“Alla
Tana. Albus Severus Potter”, ordinò Scorpius
Malfoy ad Ánghelos, il gufo di
famiglia.
Aveva
scritto quella stessa mattina all’amico Albus Potter, per
augurargli buon
compleanno dato che, come sempre, non avrebbe potuto portargli i suoi
omaggi di
persona.
Volendo,
il giovane figlio di Draco Malfoy, si sarebbe potuto recare alla Tana.
Suo
padre infatti, aveva per così dire
“accettato” l’amicizia che legava il suo
unico erede al secondo genito di casa Potter. Aveva preso in simpatia
Albus,
evento storico per uno come suo padre, che mal sopportava persino i
suoi vecchi
compagni di scuola.
Non
si sa per quale motivo: sarà perché Albus era
stato fino ad allora l’unico tra
la famiglia Potter - Weasley ad essere smistato Serpeverde,
sarà che l’odio di
suo padre nei confronti dei Potter con gli anni era affievolito,
sarà per via
del carattere di Al, furbo, scaltro e calcolatore che erano tutte doti
largamente apprezzate da Draco, sarà per qualsiasi altro
motivo. Sta di fatto
che a suo padre
piaceva e non
avrebbe avuto nulla in contrario ad
ospitare Albus per un po’ prima che iniziassero le lezioni.
Spesso
chiedeva informazioni al figlio riguardo lo stato di salute
dell’amico e
ricordava con piacere il natale passato da Al a casa Malfoy
l’anno precedente.
“Puoi
invitare Potter quando vuoi Scorpius, anche a tua madre farebbe molto
piacere”.
Eh sì, Albus aveva fatto colpo pure su Astoria Malfoy, la
magnifica coniuge di
Draco.
Tuttavia,
i due ragazzi avevano deciso di comune accordo, di non scombinare
troppo l’ordine
delle cose. Vero che la guerra era finita da tempo e che i Mangiamorte
erano
stati catturati o uccisi o si erano comunque rendenti. Vero anche che i
rispettivi capo famiglia, Harry Potter e Draco Malfoy, avevano messo
una pietra
sopra sul passato, garantendo un sostanziale quieto vivere. Anche se potevano sembrare
condizioni
perfette, c’erano ancora molti ostacoli da superare,
risentimenti e rancori
ancora vivi nei cuori di entrambe le famiglie, vecchie situazioni
irrisolte e
ferite aperte. Ma i due ragazzi erano sulla buona strada per risanare
tutti i
piccoli conflitti ancora aperti, anche se non pretendevano certo di
unire due
famiglie così diverse, così agli antipodi.
Scorpius
sorrise al ricordo del suo primo incontro con quello che sarebbe
diventato il
suo migliore amico. Era il suo primo giorno, sul treno che
l’avrebbe portato ad
Hogwarts…
…“Vedrai
Scorp! Hogwarts è mitica! Basta solo che non ti ficchi in
qualche guaio…ma
guardati! Sei così spaventato che non
c’è pericolo che tu faccia
stupidaggini!”,
lo canzonò Ebony Autumn, migliore amica di Kòre.
“Ebony
dai smettila di spaventarlo! Non si preoccupi Signorino Malfoy,
andrà alla
grande!”E nel dire ciò sorrise a Scorpius, che
subito si tranquillizzò e rispose:
“Kòre, ti prego non siamo al Manor, non sei una
cameriera adesso. Sei una
studentessa, di un anno più grande per di più,
sono solo Scorpius”
“Hai
ragione scusa. È solo che ho passato le ultime due settimane
a doverti chiamare
padroncino Scorpius o Signorino Malfoy e a darti del
lei…avevo preso
l’abitudine”.
Prima
che Scorpius potesse rispondere, Ebony gli lanciò uno
sguardo talmente truce e
carico di rabbia che a confronto, suo padre era un cerbiatto indifeso.
“COSAAAAAA???
COME OSI RAGAZZINO VIZIATO!!!SENTI, BIONDINO ALTO UN METRO E TRENTA
COME PUOI
PERMETTERE CHE KÒRE SI RIDUCA COSÍ!!! SBAGLIO O
SIETE CRESCIUTI INSIEME??
DOVRESTE ESSERE AMICI SE NON ADDIRITTURA FRATELLI!!!SE SENTO
UN’ALTRA VOLTA
QUELLE PAROLE…”
Grazie
al cielo Kòre frenò la sfuriata
dell’amica intervenendo:
“NONONO,
Ebony, hai capito male lo giuro. Io e Scurpius come hai detto tu siamo
praticamente fratelli, i suoi genitori non mi trattano di certo da
cameriera.
Solo che nelle ultime settimane di vacanza sono venuti a trovarci i
nonni di
Scorp e loro ecco come dire…”
In
suo aiuto intervenne Scorpius, che con il solito tono ironico,
sbrigativo
spiegò:
“Sono
degli Ex-Mangiamorte fissati con la storia della purezza del sangue e
la
superiorità della nobile casata Malfoy e bla bla
bla…quindi non potevamo
trattare Kòre come al solito, dopotutto anche lei
è una specie di Mezzosangue.
Ha dovuto fingere di essere una
scomoda ed indesiderata cameriera, che si trovava li solo per buon
cuore di mia
madre”, concluse il ragazzino, citando le stesse parole di
sua nonna Narcissa.
La
ragazza sembrò calmarsi e il colore del suo viso torno sulle
normali tonalità
rosate di sempre.
“Bene
ora che è tutto chiarito, Ebony, come
hai…”. Non fece in tempo Kòre a finire
la
domanda, quando un improvviso tonfo seguito da un turbinio di risate portò
l’attenzione dei tre al di fuori
dello scompartimento.
“Ma
che diavolo….”disse Ebony, che successivamente
aprì lo sportello.
Scorpius
e Kòre rimasero seduti in attesa di sapere chi o cosa avesse
provocato un tale
baccano. I dubbi furono presto risolti non appena Albus Severus Potter
fece il
suo ingresso.
Scorpius
ricorderà per sempre il volto che si dipinse sul volto del
povero Al,
segnato
dal panico provocato dalla consapevolezza di trovarsi nello stesso
luogo e a
stretto contatto con parenti stretti di ex
Mangiamorte e di non avere vie d’uscita.
“Oh
buongiorno. Allora sei tu l’artefice delle risate che
sentivamo.”, furono le
parole che Kòre gli rivolse subito dopo. Tuttavia Albus,
doveva aver già capito
chi era effettivamente Kòre e quindi, dalla sua bocca,
uscì a stento un cenno
d’assenso.
“Il
poverino si è ritrovato faccia al suolo! Dovevate vedere che
faccia…comunque
piacere, io sono Ebony Autumn, secondo anno, e loro sono..”
Ma
prima che potesse proseguire nelle presentazioni Albus si riscosse dal
momentaneo stato catatonico nel quale era riversato e bruscamente disse:
“So
benissimo chi sono…sono Albus Potter”
Lo
sguardo prima stupefatto di Kòre
poi
quello sbalordito e, Scorpius lo sapeva bene, infastidito di Ebony, lo
spinsero
ad intervenire per primo:
“Beh,
anche se ci conosci, non vogliamo essere scortesi. Scorpius Malfoy,
infelice di
fare la tua conoscenza.
Eh
si, l’inizio non fu dei migliori, ma quando si trattava di
espressioni
taglienti, Scorpius e Albus, davano il meglio di loro.
“E
così sei il fratello minore di James! Beh, effettivamente un
po’ gli somigli…ma
guarda che fortuna! Sei al primo anno anche tu come Scorpius, potreste
diventare amici!”
Non
c’è che dire, a volte Kòre, faceva
seriamente dubitare a Scorpius delle facoltà
magiche del Cappello Parlante. Era una Corvonero, una delle
più promettenti
studentesse di Hogwarts, eppure se ne usciva con delle
assurdità del genere.
Prima
che uno dei due potesse rispondere, Ebony, in tono di sarcastico ma che
non
nascondeva un deciso risentimento, chiese:
“E…di
grazia…mini-Potter, come faresti a conoscere
Kòre? Perché, Scorpius, è ovvio
che tu lo sappia…è facilmente
riconoscibile...invece Kòre… da cosa lo hai
dedotto? Dal suo occhio viola vero? Tuo fratello non avrà di
certo mancato di
descrivere nei minimi particolari, quell’essere orribile che
è Kòre Dolohov?”
“Ebony,
piantala.” Kòre aveva abbandonato il suo solito
sorriso per fare spazio ad uno
sguardo di rimprovero nei confronti dell’amica.
“Rispondi
Albus Severus Potter” “O i figli e nipoti di ex Mangiamorte non sono
degni di una tua
parola?”
Albus
rimase pietrificato davanti alla fermezza e alla purtroppo
veridicità delle
parole di Ebony. Quante volte suo fratello e soprattutto suo cugino,
gli avevano
raccontato gli scherzi, le offese e tutto il dolore che infliggevano
alla ragazzina,
solo perché era la nipote di
Dolohov?
Non era stato difficile, riconoscere nella strana ragazza con un occhio
marrone
scuro, quasi nero, e l’altro inspiegabilmente viola,
Kòre Dolohov, figlia
illegittima del figlio, anch’egli illegittimo, di Antonin
Dolohov, tale Ater
Dolohov.
“Adesso
basta.”
Fu
Kòre stessa a parlare di nuovo, molto più
autoritaria di prima.
“Ebony,
per favore, ti dispiacerebbe andare a comprarmi delle Cioccorane? Avrei
un
certa fame..”
Nonostante
Kòre utilizzò una forma di cortesia, i suoi
occhi, come sicuramente notò Ebony,
lasciavano intendere che quella non era una richiesta, ma un chiaro
ordine.
“Bene…come
vuoi tu..”. Dicendo ciò la ragazza si
alzò e, con poca grazia, uscì dallo
scompartimento.
“Devi
perdonare Ebony…”, esordì
Kòre, che nel frattempo aveva riacquistato il
controllo della situazione: ”E’ solo che per lei
sono come una sorellina…e
spesso sente il bisogno di proteggermi, quando sa benissimo che non
è necessario…ma
è comunque piacevole, non trovate? Poter contare
così tanto per qualcuno, tanto
da mettersi contro praticamente beh…gran parte del mondo
direi…” Queste ultime
parole, sia ad Albus che a Scorpius, fecero uno strano effetto. Dette
con il
sorriso, ma dalle quali traspariva chiaramente la tristezza e il
disagio che
provava Kòre.
Era
una vita che non aveva scelto, ma che aveva accettato e che voleva a
tutti
costi rendere migliore.
“Credo
che andrò a controllare che Ebony non abbia sfogato la
rabbia su qualche
poveretto a caso…voi mi raccomando, non vi
uccidete.”
Entrambi
i ragazzi si guardarono sconcertati e, per la prima volta, si
scambiarono un
mezzo sorriso.
Non
appena la ragazza uscì, un silenzio imbarazzante invase lo
scompartimento.
Beh,
Al, ti sei sempre vantato di essere diverso da tuo fratello. Sarebbe il
caso di
provarlo. Magari non è così male questo Malfoy.
Se
divento davvero amico di un Potter, mio padre mi ammazza. Un Avada,
veloce e
senza nemmeno sporcare per terra. Ma io voglio essere diverso. Diverso
da quello
che tutti si aspettano.
“La
tua amica, è un po’ schizzata.” Fu Al il
primo a parlare, la sua voce risuonò
un po’titubante. Ciononostante, non sembrava provocatoria o
offensiva.
“Ebony
o Kòre?”
“Entrambe
direi…”disse Al pensandoci un po’
“con la differenza che la bionda mi mette
paura…”
Una
risata. Scorpius Malfoy rise di gusto a quell’affermazione
che tanto sembrava
assurda.
“Beh??
Che c’è da ridere?” domandò
Albus, seccato dalla reazione del biondo.
“No
no no niente…è solo che…ti fa
più paura Ebony della nipote di Dolohov o del
figlio di Malfoy?”
“Ma
l’hai vista bene quella? Voleva cruciarmi prima…e
poi, James e Fred mi
raccontano di quanto quella ragazza sia una specie di pericolo
ambulante. Gli
ha dato del filo da torcere a quei due l’anno scorso. Anzi
adesso che ci penso,
dovrei ringraziarla!! Gli ha fatto decisamente abbassare la
cresta.”
“Si
hai ragione. Anche Kòre mi raccontava quest’estate
delle vendette messe in atto
da Ebony. Ha paragonato la sua furia a quella di un Gigante rimasto
senza cibo per
3 mesi…”
Iniziò
così. I due cominciarono a ridere, a fare battute su Ebony,
James e Fred, a
raccontarsi aneddoti di ogni tipo.
Quando
Ebony e Kòre fecero ritorno nello scompartimento, li
trovarono piegati a pancia
in giù dalle risate.
“Vedi
Ebony? Te lo dicevo io che sarebbero
andati d’accordo!”
“Un
Potter che forse non è un completo deficiente? Ho i miei
dubbi ma, vedremo.”
“Scorpius!!!”
“Dimmi
Kòre”
“Che
facevi?”
“Niente.
Ho scritto ad Albus e nel farlo, mi sono tornati in mente molti
ricordi…rammenti
quattro anni fa?”
Kòre
sorrise. Certo che lo ricordava. Come dimenticare l’inizio
della grande
amicizia di quei due?
“Certamente.”
“Sai
quando dicesti che saremmo potuti diventare amici, ho dubitato della
tua sanità
mentale, seriamente.”
“Ricorda
bene, Malfoy, che le mie prime impressioni, sono sempre esatte! Io non
sbaglio
mai.”
“Su
quell’idiota di un Weasley però ti sei
sbagliata.”
Tasto
dolente.
Kòre
era convinta che in Fred Weasley si nascondesse chissà quale
grande
personalità, quando in realtà avrebbe dovuto
odiarlo. Lui, la odiava.
“E’
solo questione di tempo” disse tristemente “vedrai,
prima o poi, riuscirò a
fargli cambiare idea sul mio conto! E sul tuo!”
“Grazie
ma del rispetto di Fred Weasley me ne faccio un gran poco.”
“Tu
ed Ebony siete incorreggibili.”