- Dimmi un po’, ma tu hai visto quell’incappucciato che il padrone ha ricevuto l’altro giorno?
- Il frate?
- Ah, era un frate?
- Già…
- Secondo te, di che ordine è? – Ruggero interruppe il corso dei suoi pensieri.
- Come, scusa? – rispose bruscamente Domenico.
- Il frate, dico. Di che ordine sarà?
- Non saprei proprio. Ho sentito dalla padrona che fa parte del tribunale dell’Inquisizione.
- Allora forse è un domenicano.
- Può darsi.
- Ma hai visto il simbolo che portava al petto?
- Quale simbolo? Di che cosa stai parlando?
- Ho visto che portava al petto una croce d’oro.
- E allora?
- Questa croce aveva un serpente d’oro che la avvolgeva. Può darsi che sia solo il simbolo del suo monastero di provenienza, ma… - Ruggero rabbrividì.
- Ma?
- Beh, mi ha dato i brividi. E quegli occhi, così gelidi… - rabbrividì di nuovo. – chissà cosa ci fa, qui.
- Avrà sentito parlare di quel piccolo demonio a cui siamo costretti a fare da balia.
- Non dire così – sbottò Ruggero, continuando a osservare la bambina.
- Buongiorno, signori. – una voce vellutata alle loro spalle li fece sobbalzare entrambi. Si voltarono. Il frate era rivolto verso di loro, con un ghigno appena visibile sotto il cappuccio. In quell’attimo, Domenico capì esattamente cosa voleva dire Ruggero riguardo agli occhi di quell’uomo. Tremò impercettibilmente. Il suo sguardo corse per un momento al petto del frate, dove scintillava la croce d’oro. Il serpente che l’avvolgeva sembrava quasi muoversi. “Buon Dio!”, riuscì a malapena a pensare.
- S-sua eccellenza… - balbettò Ruggero, inchinandosi appena.
- Azzurrina? – la voce di Ruggero era quasi un rantolo. La bambina non era più nel cortile.
- Oh, e adesso dov’è finita? – sbottò Domenico, in apparenza infuriato. In realtà era impaurito. “stai calmo” pensò confusamente “è quel frate che ti ha impressionato! Sarà andata a recuperare la palla in cucina o da qualche altra parte!”
- AZZURRINA! – urlò Ruggero angosciato.
- Viene dalla ghiacciaia! Andiamo! – gridò di rimando Domenico.
- Dannazione, non c’è! – ruggì Domenico.
- Ma sei sicuro che venisse da qui, la voce? – domandò Ruggero, l’angoscia evidente nella sua voce.
- Certo che ne sono sicuro!
- Oh no, oh no, oh no, nononononononono… - il mormorio terrorizzato di Ruggero continuò per un bel pezzo…
Non fece neanche a tempo a finire quel pensiero, che una risata gelida invase la ghiacciaia. La voce aveva un che di vellutato. Domenico si voltò verso la porta, sudando freddo. E se non fosse stata la bambina, la presenza demoniaca del castello?