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Autore: Yuki Kiryukan    19/08/2012    6 recensioni
Rebecca Jane Callaway si è appena trasferita col padre a Dallas. Mentre si prepara ad affrontare il primo giorno alla sua nuova scuola, si è già abituata all'idea di trascorrere i prossimi anni che l'attendono nella noia e monotonia totale.
Solo in seguito capirà quanto sbagliate fossero quelle previsioni.
Solo dopo aver scoperto la verità sulla sua stessa esistenza.
Solo dopo aver intrecciato la sua vita a quella di Zach Hudson ed al suo, loro, segreto.
Dal cap 15:
"Che cosa stiamo facendo, Zach?" gli chiesi sulle labbra "Tutto questo non ha senso"
Lui si allontanò lentamente da me. Era serissimo "Deve averne per forza?"
"Noi dovremmo ucciderci" gli ricordai, per quanto doloroso fosse anche il solo pronunciare quella frase.
"E questo chi lo dice?" sembrava irritato. Si ostinava a non voler guardare in faccia la realtà.
Deglutii, mentre una lacrima mi rigava la guancia " Il nostro sangue"
Genere: Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cursed Blood - Sangue Maledetto'
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Ed ecco postato anche il capitolo 24! ^--^ Non mi sembra vero di essere giunti fino a qui! :')
Anche questo capitolo non è il massimo di felicità ed allegria...ma spero che lo apprezziate ugualmente. Purtroppo, la nostra protagonista non sta passando il miglior periodo della sua vita...Quindi cercate di capirla xD
Dal prossimo capitolo, ci darà inizio alla battaglia! Continuate a seguirmi mi raccomando! ;)
Un grazie infinito a chi recensisce ogni capitolo!
Aspetto i vostri commenti! :D
Un bacio,
Yuki!


 

                                                                                              Quando La Favola Finisce

 


 Io non sono un’ipocrita. 


Nella vita, anche a costo di commettere stupidaggini, avevo sempre percorso la strada che ritenevo giusta. Credendo in quello che facevo.
Non c’era motivo per cui quella volta sarebbe dovuta andare diversamente.

Per natura, sono sempre stata essenzialmente una persona complicata. Ma allo stesso tempo, estremamente chiara nell’esprimere opinioni, e nel prendere posizione.

Perché quella volta era così difficile?

Il mio cuore era diviso, rotto, spaccato in due.

Da una parte, c’era l’amore che provavo per Zach. Un amore fortissimo, che non avrei mai creduto di provare. Un amore per il quale, se mi fossi lasciata andare, avrei buttato all’aria tutto, pur di viverlo.

Dall’altra invece, c’era la fedeltà che dovevo allo Scudo Rosso. A mio padre. Ai miei compagni. Al Mark che in quel momento, bendato ed intubato, lottava per la vita.

Io non sono un’ipocrita.

Sembra quasi che tu te ne  stia auto convincendo

Sospirai, in modo arrendevole. Tra non molto, sarei diventata davvero degna di una suite al reparto psichiatrico. Quella voce era solo frutto della mia mente, non dovevo esserne influenzata in alcun modo.

Mi rannicchiai fra le coperte, affondando la testa nel cuscino. Quei pensieri mi avevano tormentata per tutta la notte, ed in quel momento, giacevo in uno stato vegetativo, abbandonata sul letto. Non ero andata a scuola. Non ne avevo la forza. E vedere Zach, con la consapevolezza, che tutti si aspettassero che lo uccidessi, mi avrebbe fatto crollare definitivamente a terra.

Avevo finito le lacrime. Per quanto mi sforzassi, non riuscivo più a versarne.

La porta della mia stanza si aprì, e mio padre entrò con fare incerto. Mi guardò, e si scompigliò i capelli neri  << Tesoro… >> bisbigliò  << So che stai giù per il fatto di Mark… >> cominciò  << Ma devi pur reagire in qualche modo… >>

Mi sentii un vero schifo.

Ovviamente, ero davvero preoccupata per Mark, e mi si stringeva il cuore al ricordo di lui  nel laboratori medico, ma la mia mente era occupata quasi interamente da Zach. 

La ragione che mi inchiodava a quel letto, era il fatto che tutti si aspettassero che lo avrei ucciso.

Lo vedi? Sei ipocrita

Mi morsi con forza il labbro inferiore. Nonostante avessi preso la mia decisione, faceva male comunque.

Faceva male da morire.

Mugolai qualcosa di non definito, e mi alzai stancamente  << Hai ragione… scusa se ti sto facendo preoccupare. Eri venuto a dirmi qualcosa? >>

Notai solo in quel momento la borsa che aveva e diverse carte in mano.  Lo guardai alzando un sopracciglio   << Papà? >>

Lui annuì con fare stanco   << È arrivato l’Ok dal governo. Siamo autorizzati ad attaccarli >>

Mi sentii svenire. Persi di vista quello che mi circondava, e sbattei più volte le palpebre per riacquistare la vista.  << E…e… >> balbettai  << Per quando è fissato…l’attac… >>

Non riuscivo a pronunciare quella parola.

  << L’attacco? Per domani sera. Li attaccheremo direttamente nella loro dimora >> l’espressione di mio padre si indurì  << Finalmente, l’occasione che aspettavamo da così tanti anni, è arrivata >>

Nel suo sguardo scorsi tutto il rancore che doveva nutrire nei confronti dei Chimero. Non ci avevo mai pensato prima, ai suoi sentimenti.

Come si era sentito papà, quando mamma era morta? Cosa pensava di me?

Ed io….Io?

Difficile dire come mi sentissi.
Non riuscivo nemmeno a pensare. Nelle orecchie rimbombavano i sussulti del mio cuore impazzito.

Calmati, Rebecca. Mi dissi. Hai già preso la tua decisione. Sai quello che devi fare.

E non tirarti indietro, questa volta

Stavo cominciando ad innervosirmi.

Stupida voce illusoria nella mia testa. Non mi sono mai tirata indietro davanti a nulla.

Strinsi le mani a pugni

Io sono ancora la stessa Rebecca Jane Callaway.

  << Ci trasferiamo alla sede dell’organizzazione fino a quel momento >> mi annunciò poi mio padre.

Mi acciglia. Che aveva detto?   << Cosa… noi >> farfugliai, indicando me e lui.

Annuì  << Esatto. Saranno le “prove generali”, se così si possono chiamare. Kyle finirà di darti qualche dritta sull’iso della spada, e cose del genere. Ah, dovresti fornire altro sangue a Julia. Sai dei nuovi tipi di proiettili vero? >>

Mi girava la testa. Possibile che persino mio padre fosse d’accordo con la mia strumentalizzazione?!

Distolsi lo sguardo, puntandolo sui miei piedi. Scrollai le spalle e mugolai un “si”.

Mio padre mi si avvicinò, mettendomi le mani sulla spalle  << Voglio che tu sappia, che comunque andranno le cose d'ora in avanti, sono fiero di te. Capito? >>

Lo guardai, senza poter evitare di sorridere  << Grazie, papà >> dissi in un sospiro.

Ma non me lo meritavo. Io non meritavo la fiducia di nessuno.

Lo vedi che sei ipocrita? Perché non gli dici la verità? Urlagli quello che pensi davvero!

Mi portai le mani alle orecchie.

Sta zitta. Sta zitta.

Andava bene così. Sapevo quello che dovevo fare.
 
 
Arrivammo alla sede, e c’erano già tutti.

Mancavamo solo noi. Aspettavano me.

Derek, Amy, Susan e Gwen facevano a turni per accertarsi delle condizioni di Mark. Mi dissero che per il momento era stabile, ma aveva già avuto due arresti cardiaci. Per fortuna, erano riuscito a rianimarlo.

Ringraziai infinitamente il cielo che Julia fosse un medico tanto competente.

David ed altri componenti, avevano appena finito una riunione che dedussi, dall’umore dell’uomo messo peggio del solito, fosse durata molto.

David aveva delle occhiaie scure ed evidenti. Probabilmente aveva passato diverse notti insonni.

Non ebbi nemmeno il tempo di parlare con Amy. Kyle mi prese con se, mettendomi la spada in mano.

Quell’allenamento  fu tra i più pesanti che mi avesse mai fatto subire. Mi attaccava senza darmi nemmeno il tempo di rialzarmi, o di riprendere fiato.

  << Che ti prende oggi? >> ansimai, parando un suo colpo.

  << Nulla. Domani combatteremo contro di loro. Mi sto accertando che il nostro asso vincente sia pronto >>

Quella risposta mi fece innervosire. Anche lui mi considerava solo una bomba ad orologeria da scagliare contro i Chimeri? Lasciai cadere a terra la spada, spazientita.

  << Che hai adesso? >> mi chiese Kyle, asciugandosi il sudore.

  << Penso di essere pronta. Voglio andare a riposarmi >> dissi con stizza.

Lui si indispettì  << Spetta a me decidere se il tuo stato di preparazione sia adeguato o meno >>

Non gli risposi, e feci per abbandonare la stanza degli allenamenti, ma lui mi trattenne, prendendomi un polso.

Lo guardai malamente  << Che c’è? >>

  << Dovrei essere io a chiedertelo >> mi rispose brusco  << Cos’hai che non va ultimamente? Ti senti inquieta per domani? Temi di non essere pronta forse? >>

Distolsi lo sguardo dai suoi occhi ambrati  << Non è questo. E non sono cose che ti riguardano. Lasciami >>

  << Non sono uno stupido e non trattarmi come tale >> ribatté  << Non li lascio se non mi dici cos’hai >>

  << Ma cosa te ne importa! Fatti gli affari tuoi, Kyle >>

  << Mi preoccupo per te >> insistette.

  << Non ce n’è bisogno! >> In testardaggine non ero seconda a nessuno.

  << Centra Hudson per caso? >>

Quella domanda fece fare al mio cuore un piccolo salto mortale all’indietro. Cercai di rimanere composta, mostrandomi indifferente, ma  non riuscii.

  << Quindi è così >> ringhiò Kyle  << Cosa ha fatto quel bastardo? >>

  << Non ho detto nulla! >> mi difesi, pateticamente  << Smettila di lanciarmi addosso le tue accuse infondate! Zach non centra nulla >>

Il suo sguardo truce non smise di perforarmi  << Sembri più preoccupata a proteggere lui che altro… >> mi accusò  << Si può sapere cos’ha tanto di speciale quello lì?! >> sbraitò.

Non ci vidi più dalla rabbia   << Proprio tu osi parlare?! Lo disprezzi tanto, ma non ci hai pensato due volte a prenderti il suo merito di avermi salvata quel giorno, vero?! >> urlai  << Lo temi a tal punto?! Cos’è, ti credi così tanto inferiore a lui da dover ricorrere a certi trucchetti per farti bello ai miei occhi?! >>

Non riuscii a trattenermi. Era troppo tempo che reprimevo la rabbia. Lui era visibilmente sconvolto. Poi, sul suo viso si dipinse la rabbia più pura. 

Mi fece paura. Mi divincolai dalla sua presa, senza riuscirci.

  << Dovevo immaginarlo che fossi di parte >> tuonò  << Perché lui?! In cosa dovrebbe essere migliore di me?! >>

Senza avere il tempo di rendermene conto, ritrovai le labbra di Kyle accavallate alle mie. Mi baciava con passione e prepotenza allo stesso tempo.

Il respiro si affannò, ed il cuore prese a galoppare. D’istinto, serrai le labbra, e mi divincolai. Ma lui mi prese con forza il mento, obbligandomi a star ferma, approfondendo il contatto delle nostre labbra, a me non gradito.

No. Mi faceva schifo. Non volevo baciare nessun’alto.

Nessun’ altro che non fosse Zach.

Non so dove trovai la forza di liberare una mano, ma quando l’ebbi libera, lo allontanai da me con lo schiaffo più forte che avessi mai dato ad una persona.

La guancia di Kyle si arrossò immediatamente, mentre io ansimavo, col corpo tremante. Lui si portò una mano sulla guancia dolorante, e mi guardò con furore.

In un attimo, mi precipitai alla porta, scappando via.

Sentii la voce di Kyle rincorrermi per i corridoi:  << Adesso puoi scappare, ma non domani! Domani dovrai ucciderlo Rebecca! >>

Cercai di ignorarlo, e con il cuore in gola, mi barricai nella stanza che mi era stata affidata.

Era piccola, spoglia ed umida. Un letto, una scrivania, un armadio ed un’angusta finestra dalle tende ingiallite. Ma non potevo certo aspettarmi una suite di lusso dallo Scudo Rosso.

Mi afflosciai sul letto, sprofondando nelle lenzuola, che ovviamente non profumavano di lavanda.

Forse mi addormentai. Forse restai in dormiveglia. So soltanto, che furono dei rumori sordi a riscuotermi.

Aprii gli occhi di controvoglia, e quello che vidi mi fece rizzare di scatto.

Zach, bellissimo come sempre, stava agilmente entrando dalla finestra, come suo solito. Mi guardò, e mi rivolse un sorrisetto sghembo che mi tolse il fiato. << Yo! >>

Era un miracolo. Potevo spiegarmi la sua presenza li solo così.

Mi alzai di scatto dal letto e corsi ad abbracciarlo. Lo strinsi forte a me, inspirando il suo profumo virile che mi era così mancato.

  << Sei davvero qui? >> chiesi.

Sentii le sue mani accarezzami i capelli  << In carne ed ossa >>

Lo guardai i volto, e mi sentii rinata. Mi alzai sulle punte dei piedi, e lo baciai con tutta la passione che potei. Ne sentivo il bisogno come mai in quel momento.

Dovevo cancellare ogni traccia del tocco, e del bacio di Kyle. Il brutto ricordo che mi aveva lasciato, si dissolse immediatamente al contatto con le labbra di Zach; come neve al sole.

Con lui era tutta un’altra cosa.

Quando ci staccammo, sorrise compiaciuto  << Anche tu mi sei mancata >> poi, si fece serio  << Senti, si può sapere che sta succedendo? A scuola non sei venuta, casa tua è vuota…ho pensato che questo era l’unico posto in cui potessi trovarti >>

All’improvviso, fui investita dal panico.

Zach era nella sede dello Scudo Rosso. Terreno minato. Praticamente, un suicidio.

  << Non puoi restate qui! >> esclamai, cercando di contenere il panico.

Si imbronciò  << Che fai, già mi mandi via? >>

Ero così tentata di ancorargli le spalle e di lasciarmi cullare dal suo tepore…

Ma non potevo.  

Lo guardai negli occhi  << Vi attaccheremo domani sera. A casa vostra >> dissi, rendendomi conto per l’ennesima volta di quanto agghiaccianti fossero quelle parole.

Sentii il suo respiro mozzato. Gli occhi di Zach fissarono il vuoto per diversi minuti. Poi, si decise a tornare a guardare me.  << È per Adam, Lilith, Misa e Alyssa vero? >>

Annuii con estrema lentezza  << Tutto è già stato programmato >> lo guardai con aria supplicante e mi aggrappai di peso alla sua maglia blu scuro << Ti prego Zach! Tu vai via. Tu e anche Ryan… non centrate nulla con quanto è successo >>

I suoi occhi scuri rotearono da una parte all’altra  << Aspetta… vuoi dire che tu attaccherai con loro? Vuoi davvero combattere?! >>

Annuii decisa.  << Hanno ferito Mark ed ucciso suo padre. E lui potrebbe morire… >> mi interruppi. Non potevo nemmeno pensare a quell’eventualità

  << Io…non posso perdonarli, per quanto mi sforzi di provarci. Davvero non posso >> lo guardai negli occhi  << Ma non potrei combattere contro di te. Quindi ti prego…vattene via. Fuggi lontano >>

Quella era la conclusione alla quale ero arrivata.

Lui scosse la testa  << No… è una follia. Non posso fuggire. Cosa… >>

  << È la mia missione >> lo interruppi  << Lo è sempre stata. Per qualche tempo ho vissuto nell’illusione che potessi sviare da quello che fosse il mio destino…ma ho capito che non è così. Non potrà mai essere così >>

  << Tu non credi nel destino! >> mi ricordò, ringhiando.

  << Sto cominciando a ricredermi >> risposi senza guardarlo. La casualità non esiste. Non era possibile che simili sventure capitassero tutte insieme ad una sola persona.

Ed ovviamente, quella persona ero io.

Lui si ritrasse, e tra di noi cadde il silenzio.  A spezzarlo, fu lui, dopo un tempo che mi sembrò infinito:  << Così facendo… che ne sarà di noi due? >>

Era quello che mi ero chiesta anch’io infinite volte fino a quel momento.

  << Zach… >> bisbigliai il suo nome, ad occhi chiusi, senza perdermi nemmeno una lettera  << Io ti amo >> gli dissi guardandolo nelgi occhi, per la prima volta, ed in cuor mio avevo il terribile sospetto che fosse anche l’ultima  << Ma non abbandonerò la mia missione >> una pausa, per riprendere fiato dopo quelle allucinanti parole  << Io non mi tiro indietro >>

Lui si morse il labbro inferiore. Era visibilmente combattuto.

Poi, mi abbracciò forte, ed io rimasi volentieri prigioniera delle sue possenti braccia.

  << Rebecca…Rebecca... >> ripeteva il mio nome dolcemente, come se se lo stesse imprimendo nella memoria  << Per te la tua missione è più importante di me? >>

Ebbi una fitta al cuore.

   << Zach… io non posso ignorare la missione che il mio sangue mi obbliga a svolgere >> feci una pausa, ma poi continuai  << Non voglio ignorarla >>

Mi allontanò dal suo petto per guardarmi negli occhi.

  << Almeno tu…vattene via. Ti prego… >> continuai con gli occhi lucidi.

  << Allora tu vieni con me >>  avvicinò il suo volto al mio, e mi baciò  << Fuggiamo noi due. Insieme >> continuò staccandosi dalle mie labbra.

Quelle poche parole mi sconvolsero. Il suo sguardo era di una sincerità disarmante. Lui desiderava davvero che andassi con lui.

Io e Zach…fuggire insieme? Lontano da tutto e da tutti?

Sarebbe stato un sogno…un bellissimo sogno.

Già… è solo un sogno

  << Ma…io non posso… >> farfugliai con la testa in panne  << Non posso farlo… >>

Lui mi prese le spalle, e mi scosse  << Rebecca! Vuoi forse che ci uccidiamo a vicenda?! >>

Certo che  no! Che domande erano?!

Io e lui…lontani…ed insieme…

No.

L’immagine di Melissa, Mark intubato, e di tutte le altre persone che sarebbero morte, mi affollarono il cervello, e mi sottrassi dalla sua presa.

Io non sono un’ipocrita.

  << Io non scappo! >> esclamai.

Mancava poco. Ancora un po’, e sarei scoppiata a piangere.

Zach affilò lo sguardo   << Se  non vuoi venire con me, allora nemmeno io fuggirò. Credi forse che possa lasciare i miei compagni così? Abbandonarli alla morte e tagliare la corda? >>

No, ti prego. Almeno tu Zach…

Almeno tu.

Lo guardai negli occhi  << Perché  non vuoi capire? >> gli chiesi, quasi supplicando.

  << Sei tu che non capisci >>

Abbassai lo sguardo, sconfitta. Non riuscivo a calmare il mio subbuglio interiore.   << Allora non abbiamo nient’altro da dirci >> Non potevo credere di star pronunciando quelle parole.

Zach sobbalzò. Era scuro in volto.  Sembrava sul punto di svenire  << Così sembra >> disse poi, a denti stretti.

Mi sentivo morire. Non mi ero mai sentita così male in vita mia.

Zach si voltò, dandomi le spalle, dirigendosi verso la finestra dalla quale era entrato.   << Hai fatto la tua scelta… >> disse. Sembrava quasi una domanda.

  << Anche tu >> risposi, con le lacrime che debordarono.

Avevamo scelto due fazioni diverse. Così com'era sempre stato.

Non c'era altro da fare. Altro da dirci.

Mi rivolse un’ultima occhiata.   << Allora… Tra noi due finisce qui >> disse quelle parole che mi spezzarono il cuore, per poi si calarsi abilmente dalla finestra.

Rimasta sola, mi afflosciai sul pavimento, come un fiore appassito.

“Adesso puoi scappare, ma non domani! Domani dovrai ucciderlo Rebecca!”

Le tremende e crudele parole di Kyle si persero nella stanza, mentre mi lasciavo andare ad un pianto silenzioso.


 

  
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