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Autore: _Charlie_    19/08/2012    1 recensioni
La situazione è cambiata e i Villaggi si preparano ad affrontare la minaccia più pericolosa che si sia mai affacciata sul loro mondo.
Salazar -più potente e spietato- continua a cercare l'Immortalità e il ragazzo chiamato Brandon Harvey. Quest'ultimo, affiancato sempre dai suoi due più cari amici, scoprirà nuove e importanti verità, farà la conoscenza di altri nemici e alleati che renderanno la battaglia finale...Epica.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La fiamma della Fenice'
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Capitolo 5
Gli intrusi

« Aspettate! » Esclamò Ariana mentre affondava le mani all'interno della sua borsa: « Vi avevo detto della mappa? »
Brandon e Connor si guardarono e all'unisono risposero: « Che mappa? »
La ragazza tirò fuori una grande pergamena giallognola: « Eccola. Questa è la mappa che ritrae alla perfezione tutti i Villaggi. Vedete? »
« Fantastico. Quindi ci basta attraversare questo piccolo bosco e siamo arrivati? Il Villaggio degli Elfi è su questa stessa isola? » Chiese un Connor particolarmente contento: non aveva intenzione di camminare troppo a lungo, specialmente in territorio nemico.
La fanciulla fece un gesto d'approvazione: « Esattamente! »
Il terzetto del Fuoco si mise subito in marcia. Il sole batteva implacabile sulle loro teste. Fu un sollievo quando entrarono nel boschetto poiché la folta vegetazione non lasciava passare molti raggi.
« Mi ricorda il Grande Bosco » disse Connor cercando di non far trasparire la sua malinconia.
Brandon però capì subito: tutta la famiglia Grimshow viveva in una casa-albero all'interno del Grande Bosco e Connor non l'aveva più vista da quell'ormai lontano autunno.
« Il Grande Bosco mi ricorda la mia famiglia » Ariana abbassò gli occhi.
Brandon e Connor la fissarono attentamente: non avevano mai sentito o chiesto nulla riguardo la famiglia di Ariana.
« Tu hai una famiglia? » Chiese il ragazzo riccioluto con sorpresa.
« No, sono nata dal nulla. Certo che ho una famiglia, Connor! » Rispose lei, brusca. « Cioè, avevo ».
Brandon non sapeva cosa dire quindi, rimase in silenzio aspettando che la fanciulla dicesse qualcos'altro.
« Lo stesso giorno che vi ho incontrato...Vi ricordate? Ero scappata dal villaggio perché le Frecce Nere stavano distruggendo e uccidendo chiunque gli si mettesse davanti. La mia famiglia...Mia madre, mio padre e il mio fratellino sono morti così. Li hanno uccisi loro ».
« Mi dispiace » Connor strinse i denti, vergognandosi per quello che le aveva detto poco prima.
« Come mai non ci hai mai detto nulla? Anche io ho perso mio nonno quella volta » chiese Brandon spontaneamente.
« Non vi volevo rattristare. Nonostante tutto, la vita continua » disse Ariana con voce rotta.
« Non fare la stupida! »
Brandon fulminò Connor con gli occhi ma quest'ultimo non si fermò e prese la ragazza dalle spalle: « So quanto può far male tenersi tutto dentro. Con noi puoi sfogarti, tranquilla! »
Ariana alzò lo sguardo e, aggrappandosi a Connor, cominciò a versare lacrime su lacrime: « Grazie ».
Per ripartire ci volle poco tempo.
L'atmosfera che li accompagnò fino al Villaggio degli Elfi fu tesa e nessuno dei tre disse più una parola. L'unico suono allegro era quello degli usignoli: il loro canto era così complesso ma allo stesso tempo bellissimo.
« Siamo arrivati » Ariana aveva ripreso il comando della situazione. « Rimaniamo nascosti nel bosco finché non cala la notte ».
« Abbiamo mantelli o cose simili? » Domandò Connor.
« Appareo! » L'incantesimo di Brandon funzionò: tre mantelli con tanto di cappuccio comparirono all'istante. « Ora sì! »

*

La luna era coperta da nuvole dense e scure. Ogni cosa era al buio.
« Pronti? » Chiese Ariana in un sussurro.
Il terzetto del Fuoco era nascosto dietro ad alcuni folti cespugli.
« Sì! » Risposero Brandon e Connor all'unisono.
Il Villaggio degli Elfi era esattamente a pochi passi di distanza da loro.
« Andiamo allora ».
Con i mantelli che aveva richiamato poco prima Brandon, arrivarono dinanzi ad un enorme e rugginoso cancello chiuso con un lucchetto verde.
« Superato questo cancello » Connor deglutì: « arriveremo al Villaggio degli Elfi. Speriamo di trovare quella Spada il prima possibile! » La paura del ragazzo era ben percepibile.
« Lasciate fare a me! » Dopo aver allungato le mani verso il lucchetto, Ariana disse a bassa voce: « Aperis! »
Il cancello però non si aprì.
« Questa me la devo segnare! È la prima volta che Ariana fallisce con un incantesimo! » Esclamò Connor accennando ad un sorriso.
« Deimos? Sei tu? »
Una voce da dietro il cancello li fece trasalire: non erano più da soli.
« Abbiamo cambiato la parola d'ordine da poco. Teschio in fiamme! »
Il lucchetto scattò e il trio si ritrovò faccia a faccia con l'uomo che li aveva scambiati per Deimos: egli era basso, calvo e con le dita tozze. I suoi occhi erano piccoli, neri e offuscati dalla stupidità.
« Sei sempre il solito » il tipo, sghignazzando, diede una pacca sulla schiena di Brandon. « Ehi! Ma questi due chi sono? »
Ariana trattenne il fiato: da un momento all'altro li avrebbe scoperti.
« Ma non li riconosci? » Domandò Brandon con la voce più dura e sprezzante che avesse mai fatto. « Loro sono...sono...Conner e Bonnie! »
L'uomo prese a fissare Connor e Ariana con una certa curiosità: « Ah, sì! Conner e Bonnie! Sì, sì. Giusto! »
« Ora, se permetti... »
Il terzetto si lasciò alle spalle l'uomo con una certa fretta.
« Conner e Bonnie. Che bei nomi, Brandon » Connor trattenne una risatina isterica.
Ora erano dentro: il Villaggio degli Elfi era cupo, buio e malinconico. Piccole casette si schieravano ai lati delle strade deserte e totalmente prive di luce.
« Dove sarà la Spada? » Chiese Ariana, gli incantesimi di difesa sempre pronti nella sua mente.
« Non lo so proprio » confessò Brandon: la paura e l'agitazione stavano crescendo ad una velocità preoccupante dentro di sé.
D'un tratto, il silenzio fu squarciato da un urlo rabbioso che riecheggiò in ogni parte del villaggio: « SEI UN IDIOTA! »
Brandon guardò Ariana e Connor: tutti e tre erano pallidi peggio di un cadavere.
« Ci hanno scoperti ».

  
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