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Autore: Moon    30/05/2004    4 recensioni
Un giovane e famoso attore all’apice del successo si ritrova per uno strano caso a dover vivere una vita “normale”… Disgraziatamente resterà però pienamente consapevole di ciò che era prima di ritrovarsi in questo incubo! Inoltre a complicare le cose nella sua “nuova vita” si alterneranno due ragazze che sono esattamente agli antipodi… aggiungendo confusione alla confusione e…
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Orlando Bloom
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia è stata scritta per divertimento

Piccola nota:  Beh ragazze, sarò noiosa e ripetitiva ma grazie davvero ancora per i vostri commenti! ^^ Siamo abbastanza prossimi alla fine della storia e spero che gradirete lo svolgersi dei fatti, mi auguro di non deludervi^^ GRAZIE a tutte: Eowin, Roy, Frodina, Mandy, Gal, JulyAneko, Serena(anche per aver apprezzato le altre mie storie^^) e Azu! Siete il mio imput per scrivere e cercare di fare del mio meglio per divertici insieme con le mie elucubrazioni mentali folli!^^ 

Buona lettura a tutti^_^

 

                                                               

                                                      

 CAPITOLO 17

 La quadratura del cerchio

 

E’ proprio vero che a volte le cose si fanno chiare così, all’improvviso. Uno si sveglia una mattina, e tutto quello che prima sembrava confuso ed incomprensibile, diventa tutt’un tratto chiaro come il sole.

Credete che sia una specie di miracolo?

No, affatto.

E’ tutto merito della capacità di ragionamento che ognuno di noi possiede, ma che spesso molti di noi, volutamente, ignorano. E’ più facile non ragionare sulle cose, così si può evitare di ritrovarsi di fronte a scoperte su noi stessi che non gradiamo.

Questo era il sunto di quello che più meno era accaduto ad Orlando la mattina seguente, quando appunto si era svegliato. All’improvviso aveva tutto ben chiaro e ben delineato.

Heather, Chastity, il motivo di quell’esperienza, la sua avversione per Oscar Blood, e tutto il resto. Quella che invece cominciava lievemente a vacillare era la sua certezza sulla sua scelta definitiva. E’ facilmente intuibile che il motivo principe di questa indecisione fosse Chastity. Era chiaro che anche lui fosse cotto a puntino e questo, naturalmente, lo stava condizionando non poco. Era abbastanza certo di voler tornare alla sua vecchia vita, ma non voleva al tempo stesso rinunciare a lei.

C’era invece una persona a cui aveva già rinunciato, e a dire il vero senza neanche troppa fatica: la sua ex fidanzata. Infatti la considerava già ‘ex’ ancor prima di decidere se ritornare ad essere ciò che era o meno.

Mentre faceva i conti con tutte queste cose, dannandosi per arrivare al punto della questione, qualcuno di inaspettato si fece vivo.

Il guardiano di porta.

“Buongiorno Orlando!” esordì giulivo l’essere incorporeo.

“ ’ngiorno” rispose Orlando guardingo. Era strano, ma quell’uscita improvvisa della voce lo mise in allarme.

“Allora sembra che dai e dai ci siamo arrivati eh?” commentò il guardiano con tono soddisfatto.

“Già” rispose ermeticamente Orlando storcendo la bocca.

“Mmmmm… siamo poco loquaci stamani o sbaglio?”.

Orlando si mise a sedere sul letto e controllò l’orario. Era abbastanza presto, non c’era da preoccuparsi di far tardi la lavoro, quindi pensò che poteva anche farsi quattro parole con l’incorporeo.

“Se te la devo dire tutta, ma tu già saprai, mi girano le palle! Caro il mio guardiano!” rispose sospirando.

“Beh, che ti girino alcuni componenti della sala giochi è un bene. Piuttosto è quella confusione che ti regna nella testa che mi preoccupa, insomma non vorrei che alla fine decidessi troppo avventamene sul da farsi, ecco!”.

“Ho tutto abbastanza chiaro adesso… credo” disse il ragazzo.

“Ah sì?” chiese la voce.

“Sì. Ho capito molte cose” rispose serio Orlando, poi continuò “Per esempio, parliamo di Heather. Lei rappresenta il mondo da cui provengo, dove bellezza fisica, soldi e potere sono molto, troppo importanti. Io da lei, come da un certo ambiente, sono attratto e disgustato allo stesso tempo. Devo stare attento perché se mi lascio facilmente ammaliare vengo fottuto!”.

“E bravo Orlando!” disse il guardiano “Continua” lo esortò.

“Oscar Blood… ecco lui è la parte peggiore di me. Oddio non che io sia una persona pessima, ma talvolta finisco essere troppo personaggio a sfavore del mio essere primariamente persona. Insomma lui è quella parte di me che sono costretto ad esibire, ma che in realtà non mi piace poi tanto essere. Senza contare che talvolta mi porta a fare anche delle scelte artistiche un po’ poco convincenti, ma molto accomodanti. Su questo, eventualmente, dovrò riflettere molto… credo” fece Orlando sempre molto seriamente come se riflettesse a voce alta,  poi si zittì di colpo.

“Tutto qui?” chiese la voce.

“No che non è tutto qui miseriaccia ladra!” esordì Orlando.

“Sei turbato?”.

“Parecchio!”.

“E lo sai il perché?”.

“Perché due più due fa quattro e non tre!” rispose sarcasticamente Orlando “Certo che lo so! Ma che domande! E poi lo sai benissimo anche tu!”.

Il guardiano sospirò.

“Non era mica previsto” si giustificò quasi l’incorporeo con fare dispiaciuto.

“E pensi che questo mi rincuori?” rispose il ragazzo.

“No, ma tentavo di farti capire che il suo ruolo non era quello di farti innamorare ecco! E’ stato diciamo un incidente di percorso”.

“Un bel frontale direi se dovessi paragonarlo ad un incidente” commentò a voce alta Orlando, poi continuò “Ho capito che lei rappresenta la parte normale e sana della mia vita. Quella parte che a prima vista uno può considerare forse anche un po’ banale e poco interessante, ma che invece è ricca di cose veramente belle e profonde. Quella parte che non andrebbe mai trascurata per non perdere il giusto valore delle cose”.

“Eh sì! Caro Orlando ce l’hai fatta! Hai terminato la quadratura del cerchio, ora tutto è compiuto”.

A quell’ultima affermazione Orlando sentì un brivido gelido corrergli per la spina dorsale, ma non ebbe il coraggio di parlare.

Ci furono alcuni attimi di silenzio carichi di tensione poi il guardiano parlò di nuovo “Bene sono lieto di comunicarti che sei molto vicino a poter operare la tua scelta”.

“Davvero?” chiese il ragazzo non molto stupito e abbastanza preoccupato.

“Sì, con tutta probabilità è questione di ore”.

“Aspetta, ma io non sono pronto io devo capire alcune cose ancora!” disse Orlando agitato.

“No tu hai capito tutto”.

“Ma come faccio a scegliere porca  di quella gran puttana della maiala…”

“OH! Che la smetti di dire tutte queste parole disdicevoli! Contegno per favore!” lo rimproverò aspramente il guardiano.

Orlando sbuffò, e poi finalmente si decise a chiedere quello che realmente gli premeva sapere “Guardiano, se io, supponiamo scegliessi di rimanere qui, secondo te, ce la farei lo stesso a ricostruirmi una carriera come attore?”.

“E chi lo sa! Forse sì, ma forse no… chi può dirlo”.

“Se invece scelgo di ritornare alla mia vecchia vita, Chastity che fine fa? Cioè voglio dire lei esiste no? Di là dove la potrei ritrovare?”.

“Dunque, sì, Chastity ovviamente esiste, ma non ho la più pallida idea di chi sia di là. Per quanto ne so io potrebbe anche vivere in Africa o in Patagonia. Non è affatto detto che tu la ritrovi, anzi, direi che è molto improbabile, quasi impossibile”.

“Ma come?” fece Orlando contrito “Non capisco… se io me ne andassi da questa vita che ne sarebbe di lei?”.

“Niente, continuerebbe tranquillamente a vivere esattamente come faceva prima della tua entrata in scena” poi il guardiano gli fornì una lunga spiegazione che pensava proprio di dovergli.

“Vedi Orlando ci sono migliaia di universi paralleli che viaggiano l’uno accanto all’altro non incontrandosi mai. Quando per qualche ragione decidiamo di farli intersecare, come in questo caso, ci sono poi delle regole fondamentali da rispettare per non rompere l’equilibrio cosmico. Se un umano interagisce su due universi differenti, quando ne abbandona definitivamente uno, è chiaro che tutte le persone che hanno interagito con lui vengono mentalmente azzerate. E’ una difesa che gli dobbiamo. Insomma, per farla breve, se tu non dovessi rimanere qui, Chastity automaticamente è come se non ti avesse mai incontrato, una volta sparito da qui, sparirai dalla sua mente, dal suo cuore e dai suoi ricordi, non siamo così cattivi da far soffrire inutilmente la gente”.

“E io? Anche a me accadrebbe la stessa cosa?” chiese Orlando abbastanza tristemente con una punta d’ansia nella voce.

“A te no! Altrimenti che l’avresti fatta a fare questa esperienza scusa?”.

Il ragionamento sembrava non fare una grinza e Orlando scattò in piedi all’improvviso.

“Beh? E ora che ti prende?” gli chiese il guardiano.

“Hai detto che oggi, all’improvviso, non si sa bene quando, dovrò fare la mia scelta giusto?” disse il ragazzo mentre concitato si vestiva a tempo di record.

“Si ma…”.

“Prima di scegliere devo fare assolutamente una cosa importantissima”.

“Non è detto che tu faccia in tempo” sentenziò la voce.

“Invece devo farla a tutti i costi per poter scegliere” disse Orlando.

“Non funziona così!” provò a spiegare il guardiano.

“Non me ne frega niente di come funziona! La devo fare, e per Diana, la farò mi dovessi rompere l’osso del collo!” disse mentre s’infilava il giubbotto e apriva la porta di camera per uscirne a rotta di collo.

“Orlando la prossima volta che mi risentirai sarà l’ora della scelta e sarai obbligato a farla, quindi ti prego sii prudente e pensaci bene io me ne starei a fare le ultime riflessioni e…”.

All’improvviso il guardiano troncò il discorso tanto si rese conto che l’altro non lo stava a sentire, sospirò e sperò che quel ragazzo non facesse niente di avventato, in fondo gli era sempre stato simpatico.

Orlando doveva a qualsiasi costo vedere Chastity e doveva parlare con lei, doveva capire se lei provava qualcosa per lui e doveva capire se quel qualcosa che provava lui per lei era così importante da farlo rinunciare a tutto il resto. E poi voleva assolutamente chiarirsi per tutto il macello che aveva combinato la sera prima, non voleva che lei fosse arrabbiata con lui.

In realtà il problema era  che era troppo presto per poter comprendere l’intensità dei suoi sentimenti e soprattutto era difficilissimo prendere una così grande decisione in così poco tempo. S’era reso conto troppo tardi dell’importanza di Chastity e non aveva fatto in tempo  a conoscerla  a fondo né a dar modo al loro rapporto di svilupparsi. Però per lei provava qualcosa, qualcosa che lo faceva stare infinitamente bene, come mai era accaduto prima. Un qualcosa che gli dava forza e sicurezza, qualcosa a cui sarebbe stato durissimo dover rinunciare.

Guardò l’orologio, se avesse corso forse ce l’avrebbe fatta ad incontrarla prima che lei entrasse al lavoro. Respirava a fatica, il cuore gli martellava in petto come un’orchestra di percussionisti impegnati in un assolo tribale. Non sapeva perché, ma si sentiva terribilmente strano ed insicuro, aveva addosso un’agitazione innaturale che lo teneva costantemente all’erta.

Imboccò a tutta velocità l’entrata della stazione della metropolitana, scese la prima rampa di scale e si avviò verso le scale mobili, in un lampo fu alla fermata sotterranea. Aspettò sette minuti che gli parvero sette anni e finalmente il treno arrivò. Orlando s’approssimò vicino alle porte scorrevoli della metropolitana e da fuori intravide che sì, Chastity era proprio in quel vagone seduta di spalle accanto al finestrino.

Sorrise felice.

Ce l’aveva fatta.

All’improvviso come per una sorta di magia tutto si bloccò come in un fermo immagine. Era come se si fosse trovato dentro una scena statica, dove tutto e tutti erano come pietrificati,  e dove solo lui era rimasto normale.

Il panico lo invase completamente facendolo tremare.

No! No! Non ora cazzo! Non così! Pensò disperato dato che aveva capito.

“Orlando, è giunta l’ora” si sentì dire molto solennemente dal guardiano di porta.

Poi senza neanche fare in tempo a rispondere, ma neanche a pensare, fu investito da una luce bianchissima, accecante, tanto che si dovette riparare gli occhi con le mani. Quando la luce svanì, si ritrovò sempre lì nella stazione, ma ora era completamente vuota, c’era solo lui e davanti gli erano apparsi due binari paralleli.

“Arriveranno due treni Orlando. Uno da destra che rappresenta la linea blu ed è il vagone che se tu sceglierai, ti consentirà di rimanere per sempre qui. L’altro a sinistra rappresenta la linea rossa e se tu sceglierai di salire lì sopra tornerai per sempre alla tua vecchia vita”. Come il guardiano ebbe finito di parlare i due treni si materializzarono davanti a lui e contemporaneamente si aprirono le porte scorrevoli di entrambi.

Orlando era a dir porco costernato e molto, molto combattuto, ma anche triste arrabbiato, soprattutto era forzatamente rassegnato. C’era poco da fare, volente o nolente doveva per forza fare una scelta.

Tentò un’ultima disperata mossa, girò la testa a destra e sinistra come per voler vedere i suoi invisibili interlocutori e disperato li supplicò con voce quasi tremante

“Vi prego! Non potete farmi questo cazzo! Siate clementi, mi mancava tanto così a fare quella cosa importante! Potevate aspettare un altro poco! Vi supplico solo mezz’ora!” provò a dire in preda allo sconforto più cupo.

Il guardiano tacque e per quanto avesse voluto poterlo aiutare, non poteva proprio farlo, quella doveva essere una scelta immediata e soprattutto solo ed unicamente sua.

Il silenzio regnò gelido e impietoso.

Orlando allora si rese conto che parlare ancora sarebbe stato perfettamente inutile. Si fece coraggio e chiuse gli occhi, sospirò così forte come non gli era mai capitato in vita sua, poi dando retta al suo istinto, oltrepassò le slidings doors del vagone che simboleggiava la sua scelta definitiva.

Fu subito come risucchiato da un vortice invisibile e perse i sensi.

 

  
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