Anime & Manga > Soul Eater
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Autore: scythemeister_MakaAlbarn    13/08/2012    14 recensioni
C'è odore di sangue intorno a te? Sei stata di nuovo tu, no?
Non ti dovresti stupire.
Apri gli occhi. Nero nel bianco. Non hai freddo, piccola strega. Non sai cosa sia il gelo. Eppure ce l'hai dentro. E fuori. Aspetti.
Che qualcuno ti salvi.
Aspetti.
Piccola principessa, la tua guardia basterà a proteggerti?
La Fata blu forse ti porterà via, con il suo amico dai capelli di neve. Le loro mani non si sono ancora separate.
Non ti resta che sperare, piccola strega. E aspettare...ancora.
Genere: Azione, Demenziale, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Un po' tutti | Coppie: Soul/Maka
Note: Lime | Avvertimenti: Violenza
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capitolo 4
 

 RICORDI, ASSURDITA’ E CAVOLATE VARIE…

 
 
In questo manga/anime, e di conseguenza anche nella fic, ci sono sempre spostamenti improvvisi e non ben precisati! A volte ci si muove di tre continenti in un misero cambio di scena...eheh!”-scimmiottò Soul con voce innaturalmente stridula.
Maka, seduta accanto a lui, lo ascoltava di sfuggita sfogliando con delicatezza le pagine del tomo enciclopedico che le poggiava sulle cosce magre.
“Ceeeerto… Molto divertente.”- proseguì scocciato l’albino.
Infatti, contrariamente a quanto pronosticato da Shinigami-sama, i due erano ormai seduti sui sedili ammuffiti di quel ferro vecchio volante da più di tre ore e mezza….e ne sarebbero state necessarie altrettante per giungere a destinazione (eheh!).
Ad essere sinceri però, un piccolo prodigio era andato ugualmente compiendosi…
I loro abiti si erano improvvisamente trasformati!!
Le leggere uniformi scolastiche avevano lasciato magicamente posto a vaporose sciarpe e caldi indumenti invernali.
Un morbido giubbotto con tanto di pelo e tripla imbottitura per Soul e un chiaro cappotto di camoscio per la sua shokunin. Sulla manica sinistra di entrambi i capi, troneggiava l’immancabile emblema della Squadra Scelta Spartoi. Appena sotto di esso, il tessuto veniva stretto al braccio dalla simbolica fascia a lutto…
La scythe meister era stata inoltre dotata di un paio di pratiche calze di lana nera, che però, non erano sufficientemente lunghe da coprire per intero la pelle diafana.
Inutile dire che, al presunto “cool guy”, l’occhio cascava non di rado nel punto in cui la gonna troppo corta della partner lasciava spazio ad un paio di bianche gambe affusolate…
Poi, generalmente, lo stesso idiota assumeva un colorito purpureo e cominciava a sudare mentre un interrogativo titanico andava a dipingersi sul viso di Maka, che si limitava ad inarcare in sopracciglio.
Pensieri poco fighi… Pensieri DECISAMENTE poco fighi!- si ripeteva lui cercando invano di convincersi che le curve acerbe della compagna non lo eccitassero affatto.
Quest’imbecille avrà la febbre?- si chiedeva lei vedendolo ansimare come un cane…
Tornando a noi…
Una sola cosa era loro chiara: appena imbarcatisi sull’aereo, i vecchi indumenti erano andati a farsi benedire…
Quale miracolo della fisica poteva essere intervenuto?
Bah…ecchissenefrega! A voi importa?
Sono questi i miracoli dei cartoni!!
Ma ora stiamo divagando un po’ troppo…
La giovane sollevò per un attimo lo sguardo dai fogli stampati sospirando.
“Soul…davvero, non hai proprio niente da fare?”- disse fissandolo con i grandi pozzi verdi.
L’arma sbuffò portandosi le mani dietro alla nuca. Scivolò facendo sfregare la schiena contro lo scomodo sedile.
“Fin’ora non hai fatto altro che lamentarti e rompere…”- aggiunse lei con un sorrisetto tra il divertito e il rassegnato.
Soul affondò ancora più in basso strofinandosi gli occhi cerchiati.
“Cheppalle...”- grugnì.
La shokunin tornò alla sua interessante lettura: un massiccio volume a tema principalmente filosofico.
Il ragazzo ne percorse con lo sguardo la pesante rilegatura bordeaux. A giudicare dal livello di scoloritura e dalla ruggine sulle borchie metalliche, non doveva avere meno di qualche secolo.
Sospirò, chiudendo gli occhi annoiato.
“Non te le sei prese dietro le cuffie?”
La domanda arrivò fulminea ed improvvisa, prendendolo in contropiede.
Soul sgranò di colpo le palpebre e rischiò di strozzarsi con la sua stessa saliva, che aveva cominciato ad impastargli la bocca.
Le cuffie...
Il ricordo della sera prima gli tornò implacabile alla mente, tanto meraviglioso quanto devastante.
Maka che ascolta la sua musica…
Maka che si addormenta al suo fianco…
Le sue labbra umide e calde sul collo, il suo respiro dolce e ritmato…
Il profumo dei suoi capelli che lo pervade, insinuandosi spietato nel suo petto fino a lambire completamente la sua anima.
Poi, una parola…
Soul.
E lui, tonno com’era, avvampò all’istante. Ma quale cool e cool…
Maka, leccatosi l’indice, voltò la fitta pagina appena terminata.
“L-le cuffie…! Già...”- sghignazzò istericamente il ragazzo puntellandosi sui gomiti.
Lei lo osservò turbata con la coda dell’occhio.
Soul, riacquistato un minimo del contegno e della figaggine momentaneamente perduta, prese fiato.
“Le cuffie sono rimaste in camera mia…”- pronunciò cercando di soppesare ogni parola, nel tentativo di mascherare, almeno in minima parte, l’evidente stato d’imbarazzo.
La ragazza, non particolarmente ferrata in quest’ambito, non diede segno di accorgersi del suo nervosismo e continuò imperterrita a seguire i minuti caratteri che le sfilavano d’innanzi agli occhi fulgidi.
Soul trasse allora un sospiro di sollievo.
“A proposito…”- riprese la Death Scythe indispettita –“Non abbiamo neanche avuto il tempo di passare a casa. La professoressa Marie ci ha letteralmente trascinati in quello squallido aeroporto…”
Maka biascicò un “E con questo…?” poco convinto.
L’albino strabuzzò gli occhi avvicinandosi paurosamente.
“Dove accidenti l’hai preso quello?”- concluse esasperato indicando con insistenza il voluminoso tomo che la partner reggeva in grembo.
Lei alzò lo sguardo, fissandolo per qualche istante sull’amico.
Poi, infilato il braccio destro “da qualche parte sotto il cappotto”, un altro volume andò a materializzarsi nel palmo guantato.
“Tranquillo…”- proferì pacata –“Ne ho preso uno anche per te. Avrai tutto il tempo di leggerlo.
Tanto, Landa Sperduta e Desolata Village non è esattamente dietro l’angolo…”
Detto ciò, il mitico libro dalla spessa sovraccoperta smangiata, passò nelle mani dell’arma.
Lui lo studiò a lungo, gli occhi sgranati.
Era sicuro di non aver notato alcun rigonfiamento negli indumenti della meister. Evidentemente, Maka doveva avere una qualche abilità speciale nascosta…
Sta di fatto che le leggi della fisica lo avevano nuovamente abbandonato.
Questa ragazza è pazzesca.
Rimase così, imbambolato, lo sguardo perso su quel volume rigorosamente chiuso.
Lo stringeva saldamente con le dita affusolate, nessun titolo era impresso sulla copertina scura.
In quel preciso istante, quel gran figo di Soul Eater Evans, somigliava incredibilmente alla minore delle Thompson intenta a studiare (ergo libro sigillato).
“Ehm, Soul…”
Una voce lo strappò ai suoi pensieri tormentati.
Lui, passatosi una mano fra i capelli diafani, affondò lo sguardo cremisi in quello liquido e vagamente preoccupato della meister.
“Soul, dovresti aprirlo, sai…per leggere.”- sussurrò la ragazza piegando la testa di lato.
Il ragazzo deglutì.
Lo stava forse prendendo per i fondelli?
Certo che sapeva come si facesse a leggere un libro!
Non riuscì comunque a replicare…
Infine, infilato il medio sotto l’angolo in alto a destra della spessa copertina, il volume fu finalmente dischiuso.
Un solo termine, ornato da fronzoli e arricciamenti altezzosi, andò lentamente disegnandosi nella mente già di per sé incasinata dell’arma.
Galateo.
Soul grugnì riconsegnando con veemenza l’opera alla shokunin.
Sì, lo stava proprio prendendo per i fondelli…
“Fanculo, senza-tette.”- sibilò tra i denti.
“Peccato. Avrebbe potuto esserti davvero utile…”- sentenziò lei con tono falsamente dispiaciuto, non riuscendo però a trattenere una risatina.
Il ragazzo tornò scocciato ad accoccolarsi contro lo schienale, le dita intrecciate tra i capelli.
Era quasi ora di pranzo.
Ricordò improvvisamente che, un istante prima dell’imbarco, Marie aveva consegnato loro una sottospecie di grosso cestino da pic-nic…
“Non penso che su questa linea servano il pasto!”- aveva detto gentilmente porgendoglielo.
Ora, l’oggetto in questione, poggiava al suolo, davanti alle gambe esili della compagnia.
Soul ci lanciò un’occhiata fugace.
“Me lo passi?”- chiese con un breve cenno del capo. I capelli fini ed arruffati dondolarono, un ciuffo gli ricadde sull’occhio sinistro.
L’artigiana, distolta l’attenzione dal tomo che era intenta a leggere, si piegò in avanti sospirando.
A quel movimento, la stoffa della gonna si sollevò appena, lasciando scoperta buona parte della pelle liscia. L’albino si costrinse amaramente di non guardare.
“In effetti, comincio ad avere fame anch’io…”- disse lei dalla scomoda posizione nella quale si trovava.
Dopo qualche secondo, il cesto giaceva tra le mani avide del compagno.
Ne infilò una dentro…
“Un gelato preconfezionato. Un cono, per essere precisi.”- disse professionale, la lingua tra le labbra piene.
Continuò a frugare incuriosito.
Sotto i suoi polpastrelli, però, avvertì soltanto qualcosa di ruvido e sottile.
Non riusciva a capire di cosa si trattasse.
Maka scrutava divertita la sua espressione perplessa.
Si decise dunque ad estrarre quel “materiale non identificato”...
La meister scoppiò in una grassa risata mentre sul volto della Death Scythe andava dipingendosi un’espressione di ripugnanza.
“Come mai la cosa non mi risulta nuova?”- farfugliò sdegnato facendo sventolare il foglio d’alga da condimento davanti al naso dell’amica.
Lei strinse le braccia allo stomaco.
“Ahahahah…davvero! Io non ne sapevo niente!”
“Certo…”
“E’ la verità!”
I due si squadrarono in un silenzio rotto soltanto dalle risa a stento trattenute dall’artigiana.
“Passami il gelato.”- decretò infine l’albino premendole la mano sui capelli biondo cenere.
Una volta scartato, il cono aveva un aspetto a dir poco inquietante.
La falce fece una smorfia.
Il gelato alla crema appariva di un inconsueto colore chimico e acceso e la cialda, beh…era dura quasi quanto la testa di Maka. Il che era tutto dire!
La ragazza lo studiò aggrottando le sottili sopracciglia.
La sua espressione pareva volesse dire “Non vorrai mica mangiartelo?”
Per tutta risposta, Soul sollevò le spalle portandosi quella bomba calorica alle labbra.
Aaah... E' disgustoso...
Poi, tutto ad un tratto, la luce che splendeva negli occhi di Maka si attenuò.
Distolto lo sguardo dal partner, lo fece scivolare fuori dall’oblò.
Era la struggente aria di chi guarda tutto ma non vede niente…
“Soul…pensi davvero che ce la faremo?”- disse come svuotata.
Lui poggiò con malagrazia il cesto di vimini accanto ai propri piedi.
La fissò, seguendone il profilo aggraziato
Ancora quell’espressione persa e vacua… L’espressione che più di tutte odiava.
Significava angoscia e frustrazione.
Era sintomo di una chiara cognizione della propria inadeguatezza.
Non era da lei. Non era da Maka!
Ma la cosa peggiore era che, ogni volta, la compagna cercava di mascherare il suo timore con il più falso dei sorrisi.
Questo proprio non riusciva a reggerlo.
Trovava ingiusto che l’amica dovesse farsi carico da sola di tutte quelle strazianti preoccupazioni…
Ed ecco che, puntuali, gli angoli di quella bocca rosea cominciarono ad inarcarsi.
Il ragazzo fu pronto. L’artigiana voltò impercettibilmente la testa e…*SPLAT*!
“Maka, sei un’idiota!”- esclamò deciso l’albino spingendole il gelato tra le labbra semiaperte.
Lei, sgomenta, farfugliò qualcosa di incomprensibile.
Soul si sentiva appagato… Probabilmente la ragazza lo avrebbe malmenato, ma non gli importava un granché.
Era riuscito a tirarla su di morale, ne era certo! E si sentiva dannatamente cool…
La sua mano fu artigliata da quella decisamente più minuta della partner che gli strappò via il cono con forza inaudita.
“Imbecille!”- annaspò gonfiando le guance che si erano via via tinte di un acceso color porpora.
L’arma la guardò sghignazzando.
Toltasi il candido guanto destro, la nanerottola si sfregava il dorso della mano sulla bocca, nell’intento di ripulirsi come poteva.
Era così maledettamente carina...
Con il pollice, le raccolse una piccola goccia giallo fluorescente di crema dalla punta del naso.
Maka, veemente, sollevò il braccio con considerevoli intenzioni omicida.
“IMBECILL…”
Il colpo venne bloccato a mezz’aria…
Ora sì che la riconosceva!
Gli occhi carmini di Soul, ad una spanna scarsa dai propri, la scrutavano determinati.
Le labbra del ragazzo s’inarcarono in un sorriso vero, lasciando intravedere la sua immacolata quanto particolare dentatura.
Maka rimase impietrita, le iridi frementi.
“Ovvio che ce la faremo!”- proferì lui convinto –“Siamo o non siamo la coppia Death Scythe/weapon meister più figa del mondo!?”
Poteva vedere l’imbarazzo crescere sul bel volto della partner. Se lo poteva assaporare.
Lei annuì, gli occhioni strabuzzati e le guance in fiamme.
“E poi…”- continuò la buki facendole cenno di guardare fuori dal finestrino –“Guarda là. Quella nuvola non ti ricorda quel vecchio porco di tuo padre mentre frigna?”
La shokunin si riscosse.
“Dove, dove!!”- sbraitò voltandosi con impeto, i due pozzi verdi che tornavano a luccicare.
Forse ci mise un po’ troppo entusiasmo… Le lunghe codine bionde, a quel movimento, andarono a frustare con forza le sventurate guance di Soul.
In ciuffo gli raggiunse l’occhio, ed il ragazzo dovette portarsi le mani al viso.
“Porca vacca…”- imprecò dunque senza però smettere di sghignazzare.
Quando, dopo qualche tempo, la giovane si rese conto dell’accaduto, gli occhi le divennero lucidi e due grosse lacrime si raccolsero ai lati di ognuno.
Scoppiò nuovamente a ridere, le mani premute sulla pancia e sulla bocca.
Il libro che reggeva in grembo vacillò, mentre le gocce di gelato andavano ad imbrattarne le pagine sottili.
L’albino sbuffò socchiudendo un occhio.
Accidenti a quella secchiona senza-tette…
Perché cavolo non si rendeva conto di quanto la sua anima stesse rombando in quel momento…?
Di quanto quella risata cristallina riuscisse a mandarlo fuori di testa.
Schioccò la lingua.
Pace se pareva divertirsi soltanto vedendolo soffrire… Gli andava benissimo così.
Lei era la sua artigiana, la sua Maka.
E lui, in qualità di arma, avrebbe fatto qualunque cosa per proteggerla dai fantasmi che l’assillavano, per renderla felice.
In qualità di arma...
“Soul…ahah…scusa, non l’ho…ihih…fatto appost…mmmh?”
Spalancò le palpebre.
Due labbra calde e umide l’avevano zittita a metà della frase, quelle stesse morbide labbra che ora premevano contro le proprie.
Maka fremette, le anime tuonarono all’unisono.
Il gelato, che aveva cominciato a sciogliersi, colò sulle dita tremanti della giovane imbrattandone il guanto.
Per un lungo istante, Soul affondò in quel tepore dolciastro, lasciando che il fiato tiepido della partner lo inebriasse.
Non era riuscito a trattenersi...
Con uno schiocco, l’albino si staccò. Affodò il naso nella morbida sciarpa che gli lambiva il collo e, rosso in viso, si accomodò alla bell’e meglio sul sedile rigido.
Lui era un’arma, lei la sua meister.
Ed era anche la singolare ragazza della quale si era innamorato…
Qualche problema?
Maka tornò a fissare intontita il volume sulle sue ginocchia.
 
 
“Si avvisano i signori passeggeri che si stanno verificando turbolenze… Si intima perciò di stare seduti al proprio posto e di allacciare le cinture di sicurezza.”- pronunciò professionalmente il pilota all’altoparlante.
C’era comunque una vaga nota di titubanza nelle sue parole.
Il copilota osservava da qualche tempo i radar, ma nessun agente esterno pareva aver interagito con il mezzo.
Si gratto la nuca poco convinto… Prima o poi sarebbe passata.
I due si scambiarono uno sguardo disorientato.
Improvvisamente, una giovane e procace hostess, fece il suo ingresso in cabina.
I ciuffi color cioccolato danzarono morbidi intorno ad un paio di grandi occhi luminosi.
“Signori… Temo che le cause della turbolenza non siano provocate da fattori esterni…”- disse divertita indicando una ragazzina dalle bionde codine che pestava a suon di librate il sanguinante vicino di posto.
Aaaah…l’amore è giovane!- pensò sognante. 



ANGOLO A ME:

Ebbene sì, sono ancora viva!!
In questo capitolo dovevamo finalmente incontrare la strega Akemi...e invece, guardate che disastro!
Ed è tutta colpa di questo scarabocchio che inizialmente avevo fatto su un tovagliolo...
Vi prego non picchiatemi!
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Soul non dovrà mai vederlo...okay? *blush*
"Vedere cosa?" *Soul si affaccia dalla porta*
"N-niente... MMMUORI!!" *lo makachoppa senza pietà*
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, almeno un pochino...eheh! Io mi sono divertita da fare schifo a scriverlo.
Ma ora passiamo alle cose serie...
Mille grazie a chi ha recensito il precedente capitolo, ovvero Gazzettina_97 , IllyElric , muffinishere , Mitzune_chan , souleater99 e kasumi_89 ...
Sono davvero lusingata!
Come sempre, ringrazio infinitamente anche:
Hiyoki , Maoko , Juliet_Capulet , sostar e Odoru Hi Kaze No per aver inserito la storia nei preferiti...
me_ e ThatIsWhyISmile per averla messa nelle ricordate...
Hiyoki , muffinishere , darkbluestar , Mitzune_chan , IllyElric e sostar per averla infilata nelle seguite...
Infine, grazie di cuore anche a Dark_Star, che ha recensito il prologo...
Sono felicissima che abbiate la voglia di continuare a seguire le mie farneticazioni!!
GRAZZZIEEEE...
APPRESTOOOOO!!

scythemeister_MakaAlbarn




  
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