IL VERO VOLTO DI DRACO MALFOY

Buio.

Solo buio.

Cosa stava accadendo?

Voldemort chiedeva di inchinarsi al suo cospetto.

Draco l’aveva fatto per troppo tempo.

Che significato aveva ubbidire al mago che aveva seminato il panico nella sua famiglia.

Ricordava quando, invece di essere un ragazzo diverso da tutti gli altri, triste e confuso, era semplicemente un bambino viziato e arrogante.

A quei tempi era tutto diverso.

Tra Draco e Harry c’era solo antipatia.

Ora c’era l’odio.

Un odio che Draco aveva represso dentro di sé per troppo tempo.

Quando era nella Stanza delle Necessità, non avrebbe mai immaginato che i suoi amici potessero arrivare a lanciare degli incantesimi mortali contro Harry, Ron e Hermione.

Certo, nessuno aveva funzionato, ma ci avevano provato.

Tutto era cambiato.

Tutto era diventato più grande di loro.

Draco aveva sempre invidiato Harry, una persona amata da tutti solo per la sua magnifica personalità.

Ma non avrebbe mai pensato di ucciderlo.

Mai.

E ora che lo vedeva morto tra le braccia di Hagrid, si sentiva in colpa per non essersi ribellato a quel mostro che tutti chiamavano Tu-Sai-Chi perché avevano paura perfino del suo nome.

Era diverso dai suoi compagni e lo sarebbe sempre stato.

Mentre gli altri vedevano Voldemort solo dall’altra parte del campo di battaglia, lui lo vedeva in casa sua.

Era diventato un incubo.

E adesso Harry era morto e lui non aveva fatto nulla per impedirlo.

Certo, non aveva rivelato la sua identità quando l’avevano catturato i ghermidori e l’avevano portato da suo padre.

In effetti, si era rifiutato di compiere molti atti che lo avrebbero cambiato profondamente come l’assassinio di Silente.

Ma solo lui era stato costretto a farlo, non Harry, non Ron, non Hermione.

Nemmeno un altro serpeverde.

Si sentiva male per tutto quello che aveva fatto.

Harry l’aveva salvato nella Stanza delle Necessità.

Aveva avuto pietà di lui.

E Draco non aveva fatto nulla.

Si sentiva un verme.

Un essere inutile.

“Draco, vieni.” gli ordinò suo padre dall’altra parte.

Quella dei “cattivi”.

Sapeva che i suoi genitori non erano dei veri mangiamorte.

Volevano scappare dalla battaglia.

Ma Draco no.

Draco voleva restare e uccidere colui che aveva tolto la vita a Harry Potter.

Ma lui non era come Harry.

Era solo un ragazzo che aveva perso la strada di casa.

“Vieni, Draco.” continuò Lucius.

Draco si fece avanti, piangendo.

“Bravo, Draco.” sibilò Voldemort, abbracciandolo.

Ma Draco non ricambiò il saluto.

Impugnò la bacchetta e urlò:

“Avada Kedavra!”

Voldemort deviò l’incantesimo e cercò di ucciderlo, quando Lucius si mise tra lui e suo figlio.

“Lucius, sei uno stolto come tuo figlio. Morirete entrambi, uccisi da qualcuno che è sempre stato più forte di voi.” li minacciò Voldemort.

“Non sei mai stato più forte di noi!” strillò Narcissa difendendo suo marito e suo figlio.

“Siete degli sciocchi e morirete come tali.” ringhiò Colui-che-non-deve-essere-nominato.

“No!” urlò Neville impugnando la spada di Grifondoro. “Quello che Draco ha dimostrato è più forte di qualsiasi magia! Tu non puoi comandarci perché sei crudele e vile! Sei solo un mago che ha visto solo ciò che non aveva invece di quello che aveva! Draco ha guardato in fondo al suo cuore e ti ha sconfitto, Tom! Harry, Fred, Lupin e Tonks non sono morti invano! Puoi toglierci tutto, ma non il coraggio!”

Neville si gettò contro Nagini, ma Voldemort lo respinse immediatamente.

A quel punto, Harry corse nel castello cercando di attirare il serpente e la battaglia ricominciò.

“Sono fiera di te, Draco.” singhiozzò Narcissa abbracciando il figlio.

“Dobbiamo andare.” dichiarò Lucius.

E così la famiglia Malfoy scomparve nell’ombra e Draco, per la prima volta da tanti anni, sorrise.