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Autore: _Marzia_    18/08/2012    4 recensioni
Nicole Scherzinger ha appena iniziato una carriera da cantante che la porterà lontano. Dopo il primo successo, si ritroverà a cantare un duetto con un cantante di cui non ha mai sentito parlare...
enunciò Franklin, presentandoci brevemente.
  disse, parlando per la prima volta.
Genere: Commedia, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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<< Nicole! … Nicole! … Una domanda, per favore! >> .
Intorno a me sentivo e vedevo solo una miriade di giornalisti. Tentai di sgusciare via da quella mandria inferocita, ma fallii miseramente.
Perché questa mattina mi ero rifiutata di farmi accompagnare da Carlos? Lui era senza dubbio la guardia del corpo più competente che avesse mai lavorato per me. Poi mi ricordai della sua inarrestabile corte e riconfermai la mia decisone.
<< Hey, hey, fate spazio! Nessuna domanda, sloggiate! >> .
Appena in tempo: Franklin, Simon e Lenny erano i miei salvatori. Mentre loro si sbracciavano per fare spazio entrai negli studi di registrazione, e appena mi voltai la porta era già chiusa e inaccessibile.
<< Smetteranno mai di darti fastidio questi giornalisti? >> mi chiese Simon con ironia.
Lo abbracciai ridendo, << sono felice di rivederti >>.
<< Non si saluta? >> domandò Lenny abbracciandomi a sua volta. Ero talmente felice di rivedere i miei dolcissimi fratelli. Non li vedevo più da parecchio tempo, poiché ero spesso impegnata nei miei soliti ed estenuanti, ma non per questo sgradevoli, impegni lavorativi. Non mi aspettavo di certo un successo così grande dopo il mio primo singolo da esordiente, “Don’t hold your breath”*. Tutto ciò ha sconvolto completamente la mia vita, le mie abitudini, portandomi in un mondo parallelo del tutto sconosciuto. Ne ero entusiasta, ma allo stesso tempo infinitamente terrorizzata, perseguitata dal dubbio che possa prima o poi fare qualche sbaglio. Tuttavia decisi di non arrendermi alle prime difficoltà, così ora eccomi qua, inseguita giorno e notte da una miriade di paparazzi.
<< Sono così contenta che siate venuti! Potreste approfittarne per ascoltare il mio nuovo inedito, io e Frank lo registriamo proprio oggi >>.
<< Sarebbe stupendo! >> disse Simon. Non lo vedevo così raggiante da molto.
Ci dirigemmo insieme verso la sala delle registrazioni, mentre a mente ripassavo le parole della canzone che di lì a poco avrei dovuto cantare. Era una canzone intensa, dolce, ma allo stesso tempo ritmata. La adorai fin dal primo momento in cui la lessi e la sentii cantare da Sabine. Lei era sicuramente la vocalist più brava, oltre che con più esperienza, che avessi mai conosciuto, perciò seguivo spesso i suoi consigli. Il testo non era molto difficile, ci misi poco ad impararla a memoria, eppure non riuscivo a togliermela dalla mente, e mi ritrovavo spesso a cantarla in casa, o per strada (il che non era una cosa positiva, visto che molte volte la gente mi riconosceva). E’ proprio per questo mio carattere che spesso mi metto nei guai: tendo a distrarmi quando canto, mi perdo in un mondo dove ci sono solo io, o meglio, è un mondo dove sono in armonia con me stessa, dove mi sento felice e serena, e i problemi e le angosce scivolano via come pioggia. Inoltre, come se non bastasse, alla mia sbadataggine si aggiunge una particolare propensione nell’attirare più disgrazie possibili nel raggio di qualche chilometro. Tuttavia i miei fratelli mi adorano proprio per questo, e non perdono mai l’occasione per prendermi in giro. Sono entrambe molto scherzosi, divertenti, ma anche gentili e iperprotettivi.
Poco dopo arrivammo nello studio.
<< Siamo pronti per registrare >> disse con entusiasmo Franklin.
Così entrai nella sala registrazioni, lasciando alle mie spalle sia Simon che Lenny.
Appena varcai la soglia della sala mi fermai di botto. Gli occhi sgranati. Uno sconosciuto indossava le mie cuffie e canticchiava davanti al microfono con uno spartito in mano. Probabilmente non mi aveva sentito. Mi girai intorno, confusa, cercando qualcuno che mi desse spiegazioni, fino a quando incontrai dall’altra parte della vetrata gli occhi divertiti di Simon e Lenny.
<< Sorellina, calmati. Non ti mangerà >> disse Simon dall’interfono, e scoppiò in una risata sguaiata.
Sbuffai, seccata.
In quel momento il ragazzo si girò verso di me: era molto bello, giovane, moro e mi guardava come se non fossi la benvenuta, ma allo stesso tempo sembrava sorpreso. Ricambiai lo sguardo e si mise a ridere.
<< Si può sapere cosa sta succedendo?! >> urlai, sperando che almeno Simon diventasse sordo a causa dei microfoni.
<< Calma, Cole. Era una sorpresa, farai un duetto insieme a Enrique >>.
<< Oh, grazie per avermi avvertito >>. Incrociai le braccia, indispettita.
<< Non dirmi che non lo conosci? >> chiese, guardandomi male dall’altra parte del vetro.
All’improvviso mi sentii terribilmente a disagio. Sentivo gli occhi di quel ragazzo su di me, ad ispezionarmi.
<< Ehm, in verità … ecco,io … >>.
<< Uuuh, che figura, sorellina! >> saltò su Lenny, e cominciò a rotolarsi dalle risate, sotto l’espressione sbalordita del brunetto.
<< Cole, ti presento Enrique Iglesias, la star esordiente del pop. Enrique Iglesias, ti presento Nicole Scherzinger >>enunciò Franklin, presentandoci brevemente.
<< Piacere, Nicole. Ho avuto modo di ascoltare qualche tuo brano, oltre al primo singolo, e devo dire che te la cavi bene >>  disse, parlando per la prima volta, con voce calda.
<< Piacere di conoscerti, Enrique >> risposi timidamente, perdendo la mia iniziale esuberanza.
Franklin si schiarì la voce con un colpo di tosse, portando l’attenzione su di lui: << Bene, ora che vi siete presentati, posso dirvi il motivo per cui siete entrambi nella sala registrazioni. Come ho già detto, penso che voi abbiate un grande talento. Così ho pensato di usarlo a nostro vantaggio facendovi cantare in duetto: scommetto che ne uscirà un grande pezzo, e tutti e due avrete una risvolta positiva nella vostra carriera>>, si appoggiò allo schienale della sedia, <>, concluse incrociando le braccia al petto e sfoggiando un sorriso, soddisfatto della sua idea.
Non ci potevo credere. La mia canzone non era più mia. Improvvisamente una furia incontrollata prese a imperversare nel mio stomaco. Odiavo quando Franklin si metteva in testa una delle sue,perché, conoscendolo, sapevo che era irremovibile quando prendeva una decisione. Senza sapere cosa dire, rimasi impalata sul posto, a guardare in cagnesco il mio manager.
<< Come proposta mi sembra buona, ma avresti potuto dirmelo >> si schernì Enrique. In questo momento sembrava nuovamente che non volesse la mia presenza.
<< Ormai quel che è fatto è fatto, ragazzo mio. Tuttavia oggi vi ho convocato qui non per registrare, ma per darvi il nuovo spartito per il duetto >>.
<< No! Non se ne parla! >> esclamai.
Tutti i presenti si zittirono.
Franklin sbuffò:<< E ora qual è il problema? >>.
Mi infuriai ancora di più al sentire quella domanda, e quando aprii bocca, sembrò uscisse fuori un sibilo: << Qual è il problema? Sai benissimo quello che intendo! >>. Uscì di corsa dalla sala registrazioni e mi fermai davanti a Franklin e continuai il discorso: <>.
<< Okay, okay … quando ti sarai calmata fammi un fischio >>.
Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso: << Bene, se non mi vuoi ascoltare, tanto vale che alzi i tacchi e me ne vada >> e così feci. Tornai indietro e presi il cappotto, poi mi rivolsi al Brunetto: << E’ stato un piacere, Enrique >>.
<< Hey, calmati. Ascolta: anche io avevo altri progetti, ma mi fido di Frank, e credo che anche tu dovresti farlo >>.
<< Non si tratta di questo >> replicai, << so che è il miglior manager che potessi trovare, ma ha i suoi difetti, e non li sopporto. Comunque ci hai provato >> detto questo uscii, lasciando nella stanza i presenti, compresi Simon e Lenny, che per tutto il tempo erano rimasti in silenzio, stupefatti dalla mia inaspettata reazione.
Forse avevo esagerato, soprattutto nei confronti del brunetto, ma non m’importava. Se Frank non avesse cambiato metodo, lo avrei sostituito, seppur a malincuore. In quel momento avevo dimenticato tutto quello che aveva fatto per me, riuscivo solo a vedere la sua superficialità nei confronti dei miei desideri.
Camminavo velocemente lungo i corridoi, fino a quando sentii  dei passi che mi seguivano. Decisi di non voltarmi, per il momento. Desideravo solo stare da sola e aspettare che mi calmassi.
<< Fuori ci sono ancora i paparazzi >> era Lenny.
<< Chiamerò Carlos >>.
<< Scommetto che non ne saresti granché entusiasta >> disse sghignazzando.
<< Non mi interessa >>.
<< Nicole >>. Mi posò una mano sulla spalla e fui costretta a fermarmi << stai esagerando, e a parer mio Enrique non ha apprezzato molto la tua scenata >>.
Abbassai il capo. << Lo so, non avrei dovuto coinvolgerlo >>.
<< Appunto. Per favore, torniamo indietro e parliamone >>.
Sospirai e scossi la testa : << Ne riparleremo, ma non oggi. E … chiedi scusa da parte mia sia al Brunetto che a Frank >>.
Sogghignò per il nomignolo che avevo affibbiato a Enrique.
<< Capisco, io vado. Stai attenta a Carlos >>.
Risi :<< Ci proverò >>.
Ci salutammo e io proseguii per il corridoio. Intanto presi il cellulare e composi il numero della mia guardia del corpo. Rispose appena dopo uno squillo.
<< Hey, bellezza! >>.
<< Tanto per ricordartelo, il mio nome è Nicole >>.
<< Cosa posso fare per te? >> chiese con tono malizioso. Alzai gli occhi al cielo.
<< Vieni a salvarmi dai paparazzi, mio eroe >> risposi sarcastica.
<< Resisti, principessa >>. E riattaccò.
Incredibilmente, arrivò solo dopo qualche minuto.
Appena mi vide mi corse incontro, e mi prese totalmente alla sprovvista con un abbraccio.
<< Calma i bollenti spiriti, sono di cattivo umore >>.
<< Ma, bellezza mia, come faccio a non starti vicino con questo vestito così leggero … >>.
<< Non farmi pentire di averti chiamato, accompagnami a casa >>.
Riuscimmo a evitare facilmente i paparazzi e con la moto di Carlos ci mettemmo poco ad arrivare alla villa con piscina, che da poco era diventata casa mia.
Scesi dalla moto e tolsi il casco. Poi mi rivolsi a Carlos: << Grazie per avermi salvato >>.
Rise, divertito : << Per me è un piacere, puoi sempre darmi fastidio >>.
<< Non ci contare troppo, non mi piace dare fastidio alla gente, al contrario tuo >>.
<< Wow, come siamo offensive oggi, cosa è successo? >>.
<< Una litigata con Frank, dovrò fare un duetto e come al solito non mi ha detto niente >>.
<< Un duetto? >> chiese, aggrottando le sopracciglia << con chi? >>.
<< Un certo Enrique Iglesias, non ne ho neanche sentito parlare. In verità, però, mi sento un po’ in colpa per averlo trascinato in questa discussione … >> smisi di parlare. Il volto di Carlos era diventato teso e cupo, minaccioso.
<< C’è qualcosa che non va? >> il mio tono interrogativo.
<< No, tutto bene >>  rispose secco, abbassando il capo sul casco che teneva fra le mani.
<< … Sicuro? >> insistetti, non del tutto convinta.
Per risposta annuì leggermente, senza ancora alzare la testa.
<< Ok, allora … io vado, grazie ancora >>. Feci per allontanarmi, ma mi afferrò per un polso e non mi permise di allontanarmi.
<< Non mi ringrazi? >> sul volto si era di nuovo acceso un sorriso aperto e ammiccante.
Non potei fare altro che ridere.
Mi avvicinai e gli baciai la guancia, senza però avvicinarmi troppo, ma lui ne approfittò. Con un movimento gentile mi attirò a lui, conducendomi direttamente tra le sue braccia. Iniziò lentamente ad accarezzarmi la schiena, dall’alto verso il basso, in un moto continuo. Mi ritrovai con il suo volto all’altezza del collo, il suo respiro caldo mi solleticava la pelle. Ricambiai l’abbraccio, convinta che un secondo dopo mi sarei allontanata, ma lui colse quel gesto come un buon segno, così cominciò a lasciarmi leggeri baci sulla guancia. Mi staccai qualche momento dopo, e lui me lo lasciò fare senza proteste.
Era stato stranamente piacevole.
<< Adesso sei ancora di cattivo umore? >> mi chiese con un sorriso beffardo dipinto sulle labbra carnose.
<< Non molto, ma non dipende da te >> dissi scherzando, e scompigliandogli i capelli neri.
Lo salutai con un sorriso, al quale lui rispose con un altro ancora più aperto e luminoso, ed entrai nel cancello che separava il viale dal giardino di casa mia. Appena entrai chiusi la porta a chiave, feci una doccia lunga e rilassante per sciogliere i nervi, e mi sedetti sul divano. Non sapendo cosa fare, iniziai a vagare con la mente. Ripensai alla discussione con Franklin, e guardandomi intorno, posai lo sguardo proprio sugli spartiti che Lenny aveva messo ( evidentemente di nascosto) nella borsa. Gli diedi un’occhiata veloce. Il titolo era cambiato, adesso la canzone si intitolava “Heartbeat”, e anche alcune parole erano diverse. Un'altra cosa che mi fece irritare. Decisa a lasciar perdere fino al giorno dopo, andai a dormire.








*Se siete interessati :) http://youtu.be/z4nKOzk8qbw
                                http://losslessmusicfans.com/wp-content/uploads/2011/03/wpid-Nicole_Scherzinger_2011_Don_t_Hold_Your_Breath_Single_Lossless_.jpg














 
Note autrice: Come promesso, ho pubblicato presto il primo capitolo :D come prima cosa vorrei ringraziare Yume Kourine e Sh_NT per aver recensito il prologo, e rkoFT96 per aver aggiunto la storia tra le seguite :) naturalmente ringrazio anche solo chi passa per leggere u.u Fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo, anche se pensate che non vi piaccia, ci tengo a conoscere le vostre opinioni. Ditemi anche se volete che nel prossimo capitolo vi sveli i volti degli altri personaggi: preferisco chiedervelo prima, perché dal canto mio ogni tanto preferisco immaginarmi da sola i volti, non so se capita pure a voi xD Al prossimo aggiornamento :) _Marzia_
  
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