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Autore: Trafalgar Norah    22/08/2012    3 recensioni
Hogwarts, ultimo anno per i Malandrini. Un anno speciale, in particolare per il giovane Black, fatto di cambiamenti e di cose inaspettate.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Prologo

 

“Buongiorno a tutti” disse la professoressa McGranitt, chiudendo la porta alle sue spalle.

Prese posto alla scrivania, posando lo sguardo severo sugli alunni seduti ai rispettivi banchi.

“Come sapete bene, è il vostro ultimo anno qui a Hogwarts, anno in cui affronterete i M.A.G.O. Se siete arrivati fin qui significa che avete lavorato sodo durante la vostra carriera scolastica. Ma voglio avvisarvi, che pretendo una dose di impegno di gran lunga superiore a quella finora dimostrata. La mia materia è importante e complessa, di conseguenza…” l’insegnante interruppe il discorso, voltandosi verso la porta.

Osservò la ragazza che era appena entrata: respirava a fatica e i lunghi capelli castani ricadevano in disordine sul suo viso. Indossava solamente un maglioncino grigio e una gonna nera; i collant scuri avevano un grosso buco sul ginocchio destro, e in mano teneva un paio di ballerine grigie.

“Scusi il ritardo prof” disse non appena ebbe ripreso fiato.

“Alyssa Riley, avrò mai il piacere di vederla arrivare puntuale e con la divisa in ordine?” s’informò la donna.

“Ci sto lavorando, non si preoccupi” rispose la ragazza.

Richiuse la porta alle sue spalle e lanciò uno sguardo ai banchi, mentre la McGranitt riprendeva il suo discorso.

Non appena individuò la sua amica Lily, seduta nel penultimo banco a destra, si apprestò a raggiungerla, ma con suo disappunto notò che il posto accanto era già stato occupato.

“Che diavolo ci fa lui lì?” mormorò all’amica, sedendosi dietro di lei nell’unica sedia libera rimasta.

“Che ne so, gli ho detto mille volte di andarsene ma non ha voluto” rispose la ragazza con uno sbuffo.

“C’è qualche problema, Evans?”

“Non rompere Potter”

“Andiamo Lily, ho fatto un piacere ad entrambe! Tu potrai passare due splendide ore in mia compagnia, ed Aly potrà chiacchierare con Sirius” affermò James sorridendo.

Lily si limitò ad alzare gli occhi al cielo, mentre copiava alcune nozioni che la McGranitt aveva scritto sulla lavagna; Alyssa invece non risparmiò un pugno sulla spalla al ragazzo.

“Non sei contenta Alyssa?” chiese James, con una nota di malizia nella voce.

“No” rispose secca la ragazza.

 

Durante la lezione, nessuno parlò ulteriormente: la McGranitt aveva iniziato a spiegare la trasfigurazione umana avanzata, concetto difficile anche per gli studenti migliori. Alyssa aveva riempito molte pagine di pergamena con i suoi appunti, tanto da sentire la mano indolenzita.

Inoltre, avendo saltato la colazione, aveva avvertito i morsi della fame durante tutta la seconda ora di lezione, e non vedeva l’ora di correre alle cucine per mettere qualcosa sotto i denti.

“Lily, mi accompagni alle cucine? Sto svenendo dalla fame!”

Lily sorrise e frugò un attimo nella borsa, dalla quale estrasse un paio di merendine al cioccolato: “Se ti fossi alzata presto…”  disse, porgendo i dolcetti all’amica.

Alyssa ne scartò una, mangiandola in un solo boccone e rivolgendo alla rossa uno sguardo esasperato.

“Come ho detto alla McGranitt, ci sto lavorando”

“Se lo dici tu... Non posso accompagnarti comunque, ho divinazione fra cinque minuti”

“Divinazione? Non posso credere che tu segua ancora quel corso… che ne dici di saltare la lezione?” propose la mora con un sorriso furbo.

L’amica le rivolse uno sguardo sconcertato: “Non dire sciocchezze Aly, sai che non potrei mai”

“Sì, sì, lo so…. Sei qui per studiare, sei una brava ragazza… Miss Evans, prima della fine dell’anno riuscirò a portarti sulla cattiva strada, dovesse essere l’ultima cosa che faccio” disse Alyssa. Salutò  l’amica con un abbraccio, dopodiché si incamminò verso le cucine. I corridoi erano affollati di studenti, intenti ad recarsi a lezione, in biblioteca o ai rispettivi dormitori.

Il sole faceva capolino dalle finestre, regalando agli abitanti del castello gli ultimi momenti di calore. Alyssa pensò di godersi l’ora buca nel parco, dato che di giornate così ce ne sarebbero state ancora poche. Accelerò il passo verso la sua meta, superando velocemente studenti e insegnanti. Un’ora non era granché, ma se si fosse data una mossa avrebbe potuto passare abbastanza tempo a rilassarsi.

 

Giunta davanti al grande quadro con la frutta, grattò la pera, facendo sì che il dipinto si spostasse per lasciarla passare. Una volta entrata, trovò gli elfi domestici intenti a cucinare ogni tipo di prelibatezza immaginabile. Vari odori si mescolavano nella grande stanza, aumentando il suo senso di fame; aveva una voglia matta di dolci, ma sarebbe stata in grado di mangiare qualsiasi cosa.

“La signorina Alyssa vuole mangiare?” chiese una vocina dolce.

Alyssa abbassò lo sguardo: un’elfa domestica la stava osservando con un gran sorriso.

“Bell? Sei tu?” chiese la ragazza, che faceva un po’ di fatica a distinguere l’elfa domestica dagli altri, dato che erano vestiti tutti allo stesso modo.

L’elfa annuì, e il suo sorriso si allargò maggiormente. Prese la mano di Alyssa, e la guidò attraverso l’enorme stanza. Gli altri elfi si interrompevano al loro passaggio, salutandola, facendole inchini e offrendole ogni sorta di cibo, ma Bell non si fermava. Trascinò la ragazza verso un tavolo infondo alla cucina, pieno zeppo di dolci. Alyssa rimase a bocca aperta, vedendo brioches, pasticcini e torte.

“Bell sa che alla signorina Alyssa piacciono queste cose. La signorina vuole un po’ di thè?”

La ragazza scosse la testa: “Ti ringrazio Bell, ma volevo solo prendere qualcosa e poi uscire.”

L’elfa scosse la testa: “Bell dà alla signorina una tazza di thè, quello che le piace tanto”

Prima che Alyssa potesse ribattere, Bell prese una grande tazza e vi versò del thè alla pesca fumante. Dopodiché posò due brioches su un piatto, assieme a qualche pasticcino. Infine mise tutto in un cestino, simile a quelli da pic-nic.

“Ecco signorina” disse l’elfa con orgoglio.

Alyssa la ringraziò ripetutamente. Salutò Bell e gli altri elfi, per poi uscire dalle cucine, inspirando il profumo che la sua colazione emanava.

Stava per incamminarsi verso il parco, addentando un pasticcino alla vaniglia,  quando una voce dietro di lei la fece sobbalzare.

“Vai da qualche parte Aly?”

La ragazza si fermò, riconoscendo subito il tono sensuale e romantico che Sirius Black riservava alla sua prossima vittima.

“Ovviamente” rispose la ragazza, riprendendo a camminare.

“Sarebbe più carino da parte tua dirmi dove” disse Sirius, affrettandosi a seguirla. Giunto al suo fianco le passò un braccio attorno alle spalle e tentò di afferrare il dolcetto che la mora teneva in mano; fu un’impresa inutile, poiché Alyssa gli rifilò uno schiaffo.

“Vai in cucina a prenderteli, questi sono miei”

“Sei così cattiva con me Aly… che cosa ti ho fatto?” chiese fingendosi offeso.

“Non sarò io la prossima, Sirius. E non chiamarmi Aly” disse, sciogliendosi dalla stretta del ragazzo; gli lanciò un’occhiata sprezzante, dopodiché accelerò il passo senza più voltarsi, lasciando dietro di sé il giovane Black, che la osservava con un sorriso dipinto in volto.

“Non sai quanto hai ragione Aly”

  
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