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Autore: _Woodhouse_    19/08/2012    3 recensioni
Cosa sarebbe successo se Jane Eyre non avesse mai ricevuto la sua eredità? Se fosse rimasta tristemente lontana da Thornfield per anni, senza conoscere le sorti degli abitanti dell'amata tenuta? Che ne sarebbe stato di Mr. Rochester? La rassegnazione e il sacrificio avrebbero continuato ad avere la meglio sulla loro passione?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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- Signore! Buon Dio, Signor Rochester! – Mrs. Fairfax, impallidendo, si precipitò a capofitto sul corpo privo di sensi di Mr Rochester e iniziò a tastargli il polso, a scuoterlo, ma senza ottenere risultati. Mr. Rochester sembrava totalmente incosciente, forse morto. Mrs. Fairfax sapeva che quando qualcuno appariva privo di vita era necessario tastargli il polso per assicurarsi delle sue condizioni. A cosa servisse, però, non lo aveva mai inteso perfettamente, quindi rimase a terra vicino al corpo del padrone senza saper che altro fare: sapeva di dover chiedere aiuto, ma al tempo stesso la sola idea di lasciarlo da solo le insinuava nell’animo un’angoscia non indifferente. Poi, rendendosi conto della stoltezza del suo atteggiamento, corse a chiamare lo stalliere, che si trovava appena fuori dalla cucina, quindi sarebbe bastato attraversare solo una stanza e la sua agonia sarebbe terminata. Si sentiva terribilmente responsabile dell’accaduto, in quanto aveva sicuramente innervosito Mr. Rochester introducendosi nella sua solitudine con quello stupido tè.
Dunque, corse fuori dalla piccola dimora in cui abitavano da quando Thornfield non era diventata altro che un ammasso di cenere, e chiamò a gran voce il nome dello stalliere, che in un attimo le fu davanti e la pregò di spiegargli cosa l’agitava. Mrs. Fairfax blaterò qualcosa di sconnesso, ma disse quanto bastava affinché Jason si precipitasse nella stanza in cui troneggiava, sul pavimento, il corpo di Mr. Rochester.
Il giovanotto, forse più in agitazione della vecchia signore, issò il corpo con notevole sforzo e, praticamente strascicandolo sul pavimento, lo condusse lentamente verso la poltrona sulla quale, poco dopo, riuscì a sistemarlo non senza avvertire taglienti dolori alla schiena. Nel frattempo, Mrs. Fairfax girovagava intorno al perimetro della stanza torcendosi il cuore con sempre più asfissianti rimproveri riguardo la condotta che aveva azzardato nel pomeriggio.  Quando Jason corse a chiamare il medico del villaggio, la vecchia donna si posizionò in ginocchio vicino alla poltrona in cui sedeva il suo padrone, e congiunse le mani a mo’ di preghiera, chiedendo al buon Dio di risparmiarlo giacché era un uomo così buono e giovane che non meritava una morte tanto crudele, in quanto ignota.

Circa una mezz’ora dopo, Jason tornò accompagnato da un trafelato Dottor Cox che più allarmato che mai prese a destreggiarsi con attrezzi, a tastare Mr. Rochester da tutte le parti ed infine chiese al giovanotto di aiutarlo a trasportare il corpo esanime fino alla camera da letto.
Quand’ebbero disteso Rochester sul letto,  il dottore pregò lo stalliere di accompagnare fuori dalla stanza la vecchia signora, giacché si presuppone dovesse attuare delle pratiche poco consone alla presenza di una donna. Non senza preoccupazioni, la donna acconsentì ad uscire dalla stanza e appena fuori si sedette su di una sedia in attesa di poter rientrare a vegliare sul povero signor Rochester. Lo stalliere la pregò di tranquillizzarsi e si congedò dalla casa per andare a terminare il suo lavoro, ma chiese alla signora di fargli avere al più presto notizie inerenti alla salute dell’infermo o non si sa cos’altro.
Il tempo, lì fuori, sembrava non trascorrere più e Mrs. Fairfax finì con l’appisolarsi stringendo in mano il ventaglio che fino a quel momento le aveva permesso di contrastare le forti vampate di calore causate dalla paura e dall’ansia. Se il signor Rochester fosse morto non le sarebbe rimasto nessuno, la signorina Adele era lontana, e da tempo non aveva più notizia della cara signorina Eyre. Tutte le persone che le erano più care l’avevano abbandonata e, adesso, il pensiero che anche il singnor Rochester potesse fare lo stesso era oltremodo intollerabile. Era ormai talmente vecchia che la vita le avrebbe riservato nient’altro che solitudine e tristezza  al pensiero degli spiacevoli eventi che si erano susseguiti nella tenuta che per lei aveva rappresentato tutta un’esistenza.
Il sonno della buona signora venne presto interrotto dallo schiudersi della porta della stanza che conteneva la risposta ai mille interrogativi che si era posta fino a quel momento, e quando vide nel volto del dottore un’espressione complessivamente serena trasse un sospiro di acuto sollievo.
- Posso scambiare due parole con voi, Signora? – domandò il dottore asciugandosi la fronte con un panno.
- Ma certo, come sta il signor Rochester? Vi prego, non annunciatemi nulla di triste.
- Il Signor Rochester si rimetterà presto, ma potrebbe incorrere in una spiacevole fine se voi non eseguirete le direttive che debbo impartirvi. – fece con tono grave.
- Tutto quello che volete sarà fatto.  – rispose la donna con voce tremula.
- Ebbene, il vostro padrone ha ingerito una portentosa quantità di laudano che avrebbe rischiato di ucciderlo se il suo fisico prestante non lo avesse preservato.
- Oh, Santo cielo! Che Iddio abbia pietà di lui! – bisbigliò quasi in lacrime.
- Vi prego di non agitarvi – la rassicurò il dottore- piuttosto dovete cercare d’infondere nel vostro padrone più serenità di quanta ne abbia mai ricevuta. Spronatelo a vivere i suoi interessi, circondatelo di gente: sono sicuro che voi che lo conoscete meglio saprete come agire per garantirgli delle ore serene. Purtroppo, quando un uomo come il Signor Rochester mette la propria vita dentro una boccetta di laudano, sono poche le cose che possano restituirgli la voglia di riprendere in mano la propria esistenza.
- Volete dire che potrebbe ricorrere di nuovo a quel liquido nefasto? – domandò la signora, sgranando gli occhi e stringendo il ventaglio sul petto con sempre maggiore apprensione.
- Lo farà sicuramente. – rispose realista l’uomo – Ma se riuscirete a dargli un solo motivo per rimanere su questa terra, salverete una povera anima dalle fiamme dell’inferno.
- Buon Dio del Cielo! – abbassò lo sguardo e prese ad annuire con fare ritmico. – Farò quanto posso, lo farò! Oh, povero signor Rochester!

   
 
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