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Autore: Franz3v    23/08/2012    2 recensioni
Questa è la storia di Sky un ragazzo del liceo, normale, che presto scoprirà di essere un custode molto potente, ma qualcosa in lui è diverso rispetto agli altri custodi, lui è in grado di riportare l'universo, ora in uno stato di caos nel suo ordine originario. buona lettura
P.S. questa è sempre balance solo modificata e migliorata per cui rileggete dal primo capitolo ;)
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kairi, Nuovo personaggio, Riku, Sora, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Eccomi qua signori, per farmi perdonare per non aver pubblicato per tuti quei mesi ecco un capitolo a tempo record ;) spero via piaccia e ora passiamo alle risposte alle recensioni
bilo99:sono contento che questa storia ti piaccia molto, sono commosso ;( spero di non deluderti mai e che continuerai a seguirmi ;)
Ceres_old9:grazie mille spero di poter migliorare ancora e non andare sul monotono :) un bacio
Reno_Dede_Turks:grazie anche a te che mi segui :) e comunque il fatto che abbia scritto Light è stato un errore mio :P subito corretto ovviamente spero continuerai a seguirmi per tutta la fiction :) 
Bene ora godetevi questo capitolo 

Capitolo3:Il passato

Nonostante l’avesse fatto entrare, Akemi non si fidava ancora completamente di quello sconosciuto, cos’era questa storia dell’altro mondo? come faceva a sapere che l’aveva trovato e che non fosse figlio suo? Tutte queste domande vagavano nella sua mente, non riusciva a calmarsi, era agitata, aveva il battito accelerato.
Lo fece accomodare su una sedia, in cucina, e mentre lei preparava il te, notò che si stava guardando intorno, intanto lui stava pensando, mentre il suo sguardo vagava per la stanza e la casa, che infondo era una casetta accogliente, non troppo grande, ma con il minimo indispensabile, le pareti e il soffitto erano di un colore bianco neve, mentre il pavimento era in piastrelle di legno.
Akemi diede il te a Topolino, che la ringraziò, e fu in quel momento che notò l’agitazione della donna allora, si abbassò il cappuccio, mostrando il suo aspetto da Topo, proprio come il suo nome, e i suoi occhietti neri, e Akemi vedendo la sua espressione serena e gentile riuscì a calmarsi.
Con una voce molto tranquilla cercò di calmare la signora: ”Stia tranquilla non ho brutte intenzioni, voglio solo conoscere la sua storia, ne ho bisogno, non gli farò del male, anzi siamo qui per proteggerlo” e sorrise per far calare la tensione in quella stanza e l’agitazione di Akemi.
Lei rimase ancora più perplessa:” siete?”
Topolino annuì :”Si mi trovo qui insieme ad altri tre ragazzi, per far compiere a Sky il suo destino, o perlomeno preparalo ad affrontarlo” e fece un altro dei suoi sorrisi e Akemi questa volta, sempre un po’ sulla difensiva rispose al sorriso.
”Beh da dove posso cominciare? Beh…innanzitutto voglio avvisarla che Sky, anche se già lo saprete, non è mio figlio.”
 
”Lo so, sono anche a conoscenza del fatto che l’ha trovato in circostanze misteriose”
 
Akemi rimase un attimo in silenzio, aveva deciso di fidarsi, e sperando che la sua scelta non fosse errata, puntò i suoi occhi verdi in quelli neri del suo interlocutore,  fece un lungo respiro ed iniziò a raccontare gli avvenimenti, voluti o no dal destino, che le avevano fatto trovare Sky.


Era una calda mattina d’estate, Akemi si trovava in un boschetto, vicino ad un piccolo paese, le piaceva stare lì perché la faceva rilassare la calma e la tranquillità di quel luogo, anche perché lei non aveva mai sopportato il caos e il traffico che di solito si trova nelle città grandi, e finchè non avesse trovato una buona casa in qualche piccolo paese, non avrebbe potuto trovare la pace. Stava passeggiando tranquillamente, quando del fumo non attirò la sua attenzione, si ricordò subito che da quella parte si trovava il paese. Corse a più non posso, finchè non arrivò al paese, o meglio a quello che era rimasto, tutte le case erano in macerie, alcune più distrutte di altre, delle strane fiamme nere si ergevano un po’ ovunque, le strade erano ricoperte di crepe.
Akemi era spaventata ,con il cuore che le batteva a mille, cosa poteva essere successo? Un esplosione? Un incendio? No quelle fiamme nere non erano per niente normali, non riusciva a pensare, aveva paura, sudava freddo, il suo corpo era bloccato, guardava tutti cadaveri delle persone che stavano a terre prive di vita, coperte o da bruciature, o sopra a delle pozzanghere di un rosso scarlatto che faceva accapponare la pelle.
Ad un certo punto i suoi occhi verdi si puntarono su una figura che si avvicinava verso di lei, un ragazzo, sui tredici o quattordici anni, capelli castani, era pieno di ferite dalla testa ai piedi, i suoi vestiti erano a brandelli, dietro di se lasciava piccole macchie di sangue, a passo lento si avvicinava sempre di più , si vedeva che era sfinito, il suo sguardo era puntato in basso sembrava quasi che il suo corpo andasse avanti, ma la sua coscienza, la sua mente fosse spenta, finchè quando arrivo a pochi passi da lei, e il suo corpo non resse più, stava cadendo ma Akemi lo prese al volo. Senti il suo corpo molto freddo, e lo stese subito a terra per vedere se fosse ancora vivo, si sentiva in dovere di salvarlo, dopotutto era solo un ragazzino, trovatosi lì per caso in mezzo a tutta quella distruzione. Le lacrime della bruna rigarono il suo viso finendo sul viso del ragazzo, ormai incosciente.
Akemi senti dei passi dietro di sé, e si voltò, vide delle fiamme nere aprirsi in due all’arrivo di una figura incappucciata, vestita con un cappotto nero e rosso, da il suo fisico, si capiva che era un uomo, anzi più un adolescente, poiché non era molto sviluppato, che si fermò non appena la vide con in braccio il ragazzo. Una grossa risata riempì l’aria, una risata malvagia, spregevole, che fa spaventare solo a sentirla. Stava sudando freddo, sentiva da quell’essere provenire una forza oscura senza limiti, riusciva a vedere solo il ghigno stampato sulla sua faccia, la faccia di un assassino che si diverte a uccidere la gente.
“Dimmi, hai intenzione di prenderti con te quel ragazzo e badare a lui?” chiese lui con quella sua voce da giovane, ma pur sempre spaventosa
“Certo, pensi che possa abbandonare questo poverino da solo? Non sono spregevole come te” Akemi rispose con una risolutezza incredibile, non conosceva quella persona né colui che le stava ponendo quella domanda, eppure si sentiva di doverlo fare; in realtà non sapeva neanche perché gli aveva detto di essere spregevole, non poteva saperlo, ma quel suo ghigno, ogni volta che lo vedeva gli faceva venire un tuffo al cuore.
Un’altra risata riecheggiò nell’aria:” Non farmi ridere se solo sapessi…” un altro ghigno ancora più malvagio di quello di prima comparve sulla faccia del ragazzo”…No meglio così, gli farò comprendere cos’è la felicità, per poi strappargliela via dalle mani, così il suo potere si scatenerà in tutto il suo splendore, e questa volta nessuno lo salverà”.
 
Non appena ebbe pronunciato queste parole, si voltò allungò la mano davanti a se, e uno strano varco oscuro comparve dal nulla, ma prima di attraversalo si voltò verso di lei :”Donna, prenditi pure cura di questo ragazzo, ma ricorda, è stata l’oscurità a portarlo da te e l’oscurità tornerà a riprenderselo, non dimenticarlo” e con un ultimo ghigno si voltò e attraverso il portale, che subito dopo sparì così com’era comparso.
 



“Ecco questo è tutto” finì Akemi prendendo fiato,
 
 Topolino rimase, immobile e senza dire nulla per qualche minuto, dopodichè sospirò e chiese
 
”Lei ha detto che il suo corpo era ricoperto di ferite e sangue….com’è ha fatto a curarlo?”
 
Akemi abbassò lo sguardo, iniziò a sudare freddo, era terrorizzata, quel particolare che aveva volutamente lasciato stare non voleva ricordarselo, però alla fine guardo negli occhi il suo interlocutore e dopo aver deglutito con molta fatica, rispose con la voce strozzata:
 
”No, è vero che ho detto che era pieno di ferite, ma quando lo pulii per disinfettare le ferite scoprii che quel sangue non era suo, non aveva un minimo graffio, il suo corpo era illeso ”
 
il silenzio calò nella stanza.
La bruna ipotizzò speranzosa :”Probabilmente avrà toccato qualcuno del paese e si sarà sporcato così, no?” aveva un sorriso falso sulla faccia, difficile da non vedere, lo capiva anche lei che quella sua speranza era vana.
Topolino abbassò lo sguardo, non poteva, anzi non sapeva come rispondergli, fu per questo che cambiò discorso:
 
 ”E lui cosa pensa di questo fatto?”
 
”Lui ha perso la memoria, non si ricorda niente di quel fatidico giorno ne di tutto il resto ,l’unica cosa che si ricordava allora e tutt’ora è il suo nome…..Sky”
 
 La figura fece un gran respiro
 
”Ok grazie mille per la sua generosità, mi scusi ma ora devo proprio andare.”
Si rimise su il cappuccio,  si diresse verso la porta e la aprì, ma prima di uscire Akemi, che era ancora seduta sul divano con lo sguardo basso, e gli occhi lucidi e chiese, con un tono che sembrava più un singhiozzo
 
”Lei è venuto a prendere Sky non è vero, viene da un altro mondo non l’ha detto lei forse?”  la figura cercò  in qualche modo di rassicurarla
 
”Sì, e mi dispiace, ma non si preoccupi, noi gli staremo accanto e lo proteggeremo, si fidi di noi, anche se viaggerà per vari mondi lui non sarà mai solo, quindi stia tranquilla”
 
 Akemi sorrise e disse
 
”Grazie, prendetevi cura di lui”
 
”Lo faremo” queste furono le sue ultime parole finchè non chiuse la porta e Akemi potè finalmente versare le sue calde lacrime.
  
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