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Autore: Kooskia    16/08/2012    0 recensioni
[I Guardiani di Ga\'hoole]
Fanfiction dedicata ai Guardiani di Ga'hoole, con personaggi originali e solo una modestissima partecipazione di alcuni personaggi della saga dei libri. La vicenda seguirà la storia di un barbagianni figlio di archeologi e dovrà cerchare di proteggere il destino dei gufi da un antico pericolo proveniente dal misterioso passato degli Altri.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2 – Notte di sangue

La palude era un luogo inconsueto per il giovane barbagianni: le terre intorno al luogo ove era nato possedevano ampie chiazze di foreste ma il clima rimaneva asciutto, diversamente da quel luogo.
Quando si posò su un tronco marcio di fronte allo specchio di acqua stagnante, poté quasi avvertire l’inconsueta umidità dell’aria penetrare fin dentro le penne. La piccola conca dove si trovava lo stagno contribuiva a trattenere l’umidità e alti canneti svettavano attorno alle sponde.
Non era il luogo adatto ad un barbagianni, ma era la casa ideale per un gufo di palude.
-Signore? E’ in casa? Sono qui per quell’ordinazione… -
Kharas allungò con circospezione il capo all’interno dell’intricato labirinto di canne ove sapeva esserci la tana del gufo solitario.
Rimase un istante affascinato ad osservare le sue opere, stese su di una roccia che svettava in mezzo al canneto: lunghi rotoli di papiri, accuratamente realizzati e arrotolati dal gufo di palude.
I servizi di un gufo esperto nell’arte di creare papiri non erano particolarmente richiesti, ma divenivano preziosi per quei pochi volatili (come i genitori di Kharas) che intraprendevano una vita ricca di esperienze letterarie e di scrittura.
-Eccomi ragazzo! Sì questi rotoli sono pronti, la tua famiglia è sempre stata una clientela costante ed affidabile e credimi se ti dico che materiale così non lo si trova nel raggio di miglia.-
Kharas lasciò il vecchio gufo di palude a bofonchiare sulla qualità dei propri prodotti per alcuni minuti: non era la prima volta che veniva da lui per conto dei suoi genitori.
-Sono sicuro che andranno benissimo, ecco qui il pagamento… - disse, allungando gentilmente una cordicella alla quale erano appese parecchie prede fresche catturate nel corso della nottata da Kharas stesso e dai suoi genitori.
Dopo aver afferrato i papiri, il giovane barbagianni spiccò il volo ma invece di dirigere verso casa egli fece rotta verso il cavo di un albero. Era stato scartato da suo fratello come possibile dimora perché troppo piccolo, ma il giovane Kharas lo aveva eletto come nascondiglio personale dove tenere conservati i suoi piccoli tesori. Kharas pose delicatamente i preziosi papiri all’interno del cavo, quindi recuperò con il becco il suo pezzo migliore.
Si trattava di una zanna di un lupo del Nord, appesa ad una cordicella a mo’ di ciondolo: un dono prezioso, datogli da suo padre quando egli dichiarò di voler restare con i suoi genitori ed aiutarli nella loro attività.
Il giovane barbagianni piegò il capo e infilò con destrezza il ciondolo finché la liscia zanna andò a posarsi sul petto piumato; passò quindi qualche minuto a lisciarsi e a pulirsi le piume perché voleva avere l’aspetto migliore possibile per l’incontro a venire.
Di lì a poco egli spiccò il volo e diresse verso la cima di un grande albero morto da tempo: sul ramo più alto lo stava aspettando lei.
Il piumaggio del volto della giovane femmina di barbagianni era candido come la luna e i suoi profondi occhi neri rilucevano di un barlume particolare.
-Ciao Elah, mi fa piacere vederti … - disse il giovane barbagianni con espressione ardita ma titubante allo stesso tempo: quanto gli sarebbe piaciuto chiedere a quella graziosa femmina di diventare la sua compagna. Una tale scelta avrebbe però significato dover abbandonare la sua famiglia: un gesto per il quale il giovane barbagianni non si sentiva ancora pronto.
-Ciao Kharas, allora… hai pensato a questa mia proposta? Ti andrebbe di incontrare i miei amici?-
Kharas avvertì una strana sensazione salirgli su dal ventriglio, non era la prima volta che succedeva quando Elah gli parlava insistentemente delle sue amicizie.
-Te l’ho detto… non mi interessa poi così tanto, a che scopo riunirsi solo tra Tyto? E per fare cosa? La mia famiglia lavora da anni con diverse civette delle tane: sono creature buffe ma molto simpatiche e sveglie e… -
Elah emise un sbuffo che poteva essere paragonato ad una risata, ma conteneva una tonalità diversa particolare… come se volesse sottintendere un qualche commento sgradevole.
-Quei… “cosi” non sono Tyto e francamente non saprei nemmeno dire se sono gufi. Dovresti smettere di pensare alla tua famiglia e alle sue discutibili frequentazioni e pensare un po’ di più a noi… -
La femmina zampettò più in alto, sulla cima esatta dell’albero.
-Forse non ti piaccio, Kharas? Forse non ti piacciono i tuoi fratelli e sorelle Tyto? Vieni con me e sarà la tua compagna, unisciti ai Puri ed io sarò tua… così come tu sarai mio.-
Il giovane maschio per poco non ebbe un capogiro, il suo cuore batteva forte per l’emozione di tale richiesta ma allo stesso tempo dal suo ventriglio proveniva una strana e spiacevole sensazione.
Una sensazione venuta alla luce dopo le ultime decise parole di Elah, se egli l’avesse seguita: Kharas sarebbe stato sua per sempre. Ma cosa intendeva esattamente con quel “sua”?
-Io… io non… -
Sì voltò e quel che vide lo avrebbe sicuramente mandato in stallo se in quel momento stesse volando.
Denso fumo nero si levava in cielo e l’origine era proprio la montagna ove viveva la sua famiglia.
Spiccò il volo senza perdere un istante, emozioni confuse si affollavano nella sua mente mentre una sensazione opprimente si fece strada in lui.
Avvertì come Elah stesse volando al suo fianco ma quando la montagna si fece più vicina, la femmina parlò di nuovo.
-Non c’è più nulla da fare Kharas, vieni con me… e i Puri sapranno vendicare quanto accaduto oggi. –
-Vendicare? E cosa dovrebbero vendicare?- pensò Kharas, con il cuore in gola.
Quindi li vide.
Giacevano sul terreno come dei pupazzi abbandonati: erano quattro civette delle tane, ormai ridotti a corpi senza vita, mentre il sangue macchiava il terreno dove essi erano caduti e tante piume vicino ai loro corpi si sollevano ad ogni sbuffo di vento.
Kharas atterrò vicino ad uno di essi e guardò per un istante con terrore l’espressione di dolore e stupore sul volto della civetta, come anche le strazianti ferite su quel piccolo corpo.
-Perché perdiamo tempo a guardare quegli insulsi gufi terricoli? Dovremo andarcene di qui piuttosto!-
Kharas stava per voltarsi e dirne quattro alla femmina di barbagianni quando il clangore di metallo che sbatteva sulla roccia fece sussultare entrambi.
Un grande masso si ergeva alla loro sinistra e sulla cima era ora in piena mostra un gufo terrificante.
Il clangore avvertito da Kharas era dato dalle lunghe e pesanti grinfie da battaglia indossate dal gufo, lo straniero indossava anche un pettorale metallico con disegnato su un intricato ideogramma blu mentre il capo era protetto da un elmo completo dal quale pendevano lunghe strisce di tessuto blu.
La stazza del gufo così come il suo piumaggio lo qualificavano come un gufo reale.
-Chi… chi sei? Cosa ne avete fatto della mia famiglia?- gridò Kharas.
Un fruscio d’ali distrasse il giovane barbagianni ed egli vide con stupore la bella Elah spiccare il volo.
Lo stava abbandonando dandosi alla fuga e non vi era traccia di paura o rimorso nel suo viso concentrato.
Il volo della barbagianni durò poco perché uno scintillio metallico baluginò sopra di lei ed un secondo gufo più piccolo si avventò sulla femmina.
Il nuovo arrivato indossava lo stesso elmo e lo stesso pettorale del gufo reale ed era anch’egli armato con grinfie di battaglia.
Elah emise solo un acuto grido prima che le grinfie del suo aggressore le squarciassero la spalla fino ad affondare nel petto: il corpo della barbagianni venne scaraventato contro il terreno mentre il suo assassino, un gufo comune, le ci si appollaiò sopra.
Kharas era paralizzato dal terrore, credette fosse arrivata la sua ora quando improvvisamente una confusa macchia brunastra si scagliò contro il gufo comune.
Era la civetta-capo: l’anziano maschio aveva uno sfregio sanguinante sul volto ma combatteva con una tenacia che sorprese non poco il giovane barbagianni.
-Presto, scappa ragazzo!- urlò la civetta e Kharas improvvisamente riacquistò il controllo sul proprio corpo.
Spiccò il volo e solo dopo alcuni istanti avvertì il rumoroso e frenetico volo della civetta al suo fianco che evidentemente era riuscito a seguirlo.
-Non rallentare! Continua a volare! Verso ovest, verso ovest!-
  
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