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Autore: Papillon_    24/08/2012    3 recensioni
Mary, una ragazza semplice, determinata e bellissima arriva alla Cross Accademy. E qui conosce Zero, il ragazzo misterioso, quello da cui tutti stanno alla larga. Quello di cui tutti hanno paura.
Tranne lei.
I due sembrano destinati ad avvicinarsi sempre di più; uniti per cercare l'unica verità che Mary sta cercando.
Ma che ne sarà di Yuuki?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti, Yuki Cross, Zero Kiryu
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 11

Inutile mentirti

Yuuki
 
-Dovrei bocciarti, piccola mia. Hai lezione, no? - mi chiese mio padre distraendomi.
-A dire la verità, è stata la professoressa di giapponese a mandarmi a fare un giro di ronda. Non è stata una mia iniziativa.
-Yuuki, ci caschi sempre. In quanto guardiana ho chiesto io ai professori di mandarti ogni tanto a fare un giro di ronda...non sono mica arrabbiato.
-Ma la sera c'è Zero, io al massimo sono di ronda la mattina...- cercai di dire un po' sulla difensiva.
-Non ti fidi di me. - Quelle parole mi parvero rame affilate. Erano arrivate dalle labbra di Zero, rivolte a mio padre.
-Non sono io a non fidarmi di te, piccolo Zero. Siete voi a non fidarvi di me.
La tranquillità con cui Kayen Cross rispose mi fece gelare il sangue.
Lo aveva capito. Aveva capito che l'associazione non si fidava più di lui.
Negli ultimi tempi io e Zero eravamo stati convocati spesso in riunioni dove si discuteva del problema di Kaien, problema che in poche parole era riassumibile nel fatto che l'associazione non credeva più possibile fidarsi di lui...per motivi ovvi. Perché era mio padre. Perché si fidava di Kaname. E soprattutto perché aveva coperto i nostri sentimenti e li aveva incoraggiati, un po' come quando si soffia su una fiamma per incrementarne la grandezza.
Io e Zero ci guardammo per un assurdo istante, nel quale entrambi cercammo rifugio.
-Siamo tutti nella stessa barca, direttore. Tutti. E io non ho mai detto che non mi fido di te...
-Parla piano, Zero.
-Perché? Lei non può sapere? Oh, si, cazzo. E' sua sorella. Potrebbe spifferare tutto.
Mi sentii morire. Zero prendeva ogni occasione gli si presentava davanti per deridere me e Kaname.
Per lui, non sono niente.
-Zero, non qui. Per favore, per favore. - mormorai io.
Mi guardò e mi trafisse.
Mi ricordo di quella volta, Zero, quella volta in cui tu mi avevi preso il polso e avevi bevuto il sangue da lì, senza badare al perché o a dove eravamo, o al fatto che Hanabusa potesse vederci perché era nella stanza accanto. No, tu volevi provare e basta.
Io ti avevo guardato e avevo giurato che non mi sarei mai dimenticata dei tuoi occhi, perché era impossibile sottrarmene. E anche adesso non riesco a fuggire da te, perché credo di essere dentro di te, se questo mi è possibile.
-Ragazzi, basta. - irrompé mio padre. -Andiamo nel mio ufficio e cerchiamo di parlare lì, qui non ha senso.
Basta, guardarmi. Basta perché mi fai male, vorrei dirtelo, ma cammino vedendoti le spalle, spalle nelle quali un tempo, quando ero innocente e ingenua, mi ero immersa volentieri.
Il mostro che sento dentro di me piange, adesso. E' una bestia diversa da quella di prima e fa anche più male.
Mi manchi da morire, Zero.
 
Zero
 
-Guarda che io non voglio litigare, Zero. Il discorso lo hai tirato fuori tu.
Ero stanco, stanco e basta. Un po' per Mary, un po' per quello che era successo in corridoio con Yuuki. Ma dovevo stare lì comunque, a sorbirmi la ramanzina del mio santo paparino che non la piantava mai, mai di essere onnipresente. La purosangue, in un angolo della stanza, ascoltava senza parlare, probabilmente perché l'avevo ferita abbastanza.
Il messaggio era arrivato.
-Io non posso dirti niente. - mormorai, passandomi distrattamente una mano tra i capelli. Un gesto che per me era sinonimo di esasperazione, stanchezza, e forse anche un po' di frustrazione. Quelli erano stati giorni pesanti.
Il direttore mi guardò con aria perplessa.
-Ah, Dio! - sbottai. -Non posso parlare, ok? Mi stai mettendo in una posizione scomoda, Cross. E non è tanto per...lei. - continuai, indicando Yuuki.
-Ho capito, ho capito. Non chiederò altro. Però...
-Però che, Cross?
-Chiedile scusa, Kyriu.
-Mmmh? -subito non capii. O forse non volli capire.
In realtà, sia Cross che Yuuki sapevano com'ero fatto, a volte parlavo a vanvera. E così era successo poco prima. Avevo rovinato tutto, come al solito.
Guardai Yuuki, raccolsi il coraggio e feci un passo indietro, per prendere la rincorsa. Avrei potuto dire che non volevo, avrei potuto deriderla come era facile fare. Ma lei avrebbe letto l'ingiustizia e la bugia nelle mie parole, false come Satana.
-Scusami, Yuuki - biascicai. E per fortuna, lei non rispose.
-Posso andare, adesso?
Avevo i vestiti ancora umidi e avevo bisogno di una doccia, di una doccia calda.
Guardai Yuuki, che si era alzata e si era avvicinata a noi.
Non ti avvicinare troppo, piccola. Perché se fossi furbo, ti porterei in quella fottuta doccia con me. E...sai cosa ti farei, Dio.
-Aspettate un attimo, tutti e due. Non vi ho fatto venire qui per niente.
Sbuffai sonoramente.
-Beh, ormai l'anno è cominciato e tutto sta procedendo bene. Ma come sapete, come tutti gli anni, è necessario fare una festa, per celebrare l'inizio delle lezioni.
Misi le mani sui fianchi e sbarrai gli occhi. Dopo tutte le vicende che avevano contornato la scuola, dopo tutto quello che stava succedendo, Cross chiedeva...una festa?
Davvero, non capivo.
 
Yuuki
 
Scusa, Yuuki.
Non fu tanto il tono in cui lo disse, ma gli occhi che usò per arrivarmi in fondo all'anima. Mi aveva scavata dentro, come al solito, sciogliendo anche quel briciolo di odio che avrei potuto provare nei suoi confronti. Perché ogni volta che pensavo non ci fosse più niente da fare, lui, con le sue parole che forse erano bugie, ricostruiva tutto, illudendomi, ancora e ancora.
 
-...per celebrare l'inizio delle lezioni.
Subito mi sembrò un'idea inutile. Con tutto quello che stavamo attraversando, dubitavo fortemente che riuscissimo a trovare il tempo per fare una festa, per il divertimento.
Poi, però, pensai a Kaname. Lui aveva sempre lottato per permettere che la festa di inizio anno fosse bellissima, l'aveva sempre resa particolare e unica. Io ero colei che lo sostituiva, e in quanto tale, mi sarei dovuta impegnare al massimo.
Lo faccio per te, sia chiaro.
-E'...che sono un tantino stufo di fare sempre il solito banchetto al quale partecipano sia la day, che la night. Vorrei cambiare. - continuò mio padre, con aria assorta. Dietro i quegli occhiali, quei fondi di bottiglia enorme che ormai avevo imparato ad amare, scorsi il mio dolce direttore preoccupato di non riuscire a trovare un' idea carina per cominciare al meglio le lezioni anche di quell'anno.
Ed ebbi un'idea.
-Potremmo fare...un ballo.
-Un ballo?
-Un ballo, sì. Di quelli dove le donne ballano con gli uomini, papà. Non so se hai presente. - ridacchiai, strappando un sorriso anche a Zero. Un momento che credo non avrei mai dimenticato.
-Beh, tesoro, è un'idea a dir poco favolosa...
-Voi due siete matti. - irrompé Zero, tornando serio. I suoi sbalzi d'umore mi facevano venire il mal di testa. -Vi siete dimenticati che cosa è successo all'ultimo ballo al quale hanno partecipato Vampiri, umani e Hunter?
Era ovvio che si riferisse all'omicidio del compagno di Sara Shirabuki, Ouri. Infatti, all'ultimo ballo al quale avevano partecipato i membri appartenenti alla società dei vampiri, – tra le altre cose, il ballo in cui io ero stata presentata come vampira purosangue davanti a tutti - ci era scappato un omicidio. L'omicidio che ancora adesso macchiava la figura di Kaname e la rendeva colpevole agli occhi di tutti.
Nessuno avrebbe potuto dimenticare l'accaduto, era ovvio, trasparente. Ma non potevamo di certo continuare a ignorare la convivenza tra umani e vampiri così, come se fosse un impiccio, una cosa imposta e dovuta.
-Zero. Siamo tutti sconvolti, per quello che è successo a quel ballo. Ma nella scuola ci saranno i controlli, ci saremo io e il direttore...
-Chissà perché, non mi sento molto sollevato. Davvero Yuuki, sei convinta di poter salvare il nostro mondo? Il nostro mondo sta morendo. Sta crollando in qualcosa di corrotto e oscuro, e tu non puoi farci nulla. Non puoi salvarci, Yuuki.
Un momento di pausa, nel quale ci guardammo con intensità.
-E non lo vedrai mai tornare da te. Lui non tornerà più.
-Zero... - sussurrai impercettibilmente. Mi sentii male; quasi privata di una parte di me stessa.
-Così mi uccidi, Zero.
E assaggiai il sapore di una lacrima amara.
Fu in quel momento che mio padre arrivò, silenzioso, e mi mise una mano sulla spalla.
-Il ballo si farà domani sera, Yuuki. Stai tranquilla. E, Zero...tu lo sorveglierai. Dimmi pure che ti faccio schifo e che non ti fidi più di me...non m'importa. Lo sorveglierai.
Non volli sentire una parola in più, né da mio padre, né da Zero. Mi recai silenziosamente in classe e presi posto tra i miei compagni.
Ebbi il coraggio di sentirmi sola, anche se ero effettivamente circondata da un gruppo numeroso di vampiri.
Non solo. Ebbi la certezza che qualcosa di folle ed indefinito si fosse spezzato definitivamente tra me e Zero. Più tardi, solo quando sarei stata raggomitolata sotto le coperte, avrei trovato la forza di piangere e disperarmi, lo sapevo.
Per il momento, mi limitai ad ascoltare la lezione, tenendo gli occhi bassi e immaginando di trovarmi tra le braccia del mio Principe, l'unico che in quel momento avrebbe potuto capirmi e consolarmi, semplicemente.
 
Mary
 
Il mattino seguente, fui svegliata dai leggeri raggi si sole che mi colpirono in pieno volto. Fu un risveglio caldo e piacevole, accompagnato dal profumo di una colazione calda, che arrivava da un vassoio sul comodino alla mia destra.
Ovviamente, starnutii. Era la punizione per essermi gettata in acqua senza pensarci, lo sapevo. Per cui non mi lamentai.
E, in un batter d'occhio, mi resi conto che avevo voglia di vederlo.
Avevo voglia di vederlo.
Mangiai poco e di malavoglia, e poi, cautamente, cercai l'infermiera e le dissi che potevo benissimo andare a lezione. Da buona lavoratrice qual'era, mi disse di stare attenta sulla via del ritorno.
Fu circa a metà strada, che incontrai Yori.
-Mary, buongiorno. Dormito bene?
-Benissimo, anche se, non ci crederai, ho passato la notte in infermeria.
Le raccontai cosa avevo combinato la sera prima, tralasciando il particolare del lago e del quasi annegamento. Alla fine del resoconto, la mia nuova amica era convinta che io fossi caduta da cavallo perché ero maldestra.
-Oh mio Dio. Non ci posso credere. Zero ti ha portata in infermeria?
-Sì, perché? Non è così male come cerca di far credere.
Yori si fermò a riflettere sulle mie parole. -In fondo, è vero, Mary. - disse infine. -Ma di solito è difficile vederlo così aperto, credimi.
Su due piedi, fui convinta che il mio fosse un piccolo miracolo. Ma era vero: ero davvero convinta che Zero cercasse di nascondere chi era veramente, innalzando una barriera impenetrabile che sì, mi spaventava, ma che lo rendeva fragile e intrigante al tempo stesso.
Ero letteralmente stregata da lui.
 
La mattina passò in fretta, tra lezioni e recuperi; finita scuola, avevo avuto un po' di tempo per stare con Yori in biblioteca, e fu lì, che lo rividi.
-Ciao, Zero. - salutò Yori.
Con un buon ritardo, captai che lui si era seduto vicino a me. Non potei fare a meno di incontrare i suoi occhi e di arrossire, un pochino.
-Yori. - disse fissandomi intensamente.
-Ciao, Mary. - mi salutò poi.
Dio mio, Dio mio.
-C-ciao.
-Non ti ho visto stamattina, a lezione - cominciò Yori, rivolta a Zero.
-Solite commissioni, niente di che.
-Capisco. Beh, io ho delle cose da fare. Zero, te la lascio.
Fu così che Yori mi lasciò sola con la creatura più affascinante e spaventosa della terra.
Mi incantai a fissarlo, notando che sì, c'era qualcosa che non andava, in lui. In un attimo, folle ma giusto – almeno da quanto sentivo dentro di me – gli strinsi una mano tra le mie. Era gelida.
-Va tutto bene?
Accennò un sorriso.
-Non proprio. Ma dovrei essere io a chiedere se stai bene tu.
-Beh...sto meglio. Dai, non mi è successo nulla, e lo sai anche tu. Anzi...grazie ancora, Zero.
-Che sia chiaro, non farlo mai più.
-Tranquillo. Non amo fare pazzie. E adesso dimmi cos'hai.
Era molto a disagio, lo potevo notare. Respirò e inspirò a fondo almeno tre volte, prima di cominciare.
-E' stato indetto un ballo, Mary. Domani sera.
Quasi gli scoppiai a ridere in faccia.
-E tu...tu sei preoccupato per questo. Dio mio, Zero.
-Credimi, Mary. Credimi se ti dico che non sai niente e che non puoi parlare. Non puoi capire.
Sottrasse la sua mano, e lo sentii allontanarsi da me.
Di nuovo, mi sentii quasi male, a dover sostenere il suo sguardo. Ogni sua parola, ogni suo gesto, mi uccidevano. Possibile che fosse così...cattivo?
-E' questo, il problema, Zero. Io non capisco. E se continui ad alzare una barriera tra di noi, non capirò mai. Mai.
Mi alzai in piedi, continuando a lottare con le lacrime, che minacciavano di uscire.
-Aiutami a capire, Zero. - mormorai.
-Oh, Mary. Se solo potessi...se solo potessi dirti tutto, sì tutto. Ma non posso.
Ebbi la sensazione che quel tutto si riferisse a ciò che avevo trovato scritto nel suo biglietto. Alla storia assurda dei cacciatori che sì, in qualche modo era legata alla morte di mio padre. Certo, Zero faceva parte di qualcosa di grande, di molto grande. Più grande di me, e di lui stesso.
-Non mi importa, davvero. Va già meglio così. Vorrei solo, Zero, che non continuassi a...spingermi via. Perché fa male.
-Lo so. Scusami, Mary. Davvero.
E così si riavvicinò a me e, stavolta, fu lui a prendere la mia mano tra le sue.
 
Avevamo cominciato a camminare verso quello che era il corridoio della mia stanza, dopo aver parlato delle lezioni, dei compiti e anche di quello che era successo il giorno prima. Zero sembrava essersi rilassato, e non mi chiedeva più come mi sentivo. Perché a dirla tutta stavo bene.
Tenevo al petto i libri che avevo usato quella mattina, e stavo attenta a fissarli molto intensamente, in modo da non cedere alla tentazione di guardare i suoi occhi.
-Odio i balli. L'unico a cui ho partecipato, è stato un disastro, di là, a casa mia. - borbottai, più a me stessa che al ragazzo che passeggiava al mio fianco
-Per via di balli, non so chi di noi due sia messo peggio, Mary. Li odio anche io.
In un mondo ideale, avrei dovuto trovare il coraggio di chiedergli di venirci con me. Ma visto che coraggiosa non ero, - normale nemmeno – mi cucii la bocca.
-Quanto tempo ho per trovare il vestito adatto?
-Domani pomeriggio il direttore sospende ogni attività, per lasciare che i ragazzi si preparino al meglio.
-Bene. Spero che Lily mi voglia ancora, perché penso di usare lei per andare in paese.
-Vedi di non cadere nel lago.
-Sei uno stronzo, lo sai, Zero?
Mi mise una mano sulla testa e mi accarezzò leggermente. Mi sentii quasi una bambina, dolce, protetta, incantata dal suo sguardo e dalla sua figura.
-Dico sul serio. Quando sei caduta, ieri, mi sono sentito...
Morire, Zero? Ti sei sentito morire? Probabilmente è come mi sento io, adesso.
-Starò attenta, ti basta? Buona serata. E...grazie.
Non ebbe il tempo di rispondermi, che gli sbattei praticamente la porta della mia camera in faccia.
 
Come aveva anticipato Zero, il pomeriggio seguente ci fu lasciato libero, in preparazione al ballo. Non ero nata per essere una stella, nelle serate di gala: ciò che avevo detto al guardiano era vero, odiavo i balli. A quello a cui avevo partecipato a Londra ero andata solo per fare un piacere a Hannah, la mia migliore amica. Ricordo ragazzi ubriachi e gente che manco conoscevo farmi la corte e trascinarmi in pista da ballo come se fossi stata un burattino. Uno schifo, insomma. Beh, avevo promesso a me stessa e a Hannah che non sarei andata a nessunissimo altro ballo di gala.
Ma, in cuor mio, sentivo che questo sarebbe stato diverso.
Fu Yori ad accompagnarmi in un negozio molto semplice, dentro il quale, secondo lei, avrei trovato di tutto. Optai per un vestito poco elaborato, di colore rosa, che rispecchiava il mio carattere, in tutto e per tutto. Privo di fronzoli ed eccessivi ricami, ma romantico e leggero al punto giusto.
Non capii il perché e non volli mai saperlo, ma, mentre provavo il vestito che era stata la mia scelta, desideravo con tutta me stessa che piacesse a Zero.
Mi sarebbe bastato, credo di sì.
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Finalmente cominciano a vedersi le crepe nell'animo tranquillo di Yuuki. Il mostro che la divora e che poi piange...il suo bisogno di tornare a essere quella di una volta con Zero. Insomma, questo per dirvi che la storia sta arrivando a un punto di svolta. Piano piano...ma ci sta arrivando.
A sì! Vorrei chiedervi un favore enorme. Io non sono in grado di creare banner, ma vorrei tanto che la mia storia ne avesse uno. Qualcuna di voi li sa creare? Se sì, basta che me lo dite e possiamo discuterne privatamente. Vi prego aiutatemi, io e la tecnologia proprio penso che non ci piaceremo mai!
Un bacio,
Vostra
Je <3
   
 
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