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Autore: Jadis_89    14/08/2012    0 recensioni
L'amara scoperta di Richard quando capì che ci sono altri segni più indelebili di un lembo di tessuto cicatrizzato, altre ferite scavate più nel profondo che possono far più male di un trapianto di cuore. La storia d'amore, di morte e di follia, di un uomo che cercherà di salvare la sua donna da un vortice di furia e delirio
Genere: Drammatico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I giorni passavano e diventavano settimane, due per precisione. Rei era raggiante e aveva quasi completamente smesso di vedere il cadavere di suo figlio, evitava di specchiarsi e di rimanere sola, le pesanti tende alle finestre l'aiutavano molto nel compito di ignorare quel viso che la tormentava.

Ogni giorno non riusciva a fare a meno di guardare l'anello attorno al suo anulare, ancora non ci poteva credere che, dopo tutto quello che era successo, Richard aveva deciso di sposarla.

Alcune notti però, il pensiero di quello che poteva succedere non la faceva dormire, si accarezzava la pancia e si raggomitolava vicino al corpo addormentato del marito, immaginando con orrore il momento della separazione.

Anche Rick a volte pensava a quello ma, per la prima volta nella sua vita era davvero felice, aveva trovato la persona giusta, quella persona che puoi immaginare al tuo fianco per tutta la vita. Non aveva nessuna intenzione di perdere nemmeno un istante accanto a lei, deciso a non pensare al futuro e godersi quei puri attimi di felicità.

Ma niente dura per sempre.

Le indagini proseguivano, la polizia ci mise poco a identificare Reina e mettersi sulle sue tracce.

 

« Buongiorno principessa » Rei sbatté un paio di volte le palpebre prima di mettere a fuoco il viso di Richard che le sorrideva, disteso accanto a lei la osservava dormire.

« Ciao amore mio » sorrise e appoggiò la testa sul petto nudo del marito, poi di colpo si alzò per dirigersi in bagno, come tutte le mattine, la sentì rimettere. Lui si era svegliato qualche ora prima, aveva passato quel tempo scrivendo su un pezzo di carta tutti i nomi per bambini che gli passavano per la mente e ad accarezzarle la pancia. Finalmente iniziava a vedersi un leggero rigonfiamento sul ventre piatto di Reina, e ad occhio e croce aveva messo su 2 o 3 chili.

Lei ricordava perfettamente quanto era stata devastante per lei la prima gravidanza ma, questa volta era ben diverso, Richard non faceva altro che prestarle attenzioni. L'unica cosa di cui lei aveva bisogno, tornò a letto e si stese accanto a Rick.

« Vuoi un cracker? » offrì dal pacchetto che teneva nel cassetto del comodino per le evenienze

« Per carità. Da quanto tempo sei sveglio? » lui la baciò sulla fronte

« Un paio d'ore... Ho pensato ad altri nomi sai? » lei alzò gli occhi al cielo

« Spara » lui con un grande sorriso prese il foglio, si schiarì la voce e iniziò a leggere;

« Caleb, Howie, Ethan, Felix... » Reina storse il naso

« Grazie per aver aggiunto anche qualche nome tipico delle mie parti, è stato un pensiero davvero gentile... » disse ironica, Rick si strinse nelle spalle

« Non conosco molti nomi spagnoli... Josè? » lei gli rifilò una gomitata

« E comunque sei proprio convinto che sia maschio eh? » Rick annuì

« Posso metterci la mano sul fuoco, dimmi i nomi spagnoli che ti piacciono così li aggiungo alla lista» Rei ci pensò su qualche istante

« Nataniel... » Rick fissò il soffitto per qualche istante, ripeté quel nome tra se e se

« Mi piace! » si avvicinò alla pancia della moglie « Ehi piccolino, allora che ne dici di Nataniel? Ti piace? Nataniel Truman, sì suona bene » Rick rideva come un bambino, si vedeva che era davvero felice, non vedeva l'ora di trovare un nome alla piccola creatura che cresceva nel corpo della sua amata, che in quel momento aveva riservato per lui lo sguardo più dolce e pieno d'amore con cui avesse mai guardato un uomo.

« Ti amo, lo sai? » chiese lei, lui si fece serio e incollò i suoi occhi in quelli di lei

« Lo so, vi amo, lo sai? » si baciarono, e fu un bacio dolce e gentile, entrambi con gli occhi chiusi.

Il suono di una sirena si stava avvicinando, Rei rimase ferma, con le labbra ancora appoggiate a quelle di Richard, si lasciò sfuggire un sospiro.

Rick si alzò dal letto e finalmente si rese conto che per tutto questo tempo aveva semplicemente finto di non vedere la realtà, accecato dalla luce sfolgorante della felicità aveva creduto che, bastasse chiudere gli occhi per cancellare quello che aveva fatto sua moglie.

Si amavano, si erano sposati ed aspettavano un bambino, però lei rimaneva comunque un'assassina.

Lui si avvicinò alla finestra e vide le due volanti parcheggiare davanti al Motel, in quel momento capì che era tutto finito, vide letteralmente i suoi sogni frantumarsi nelle sue mani. Sua moglie, suo figlio, la loro vita, la loro felicità, tutto perduto.

Reina teneva ancora gli occhi chiusi, le sembrò che il tempo si fosse fermato. Sentiva distintamente il battito del suo cuore che le martellava nelle orecchie, una goccia di sudore scenderle lenta sulla vellutata pelle della schiena, le sembrò persino di sentire il respiro accelerato di Richard dall'altra parte della stanza.

Nella sua mente una serie d'immagini confuse e sentimenti contrastanti fra loro, cercavano di convincersi che aveva fatto una cosa orribile, che era un mostro. Ma niente riusciva a smuoverla dalla sua idea.

Era stata una madre, anzi lo era ancora, sia per Zack che per la piccola creatura che cresceva nel suo ventre, ed una madre deve fare di tutto per proteggere il proprio figlio. Anche uccidere.

Aveva visto spegnersi la vita di suo figlio davanti ai suoi occhi, tutti i sacrifici, le paura le lacrime che aveva versato per farlo crescere erano state rese vane da una dannatissima fetta di pane tostato e burro di arachidi. Da chi poi? Da un uomo che non meritava il figlio che aveva, che non lo aveva mai amato e non gli era mai stato vicino quando lui aveva bisogno del padre. Un uomo a cui piaceva farsi chiamare “ papà “ ma non aveva la minima idea di cosa volesse dire essere genitori.

Lo odiava, non perché non l'avesse mai amata e trattata ogni giorno della loro vita insieme come un oggetto, solo perché aveva fatto soffrire suo figlio, fino all'ultimo giorno gli aveva fatto del male fino ad ucciderlo.

Si sentì una voce lontana ma Rei non riuscì a capire cosa diceva, Richard si passò le mani tra i capelli esasperato dal non sapere più cosa fare. Si voltò per guardare la sua compagna immobile sul letto, con le gambe incrociate e gli occhi chiusi, Rick le si scaraventò addosso e senza grazia la tirò in piedi.

« Rei, dobbiamo andarcene da qui, dobbiamo scappare forza! » lei aprì gli occhi sorpresa, come se non si aspettasse di vederlo li, gli sorrise con dolcezza e lo baciò con forza, premendo le sue labbra contro quelle di lui.

Poi la scricchiolio del legno della porta che si sfondava, Rei spinse Richard sul letto facendolo stendere.

« Che diavolo stai facendo? Dobbiamo andarcene di qua, ora! » lei scosse la testa e prese dal cassetto accanto al letto un lungo coltello, chiuse gli occhi e appoggiò la lama sulla gola di lui.

Richard era terrorizzato, non voleva morire, cercò di alzarsi ma era diventato incredibilmente debole frenato dal sorriso e lo sguardo triste di sua moglie che lo incollava al materasso

« Ti prego... » supplicò con un filo di voce, lei si piegò fino a raggiungere il suo orecchio

« Non hai paura di me, lo sai che non ti farei mai del male. Sei l'unico Rick... l'unico al mondo per cui valga la pena morire, ti amo » Richard aggrottò la fronte non riuscendo a capire quelle parole confuse, lei gli baciò il viso e le labbra, al secondo bacio lui rispose.

« Cosa vuoi dire... » lei rimase a fissarlo negli occhi, lui continuava a non capire, poi si voltò verso la porta e vide i poliziotti con le pistole puntate contro di loro.

« Rei... » le parole gli morirono in gola, lei continuava a fissarlo senza spostare la lama dalla sua gola.

Gli agenti urlavano ma Richard non riusciva a capire una sola parola, si sentiva sordo come se tutto attorno fosse ovattato, riusciva solo a perdersi nello sguardo sicuro e dolce della sua compagna.

Lo sparo invece lo sentì chiaramente.

« Reina ! » urlò, poi vide il corpo della moglie scaraventato dall'altro lato del letto e una macchia di sangue sul fianco che iniziava ad allargarsi. In un secondo gli fu accanto.

« Rick no... mio dio, quanto sei ingenuo... » sorrise e poi un colpo di tosse le fece sputare sangue.

« Cosa stai dicendo? Non capisco... » poi guardò il coltello ricaduto sul letto e capì, chissà da quanto tempo l'aveva nascosto li in attesa di essere usato. Voleva proteggerlo, fare credere ai poliziotti che lui non centrava niente, che era solo una vittima proprio come Kevin, rapito dalla furia omicida di Reina.

Invece lui aveva rovinato tutto, rendendo vano il suo sacrificio. Venne trascinato via dal corpo della moglie senza che nemmeno riuscì a darle l'ultimo bacio.

 

Dopo sei mesi Richard era rinchiuso nella sua cella a fissare il soffitto, senza maglia per il caldo opprimente, si accarezzava distrattamente la cicatrice sul petto.

Non c'era giorno che non aveva pensato a lei, pensava ai momenti belli come il giorno in cui l'aveva vista, alle loro chiacchierate notturne oppure alle cene a casa sua con lei e Zachary. A volte ripensava anche ai momenti tristi come a quando aveva scoperto dell'omicidio di Kevin, ai suoi momenti di follia oppure alla sua morte. L'aveva appreso dal notiziario, la ferita era troppo profonda e aveva perso troppo sangue grazie all'interruzione della sua gravidanza, l'aborto le aveva provocato un'emorragia interna, la corsa in ospedale risultò inutile. Reina era morta in ambulanza.

Richard ricordava ancora perfettamente le sue ultime parole, ogni giorno cercava di trovare un nuovo senso a quelle parole confuse, recitate con la sua solita calma e vellutata voce.

Le porte della cella si aprirono e Rick, insieme agli altri carcerati, si diresse in mensa per il pranzo.

Prese il suo vassoio e si posizionò al solito posto, davanti alla finestra. Il sole brillava nel cielo azzurro, si sentiva persino il canto dei passeri mentre volavano ma Richard neanche degnava di uno sguardo queste cose. Era attento a fissare la finestra, non dalla finestra, e aspettava. Era convinto che un giorno o l'altro, se avesse continuato a guardare, lei gli sarebbe apparsa. Avrebbe finalmente visto il suo bel viso, i suoi occhi scuri e dolci, si sentiva morire al pensiero che lei era morta, che suo figlio era morto, il loro piccolo che magari avrebbe potuto ricucire la cicatrice lasciata a Reina dopo la morte del figlio. Era sicuro che un giorno o l'altro sarebbe impazzito come lei, e quindi passava le sue giornate aspettando, aspettando che la follia ingoiasse anche lui.

  
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