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Autore: evilangel    24/08/2012    3 recensioni
Un Dolce per ogni Coppia ~ Una Coppia per ogni Dolce.
...
1#  Macarons~ (Shuuto/GouenKido)
2#  Tortino al cioccolato~ (GouenGaze)
3#  Meringa~ (AfuHera)
[Continua .w.]
...
L'ispirazione mi ha attanagliata, mi spiace :'DD
Sapete, è che sto bene attenta a non mangiare dolci ultimamente, quindi pensandoci su mi è venuta l'idea di scriverci qualcosa .w.
Poi ho cercato di collegare il tutto alle mie pairing preferite... ed è venuta fuori questa raccolta C:
Ah, nei capitoli si parla davvero dei dolci, non è solo il titolo :'3
Bhe, buona (?) lettura ♥
Debby.
Genere: Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing, Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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La meringa è una preparazione dolce a base di albume di uova e zucchero a velo.

 
Cadere è normale. E’ perché siamo umani che cadiamo. Probabilmente solo quando non saremo più in grado di rialzarci non potremo più considerarci  tali, o forse non lo siamo già più. Sbagliamo, sbagliamo, e sbagliamo ancora, e se si tira il conto, gli errori sono più di quello che abbiamo fatto di utile, ma poi una vittoria vale dieci volte di più, e pensiamo di rimetterci a posto.
Forse perché sbagliando tutto, quello che riesce, quello che viene bene, sembra tutto più bello. Ma non avrebbe dovuto rischiare tutto solo per una vittoria.
E se fosse stato colpito da qualche bella pallonata?
E se si fosse fatto male?
E se fosse morto?
Strinse la maniglia della porta bianca prima di entrare. Ma poi rimase là, in piedi. Non lo vedeva da un po’.
E se si fosse fatto male? Male davvero?
 

Nella pasticceria europea esistono la meringa francese, la meringa italiana e la meringa svizzera.
 

Afuro era egocentrico, perfezionista, metteva sempre tutto sé stesso in ogni sua causa momentanea. Finiva spesso per farlo letteralmente, non importandosene del fatto che non fosse una divinità per davvero. Sentiva il dolore, la sofferenza, la pressione, poteva danneggiare il corpo che curava tanto. Provava sentimenti, e per questo era stupido.
E ogni volta che lo dimostrava, ogni qualvolta si faceva male, aveva sempre assistito, come uno spettatore fuori dal campo, magari urlandogli qualcosa a proposito della sua intelligenza da mollusco. Certi giorni aveva il desiderio di strapparsi la divisa di dosso, gettare i resti sull’erba sintetica e andare a fare la persona normale. Non quella che giocava calcio, non quella che doveva giocarci con Aphrodi, non quella che doveva stare dietro ad ogni sua cavolata. Ma quando Afuro si slogava un qualcosa, quando cadeva, quando sanguinava, non era mai il primo a soccorrerlo, c’era sempre qualcuno che lo precedeva. Era difficile ammettere che era palesemente spaventato dall’avvicinarsi.
Qualche ora prima aveva ricevuto notizia della vittoria della Raimon contro la Chaos, che era una cosa felice.
Non gli avevano chiesto se dovevano dire prima la notizia buona o prima quella cattiva. Non lo avevano nemmeno avvisato del fatto che ce ne fosse una cattiva, perché forse non è cattiva.
E’ solo finito all’ospedale.
 

La meringa, leggerissima e friabile, trova applicazione in diverse preparazioni dolci.

 
Verso la fine della chiamata, quando già iniziava a chiedersi perché l’avessero chiamato, dato che non poteva importargli granché della vittoria –l’avrebbe visto da solo, magari alla TV- lo avevano avvisato del fatto che Aphrodi si fosse infortunato, e che di conseguenza fosse all’ospedale. Poi la chiamata era terminata.
L’unica cosa che aveva pensato era che se l’era cercata, e si era sdraiato sul divano. Una delle cose che Terumi sapeva fare meglio, o che gli piaceva di più, era mettersi al centro dell’attenzione. Solitamente era difficile capire se stesse facendo qualcosa perché ci teneva davvero o perché era la cosa giusta.
Aveva mangiato una delle meringhe sul tavolo, quelle che aveva comprato Aphrodi qualche giorno prima e che nessuno aveva mangiato. Ogni tanto entrava in casa con qualcosa di dolce, comprato in chissà quale pasticceria o supermercato, ma alla fine non mangiava nemmeno metà di quello che comprava.
E col tempo Tadashi sembrava capire che comprasse porzioni così abbondanti per lui, così da essere costretto a mangiare l’altra metà pur di non buttarla, o a darla a qualche gatto.
Ne aveva mangiata un’altra, di quelle cosine bianche. Friabili. Dolci.
Non gli avevano detto che tipo d’infortunio aveva subito, come stava, o se era cosciente. L’unica cosa di cui era a conoscenza era l’ospedale e, dopo averlo chiesto ad un’infermiera, il numero della stanza.
Strinse la maniglia ancora, mentre con l’altra mano cercava di tenere il dolce. Lentamente, spinse la porta.
Sentì un qualcosa attanagliarli lo stomaco, quando lo vide sdraiato sul letto, con quel camice a dir poco senza stile. La partita era finita da poche ore, e Afuro era ancora privo di sensi. 
Un medico sporse la testa all’interno della stanza, osservò il ragazzo con in mano una torta. «Starà bene.»
Si, certo che starà bene. Se non lo avesse fatto, Tadashi lo avrebbe ucciso.
Era brutto pensare che ci sarebbero potute essere volte in cui non ce l’avrebbe potuta fare.
Poggiò la meringata sul comodino accanto al letto, buttò a terra un vaso di fiori. Il vaso si ruppe, e l’acqua sporca imbrattò i fiori, i frammenti rotti e il pavimento.
Si voltò verso il medico, in piedi con lo stetoscopio al collo, che in quei momenti  sembrava solo un ornamento.
   «E lei come fa a saperlo?». Urlava contro una persona innocente. «Non sa come sia fatto! Lui è troppo stupido per capire quanto sia importante.»
Gli chiuse la porta in faccia. «E continuerà a far così, anche se starà bene».
L’uomo bussò alla porta, chiedendo di entrare. Il ragazzo di avvicinò e chiuse la porta a chiave.
 

Uno dei dolci più popolari in cui si utilizzano le meringhe è, appunto, la meringata.

 
Sarebbe dovuta andare così.
Invece si girò leggermente. «Lo spero anch’io.» Il medico gli sorrise di rimando, e chiuse la porta della stanza. Hera poggiò la meringata accanto al vaso di fiori intatto, chiedendosi se fosse stato lasciato lì da qualcuno oppure se fosse lì da prima che Afuro si facesse male.
Accanto al vaso “Grazie. Endou”
Si sedette accanto al letto, sulla sedia libera. Immaginò se stesso che passava la notte accanto ad Aphrodi, come si vedeva spesso nei film.
   «Ehi, Afuro.» Gli spostò i capelli dagli occhi, per controllare se stesse solo facendo finta di dormire. «Ehi, ci sei?»
Non gli rispose.
   «Mentre stavo venendo qui, ho comprato un qualcosa di dolce a caso. Spero ti piaccia, appena ti sveglierai.»
In realtà non lo aveva comprato a caso, ci aveva pensato molto, davanti alla vetrina della pasticceria. Forse lo aveva attirato il fatto che fosse completamente bianco, che era un colore che accostava bene al biondo nel lettino. Ma Aphrodi era anche rosso, non sapeva se di sangue o amore.
   «Dentro ci sono le fragole.» Si sentiva impacciato, nella sua mancanza di qualcosa da dire. E anche se sapeva che Aphrodi non lo stava sentendo, era come se ci stesse parlando per davvero, come si fa con le persone in coma.
“Starà bene”.
Poggiò la fronte sulle lenzuola, e tese le orecchie. Sospirò, e fu l’unico suono che sentì. Fuori dalla finestra, le auto non passavano; nel corridoio non camminava nessun paziente malato, dottore, o infermiera. A dir la verità era solo una mescolanza di suoni confusi, ovattati dalle pareti color azzurro, di quelli sbiaditi.
Rumori un po’ coperti dalle pareti, e un po’ dai respiri del paziente. Sentendolo respirare, dormiente, con quell’aria da vittima innocente, gli venne quasi voglia di saltare sul lettino e strangolarlo fino a quando non si sarebbe svegliato, anche se lo strangolamento non era il metodo migliore.
 

La meringata è un dolce estremamente goloso e fresco, anche se dalla preparazione un po’ laboriosa.

 
Non capiva quanto lo metteva in pensiero quando faceva certe stupidate. No, non era stare in pensiero, era quella voglia di rinfacciargli quanto sia imprudente e irresponsabile.
Risollevò la testa, la poggiò sulle braccia che aveva incrociato sopra al letto, a pochi centimetri di distanza da Afuro. Guardandolo, non riuscì più a volerlo ammonire, anche solo col pensiero.
Lo osservò per un po’, in quell’unico momento in cui stava zitto, non dava fastidio e non lo disturbava. Condividendo la stessa camera nel dormitorio,  era abituato a sentirsi chiamare in media cinque volta ogni ora. “Hera, dov’è questo?”
“Dov’è quest’altro?”
 “Hai comprato codesta cosa?”
Si alzò solo quando sentì la mancanza di quelle domande, perché la maggior parte delle volte erano domande. Tornò quella voglia di svegliarlo a forza, pur di sentire la sua voce.
Spostò il piatto della meringa più vicino al vaso di fiori, così che non cadesse. Guardò ancora Afuro, gli si avvicinò come un ladro.
Gli stampò un bacio sulla fronte, e dall’imbarazzo avrebbe voluto sbattere la testa sulla porta, mentre usciva.
 

Un dolce particolarmente adatto alle giornate calde, possibilmente guarnibile con del cioccolato o della frutta.

 
Sentì Afuro svegliarsi, e tirarsi su a sedere. «Sai che l’avrei preferita al cioccolato». Disse questo come prima cosa, guardando la meringa, poi gli chiese scusa, anche se il moro non afferrò subito a che proposito.
Si girò ancora. «Non eri sveglio, vero?».
   «Chi può dirlo.» Il ragazzo si sbellicò, toccandosi la fronte.
Hera sorrise. Anche Afuro sorrise, quando smise di ridere.
   «Promettimi che non farai più certe stupidaggini.»
   «Quale tipo di stupidaggini?»
   «Tutte.»
   «Allora non posso promettertelo.»
Il biondino mascherò la propria colpevolezza con un sorriso. Hera si sedette ancora sulla sedia accanto al letto.
   «Allora per ora posso accontentarmi di vederti finire questo dolce da solo, perché io non ne mangerò nemmeno un pezzo.»
 

L’aveva comprata solo per lui.

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Dopo lunghi e sofferti (?) giorni, ho finito :’DD
A dir la verità è stato quasi divertente scriverlo, ma sono Pigra çç
Mi pare che questa sia la prima HerAfu che scrivo, ma ovviamente è una coppia che adoro .u.
La dedico a Aki, che è così carina e in astinenza di HerAfu ♥
Magari un giorno scriverò qualcosa di più divertente èè
Anche se a dirla tutta penso che Afuro stia bene anche con Atsuya. Asjofn. //la prendono a randellate.
Bene, penso che per un po’ non aggiornerò tipo un mese o poco meno-, a meno che non mi venga un’idea geniale. Comunque spero piaccia :’DD //lettori si buttano giù dalla finestra.
Deb.

 P.s. Qualsiasi recensione è ben accetta ♪ Probabilmente ho sbagliato qualcosa, anche se mi sono tormentata per ore (?) sulla trama originale x°°

   
 
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