La
città dei sogni non esiste.
10 aprile 1912, ore 12:40 p.m.
Siamo in viaggio da ormai quaranta minuti. Dopo aver
evitato la collisione con un’altra piccola nave, finalmente stiamo viaggiando
per raggiungere l’America, per raggiungere New York. Anche se un ragazzo
privilegiato come me non dovrebbe desiderare altro da quello che ha già, New
York è sempre stata il mio sogno. Forse perché lì non c’è una famiglia reale,
forse perché lì non devi dare conto a nessuno di quello che fai, o meglio, di
quello che sei.
Scrollo la testa, riprendendo a sistemare gli abiti negli armadi lussuosi che
tappezzano le pareti del guardaroba, nella mia cabina. Tutta la nave è
raffinata ed elegante, come diceva il signor Andrews prima di salire a bordo, e
le camere da letto rasentano la bellezza delle comode stanze reali di
Buckingham Palace: i materassi sono morbidissimi e le coperte calde, il legno
del baldacchino sopra al letto è intagliato in dettagliatissimi ricami. Le
pareti sono rivestite da pannelli di legno e, da quanto di dice, si ispirano
alla reggia di Versailles, piacevoli al tocco oltre che alla vista, con ricami
che si estendono fino al soffitto, ben più alto di quanto mi aspettassi. Il
pavimento è coperto da una moquette di un rosso scuro che ricopre l’intero piano
della cabina, eccetto il bagno, ed attutisce qualunque movimento si faccia al
di sopra di essa. Al centro della cabina, fra la mia camera da letto e quella
dei miei genitori, si trova un salotto con qualche poltroncina e un piccolo
tavolo al centro. Finito di personalizzare il mio alloggio, esco sulla
passeggiata privata che porta al ponte B, scrutando il mare calmo che circonda
la nave e le coste dell’Inghilterra nelle vicinanze. Alloggiando in una delle
due suites, abbiamo a disposizione questa passeggiata
riservata esclusivamente agli alloggianti di queste “reali” camere. La cosa mi
schifa, perché non vedo cosa ci renda superiori agli altri tanto da dover
passeggiare per conto nostro, ma è anche piacevole se si vuole evitare di
incontrare i soliti leccapiedi che ci circondano.
Snodo la mia cravatta e mi libero del gilet opprimente che indosso, gettandoli
su uno dei divanetti vicino alla balconata. Odio la mia classe sociale, sono
tutti così altezzosi e snob che mi danno la nausea, e, ancora più di quelli che
ne fanno parte, odio i miei vestiti. Slaccio qualche bottone della camicia e mi
appoggio alla ringhiera che si affaccia sull’acqua. Sotto di me noto un altro
ponte, probabilmente di seconda classe, sul quale passeggiano padri e madri a
braccetto, seguiti dai figlioletti che giocano con i loro orsacchiotti. In
mezzo a quelle famiglie visibilmente felici scorgo anche qualche ragazzina che,
quando può, lancia occhiate fameliche di sesso ad ogni singolo centimetro del
mio corpo. La cosa non mi stupisce, ammetto di avere un fisico invidiabile e
piuttosto sensuale: alto, capelli di colore castano chiaro, muscoli ben
sviluppati grazie agli allenamenti di polo, tennis e scherma, che mettono in
evidenza il sedere e le gambe, occhi verdi che, come dice il giardiniere,
“fottono al solo guardarli”. Sono un bel bocconcino, sì. Ignoro le ragazzine
eccitate con una risata fragorosa e continuo a passeggiare, prima di essere
interrotto dalla voce odiosa di mia madre.
«Cosa ci fai ancora qui fuori? Dobbiamo andare a mangiare, saranno già tutti
seduti, avranno già iniziato con gli antipasti e lo sai quanto adori le
ostriche..» si avvicina al divanetto, prende cravatta e gilet e mi viene
incontro, facendomeli indossare senza troppa grazia e in meno di due minuti ci
precipitiamo giù dalle scale dell’orologio, diretti alla sala da pranzo.
Note dell'autore: sono riuscito a scrivere
il secondo capitolo, yeeee! *cori
da stadio* Comunque, questo capitolo, anche se più
lungo, si basa praticamente solo sulla descrizione di Eric e dell'ambiente in
cui si trova. Più avanti le cose saranno più interessanti e divertenti, parola
di scout.
Recensite, se vi piace, o anche se non vi piace, mi divertirei di più a
scrivere, così. (:
ps: grazie ad una mia amica, Sally, per avermi aiutato alla costruzione dei
miei personaggi. ♥