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Autore: Alexiel_Slicer    20/08/2012    1 recensioni
Genere: | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Piccoli e teneri (si fa per dire) - serie'
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CAPITOLO 3
Dopo l'arrivo e la presentazione dei tre ragazzi dalla porta fece capolino David che entrò con un radioso sorriso "Allora finalmente vi siete conosciuti!" disse soddisfatto
"Già e la nostra curiosità è stata appagata! Andremo in tour con i Tokio Hotel" disse Jennifer portandosi le mani sui fianchi
"Fra tre giorni si parte! Abbiamo preso un tour-bus enorme dove alloggerete entrambi" ci informò David "Adesso scappo ho un sacco di lavoro, se avete domande potete farle ai ragazzi" e così dicendo si dileguò.
Guardai Georg e Gustav e mostrai loro un amichevole sorriso, poi il mio sguardo andò a finire su Bill e la mia schiena si irrigidì e l'effetto che ne derivò su tutto il mio corpo fu quello di aver ingoiato un manico di scopa, infine spostai i miei occhi sul tricheco e l'effetto manico di scopa svanì lasciando posto ad una smorfia che cercavo di reprimere. Già quel Tom non lo sopportavo nonostante non lo conoscessi, era un'antipatia a pelle.
Questi a sua volta mi guardò e con un ghigno divertito disse "Inutile che mi guardi, le ragazze maleducate non mi piacciono"
sentii ogni pelo presente sul mio corpo rizzarsi e quella smorfia di disgusto che fino a quel momento avevo cercato di reprimere uscire fuori e prepotente invadere il mio viso "E a me non piacciono i trichechi con il mocio in testa!" ribattei sprezzante. Georg si portò una mano davanti alla bocca nascondendo la risata che gli provocò la mia risposta e quando Tom gli lanciò un'occhiataccia tossì fingendo un improvviso attacco di tosse.
"Ragazze noi ci siamo presentati, ma ancora non conosciamo i vostri nomi..." disse Bill interrompendo quel momento "mocio time"
"Allora lei è Sharon, io mi chiamo Jennifer e lei è Isab..."
"Isa! Io sono Isa e basta!" dissi interrompendo Jennifer e mandandole un'occhiata omicida alla quale si sentì raggelare
"Isa? No, continua il nome per esteso! Isab cosa?" fece Tom-mocio con un sorrisetto maligno stampato su quella faccia che avrei preso volentieri a sberle
"Isa niente!" risposi bruscamente
"Non sarà per caso Isabella?" mi domandò ancora con quel sorrisetto e scandendo lettera per lettera l'ultima parola
a sentire il mio nome per esteso uscire dalla sua bocca mi pietrificai: odiavo quel nome e adesso lo odiavo ancora di più perchè l'aveva pronunciato lui e in quel modo così snervante.
"Non parli, eh? Allora ho indovinato! Ti chiami Isabella!" disse scoppiando a ridere "Un nome così femminile ed elegante messo ad una ragazzaccia maleducata ed impertinente come te! Che peccato!" continuò
quell'osservazione mi imbestialì "Ragazzaccia maleducata a chi? Brutto...brutto mocio pulcioso e cialtrone!"
"Ci sarà da divertirsi!" interruppe inaspettatamente Georg che si era buttato sul divano e con le mani sulla pancia rideva a crepa pelle.

-3 giorni dopo-
Zaino in spalla, trolley in mano ed entrai nell'enorme tourbus grigio metallizzato dalle linee orizzontali arancione accesso sulla fiancata.
"Guarda guarda che posticino confortevole" ebbi appena il tempo di fare quell'osservazione quando un carrarmato mi venne addosso spingendomi bruscamente contro una brandina "Ma ti sei ammattito?! Sei un cafone!" urlai traboccante d'ira contro quel bufalo impazzito che altro non era che quel mocio ambulante di Tom
"Non sono un cafone! La colpa è tua che sei troppo bassa! Non ti avevo vista, dovresti crescere" disse con un ghigno beffardo
lo guardai attonita "Io? La colpa è mia che sono bassa?" ripetei tra me e me indicandomi con l'indice "Ma sei scemo?! Io ti ammazzo!"
"Calma, calma! Qui non ci saranno spargimenti di sangue! Dobbiamo consegnare il bus intatto e pulito" intervenì David
"Ma come?! Tu pensi al bus! E a me non ci pensi? Ho rischiato di perdere un braccio e di non suonare per il resto della mia vita la chitarra per colpa di quel bufalo!" mi lagnai come una bambina
"Esagerata! Perdere l'uso del braccio! Almeno perdessi l'uso della bocca..." fece Tom con stizza
"E poi non potrei cantare! David diglielo tu!" dissi guardando quest'ultimo con gli occhioni supplichevoli
David si schiarì la voce e pacatamente disse "Tom a cuccia! Lascia stare Isa!"
"A cuccia? Ma per chi mi ha preso? Per Scotty?! E ti schieri pura dalla sua parte! Bene, bene! Sei un traditore!" protestò, mentre io dietro David battevo le mani soddisfatta.
Il bus era diviso in due zone notti: una per i ragazzi ed una per noi ragazze. Ognuno si sistemò nella propria brandina e le ruote del colosso super accessoriato cominciarono a girare con direzione la nostra prima tappa: Las Vegas.
La notte giunse presto e quasi non me ne accorsi. Lo capii solo quando le luci sul soffitto del bus si illuminarono.
Infilai un anonimo paio di pantaloncini azzurri ed indossai innocentemente (e sottolineo innocentemente) una t-shirt raffigurante il mio idolo sin da bambina: Calimero. Quando ero in casa andavo a letto vestita in quel modo e non potevo immaginare che quello sarebbe stato spunto per le gentili osservazioni del bufalo-tricheco-mocio.
"Isa!" esclamò Georg appena mi intraviste da dietro una delle tendine diretta verso il bagno
"Hey!" feci affacciandomi
"Ti va una partita alla play?"
lo guardai con un'espressione da ebete in stato d'estasi "Perchè c'è la play?"
"Certo!"
"Ma è ovvio che ci gioco!" dissi tutta eccitata e questi mi lanciò il joeystick che presi al volo ed uscii da dietro la tendina
"E certo un maschiaccio con i fiocchi come te poteva non giocare alla playstation?" disse Tom che stava spaparanzato su un divanetto con non chalance, mentre guardava annoiato Gustav e Jennifer alle prese con il loro pokerino
"Tutto questo veleno risparmiatelo, purtroppo non ho portato con me il siero. Sai non mi avevano avvertito che sarei stata in tour con una serpe..." dissi scocciata
Tom si girò per controbattere con qualcuna delle sue solite squallide risposte, quando sul suo viso, dopo essersi fermato a fissarmi per vari secondi, si dipinse un grande sorriso che si trasformò in una risata rumorosa "Oddio! Ahahah! Ma dimmi quanti anni hai maschiaccio? Cammini ancora con le t-shirt dei cartoni animati?"
"Intanto questo non è un semplice cartone animato! Io ci sono cresciuta con Calimero, va bene?! E poi non sono fatti tuoi!"
"Tu mi farai morire così! Morire dal ridere!" continuò con quella sua snervante risata
"Adesso basta che dobbiamo giocare!" disse Georg afferrando un cuscino che gli stava accanto e gettandolo in faccia a quel cialtrone.
Mi sedetti sul divanetto di pelle nera a gambe incrociate e cominciammo un'esaltante partita a Call of Duty.
"Spara a quello, Georg! Spara a quello!"
"Attenta! Ci stanno bombardando!"
"Sono ferita mi serve il kit medico!"
"Vieni qui ne ho trovato uno!"
"Piccoli nerd crescono" disse Tom con voce cadente "Guardatela com'è concentrata" continuò; evidentemente si annoiava senza stuzzicarmi
la mia risposta fu rivolgergli un bel dito medio dritto, mentre con la punta della lingua fuori un angolo della bocca infliggevo il colpo di grazia ad un soldato nemico. In quel fatidico momento entrò Bill e per un furtuito caso del destino quel medio diede l'impressione di essere rivolto verso di lui.
Quando me ne accorsi la mia bocca si aprì, i miei occhi si spalancarono e il mio dito piano piano si affievolì dalla sua posa eretta e fiera poco cortese, mentre Bill mi guardava con un'espressione attonita
"S-scusa" balbettai "Non era per te, ma per tuo fratello" mormorai in un soffio; "Ma che diamine ho detto!? Non era per te, ma per tuo fratello?! Va bene che quel calamaro essiccato è snervante e da prendere a calci, ma è pur sempre suo fratello! E' ufficiale sono una cogliona!" quel pensiero passò la mia mente come un fulmine da 200.000 volt.
Dopo quell'attimo mortalmente imbarazzante mi rizzai in piedi e come un soldatino fatto di lego andai nella mia valigia a prendere lo spazzolino per lavarmi i denti e soccombere per sempre nella brandina nella speranza che un sonno lungo 100 anni venisse a farmi visita.
Ma ovviamente, dico io, poteva essere tutto così semplice? No! Assolutamente no!
In bagno c'era barricata Sharon e quando lei entrava in un ambiente con uno specchio, un lavandino ed un wc era fatta. Potevi morire in preda ad uno scoppio di vescica o ad un mal di pancia atroce o semplicemente di vecchiaia aspettando che lei uscisse.
"Ti vuoi muovere?! Vorrei lavarmi i denti e scomparire dalla faccia della Terra se permetti!" le urlai bussando alla porta
"Un attimo!" disse questa scocciata
sbuffai "Il tuo attimo equivale a 10 anni della mia vita".
Ed ecco che tempestivamente sbucò dal nulla l'ultima persona che volevo vedere al mondo. Avrei voluto dire Tom, ma purtroppo non era lui (e questo è grave) bensì Bill.
"Sharon" dissi con una vocina dolce, ma che in realtà voleva dire "Allarme rosso, sbrigati ad uscire o butto giù la porta!"
"Sto uscendo!" fu la sua risposta che mi provocò un sorriso ebete e allo stesso tempo nervoso.
La sua presenza li, accanto a me era una tortura. Voglio dire 5 minuti prima gli avevo mostrato, per sbaglio, il medio e adesso mi trovavo a fare la fila dietro la porta del cesso con lui e per giunta indossando un'umiliante maglietta raffigurante Calimero! Cosa si può volere di più dalla vita? -Non un lu

  
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