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Autore: xpajarilla    21/08/2012    1 recensioni
Lei scriveva, scriveva per sfogare quei sentimenti tristi che aveva.
Aveva un libro della sua mamma, che continuava a sfogliare sentendone il profumo e volerne sempre di più, come se non si stancasse mai, ed'è vero: non se ne sarebbe stancata mai di sentire quel profumo piacevole.
Le mancava quel padre che la sera prima di andare a cena posava tutta la pittura sui sedili della macchina per qualche lavoro del domani, le mancava la mamma impegnata prima nei compiti per gli alunni e anche quel profumo buonissimo del pollo che le cucinava sempre a natale.
Le manca l'amore, l'amore di un padre e di una madre.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La piccola donna frugò nell'armadio qualcosa di carino da mettere, ma scelse casualmente pantaloncino a jeans, maglietta che le ricadeva sulla spalla, i suoi stivali a converse,  e una collana con il gufo, che si abbinava perfettamente al colore dei suoi occhi, marrone/nero.  si guardò allo specchio, compiaciuta.
quella carta di credito che i nonni gli rinnovavano ogni mese le serviva per rifarsi il guardaroba nuovo, con tutti i vestiti nuovi che le piacevano, accessori e tutto quello che potesse abbinarsi a lei. capelli biondi, occhi marrone/nero, le cambiavano colore, erano speciali, un pò come ogni ragazza ha la sua dote.
egli le lasciò un messaggio su facebook dandole il numero di telefono, così la piccola donna lo memorizzò con 'mattew 
', che le piaceva tanto. era speciale, un pò come lei, erano fatti per amarsi, per volersi bene, per essere fedeli l'un l'atro. scese le scale tranquillamente sistemandosi il ciuffo dei suoi lisci capelli biondi, portava degli orecchini semplici che si abbinavano alle scarpe, amava abbinare gli accessori o alle scarpe o al colore dei suoi occhi, era una delle cose che le riusciva bene, così facendo uscì da casa, avviandosi al parco. non sapeva chi fosse dei tanti, così, prima che lei potesse prendere il cellulare le vibrò l'iphone, aprì il messaggio 
«sono nella parte del parco dove non c'è nessuno, ci sono solo io. volevo stare tranquillo con te, ti aspetto. :)» lei sorrise e iniziò a camminare piano, andando dall'altra parte e trovando un ragazzo moro, seduto sulla panchina ad aspettare qualcuno. «si è lui, tre, due, uno, vai.» fece un sospiro e andò dal ragazzo che le sorrise dolcemente, invitandola a sedersi.
«finalmente ci incontriamo.» sorrise il ragazzo mentre lei annuì solamente.
«non mi dire che ti faccio paura, no ti prego.» e rise, quella sua risata entrò dentro Elisa, lasciando il segno.
«no, per niente, sei piuttosto carino. io sono di poche ma semplici parole.» sorrise e il ragazzo si perse nel suo sorriso.
«andiamo a prendere un gelato?» la ragazza annuì semplicemente e lui la prese per mano, portandola al chiosco. 
passarono il pomeriggio a conoscersi, lei trovò in lui una dolcezza infinita e lui trovò in lei... silenzio. nulla che potesse fargli capire qualcosa della sua solita vita, niente, sapeva solamente come si chiamava, di dov'era e quanti anni aveva, sapeva molte altre cose, ma erano sciocchezze, le solite cose che si chiedono per conoscersi meglio. lei stava in silenzio, aspettando che la voce del moro iniziasse a far uscire melodie, amava già la sua voce e si sentiva bene con lui.
si fecero le sette di sera e i due dovettero salutarsi perchè era già tardi, soprattutto per Elisa, la cui nonna le aveva anticipato cinque minuti fa che la cena tra mezz'ora fosse stata pronta così, senza preavviso, il ragazzo le diede un bacio in guancia e lei arrossì, il giovine avvolse il suo braccio intorno al collo della ragazza così facendo la riaccompagnò a casa, facendola sorridere.

«dove sei stata tutto il pomeriggio?» le chiese il nonno calmo.
«in giro, non... posso?» alzò un sopracciglio lei.
«non so se non ti è chiara o la frase 'dimmi sempre dove vai' oppure il dimmi, o sempre, o dove, o vai. non so se mi sono spiegato.» alzò lievemente la voce, ma la ragazza si fece calma e tranquilla, non era spaventata, anzi.
«non credo sia un tuo problema, non ti è mai interessato, non vedo perchè dovrei dirti qualcosa.» la giovine che era rimasta con le braccia conserte sbuffò e salì le scale, mentre il nonno predicava qualunque religione fosse, insomma, la stava rimproverando ma essa se ne infischiava, erano parole che non le interessavano, loro ignoravano lei, lei ignorava loro, lasciandoli alle loro frasi insensate prendendolo quasi per pazzo per le stupidaggini che diceva.
le squillò il cellulare, sullo schermo le apparve 'mattew', così velocemente si affrettò a rispondere.

«hei bellissima, sono stato davvero bene con te. sei di poche parole, ma tutto ciò che dirai lo ascolterò sempre, interessato a tutto ciò che dirai, senza problemi, vorrò starti accanto promesso. adesso devo lasciarti, ti voglio già bene bellissima, un bacio.» si affrettò a chiudere e non le diede nemmeno il tempo per rispondere, lei sorrise buttandosi nel letto e farfugliò qualcosa, bensì chiaro.
«mamma, sentito quant'è dolce? mi fa scendere lacrime di gioia. spero che almeno lui non mi deluderà, e magari, te lo farò conoscere, così tutte le volte che verrò a trovarti, sarete già amici. quanto vorrei che tu lo vedessi mamma, ha degli occhi verdi, capelli castani e fisico che, non sarà palestrato, ma basta per saziarti. sì mamma, mi piace, e sono felice di essermi innamorata di uno che si chiama Matteo, ti ricordi quando da piccola ti dissi che il mio principe azzurro si doveva chiamare Matteo? e che io lo avrei chiamato Mattew? bene, si è realizzato tutto. mamma, vorrei abbracciarti e non lo sai, vorrei dirti che ti voglio bene e devo farlo così, ti amo mamma e... mi manchi.» 
la piccola donna chiuse gli occhi quasi per addormentarsi, ma una piccola lacrima le rigò il viso quando le apparve il volto della madre che le dava un bacio, era felice quando in sogno le compariva la madre, passarono solamente tre ore, erano le due di notte, lei non aveva sonno così scese giù in cucina a preparsi qualcosa, prese dal frigo tutto l'occorrente per prepararsi le crepes, e, finita la preparazione, le riempì di nutella e alla seconda si fermò. salì in camera sua e prese il telefono, stava vibrando per un messaggio. era Mattew, diceva che non riusciva a dormire. rispose: 
«vieni quì da me, a quanto ho visto dal biglietto lasciando in camera da letto non c'è nessuno e non ritorneranno prima di domani pomeriggio, dai, sto mangiando crepes! :)» dopo poco rispose dicendo che era già dietro la porta, pronto per mangiarsi le crepes e lei andò ad aprirgli la porta, ritrovandolo con un sorrisone felice e gli diede un bacio in guancia, lui per sbaglio glielo diede all'angolo della bocca, la ragazza arrossì, e lui sorrise dolcemente avviandosi al bancone dove stavano nutella e crepes. iniziò a riempirle di nutella e ne porse una anche alla ragazza, che lo ringraziò. passò un'ora e salirono in camera della ragazza, lui si tolse la maglietta e si mise accanto a lei, iniziando a dormire come due buoni amici. «ti voglio bene, Mattew.» chiuse gli occhi. «anch'io, bellissima.» le mise un braccio intorno alla vita e si chiuse gli occhi anche lui, iniziando a dormire, felice.
 








"Al cellulare con lei:
- Bellissima parla, dimmi a cosa stai pensando.
Silenzio.
- Mamma, dove sei?"

piccola parte della ragazza reale, quanta tenerezza.



bene, eccomi quì con il secondo capitolo.
lì scrivo al momento, quando ho l'ispirazione che mi viene in contro, o yeah(?)
come vi sembra? so che non recensirà nessuno, ma io chiedo, boh, vedremo.
vi lascio anche una delle frasi che la ragazza disse al suo ragazzo, è una parte reale,
ci tenevo tanto a scriverla, è di una tenerezza infinita.
ah, auguri a lei dato che ieri era l'anniversario dei suoi.
chau.

  
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