambia tutto...
- Uhm, quindi... il recapito? - continuò Carl, un po' impaziente.

- Uh, ma certo. Il recapito è il seguente... - disse la dottoressa Plum, cominciando a scrivere l'indirizzo su un pezzo di carta.

Carl prese il bigliettino e lo lesse, rimanendo di stucco non appena arrivò a leggere l'ultima riga.

Forly Street, 35.
Maniero Felinski


- F-Forly Street? Maniero Felinski?! - chiese sorpreso.

- Oh, posso capire il suo stupore. Un quartiere non poco di lusso, eh? E' conosciuto per essere uno dei quartieri più ricchi della città! - continuò la dottoressa Plum.

- Quindi lei sarebbe Ilary Felinski! APPARTENENTE A QUELLA FAMIGLIA FELINSKI? I proprietari del famoso Maniero Felinski?!

- Ehm, si? Perché tutta questa agitaz- - la ragazza venne interrotta poco prima di finire la frase.

- Che pasticcio... Meglio avvisare il Doc. Tornerò appena posso! - disse Carl, uscendo frettolosamente dalla camera, lasciando le due a bocca aperta. Uscito dall'ospedale, Carl si diresse di corsa verso l'ufficio investigativo.
Nel frattempo, nel suddetto ufficio, Julie era ancora impegnata ad “interrogare” il povero Ludwig.

 

- Ti devo ancora tempestare di domande in modo gentile o vuoi che passi alle maniere forti? Finora mi hai solo detto che hai trovato la ragazza nel bel mezzo di Forly Street... nonchè il quartiere più ricco di tutta la città... che ci facevi là, eh? Volevi fare un altro dei tuoi colpi in una delle case di quel quartiere? - disse Julie sbattendo i pugni gli uni verso gli altri, visibilmente irritata.

- Te l'ho già detto! Facevo un'innocente passeggiata! Mi sono ritrovato la ragazza che tossiva e ansimava pesantemente di fronte e così sono corso in città per portarla al pronto soccorso! Nulla di più!

- Si, come no.

In quel momento, la porta si spalancò. Carl entrò in fretta e furia, ansimando pesantemente.


- Uff... L-Ludwig... è innocente! Uff... la stava davvero salvando... e sembra che la ragazza in questione sia Miss Felinski!

- Miss Felinski! La figlia di Harold Felinski?

- Ma di chi diavolo state parlando?! - intervenne Ludwig, stizzito.

- Sta zitto tu. - disse Julie lanciando un'occhiataccia verso di lui - Quindi l'ha tratta in salvo per davvero. Mhm. - Julie si fermò a riflettere per qualche attimo; poi aggiunse - Dovremo andare a visitare i suoi genitori e avvertirli di tutto ciò che è accaduto. Carl, preparati, direzione Forly Street! Mentre tu, Maxwell. TU verrai con noi. Non sono ancora del tutto convinta su questa faccenda perciò non fare brutti scherzi e seguici.

- E PERCHE' DOVREI?!

- Decidi tu. O noi, o la polizia.

- ACC... E VA BENE! DANNATA RICATTATRICE!

 

Detto questo, i tre si incamminarono verso Forly Street, in direzione della casa di Miss Felinski. Il tragitto era breve, e così lungo il percorso, Julie e Carl poterono godere del bel paesaggio circostante la radura di Forly Street. Infatti il quartiere in questione era uno dei più ben curati esteticamente, pieno di aiuole e alberi che decoravano ambedue i lati della strada. Ovviamente, il maniero Felinski era la prima cosa che saltava all'occhio, in tutta la sua grandezza e lussuosità.
 

- Ecco, è laggiù che dobbiamo dirigerci Doc – indicò Carl - forse lì avremo delle risposte.

- Già. In effetti, i genitori di Miss Felinski saranno in pensiero per lei.

Continuando a camminare, e arrivati a pochi passi dall'entrata del maniero, Julie tese una mano di fronte ai due ragazzi, fermandoli.

 

- Fermati Carl. La porta d'ingresso del maniero è spalancata. Non muoverti di qua e tieni d'occhio il furbastro. Io vado avanti.- disse Julie, incamminandosi verso la porta principale del maniero, lasciando i due dietro di sé.
- D'accordo, Doc! E tu, niente scherzi! - disse Carl rivolgendo lo sguardo verso Ludwig, il quale, sembrava non poco turbato. Se voleva nasconderlo, lo stava facendo veramente male. - Cos' è? Paura?

- I-IO!? P-P-PER NULLA! - balbettò Ludwig.


Nel frattempo, all'interno del maniero, Julie cominciava ad esaminarsi intorno. A quanto pare all'interno della casa non vi era alcuna traccia dei signori Felinski o di chiunque altro.
 

- Signori Felinski? C'è nessuno? Sono il detective Coal! - Julie non ricevette alcuna risposta all'ennesima chiamata – Strano che non ci sia nessuno. Eppure la porta era aperta...

Continuando ad andare in avanscoperta, Julie aprì la porta di una delle tante camere che si collegavano con il salone centrale. Sembrava essere uno studio; forse era quello personale del signor Felinski. Julie strizzò gli occhi e si guardò attorno. Aveva intravisto quella che sembrava una scarpa dietro l'enorme scrittoio in fondo allo studio. Passò dietro il tavolo e rimase pietrificata. A terra giaceva, apparentemente privo di vita, il signor Felinski. Subito accanto, dietro la tenda, vi era anche la consorte, anche lei apparentemente priva di vita. Invano tentò Julie di scuoterli, cercando di svegliarli, ma questi non reagirono minimamente ai suoi scossoni.

- Signor Felinski! Signora Felinski! Si svegli! s-si *COFF COFF* s-svegli! *COFF COFF* - improvvisamente Julie sentì mancarsi l'aria e cominciò a tossire ininterrottamente - c-cosa s-succede...

 

Julie rantolò verso l'uscita dello studio, tentando di raggiungere il salone, ma man mano che avanzava, la vista le si annebbiava, tutto cominciò a ronzarle intorno e ad un tratto cadde a terra con un enorme tonfo. Con un ultimo sforzo tentò di rimettersi in piedi ma l'unica cosa che riuscì a fare, fu tirarsi addosso una tovaglia con tanto di vaso; il vaso cadendo a terra provocò un enorme fracasso, il quale attirò l'attenzione di Carl, ancora fuori con Ludwig.


- Cos' era? Presto, muoviti! - Carl trascinò dentro Ludwig tirandolo con forza e appena entrò vide Julie a terra, priva di sensi – DOC! COS'HA? STA BENE?

Carl si chinò sulla collega scuotendola, tentandola di svegliare come lei aveva tentato di fare con i coniugi Felinski, ma sempre senza successo.
- Maledizione Doc, si svegli! Avanti! COFF COFF Avan-COFF! Cosa COFF succede? - Carl cominciò a tossire a più non posso, seguito a ruota da Ludwig, il quale svenne poco prima dello stesso Carl, accasciandosi al suolo.

- M-ma... che... COFF... cosa... - sussurrò Carl, prima di perdere conoscenza anche lui. Poi il silenzio più totale.

 

Passarono delle ore prima che i due detective si potessero risvegliare. Erano sdraiati su delle brandine d'ospedale, accanto a loro vi erano i signori Felinski, attaccati a delle macchine per la respirazione artificiale e con flebo ovunque. Purtroppo di Ludwig non vi era alcuna traccia. Se la doveva essere data a gambe mentre erano svenuti.

-Ahhhh, la testaaaa... - si lamentò Julie, massaggiandosi la nuca. - Oi, Carl. Stai bene?
- Non sono il ritratto della salute, ma si. Sto bene. - mugugnò lui
- A quanto pare quel furfante di Ludwig se l'è data a gambe, accidentaccio. - continuò Julie – Mi chiedo che cosa ci abbia fatto perdere i sensi... e soprattutto cosa abbia ridotto in quello stato pietoso i due coniugi Felinski.

Prima di poter continuare la conversazione, due figure si avvicinarono a Julie e Carl. Indossavano delle divise da poliziotti e uno di loro faceva roteare un manganello in modo giocoso, mentre l'altro sorrideva guardando verso i due a letto.

 

- Ehi voi! Come vi sentite? - chiese uno dei due molto cordialmente.

- E voi due chi siete? - chiese Carl, perplesso e ancora un po' frastornato.

- Siamo due agenti della scientifica... la signorina Pumpkinro ci ha chiesto di occuparci di voi.
- Oh. Splendido. - disse Julie con una punta d'amarezza.
- Oh, si tranquillizzi. Siamo qui per collaborare, non per altro! - continuò uno dei due poliziotti.
- E visto che dovremo collaborare assieme, credo siano d'obbligo le presentazioni... Io sono l'agente Kyle!
- Mentre io sono l'agente Hyde! E saremo ben disposti ad aiutarvi in qualunque cosa vogliate!
- Ook... Quindi suppongo siate stati voi a trovarci e a portarci qui... - chiese Carl, massaggiandosi la testa dolorante.

- Eeeesatto! - disse gioiosamente uno dei due - Durante una nostra ronda abbiamo trovato la porta del maniero di casa Felinski spalancata e il nostro sensore capta-gas ha rilevato un'enorme concentrazione di monossido di carbonio provenire dalla suddetta residenza...

- Monossido di carbonio! - esclamò Carl, sorpreso.

- Già... Inodore e invisibile a occhio umano, può essere fatale se inalato in grandi dosi. Per fortuna voi ve la siete cavata!

- I signori Felinski purtroppo invece sono in coma. Ne hanno respirato troppo.

- E' terribile! E ora come farà la signorina Felinski?! - chiese Carl preoccupato, mettendosi a sedere – Piuttosto, avete scoperto qualcosa riguardante chi abbia tentato di ucciderli?
- Nulla al momento. Ci spiace ragazzo. - disse l'agente Kyle, grattandosi la testa con fare perplesso.
- E Ludwig? - continuò Julie – che fine ha fatto quel farabutto?
- Ludwig? - chiese Hyde.
- Massì! Ludwig Maxwell! - disse Julie visibilmente nervosa – Era con noi quando ci avete trovato svenuti al maniero! Doveva per forza esserci!
- Ehm... - Hyde si grattò la testa imbarazzato – veramente abbiamo trovato solo voi 2 e i signori Felinski. Non c'era traccia di questo Ludwig...
- MA PORC- ! SE L'E' SVIGNATA! - disse Julie, sbattendo un pugno sulla brandina.

In quel momento, la dottoressa Plum entrò nella stanza, con viso non poco preoccupato. Stavolta però non era da sola. Era accompagnata da un uomo alto, dall'aspetto galante ma sguardo duro e impassibile.


- Ragazzi miei. Se può consolarvi, i signori Felinski si riprenderanno. Ci vorrà un pò di tempo temo, ma danno già segni di ripresa.
- E' un sollievo saperlo non trovate? - intervenne per la prima volta l'uomo appena arrivato. - E' tipico di Harold. Ha la pellaccia dura! Non sarà una sniffata di monossido di carbonio a farlo crepare! - continuò il tizio, ridendo.

- Mi scusi per l'indiscrezione – disse Carl, stizzito per il comportamento del tipo appena arrivato – ma lei è?
- Arnold Felinski, che domande! Proprietario della So.Pro.S.S., la Società di Produzione di Supporti Scientifici Felinski, nonché fratello del qui presente capostipite, Harold Felinski!
- Nonché mio marito. - concluse la dottoressa Plum.
- Oh, capisco... - continuò Julie. - E la vedo piuttosto giulivo nonostante le condizioni di salute di suo fratello, sua cognata...
- ...nonché della sua giovane nipotina. – finì Carl, con punta critica.

- Non sono felice. - continuò il signor Arnold, guardando male verso Julie e Carl - Sono preoccupato quanto chiunque altro in questa stanza per la condizione dei miei cari. Sono semplicemente ottimista. I membri della famiglia Felinski non tireranno le cuoia per quella stupida sostanza chimica gassosa!

Julie e Carl si scambiarono un'occhiata. Il signor Arnold stava solo cercando di affrontare la situazione in maniera positiva, cercando di celare le sue vere emozioni. Al momento però, la priorità era tutt'altra che rimanere su una brandina d'ospedale a fare i malati. Dovevano scoprire che cosa era realmente successo in quella casa e cosa aveva procurato quella fuga di gas letale. Julie si rivolse verso la dottoressa Plum e gli agenti.

- Dottoressa, lo so che non ci siamo ancora ristabiliti, ma è nostra necessaria priorità cercare di capire cosa è successo a casa dei vostri parenti.
- E rintracciare quel maledetto di Maxwell! - continuò Carl.
- Esattamente. Carl, tu rimani qua in caso quel farabutto si dovesse far vivo. Io e gli agenti mandati dalla Pumpkinro andremo a fare un'indagine approfondita a casa Felinski... e stavolta con le dovute precauzioni. Avete tutto il necessario voi due, spero, no?
- Non si preoccupi detective Tyler! Abbiamo ogni strumento e marchingegno per questo genere di cose! - disse Hyde, ricevendo segni di consenso da parte del suo collega accanto.
- E sia, Doc. - disse Carl annuendo – le faccio sapere se ho delle novità. E ovviamente lei farà altrettanto!
- Uhm, siete belli organizzati vedo. - disse il signor Arnold, intromettendosi – vi aiuterei anche io, ma purtroppo devo tornare immediatamente in ufficio. Cara, fammi sapere se Harold e Stephanie si riprendono!
- Non mancherò. Quanto a voi altri – disse la dottoressa Plum sull'uscio della porta, rivolgendosi a Julie e ai due agenti – spero che troviate chi ha osato fare tutto ciò alla mia Ilary!
- Lo faremo signora Plum – disse Julie annuendo convinta.

La dottoressa Plum uscì dalla porta e si allontanò. Julie si alzò e cominciò ad incamminarsi con i due poliziotti verso l'uscita.

-Carl, mi raccomando. Tieni d'occhio sia la signorina Ilary che i coniugi Felinski. Ci risentiamo tra un po'.
- D'accordo Doc!

 

Dopo un ultimo saluto, i tre escono dall'ospedale, dirigendosi verso il maniero Felinski con la stazione mobile dei due poliziotti.


Nel frattempo, Carl decise di passare il tempo passeggiando per i corridoi dell'ospedale e, dato che c'era, fare un salto dalla giovane Felinski, per vedere come stava. Bussò. Non dovette aspettare molto prima che la porta si aprisse. Fu Ilary stessa ad aprire. Si vede che si stava riprendendo bene.

-Oh, sei il ragazzo di stamattina! Carl, giusto?
- In persona. Come ti senti? Meglio?
- Beh, io sto bene, ma mi preoccupo per i miei genitori...
- Ah, quindi hai saputo...
- Già... ho saputo. - continuò la ragazza con viso preoccupato – Ma ho anche saputo che se non fosse stato per il vostro tempistico intervento, le cose sarebbero andate molto peggio! Appena i miei si riprenderanno vi ringrazieremo a dovere... oh, voi due e quel ragazzo così gentile che mi ha soccorsa dopo che sono uscita da casa!
- Mi creda signorina Ilary... c'è ben poco da ringraziare quel farabutto di Maxwell.
- Ma mi ha salvato la vita! Se non fosse stato lì sarei potuta rimanere a marcire su quel marciapiede! Anche se...
- Anche se? - Carl inarcò un sopracciglio, curioso.
- Per quel poco che mi ricordo, avevo già visto il tizio che chiamate Maxwell prima che uscissi di casa! Era come se fosse appostato di fronte il vialetto di casa mia. Sembrava non stesse facendo nulla di particolare, ma appena mi ha visto svenire, ha gettato una strana cosa via ed è venuto verso di me, per prendermi.
- Ha gettato via qualcosa di strano prima di soccorrerti?
- Esatto! Non saprei dirti bene cos'era... avevo la vista annebbiata e riuscivo a malapena a delineare i contorni di quel tipo.
- Certo, certo. E' comprensibile... Beh, dirò al Doc di cercare quella cosa che ha gettato via il nostro Maxwell. Magari capiremo qualcosa di più a riguardo se la troviamo. Le manderò subito un messaggio!
- Sono lieta di essere stata quantomeno utile – concluse Ilary, ridacchiando con garbo.


*Beep Beep! Beep Beep!*

- Oh, un messaggio da parte di Carl. Vediamo cosa vuole... - Julie prese il cellulare e lesse l'sms inviatogli dal collega.
- Allora signorina Tyler? Qualche novità? - chiese Hyde, cominciando a scaricare la stazione mobile con tutto il necessario per l'investigazione al maniero.
- Maxwell potrebbe centrare qualcosa. Cercate bene davanti al vialetto del maniero, Doc! Uhm. A quanto pare i miei sospetti su Ludwig non erano del tutto infondati. Ma non è il momento di trarre supposizioni affrettate ed errate.
- Quindi? Che si fa signorina Tyler? - chiese Kyle, mettendosi una maschera anti-gas e lanciandone una a Julie.
- Sembra che dovremo dividerci i compiti signori miei. Voi che sapete come funzionano questi marchingegni, cercate di trovare la fonte del gas e disattivatela immediatamente prima che si diradi anche oltre il quartiere. Cercate all'interno del maniero. Perlustrate ovunque! Io mi occuperò dell'esterno e del perimetro della casa. Chiaro?
- Cristallina signorina Tyler! - disse pimpante Kyle.
- Ci mettiamo subito al lavoro! - concluse Hyde prendendo i macchinari necessari, indossando le maschere ed infine, entrando all'interno del maniero.

Indossata anche lei le protezioni adeguate, Julie cominciò a setacciare centimetro per centimetro l'intera zona circostante il maniero, concentrandosi sul vialetto d'ingresso dello stesso, cercando di trovare tra i numerosi cespugli che lo decoravano quella “strana cosa” gettata via da Ludwig.
Frugando e cercando, dopo una buona mezz'oretta, Julie decise di fare una pausa. Prese dalle tasche una delle confezioni di fette biscottate impacchettate che sono solite dare ai pazienti in ospedale e la aprì. Finita la prima, fece per prendere la seconda ma sfortunatamente le sfuggì di mano e le andò a finire in mezzo al cespuglio su cui si era appoggiata.

- Ah, no! Non l'avrai mai, maledetto cespuglio mangia-farinacei! - disse Julie ficcando un braccio all'interno del cespuglio. Cercando di ripescare la fetta biscottata, però, Julie tastò qualcosa di strano. Dalla consistenza sembrava essere gommoso e di un materiale simile alla plastica. Tirandolo fuori Julie rimase sbigottita. Era un'altra maschera anti-gas! Che uno dei due poliziotti l'avesse persa? No. I due erano dentro la casa a cercare la fonte del gas. Non erano usciti ancora. Julie cominciò allora ad analizzare per bene la maschera. La girò e la rigirò nelle mani, cercando di capire se ci fosse qualcosa che potesse ricondurla al proprietario. Ed eccolo! Un' etichetta attaccata all'interno della maschera, nascosta dietro uno strato di gomma. C'era un nome scritto, proprio sotto il nome dell'azienda del prodotto.

- Beh, cappero. Alla faccia delle supposizioni affrettate.

Julie entrò in fretta e furia all'interno della casa, con la maschera in mano. Doveva riferire ciò che aveva scoperto ai due poliziotti. Subito dopo avrebbe chiamato Carl.
L'interno del salone era come l'aveva lasciato quando c'era entrata la prima volta. Tutto perfettamente in ordine, a parte per il vaso rotto che si era tirata prima di perdere conoscenza. Non vedendo i due poliziotti si diresse verso le altre stanze, per poi trovarli all'interno dello studio, chini su quella che si direbbe fosse la cassaforte del signor Felinski, ancora chiusa, e macchinavano con la serratura, cercando di aprirla. Interdetta dal loro comportamento, si avvicinò a loro, con sguardo critico.

- Non mi pare che la cassaforte del signor Felinski sia un luogo adatto dove cercare la fonte del monossido di carbonio.
- Oh! Signorina Tyler! Q-quella l'abbiamo già trovata da un pezzo! E' che il signor Felinski ci aveva d-detto di prendere dei documenti dalla cassaforte e c-c-così noi... - Kyle balbettava e tremava; non sembrava più essere il tanto giulivo poliziotto di prima.
- Cristo Santo, KYLE. Smettiamola con questa messa in scena! Non ce la faccio più! - Hyde invece non sembrava più essere il tanto cordiale poliziotto di prima.
- Beh, mi spiace per voi due ragazzi, ma avete incontrato il detective sbagliato con cui fare a botte – disse Julie cominciandosi a scrocchiare le dita.

*
SDONG*

Julie cadde a terra con un tonfo, accasciandosi priva di sensi. Dietro di lei, una terza figura l'aveva colpita con uno dei manganelli dei falsi poliziotti.

- Cappero, c-capo. Temevamo n-non saresti più venuto! - balbettò Kyle.
- Tsk. Sarei venuto da solo, se non fosse intervenuta questa dannata ficcanaso. - rispose la figura, con voce autoritaria e seria.
- Che ne facciamo di lei? - chiese Hyde.
- Una cosa per volta. Prima i documenti. Per quanto riguarda la ficcanaso... direi che il soffitto sarà un posto ideale per un salame come lei.

 


Intanto in ospedale, Ilary e Carl continuavano a chiacchierare, ignari dei fatti accaduti al maniero Felinski.

- … e così gli tirato un gancio in mezzo alle costole, atterrandolo! Quel mascalzone non avrebbe avuto alcuna speranza contro di me in ogni caso. - disse Carl, ridacchiando.
- Eh, io non sarò brava come lei nel combattimento corpo a corpo, ma il mio capo sicuramente potrebbe dargli filo da torcere!
- Il suo capo? E chi sarebbe?

*Toc Toc Toc*

- Uh? Altre visite? Avanti! - disse Ilary, mettendosi a sedere composta.

- Quando avevi intenzione di farmi sapere tutto quanto Ilary? E soprattutto... che ci fa qui QUELLO?!
- M-mi dispiace, capo!
- Ispettrice Pumpkinro! Sempre in mezzo ai piedi, eh? - disse Carl sarcasticamente.
- Da che pulpito viene la predica, quattrocchi.
- Ehehe... aspetta un secondo... L'HAI CHIAMATA CAPO?!?! - urlò Carl voltandosi di scatto verso Ilary – E' LEI IL TUO CAPO?!
- Sarebbe il caso che abbassassi la voce Phelps. Sai, siamo in un ospedale, non in un bordello. - continuò l'Ispettrice, rimanendo calma.
- Giusto, giusto. Ehm, quindi... non sapevo fosse lei il tuo capo.
- Beh, sono rimasta piuttosto sorpresa anche io quando avete detto di essere i due detective Coal e Phelps, alias gli acerrimi rivali del mio capo! - disse Ilary ridendo.
- Noto con piacere che ti stai riprendendo Ilary; ero venuta principalmente per vedere come stavi. Non mi aspettavo di certo la presenza di questi due spacca maroni. A proposito. Dov'è la spacca maroni N°1?
- Uhm? Con due dei vostri sottoposti al maniero Felinski, no? - disse Carl.
- Prego? - chiese sorpresa l'Ispettrice.

Carl era perplesso. Come mai l'Ispettrice sembrava non sapere nulla? Forse era il caso di raccontarle quanto successo prima, per riordinarle le idee.

- … e questo è quanto. - concluse Carl – Capisco che è vecchia e che potrebbe avere problemi di Alzhaimer, ma adesso che le ho ri-raccontato tutto quanto ricorda qualcosa?
- Phelps. Le tue battute sono oltremodo scadenti. E comunque sia, NON SONO VECCHIA! Né tanto meno ho mandato alcuno dei miei uomini ad aiutare quella megera della tua superiore! Non spreco i miei uomini così.
- Ma allora, se quei due non erano due del distretto, chi diavolo erano? - chiese preoccupata Ilary.
- Non ne ho idea – continuò Carl, serio in volto. - ma sarebbe il caso andare a casa sua, signorina Ilary. Ho un brutto presentimento.
- Vengo subito con voi! - disse Ilary, scattando in piedi.
- Tu non ti muovi di qua signorinella! Sei ancora in stato di convalescenza! - disse Amelie, sgridandola.
- Ma io vogl- - Carl tappò le bocche delle due con le mani, per non farle parlare.
- Mhm coffma?? - mugugnò Amelie.

Carl fece segno di fare silenzio e di ascoltare fuori dalla porta. Sembrava che ci fosse una discussione movimentata al di fuori della stanza e l'argomento principale erano proprio i Felinski. I due interlocutori erano rispettivamente una donna, dalla voce flebile ma sicura di sé, e l'altra maschile, forte e autoritaria.

- La ficcanaso è stata sistemata per bene ma purtroppo la cassaforte è impossibile da aprire così. Dobbiamo portarla da uno specialista. - disse la voce maschile.
- Ma... Non posso staccare le macchine di quei due! Creperebbero all'istante e sarebbe troppo sospetto! Forse, basterà solo che si diminuiscano le quantità di sostanze nutritive emesse dalle macchine e il resto verrà da sé. Ma così facendo l'eredità cadrà tutta su di lei!
- A questo c'ho già pensato. Anche se si è quasi ripresa del tutto, potremmo far apparire la sua morte come un incidente. La poverina, scoperta la morte dei genitori, si butta dalla stanza dell'ospedale, in preda all'angoscia. - continuò la voce maschile, ridendo meschinamente.
- Un poco ortodosso come piano ma fattibile.
- Tu continua come da programma. Io ora vado a sistemare alcune cosette e poi torno al maniero per prelevare la cassaforte. Tanto di qua quei due non si smuovono... tanto meno la ragazzina con la sua “guardia del corpo”.
- Allora a dopo.

Conclusasi la discussione e vedendo le due figure allontanarsi, Carl lasciò andare Amelie e Ilary. Ilary aveva il viso sconvolto. A stento tratteneva le lacrime.

- C-cosa diavolo vogliono quei due dai miei genitori?! CHI DIAVOLO SONO?!?
- Calma Ilary, calma! - disse Amelie, poggiandole una mano sulla spalla, tentando di confortarla – troveremo una soluzione!
- Hanno detto che hanno sistemato la ficcanaso... che si riferisse al Doc?
- Tu che dici, genio? - disse l'Ispettrice sarcasticamente.
- Bisognerà organizzarsi per bene allora. - disse Carl con tono serio.
- Qualche idea capo? - chiese Ilary, asciugandosi gli occhi lucidi.
- Non sembra ovvio? - disse l'Ispettrice con tono sicuro - Phelps, tu occupati della Coal. Prendi pure una delle volanti parcheggiate quaggiù e dì ai due agenti presenti che ti accompagnano al maniero Felinski. Io vedo di sistemare le cose qui e poi di venire a darti manforte a casa di Ilary.
- Uhm, un piano eccellente Ispettrice. Mi congratulo con lei. – disse Carl, annuendo compiaciuto.
- Smettila di fare il lecchino e datti una mossa. Non abbiamo tempo da perdere!
- S-si! Vado! - disse Carl. Prima di varcare la soglia della porta, venne fermato da Ilary, trattenuto dalla sua mano.
- Mi raccomando Carl, stai attento! E fategliela vedere a quei dannati!
- Non mancherò signorina Felinski!

Detto questo, Carl si precipitò verso l'esterno dell'ospedale e, accompagnato dai due agenti, arrivò al maniero in un batter d'occhio.
Entrando notò che il salone era stato messo a soqquadro per chissà quale motivo. C'era un'enorme scala poggiata al centro della sala e proprio sotto di essa, c'era il tanto amato cappello a cilindro di Julie.

- Diamine! - disse Carl, raccogliendo il cappello da terra e sistemandolo – Doc! Dove si trova?! DOC! Mi risponda la prego!
- G-Gaaahhh.... - una voce sopra di lui sembrò lamentarsi – magari se abbassassi il tono di voce e alzassi lo sguardo...

Carl alzò lo sguardo. La scena che si ritrovò davanti non sapeva se definirla raccapricciante o comica. Julie era appesa a testa in giù, penzolante dal soffitto e gonfia di lividi. Sembrava un punch-box vecchio e malandato. Trattenendosi dal ridere, Carl salì sopra la scala e liberò Julie, facendola cadere sul divano sotto di essa. Ripresasi dalla botta e dalla caduta (nonché dal dolore di testa provocato dalla prolungata posizione a testa in giù), si sistemò il cappello sulla testa e si rivolse verso Carl.

- Sono stata un'idiota. Avrei dovuto capirlo subito che quei due non potevano essere dei veri poliziotti...
- L'hanno presa alla sprovvista Doc, ed erano in due contro uno!
- Tre.
- Tre?
- Un'altra persona mi ha colpito alle spalle, facendomi perdere i sensi. Un colpo da codardo ed oltremodo scorretto!
- Ma, se quei due non erano poliziotti? Chi erano? Scagnozzi di Ludwig?
- Ludwig è troppo idiota per essere a capo di una banda. No. Lui faceva parte del piano per arraffare i documenti da quella cassaforte ed eliminare i Felinski. Solo che le cose non sono andate come previsto. No. La persona che c'è dietro tutto questo è tutt'altro che idiota. E in ogni caso, tornerà. A giudicare dalla cassaforte ancora serrata e dagli attrezzi da scasso che hanno lasciato qui, torneranno per ultimare il lavoro.
- Ma purtroppo per loro... - disse Carl con un ghigno sul volto – troveranno una bella sorpresa ad attenderli.
- Prepariamo allora la loro festicciola di bentornato, Carl. - disse Julie, rispondendo ghignando verso Carl – Con tanto di invitati e regalini.


 

- Hai tutto con te Hyde? - la figura dalla voce possente e autoritaria stava trafficando con delle chiavi per entrare all'interno del maniero.
- Si, capo. Siamo andati alla fabbrica a prendere tutto il necessario. Il falsario penserà al resto.
- S-secondo voi quella Tyler è stata ap-p-pesa a stagionare abbastanza? - balbettò ridacchiando Kyle.
- Bah, Kyle, le tue battute non fanno ridere nessuno! - disse stizzito Ludwig.
- Chiudete il becco voi due. - disse Hyde.

*CLICK CLACK*

Il capo dei tre aprì la porta del maniero e si diresse spedito verso lo studio.

- Kyle, Hyde. Rimanete di palo davanti alla porta d'ingresso. Non voglio strane sorprese, chiaro? Maxwell, tu con me.
- Sissignore – risposero i tre all'unisono, dirigendosi ognuno ai propri posti.

Arrivati allo studio, il capo della banda si diresse verso la cassaforte, chinandosi su di essa.

- Maxwell, porca miseria, accendi quella schifo di luce!
- Oh, mi scusi capo!

Ludwig accese la luce e ritornò verso la cassaforte. Rimase sorpreso quanto il suo capo nel vedere che la cassaforte era stata già aperta e svuotata.

 

- CHE DIAVOLO E' SUCCESSO QUI?!? CHI E' STATO IL FURBASTRO?! - gridò il capo, furioso.
- N-non lo so capo! - disse Ludwig, tremante.

Mentre il capo continuava a gridare, dall'altra stanza provenivano delle urla sommosse, bruscamente interrotte improvvisamente da chissà cosa.
A quei rumori, Ludwig e il suo capo si diressero verso il salone, trovandolo vuoto.

- Dove sono finiti quei due adesso? - chiese il capo, impaziente.
- Non credo che questo sia la sua priorità o sbaglio, signor Arnold Felinski? - disse una figura femminile accanto a lui, seduta sul divano.

Ludwig accese la luce del salone e rabbrividì appena vide le due persone sedute di fronte al suo capo.

- Voi due! Ma non crepate mai?! - gridò Ludwig.
- NON AVEVATE DETTO DI ESSERVI LIBERATI DEI FICCANASO? - gridò a sua volta il signor Arnold, rivolgendosi verso Ludwig – E dove sono quei due dannati idioti?
- Fuori a prendere aria. Dentro a dei cassonetti della spazzatura. – rispose Carl, calmamente seduto sulla poltrona.
- Ma immagino che voi vogliate questi – disse Julie, sventolando alcuni fogli di carta di fronte al signor Arnold.

Quest'ultimo sembrava fremere di rabbia. Si avvicinò minaccioso verso Julie, puntandole una pistola contro.

- Ma che gentile da parte sua tirar fuori il testamento di mio fratello dalla cassaforte. Mi ha risparmiato di dover portare quell'enorme pezzo di ferraglia da uno scassinatore professionista. E sa bene quanto si possono far pagare quei tipi. Ora – continuò il signor Arnold porgendo la mano verso la detective senza però levarle la pistola puntata – sarebbe così gentile da porgermi quei documenti signorina Coal? Siamo persone civili dopotutto. E vorrei evitare di macchiare di sangue il parquet. Quindi se non le dispiace...

Julie non sembrava essere affatto turbata dall'avere una pistola puntata contro, anzi. Sorrideva in modo beffardo verso Arnold, tenendo stretti in mano i documenti.

- Invece ho una proposta migliore. Che ne dice se si consegna volontariamente alla polizia per il suo tentato triplice omicidio e se ne va in galera con la coscienza pulita? Potrebbe risparmiarsi un sacco di anni di galera così...
- Di quale triplice omicidio sta parlando signorina Coal? - disse il signor Arnold sorridendo tranquillamente. - Io non vedo alcuna prova. Vedo solo una persona che ha scassinato la cassaforte di mio fratello prendendo i suoi documenti e al quale io, da buon fratello quale sono, sto cercando di toglierli di mano per ridarli al loro legittimo proprietario.
- Astuta la sua mossa, non c'è che dire, signor Arnold. Ma mai quanto la quella per eliminare l'intera famiglia Felinski senza lasciare alcun testimone e facendo apparire l'intera cosa come un banalissimo incidente domestico. - intervenne Carl, aggiustandosi gli occhiali.
- E sentiamo, miei signori. Com'è che avrei macchinato l'intera faccenda? - disse Arnold, sorridente come al solito e sicuro di avere la situazione in pugno.
- E' molto semplice signor Arnold – disse Julie, alzandosi dal divano con nonchalance, nonostante la pistola ancora puntata alla testa. - L'invidia e l'avidità porta a fare gesti orrendi, anche nei confronti delle persone più strette e care alla sua persona. Nel suo caso, dato che l'ingente patrimonio di suo fratello, una volta morto, sarebbe passato alla sua cara figliola, Ilary, e non a lei,
vi ha reso cieco di rabbia, e ha fatto di tutto per far si che il suo adorato fratello, consorte e figlia, ci restassero secchi. Prematuramente e in maniera del tutto accidentale. Ingegnoso ridirezionare le condutture del gas all'interno del maniero per far fare una morte lenta e silenziosa alla famiglia Felinski. Ma avete dimenticato un piccolo particolare. La signorina Ilary Felinski. Purtroppo per voi, non avevate previsto che stesse per uscire quando avete messo in atto il piano, e così onde evitare sospetti e sguardi indiscreti, il palo di turno, ossia il nostro caro amato Ludwig, ha voluto fare la parte del buon samaritano, portandola in ospedale, dove guarda caso, lavora sua moglie, signor Arnold, la dottoressa Zeila Plum. Una volta scoperto il casino combinato avete ben deciso che sarebbe stato meglio eliminare Ilary il più presto possibile e in tutt'altro modo. Ma purtroppo per voi siamo subentrati noi due. I ficcanaso. Quindi il problema si stava spandendo a macchia d'olio. Vi dovevate occupare anche di noi, no?
- E poi ci pensi, signor Arnold. - disse Carl, ancora seduto comodamente – se non fosse stato per il madornale errore di Ludwig e del suo schifoso senso dell'orientamento, la cosa avrebbe proceduto a gonfie vele, no? La prossima volta sarebbe meglio se assoldasse scagnozzi migliori e con un po' di cervello...

- Dannati maledetti – disse Ludwig, stringendo i denti di rabbia.

- Oh, suvvia, quanto rancore. - disse Julie serena – Andrà meglio la prossima volta. Forse.
- NON CI SARA' UNA PROSSIMA VOLTA DANNATI FICCANASO! - gridò Arnold, perdendo la sua proverbiale pazienza e tirando indietro il cane della pistola, pronto a sparare.

*BANG*

Un colpo partì. Subito dopo si sentì il rumore di una pistola che cade a terra, sbattendo sul parquet del salone. Un colpo era partito, si, ma non dalla pistola di Arnold. Arnold si teneva stretto la mano dolorante e sanguinante per il colpo ricevuto. Tutti si voltarono verso la fonte dello sparo. Sull'uscio del salone era presente l'Ispettrice Pumpkinro, con la pistola ancora puntata verso il signor Arnold. Dietro di lei si potevano intravedere alcune pattuglie di polizia dietro di sé, nonché la stessa Ilary, che sbirciava da dietro la porta.
Julie tirò un sospiro di sollievo e Carl sorrise, vedendo che Ilary e il Doc stavano bene. Ma non era finita lì. Ludwig fece per fuggire dalla finestra e Arnold tentò di atterrare Julie, gettandocisi contro. L'Ispettrice non poteva sparare a nessuno dei due, in quanto avrebbe potuto colpire Carl o Julie. Il problema comunque non si pose. Carl riuscì a placcare saldamente Ludwig, mentre Julie, con un colpo secco, capovolse la situazione, stendendo Arnold a terra, rabbioso e furente.

- CHE VOI SIATE MALEDETTI!! NON AVETE LE PROVE CONCRETE! VOGLIO IL MIO AVVOCATO!
- LASCIAMI ANDARE DANNATO QUATTROCCHI! - urlò Ludwig, contorcendosi nel tentativo di liberarsi dalla presa di Carl.
- Non abbiamo le prove dici? - disse Julie, tirandosi fuori dalle tasche alcuni degli attrezzi da scasso trovati vicino alla cassaforte e la maschera anti-gas – Indovina qual'è l'azienda fornitrice di questi attrezzi?
- Ed indovina chi rileverà le vostre impronte digitali ovunque? - disse Amelie indicando Ilary.
- Quindi in poche parole, mie cari signori... - continuò Carl.
- Siete... - disse Julie.
- … in... - disse Carl.
- … arresto! - concluse Amelie.

Allo schiocco di dita dell'Ispettrice, l'intero squadrone di polizia alle sue spalle subentrò all'interno del maniero, ammanettando Ludwig e Arnold, conducendoli all'interno delle autovetture, dove già li attendevano Kyle, Hyde e la dottoressa Plum.
Quando Ilary vide passarsi di fronte lo zio, solo il cielo sapeva cosa la trattenne dal picchiarlo selvaggiamente. Lei si limitò semplicemente a trafiggerlo con lo sguardo, in silenzio. Lui non replicò, e continuò il tragitto fin dentro la volante della polizia senza proferire parola alcuna e a testa bassa. Poi, si allontanò, a bordo della macchina, per poi sparire all'orizzonte.

- Beh, pare sia finita anche questa – disse Julie, passandosi un fazzoletto sulla fronte.
- Signorina Ilary, - disse Carl avvicinandosi alla ragazza – è tutto ok?
- Ancora con tutti questi formalismi – disse Ilary sorridendo – chiamami Ilary, Carl, solo Ilary.
- E sia. - concluse Carl, sorridendo a sua volta.
- Diamine Ispettrice, stavolta ha superato sé stessa! - disse Julie, giuliva – Non avrei saputo fare un entrata più trionfale di quella!
- Si, si. Beh, ho fatto solo il mio dovere. E l'ho fatto per la mia collega non certo per te, testa di rapa! Se ti ammazzavano, tanto meglio! Una rompiscatole in meno!
- Ma quanto siamo tenere oggi! In ogni caso! A proposito della tua collega. Dato che ovviamente la casa sarà messa sotto sequestro, per il momento potrà stare da noi, no?
- In quella vostra topaia?! Scherziamo vero? Le troverò io un posto decente...
- A me andrebbe anche bene. Non mi dispiace! - disse Ilary allegra.
- A tuo rischio e pericolo Felinski. Poi se ti becchi le pulci, le zecche e i pidocchi non venire a piangere da me.
- Senti un po' snob rognosa. - disse Julie, seccata – solo perché vivi in una specie di reggia non vuol dire che noi gente normale viviamo tutti da pezzenti! Il nostro è un locale rustico e piacevole. NON UNA BARACCA DECADENTE E PIENA DI TARLI!
- Veramente quelli del servizio igienico e l'unità di disinfestazione hanno detto che...
- CARL NON GIRARE IL COLTELLO NELLA PIAGA.

Ilary rise di gusto. Era da tanto tempo che non rideva così di spirito. Sapeva che la sua vita sarebbe nettamente cambiata e che si sarebbe trovata bene con i suoi nuovi “coinquilini temporanei”. Nonostante tutto.

Angolo dell'Autrice: Beh, questo a parer mio è stato uno dei miei "fiori all'occhiello" come capitolo poichè mi sono messa molto d'impegno a scriverlo. Nei prossimi capitoli ne avremo da vedere delle belle!
Giuly

 

   
 
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