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Autore: VaVa_95    19/08/2012    7 recensioni
<< Don't think, just Save Me >> Questo è quello che pensano tutti i protagonisti di questa storia. Non pensare, salvami. Perché forse è proprio questo di cui si ha bisogno: avere una persona da salvare, per sentirsi un vero eroe, più di quanto non lo si sia già. TRATTO DAL CAPITOLO UNO: - Ehi! Voi due! Spicciatevi che dovete andare a scuola! – strillò la voce potente di Jimmy, mentre prendeva le chiavi della macchina. Non capiva proprio le donne, perché dovevano prepararsi per così tanto tempo? Lui si svegliava dieci minuti prima del suono della campanella e, in cinque minuti, era già pronto per andare, doveva solo aspettare quei due uragani delle sue sorelle minori.
Genere: Commedia, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, The Rev, Un po' tutti, Zacky Vengeance
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAP. 5.1


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- Perché, vuoi dirmi che non è per quello? – domandò Lea, mentre Saya richiudeva il suo armadietto con forza.
Era da un po’ che la ragazza aveva notato uno scambio di sguardi alquanto strani tra Cris e Jimmy e ovviamente voleva saperne di più. E chi poteva sapere la vera sequenza di ogni evento se non la sorella del batterista? A lei diceva tutto, in fondo… il soggetto della conversazione era, neanche a dirlo, il ciuffo blu di Cris, che secondo la ragazza non era stato fatto per prova.
- No Lea, non è per quello – rispose l’amica, avviandosi lungo il corridoio con lei al seguito.
- Ma per favore, è per quello, su! L’ha capito persino Johnny… insomma, Johnny! -
- Ehi ragazza, vacci piano con gli insulti, è il tuo ragazzo! – scherzò Saya, scoppiando a ridere.
Johnny era una persona molto intelligente e sveglia, ma dell’ultima caratteristica aveva il suo tallone d’Achille: non capiva mai, proprio mai, se ad una persona piaceva un’altra e viceversa. L’anno prima, per esempio, quando Lia aveva detto “ehi Johnny, invita Lea ad uscire perché si capisce lontano un chilometro che vi piacete”, lui aveva semplicemente risposto con un “non me ne ero accorto”.
E il peggio era che non se ne era accorto per davvero. Per capire, quindi, che quei due si mangiavano con gli occhi anche a cinque chilometri di distanza, doveva essere diventato molto, se non troppo, evidente… e questo forse non andava bene.
Più loro scoprivano i loro sentimenti, più le cheerleader potevano farne uso. E per “cheerleader” intendevano Michelle, Gena e Valary.
- Allora, me lo dici? – domandò Lea, facendola sobbalzare.
- E va bene, te lo dico! Cris ha fatto il ciuffo blu perché uno dei colori preferiti di Jimmy è il blu, e gliel’ho detto io di farlo perché a lei piace Jimmy più o meno da quando abbiamo messo piede nel liceo! Contenta? - strillò, esasperata.
- Ora si! – strillò di rimando, scoccando all’amica un bacio sulla guancia e correndo verso la sua classe(era sempre meglio farsi trovare in classe prima del professore di chimica e Lea lo sapeva perfettamente, dato che quell’uomo sembrava costantemente una donna mestruata)  – ci vediamo a pranzo per parlarne, ciao tesoro! -
- Ruffiana! – strillò l’amica di rimando, ridacchiando.
Ora che era entrata in classe, lei non sapeva che fare: non sapeva dov’era sua sorella, non sapeva dov’era Cris e non sapeva dov’erano i ragazzi. Soprattutto non sapeva dov’era Electra. Non avevano avuto tante occasioni di parlare di quello che era successo con Zacky, a parte il fatto che ormai i due stavano praticamente insieme… erano passate quasi due settimane, in fondo e… beh, potevano continuare ad ignorarsi a scuola, ma tutti sapevano che passavo insieme i pomeriggi liberi, quelli dove quei cinque svitati non suonavano insieme.
Era felice per lei, molto anche. Aveva passato un brutto periodo e se la meritava, la felicità. Cominciò a salire le scale diretta al piano di sopra, pensierosa: quel giorno la scuola avrebbero dovuto assistere a una partita di pallavolo di Lia dove, neanche a dirlo, si sarebbero esibite le cheerleader. Doveva fare assolutamente in modo che nessuno si accorgesse di nulla, altrimenti Jimmy avrebbe dovuto davvero elaborare un piano per proteggerla.
 
- Fammi capire – esclamò Zacky, rivolta a Cris – qualche giorno fa Valary ti ha chiesto che tipo di rapporto c’era tra Matt ed Electra? -
- Esattamente – rispose la giovane – e due giorni fa ha chiesto in che rapporti eravamo tutti noi con lei. La vogliono far fuori, e noi ragazze con lei. Come la mettiamo? -
Cris aveva convocato (si faceva per dire, infatti si era imbattuta in corridoio con loro e ne aveva approfittato per parlare dell’accaduto) tutti i membri degli Avenged Sevenfold che ora l’avevano accerchiata come un branco di leoni inferociti. Se non erano alti (come Johnny e Zacky) erano imponenti, facendola sentire veramente piccola.
- E quindi ragazzi? Che facciamo? – domandò Jimmy, rivolto agli amici.
- Non lo so – rispose Brian, passandosi una mano fra i capelli corvini – magari possiamo parlare con le ragazze… -
- Il che significa “tu parli con Valary e poi ci fai sapere”? – domandò retoricamente Matt – non capisco perché è… beh… è stata lei a chiederti quelle cose. -
Sembrava veramente deluso da quel comportamento… la ragazza provò un moto quasi di compassione: quella ragazza non doveva nemmeno provare a far deludere Matt. Era un amico straordinario, era una delle persone migliori che avesse mai conosciuto… era uno dei suoi migliori amici, gli voleva bene. Lei era una ragazza calma e pacata, ma se qualcuno, con intenzione o meno, feriva le persone che lei amava diventava davvero una iena. E ora il momento di sfoderare gli artigli.
- Che rottura però – esclamò, seccata – non capisce che ti fa star male? Se mi chiede qualcos’altro l’ammazzo. -
- Ehm, Cris, non vorrei dire ma lei è la ragazza di M… - cominciò a dire Zacky, venendo subito interrotto.
- Senti porchetta, non ho chiesto a te, okay? Lo so anche io che è la sua ragazza, sarò mica scema! Sto dicendo che è leggermente deviata dalla tua scopa-amica e da quella di quell’altro! Ve le scegliete bene, proprio… -
- Parla per Brian, io ho smesso con le scopa-amiche – ribatté, facendole la linguaccia.
- Si ecco, già che siamo in tema non far del male a Electra o ti ribalto per davvero. In ogni caso, le miss perfettine hanno subito capito che cosa passava per la testa a tutti quanti e ora vogliono mandare tutto all’aria, come loro solito… fanno sempre così, quando una situazione sfugge loro di mano… mi taglio il ciuffo blu, se sbaglio! -
- Cris Romance che si gioca in ciuffo, allora sei proprio seria – esclamò Johnny.
Per quanto riguardava la comprensione delle ragazze, Johnny era avvantaggiato in quanto, essendo al terzo anno, aveva a che fare con loro tutti i giorni in classe (avevano praticamente gli stessi corsi, quando non era con una era con l’altra). Non per altro, era stato lui il primo a capire il motivo del ciuffo blu, perché sapeva perfettamente che lei detestava il blu in quanto lo riteneva un colore troppo perfetto, o meglio, il colore a cui tutti ambivano (gli occhi blu, il ragazzo con gli occhi blu eccetera). Il bassista sospirò: era una delle ragazze più complicate che gli fosse mai capitato di incontrare, ma era anche per questo che la adorava.
- Ahia Matt, devi proprio farlo, devi salvare un ciuffo indifeso! -
- Appunto, sono seria – esclamò rivolta a Johnny, per poi tirare uno scapaccione a Zacky, l’ultimo che aveva parlato – ma riesci a fare il serio una volta tanto?! E per l’amor del metal, stiamo parlando di Electra! -
I cinque si scambiarono uno sguardo di intesa, poi fu Brian a parlare - Per amor del… metal? -
- Dai Bri, è la prima cosa che mi è venuta in mente – rispose, facendo spallucce – io ora me ne vado in classe, ma voi pensate a quel che vi ho detto! -
 
I cinque rimasero fermi e zitti a guardare la ragazza allontanarsi verso la classe di italiano (amava ogni tipo di cultura e cercava di imparare più lingue possibili), senza saper bene cosa dire o fare.
- Beh… e adesso? – domandò Johnny, rompendo il silenzio.
- E adesso qualcuno mi spieghi perché tutti sanno perché si è fatta il ciuffo blu tranne io! – strillò Jimmy, con la sua solita voce potente.
Gli amici risero (c’era una volta che non ridevano, con lui?) per poi scambiarsi uno sguardo di intesa. Non capiva o faceva finta di non capire?
- Ma dai, non dirmi che non hai… - Matt si interruppe alla vista dell’espressione dell’amico – oh cazzo… non ha capito davvero. -
- No! Cosa devo capire? – domandò, cominciando leggermente a inquietarsi.
- Ehm… vieni Jimmy… noi cinque dobbiamo parlare… e abbiamo tante cose su cui farlo… -
 
 


- Che vuol dire “non posso venire alla partita”?! – domandò Saya, alzando un po’ troppo la voce.
- Sullivan, qualcosa non va? – il professore di italiano era un uomo alto, dalla pelle costantemente abbronzata, con due occhi verdi allegri e i capelli leggermente brizzolati. Era un uomo simpatico che sapeva insegnare la sua materia alla perfezione, ma pretendeva una cosa: il silenzio più totale quando stava spiegando.
- No, scusi signor Rossi – mormorò, sospirando, mentre il professore si rigirava verso alla lavagna per scrivere un verso di Dante.
- Che… non posso venire alla partita? – domandò retoricamente Electra, guardando sia Saya che Cris che si stavano scambiando sguardi di intesa quasi preoccupati.
Era palese che qualcosa non andava. Ed era palese che riguardava lei, in quanto appena aveva detto che non sarebbe potuta venire con loro a vedere la partita di pallavolo di Lia (non era la prima e di certo non sarebbe stata l’ultima a cui partecipava, il tempo per andare a vederla ce l’aveva) le due avevano subito sgranato gli occhi, come se avesse detto che partiva per scalare il monte Everest.
- Si ma… perché? – domandò Cris, preoccupata come l’altra amica.
Adesso stava cominciando ad inquietarsi anche lei. Perché sembravano così… misteriose? Quei continui sguardi di intesa mentre parlava non le piacevano per niente…
- Perché è l’anniversario dei miei genitori e staranno fuori tutto il giorno, quindi faccio da babysitter ad Alex – spiegò.
- Non potete assumere una babysitter? Magari chiamare qualcuno? Ti prego, devi venire! – continuò l’amica, scostandosi il ciuffo blu dagli occhi nocciola.
- Mi dispiace davvero, ragazze… in mensa dirò a Lia quanto mi dispiace, ma… non… ecco… - fece una pausa – non posso deludere il mio fratellino. Lui ci tiene che ci sia io, quando i miei non ci sono. Meredith… lei c’era sempre per me e io voglio esserci per lui. -
Saya sospirò, ma poi sorrise rassicurante all’amica.
Ne aveva bisogno, aveva bisogno di sentir dire loro che poteva andare tranquillamente. La memoria della sorella era sempre lì, sempre presente… e, in un certo senso, era presente anche in lei.
Non sapeva come fosse perdere un fratello o una sorella. Non avrebbe mai immaginato, però, la sua vita senza Jimmy e Lia. Erano il suo tutto, la sua ragione di vita, se li avesse persi lei sarebbe morta dentro.
- Lo so che è difficile – mormorò, poggiando la mano sul suo braccio – io non posso nemmeno capire il dolore che stai passando. Però… lei è fiera di te, lo sai? -
- Penso di si – rispose la giovane, sorridendo leggermente, per poi alzarsi dal banco al suono della campanella – ragazze, io ho un’ora buca, voi dove andate? -
- Io devo andare a psicologia – esclamò Cris, alzandosi anche lei subito seguita da Saya.
- E io ho educazione fisica… grazie al cielo dall’anno prossimo non è più obbligatoria! -
- Ci vediamo a pranzo ragazze, poi io volo a casa altrimenti i miei mi uccidono sul serio… -
- A pranzo! -


Electra uscì tranquilla dall’aula, anche se sapeva che le sue amiche avevano cominciato a confabulare su nemmeno lei sapeva cosa.
Odiava quando le nascondevano qualcosa… aveva sempre avuto una sensazione strana tutte le volte che diceva che non poteva venire da qualche parte… sapeva che erano delle grandi amiche e che per lei avrebbero fatto qualsiasi cosa, allora perché non parlare direttamente del problema? Che poi, qual era quel problema? Era lei che era sbagliata?
Attraversò il corridoio che aveva già cominciato a svuotarsi, per poi raggiungere il suo armadietto. Era in un luogo più isolato rispetto a quello di tutti gli altri (di solito ai nuovi studenti riservavano armadietti ai lati dei corridoi), cosa che a lei piaceva, dato che poteva tranquillamente considerarsi una persona che meno parlava con le persone della scuola meglio era (a meno che quelle non avevano i suoi stessi interessi, ovvio). Probabilmente sarebbe rimasta lì tutta l’ora, magari a ripassare un po’ dato che il giorno successivo aveva un test e a casa di certo non poteva studiare, dato che il fratello le avrebbe letteralmente rotto l’anima… qualcuno le coprì gli occhi, facendola quasi sussultare.
- Chiunque tu sia, mi hai spaventata – esclamò – dai, davvero, sei Jimmy? Piantala con questi scherzi che ormai sono datati 1950! -
- Ah di solito è Jimmy che fa questa cosa? – domandò la voce di Zacky alle sue spalle, prima di sciogliere la presa – devo cambiare scherzo, allora. -
- Beh… diciamo che… non sei portato per gli scherzi, ecco – mormorò la giovane, arrossendo leggermente e abbassando lo sguardo.
Accidenti a lui! Come faceva ad imbarazzarla sempre? E, domanda da un milione di dollari: come faceva ad essere sempre così dannatamente bello?
- Non sei di incoraggiamento, sai? – domandò, per poi guardarsi intorno e scoccarle un leggero bacio sulle labbra – comunque buongiorno, bei ricci. Stamattina non ti ho vista. -
Il gesto del guardarsi intorno tutte le volte che doveva baciarla le faceva saltare i nervi. Le opzioni erano due: o non voleva farsi vedere (il che l’avrebbe fatta arrabbiare ancora di più), oppure si vergognava di farsi vedere in giro con lei. In entrambi i casi, avrebbe dato di matto.
Non sopportava quando le persone dicevano di tenere a lei e poi non volevano nemmeno farsi vedere in giro insieme… e Zacky non faceva eccezione. Insomma, stavano insieme o no?
- Si si, buongiorno – salutò, chiudendo l’armadietto e sedendosi a terra con il libro di storia aperto. La prima guerra mondiale, grazie al cielo un argomento interessante.
Quello che lei adorava veramente era la rivoluzione francese, era sempre stato l’argomento che l’aveva affascinata di più in tanti anni di scuola e, forse, avrebbe approfondito l’argomento in vista dell’esame di fine anno.
- Che c’è? Che ho fatto? -
- Niente Zacky, lascia stare. -
Una cosa di cui era veramente sicura Electra era che Zacky non aveva mai avuto una relazione seria. Non capiva mai quando una ragazza (in generale) era nervosa, arrabbiata, oppure non lo voleva tra i piedi. Le donne lui non le capiva per niente. Infatti si sedete tranquillamente vicino a lei sbirciando il libro di storia.
Anche lui aveva fatto la prima guerra mondiale al terzo anno e, neanche a dirlo, non si ricordava più nulla. Ora che ci pensava, non si ricordava nemmeno se aveva studiato per quell’esame (in fondo erano sempre gli stessi).
- Allora, oggi pronta per la partita? – domandò, quando vide la ragazza distrarsi un attimo.
- Ecco… veramente… oggi non posso venire alla partita. -
Silenzio.
Oh, per una volta stava zitto, avrebbe dovuto chiamare Cris per assistere a quel più unico che raro spettacolo. Oppure avrebbe dovuto chiamare qualcuno che si occupava del giornalino della scuola, avrebbero potuto mettere il titolo in prima pagina “notizia straordinaria, Zachary Baker è stato zitto”. Uhm, le piaceva come idea, avrebbe dovuto farlo davvero.
- Ma… ma no dai, perché? Che devi fare questa volta? -
Era naturale che fosse arrabbiato. Due settimane che stavano insieme e due settimane che aveva potuto uscire con lui solo con la scusa di andare a fare i compiti da Saya. Era snervante.
- Devo badare ad Alex mentre i miei sono via. Ritornano domani mattina verso le 10, quindi devo rimanere con mio fratello. Ha cinque anni, di certo non può badare a sé stesso. -
Il ragazzo sbuffò.
Se apriva ancora bocca un’altra volta uscendo con frasi simili a quelle che le avevano detto le amiche qualche tempo prima lo avrebbe come minimo strangolato. Era una tipa calma e pacata, ma bastava poco a farle saltare i nervi quando non era già dell’umore adatto per qualsiasi tipo di conversazione.
Guardò il ragazzo che sembrò riflettere, poi sorrise, facendo spostare leggermente i piercing ai lati delle labbra.
- Beh, per tuo fratello non penso sarà un problema avermi in giro per casa. -
- C-che cosa? – balbettò la giovane, alzando finalmente gli occhi oro dal libro di storia per incrociare i suoi luccicanti occhi verdi, i quali erano attraversati da un lampo, il classico “lampo di genio”.
- Dai, posso andare d’accordo con tuo fratello. È un bambino che ha voglia di giocare, che sarà mai? – fece una pausa, notando l’indecisione della ragazza – e poi possiamo anche stare un po’ insieme… da soli. Che ne dici? -
La giovane sospirò: poteva anche non capire le donne, ma doveva star pur certa che capiva lei. Perfettamente anche, in quanto sapeva quanto volesse passare del tempo con lui senza nascondersi da nemmeno lei sapeva chi.
- Va bene, va bene – acconsentì, mentre negli occhi del ragazzo passava (di nuovo) un lampo di vittoria – ma sappi che io ti avevo avvertito. È una peste, quel bambino. -
- Sopravviverò – ribatté, ridacchiando e scompigliandole i capelli.
Rimasero ancora in silenzio per un po’, Electra a leggere e Zacky a sbirciare il libro di storia.
- Ma… d-davvero rinunceresti alla partita… p-per me? – domandò poi.
Il ragazzo sorrise, di nuovo. Adorava quando era imbarazzata e le guance si coloravano leggermente di rosso…
- Per te questo ed altro – esclamò, per poi metterle un braccio intorno alle spalle e indicare il libro – su, parlami ora di questo… ehm… questo… argomento. -
- Fammi indovinare, non hai mai studiato la prima guerra mondiale? -
- Relativamente! E quanto bastava! – fece una pausa, pronto a farla ridere – cioè la data di inizio e la data di fine. -
E la sua risata non poteva essere più sincera di così. 







Note dell'autrice:
Ehilà :D *evita i pomodori*
Ecco la prima parte del quinto capitolo, che sarebbe di transizione... è già pronta anche la seconda ma l'ho dovuto dividere, altrimenti veniva troppo lungo e sicuramente vi sareste annoiati... anyway, qui non ho niente da dire, a parte che finalmente si scopre il motivo del (bellissimo) ciuffo blu di Cris e boh, finalmente il piccolo (seh certo, come no) Jimmy apre un pochino gli occhi... bello il mio fratellino! *lo accarezza*.
Davvero, di solito non sono così, è l'aria di mare che mi da alla testa...
A proposito di mare, ho una brutta notizia: dal 28 di agosto non avrò più internet in quanto il mio bello e dolce vicino con la rete non protetta parte spegnendo tutto (in realtà è già partito spegnendo tutto, ma ho la chiavetta) e sinceramente non so se posso caricare la chiavetta o meno, dato che sono dispersa in un paesino della Liguria dove già tanto se trovo un centro assistenza per il cellulare (si, si è rotto, al mare si rompe tutto, ovvio).
Okay, ora ho veramente finito di rompere le scatole. 
Ringrazio Electra, Lia, Cris e Lea che mi sostengono sempre.
Ringrazio chi ha recensito la storia fino ad ora:
_ Rosie Bongiovi
_ Electra_Gaunt
_ _Cris
_ _Leah
_ Dominil
_ Doripri
_ blueberryjuice (cartolina dall'Uganda in arrivo!)
_ Strong Haze
_ Erica_A7X
_ Slyth
_ KobraKiller_Juice 
_ LiaEchelon
Ringrazio chi la segue:
_ alexxx_fire_inside (che è sparita, dove seiiii? ç_ç)
_ blueberryjuice
_ dizzyreads
_ Erica_A7X
_ Katsura
_ LiaEchelon
_ Luri07
_ MaryDay
_ MyChemicalDay
_ Rosie Bongiovi
_ _Cris
_ _Leah
Ringrazio chi l'ha messa tra le preferite:
_ alexxx_fire_inside
_ KobraKiller_Juice
_ Manganese
_ mimi96
_ NinaAlways
_ Rosie Bongiovi
_ Slyth
_ _Leah
Okay, ho finito di rompervi le palle!
Per chi vuole insultarmi liberamente su Twitter, mi chiamo @SayaWood :) magari ditemi anche che siete voi, così seguo tutti xD
Un bacione, al prossimo capitolo!
Kisses
Vava_95

  
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