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Autore: _Colours_ of the _Music_    16/08/2012    2 recensioni
Salve a tutti! Finalmente scrivo una fic nella quale io non sono presente! Solo Shawn, Hayden e la Raimon.
Questa fic è ambientata dopo lo scontro con gli alieni, ma prima del Football Frontier International.
SPOILER TERZA SERIE!!!
Per finire, questa fic NON E' ADATTA a coloro che odiano la TWINCEST tra Shawn e Hayden.
Bene, adesso non mi resta che lasciarvi alla fic. Spero vi piacerà!
Buona lettura!
***
Shawn gli piaceva, ma anche più di un fratello. Tutti dicevano che quello era soltanto amore fraterno, ma lui non ci credeva tanto.
[Capitolo ***]
Erano loro. Di nuovo. Volevano portarselo via nuovamente…
[Capitolo ***]
“Shawn…”
“Hayden… Cosa c'è..?” mugugnò lui.
“... Niente… Nulla di importante…” e si girò dall’altra parte.
[Capitolo ***]
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Hayden – la sera dello stesso giorno.
Non avevo più il coraggio di tornare alla sede dell’Inazuma Japan, così ero andato lungo un fiume che scorreva un po’ lontano da lì. Nel caso mi avessero cercato non mi avrebbero trovato. O almeno era quello che speravo.
-Hayden!!
Non sapevo chi avesse parlato, ma mi girai. C’era un ragazzo dai capelli azzurri legati dai una coda, e aveva un occhio coperto.
-Hayden, finalmente ti ho trovato!
Aveva la tuta dell’Inazuma Japan, quindi sicuramente era un membro della squadra. Per di più l’aveva chiamato per nome, e gli unici dell’isola che lo conoscevano erano proprio l’Inazuma.
-Lasciami in pace.
-No! Devi subito andare da Shawn, lui è-
-Non tornerò da Shawn.
-Ma cosa è successo? Sembrava che andaste così d’accordo voi due!
Hayden non poté sfuggire un improvviso attacco di rossore.
-E-Evidentemente non andiamo poi così d’accordo… Abbiamo litigato. Ma non mi va di parlarne a uno come te.
-Hayden, io sono amico di Shawn. E adesso sta malissimo!
-Come fai a saperlo? E comunque non sono affari tuoi quello che succede tra me e Shawn.
-Come puoi dire così?!
-Io parlo come mi pare e piace!
-Stammi a sentire, tu. Non ho la minima idea di cosa abbiate fatto o cosa vi siate detti tu e Shawn per essere successo tutto questo, ma l’importante ora è che devi andare subito in ospedale!
-Cosa?! Perché proprio lì? Io non ho un buon rapporto con quei posti!
-Dovrai fare uno sforzo, perché Shawn si trova proprio lì ora!
-Cos’hai detto?!
-Hai capito bene. Non sappiamo bene cosa sia successo, ma evidentemente Shawn non si è sentito molto bene, anzi non rispondeva alle nostre domande, né si muoveva. Sembrava quasi in trance. L’abbiamo portato quasi subito in ospedale. I dottori lo hanno portato nella stanza 148.
Non sapevo bene cosa dovessi rispondere a quel ragazzo dopo quella frase. Shawn era in ospedale. Shawn si era sentito male, e forse la causa era proprio lui. Ma come aveva potuto fare una cosa così terribile al suo fratellino?! Come aveva osato fargli così male da farlo andare addirittura all’ospedale?
-Sbrigati e va’ all’ospedale! Devi seguire questa strada, girare in un vicoletto e quando ne uscirai sarai proprio davanti all’ospedale.
Annuii e cominciai a correre per le vie dell’isola senza dire niente.
Dovevo correre. Andare più veloce che potevo per raggiungere l’ospedale.
Accidenti, Shawn! Perché mi facevi preoccupare così tanto?!
Non potevo pensare che al peggio in quel momento. Sarebbe successo qualcosa di grave? Shawn sarebbe stato male per molto? E quanto, esattamente, stava male? Che cosa gli era successo di preciso? Doveva saperlo, dannazione, lui era suo fratello! E sarebbe rimasto accanto a lui finché non sarebbe guarito. Questo avrebbe potuto giurarlo a chiunque.
-Sono qui!
Finalmente vidi il vicolo e mi ci fiondai senza rallentare la corsa. Non vedevo quasi nulla intorno a me, solo una macchia indefinita di oggetti di vario colore, che sicuramente erano stati abbandonati dagli abitanti dell’isola, e non sentito nulla a parte il vento nelle orecchie.
Il vicolo era stretto, ma lo avrei passato senza problemi. Infatti dopo un minuto ero già alla fine del vicolo, e all’altro lato della strada spuntava l’ospedale di Liocott. Sembrava grande, molto più grande di quello di Hokkaido. Evidentemente ci abitavano molte persone. E con la scusa dei Mondiali molta più gente era sicuramente arrivata da ogni parte del mondo per assistere alle partite.
Quasi senza essermene accorto, mi ero fermato. Per fortuna ero sul marciapiede, altrimenti qualcuno avrebbe potuto investirmi. Anche se non sembrava passassero molte macchine.
Presi un bel respiro e attraversai la strada –inutile dirlo- correndo.
Entrai sempre di corsa nell’ospedale. Fortunatamente non buttai nessuno a terra, anche se non avevo rallentato la corsa verso la stanza di Shawn.
“148..”
Continuavo a ripetermi nella mente.
“-Poi i dottori l’hanno portato nella stanza 148.”
Così aveva detto quel ragazzo dai capelli azzurri.
Arrivai di fronte alla stanza e alzai lo sguardo.
-Eccola… La stanza 148..
Entrai spingendo la porta lentamente. La mano tremava. Non avevo osato neanche bussare.
Shawn era lì, su un lettino, sdraiato. Stava dormendo tranquillamente, non sembrava pallido, almeno, non più del normale.
Mi avvicinai tremante al letto e allungai una mano sul suo viso. Sembrava ancora più delicato delle altre volte. La finestra era aperta ed entrava un dolce e piacevole venticello fresco che scompigliava leggermente i capelli sia a me che a Shawn.
-Fratellino…
Decisi che era meglio non svegliarlo, così presi una sedia lì vicino, l’avvicinai a me e mi sedetti senza fare rumore. Cominciai a sfiorare la guancia a Shawn, lentamente. Avevo quasi paura a toccarlo. Poi pero’ non avvertendo nessun movimento iniziai ad accarezzargliela delicatamente. A quel punto Shawn si mosse leggermente, spostando la testa e strofinandola sul cuscino, ma non volli smettere di accarezzarlo. Quell’atmosfera sembrava quasi irreale. Non si sentivano i rumori all’esterno, nonostante sia la porta che la finestra fossero aperte.
Ad un certo punto mi accorsi che probabilmente la porta lasciata aperta avrebbe creato una corrente d’aria un po’ troppo forte, seppur io non sentissi niente, e avrebbe fatto male a Shawn. Così mi rialzai per chiudere la porta, ma il dolore alla gamba mi bloccò.
-Accidenti…
Mormorai mordendomi il labbro chiudendo un occhio. Non avevo tenuto conto del dolore durante la corsa che avevo fatto per arrivare all’ospedale, e in quel momento si era come tutto accumulato in una sola, incredibilmente dolorosa fitta acuta, che per poco non mi fece gemere dal male.
Decisi che forse sarebbe stato meglio controllarla, così mi alzai e andai in bagno trascinandomi dietro la gamba dolorante.
Ma proprio quando stavo appoggiando per appoggiare la mano allo stipite della porta del bagno per riprendere fiato –certo camminare in quello stato era una fatica-, sentii una voce provenire da dietro di me.
-Oh, tu devi essere Hayden Frost.
Mi girai quel poco per guardare chi aveva parlato. Sembrava un dottore, non molto vecchio, anzi, pareva molto giovane.
-C-Come fai a conoscere il mio nome..?
Sorrise.
-Ieri ci ha telefonato il dottore dell’ospedale di Hokkaido. Sembra che un ragazzo con una gamba un bel po’ malconcia sia fuggito dall’ospedale. E credeva proprio che fosse diretto qui, perché suo fratello giocava ai Mondiali e doveva per forza stargli vicino. Il suo nome era Hayden Frost.
-Come hai fatto a riconoscermi?
-Beh, non è stato difficile. Primo, hai una gamba praticamente inutilizzabile a quanto sembri. Secondo, sei uguale identico a Shawn Frost, un giocatore dell’Inazuma Japan appena arrivato qui in ospedale. E mi chiedi ancora come abbia fatto a riconoscerti?
-Stupido dottore…
Mi sedetti con la schiena contro il muro.
-Pensa solo a fare qualcosa per questa stramaledetta gamba…
Quello lì sorrideva ancora.
-Sei proprio il contrario di tuo fratello, eh? Alzati e vieni con me, cercherò di fare qualcosa.
Lo guardai storto mentre si girava e cominciava a camminare. Poi decisi che seguirlo sarebbe sempre stato meglio che restare lì, con quel dolore lancinante che continuava a martellarmi la gamba.
 
Shawn – la mattina seguente.
Quando aprii gli occhi sentii una leggera volata di vento che mi accarezzò la guancia. Mi sentii rinascere a quella brezza fresca e piacevole.
Diedi una rapida occhiata alla mia sinistra. E mi ricordai di essere stato portato in ospedale da Mark e dagli altri.
Mi misi seduto con la schiena appoggiata contro lo stipite del letto e mi accorsi che non sentivo più alcun dolore.
Né alla testa –probabilmente il riposo mi aveva giovato- né alla gamba, e questa fu la cosa che mi impressionò di più.
Ricordavo benissimo che la sera prima il dolore era così forte che non riuscivo nemmeno a muovere la gamba. E invece in quel momento avrei potuto tranquillamente camminare –anche se preferii restare seduto-.
Notai che la finestra era aperta, prova della splendida aria mattutina che mi inebriava, e che ero solo nella stanza.
Mi toccai una guancia. Sentivo chiaramente che qualcuno la sera precedente mi aveva accarezzato. E quel qualcuno era Hayden. Avevamo sin da piccoli questi “poteri telepatici”, anche se non sapevamo ovviamente parlarci con il pensiero.
Sentii delle voci all’esterno. Poi una folata di vento più forte delle altre aprì la porta socchiusa e restò aperta quel tanto perché io potessi vedere Hayden con la gamba fasciata che provava a camminare con due stampelle.
-Hayden!
Hayden si girò e per poco non fece cadere le stampelle entrando con la velocità di un fulmine spalancando la porta e avvicinandosi al mio letto.
-Shawn! Ti sei svegliato, per fortuna! Come ti senti?
-Molto meglio rispetto a ieri!
Il mio sguardo cadde nuovamente sulla gamba fasciata.
-Ma che hai combinato?
Lui sorrise.
-E’ una storia lunga… Te la racconterò poi..
Reggendosi su una sola stampella allungò una mano accarezzandomi la guancia.
-V-Vedo che sai usarle bene, quelle stampelle…
Lui annuì.
-Ho fatto un po’ di pratica stanotte, e ora sono più agile! Vedrai Shawn, quando usciremo torneremo a giocare insieme. Ovviamente quando tu e i tuoi amici avrete vinto il torneo insieme!
Sorrise, e lo feci anche io.
-Sì!
-E poi giocheremo io e te, è scontato!
-Il solito gelosone, Hayden!
Sorrisi. Non vedevo l'ora di poter tornare a giocare a calcio con i miei amici. Non vedevo l’ora di poter migliorare con Hayden.
Insieme.

Angolo dell'Autrice contentissima perché le manca una sola fic da completare e le avrà finite tutte dopo un secolo che non succedeva.
Hola~ Ho finito anche questa fic ^O^ E' una vera soddisfazione, posso confermarlo xD
Vorrei precisare solo che Shawn alla fine aveva male alla gamba perché era come se il dolore di Hayden lo sentisse inconsapevolmente anche lui. Mi è sembrata una cosuccia un po' tenera, non pensate?
All'inzio questa fic avrebbe dovuto avere il lieto fine. Poi pero' ho cambiato idea e lo avrei voluto fare triste. E invece alla fine non ce l'ho fatta e mi è venuto il finale buono. Che ci volete fare, sono pur sempre i miei gemellini poverini cucciolini tenerini (?) :3
Comunque ringrazio TUUUUUUUUUUUUUUUUUUTTI coloro che hanno recensito questa fic, C U C C I O L A e Summer38 per aver recensito il capitolo precedente e tutti coloro che leggeranno / recensiranno / metteranno nelle ricordate questa fic, come sempre :3
Grazie davvero a

LisaRay
Malboro_Ohana
BlueChan
Flame_Fairy
Giuggioletta
Blue_Queen
akima
Summer38
C U C C I O L A
che hanno recensito questa fic. Senza il vostro sostegno e le vostre recensioni non ce l'avrei fatta (se ho dimenticato qualcuno non uccidetevi, ve ne prego) <3
Beh, e con questo termina questa storia.
Grazie ancora e alla prossima!!


_Coloursof the _Music_
  
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