"Posso stare tranquillo dunque?" lo guardò dritto negli occhi
"È una promessa che ti faccio" rispose il principe sostenendo lo sguardo dell'Uomo.
L'uomo sorrise. Non ricordava l'ultima volta che avesse sorriso così tante volte in una giornata, forse nemmeno quando, ancora soggiornava ad Imladris gli capitava di farlo così spesso. Quell'Elfo aveva il potere ri rasserenargli l'animo, di fargli dimenticare quella pesante discendenza incatenandolo al suo sguardo; non sapeva il perchè e non gli importava voleva solo perdersi in quegli occhi e ringraziare i Valar che dovevano aver avuto sicuramente un occhio di riguardo nei suoi confronti quando guidarono i suoi passi fino a quella radura.
Un rapido movimento distrasse il giovane dai suoi pensieri, il principe aveva abbandonato la posizione per andarsi ad adagiare delicatamente sulla sabbia...
Una visione...
I capelli gli ricadevano morbidamente sulle spalle e si posavano dolcemente sulla sabbia, alcune ciocche venivano mosse dalla leggera brezza, il viso rilassato si lasciava accarezzare dal vento, gli occhi chiusi ed una gamba leggermente piegata, le dita che sfioravano delicatamente la superficie dell'acqua...
Si sorprese nel pensare a quanto fossero belle e delicate quelle mani perlacee
Chissà come dev'essere il tocco di quelle mani? Scosse il capo per allontanare quel pensiero
Era veramente incantevole... Un tutt'uno con la Natura.
Ad un tratto Legolas alzò lo sguardo verso di lui e sorise, il ramingo trattenne il fiato finché gli occhi della creatura immortale si spostarono verso Anor, fu solo un attimo, quei zaffiri tornarono a cercare le sue iridi color ghiaccio ma il sorriso non illuminava più quel volto perfetto, le labbra prima distese ora erano increspate in un'espressione che sembrava essere rammarico.
"Mi dispiace" la creatura immortale ruppe il silenzio "Ora devo proprio andare..." guardò con dispiacere il giovane "Ho perso la cognizione del tempo..." continuava a mordersi il labbro inferiore mentre velocemente, dopo essersi rimesso in piedi, si ripuliva le vesti dalla sabbia; il ramingo per un momento non seppe cosa dire per cui alzò gli occhi al cielo per guardare l'astro luminoso che splendeva... Constatò che dovessero essere trascorse delle ore da quando aveva accidentalmente urtato il principe sotto il portico, sorrise, non si era reso conto dello scorrere del tempo, tale fu l'incantesimo in cui era incappato fissando il suo compagno d'escursione.
Fece un profondo respiro.
"Se... se devi andare non ti preoccupare per me. Vorrei restare ancora un po' qui e magari esplorare i dintorni. Sono un ramingo" aggiunse notando l'espressione del suo interlocutore "sono perfettamente in grado di ritrovare la via per il palazzo"
"Scusa" l'Elfo si fermò un attimo
Ramingo... Non ne ho mai sentito parlare... Devo scoprirlo, così Grampasso comincerò a far luce sull'alone di mistero che ti circonda pensò
"non era mia intenzione sminuire in alcun modo le tue capacità" continuò poi prontamente, il giovane gli sorrise teneramente per rassicurarlo
"Se vuoi rimanere" proseguì la creatura di Luce "non vi è alcun prblema. I nostri confini sono ben protetti. Mi dispiace dover interrompere così la nostra esplorazione ma anche un principe non può esimersi dall'essere puntuale ai propri impegni... Soprattutto un principe... Il mio maestro d'arco mi attende"
a quelle parole Grampasso sorrise ricordando ciò che il sovrano gli aveva confidato a proposito delle lezioni di tiro con l'arco del figlio, il principe notò quell'espressione ed alzò il sopracciglio
" No!" si passò una mano sul viso "Non dirmi che ne ha parlato perfino con te"
il giovane abbassò lo sguardo come se si sentisse colpevole ma l'Elfo proseguì "Non capisco perché tutti mi dicono che spreco tempo... Io penso di poter migliorare ancora. Che male c'è nel tentare di migliorarsi sempre di più?" il suo interlocutore fu preso da un moto di tenerezza e a stento riuscì a trattenersi dal prenderlo fra le braccia
"Non c'è nulla di male a voler migliorare le proprie capacità; almeno così è come la penso io... ma non si può andare oltre alla perfezione" disse guardandolo intensamente
"Io"
rispose la
creatura "credo di poter imparare ancora e di conseguenza
diventare un arcere migliore"
"Questo lascialo decidere
a me"
"Cosa
intendi
dire?"
"L'arco con cui viaggio non è solo per
bellezza... È con quello che mi procuro da mangiare durante
i miei
viaggi. Non avrò l'abilità di un Elfo ma credo di
saper riconoscere
la perfezione se me la trovassi davanti"
"E la tua
esplorazione?" chiese cercando di mascherare l'imbarazzo che
quell'affermazione aveva suscitato in lui
"Può attendere...
" si avvicinò "Tanto ho un principe a mia disposizione che
mi farà da guida ogni volta che lo desideri" gli
sussurrò le
ultima parole all'orecchio provocandogli dei brividi lungo la
schiena
"Essia" entrambi salirono a cavallo cercando di
non badare alle senzazioni che lo stare così vicini aveva
procurato
loro.
Una volta arrivati al campo il principe prese posizione. Lentamente incoccò la freccia e puntò gli occhi sul bersaglio, i muscoli tesi e pronti, il vento chegli scompigliava i capelli... Sembrava una delle bellissime statue di marmo che si trovavano nei giardini di Imladris; nulla pareva lo potesse disturbare.
Un istante... Un sibilo e il rumore della freccia che si conficcava esattamente nel centro del bersaglio.
Il ramingo tirò un'ultima boccata di fumo dalla sua pipa prima di alzarsi per andare dall'Elfo
"Beh... Da
quello che ho visto direi che" guardò un'altra volta il
risultato del tiro "la perfezione è proprio davanti a me"
il
principe sorrise imbarazzato ma il giovane proseguì "Aveva
proprio ragione tuo
padre... Affranca il tuo maestro e lascialo dedicarsi a coloro che
hanno davvero qualcosa da imparare"
"Sei gentile a dire
questo" disse l'altro posando l'arco accanto alla faretra
"Dico
solo quello che penso"
"Perchè non provi tu?" chiese per nascondere il leggero imbarazzo
"Oh... Non riuscirei mai ad eguagliare il tuo tiro. Non possiedo le abilità della vostra razza... È troppo lontano per me"
"Puoi
scegliere il bersaglio che più ti aggrada... Qui ne abbiamo
molti a
seconda dell'età delle reclute" gli porse una freccia
"Tranquillo" aggiunse con aria di sfida "non ti
giudicherò"
"Se con questo vuoi dire che non mi
deriderai allora ti ringrazio ma se invece vorrai darmi dei consigli
saranno ben accettiti"
il giovane prese la freccia dalle sue mani e ripetendo le stesse azioni compiute dall'Immortale, mancando, però, di poco il centro. Sospirò deluso
"L'hai quasi centrato... Se posso.."
il
ramingo annuì così il principe prese un'altra
freccia e gliela fece
incoccare
"cerca di essere meno rigido" posò la mano
sul suo braccio "i muscoli devono essere meno tesi quando prendi
la mira. La freccia dovrebbe essere un prolungamento del tuo corpo e
non un nemico che hai fretta di scacciare" mosse la mano del
Mortale sull'arco finché non fu soddisfatto, poi prese a
girargli
intorno per controllare la posizione dell'Uomo. Si fermò
alle sue
spalle, a poca distanza dal suo orecchio
"Nulla
deve distrarti..." si avvicinò ulteriormente "E cerca di
visualizzare la freccia che si conficca esattamente al centro del
bersaglio mentre prendi la mira" gli sussurrò
all'orecchio
"Prova ora"
il
ramingo deglutì ed eseguendo attentamente le istruzioni del
suo
maestro riuscì a centrare il bersaglio; il suo
voltò s'illuminò di
gioia mentre l'Elfo sorrise soddisfatto
"Non era molto difficile... Bastava solo qualche consiglio elfico"
l'Uomo sorrise ma notò subito che il principe stesse raccogliendo la sua faretra, lo guardò incuriosito da quel gesto
"Mi dispiace ma ora devo proprio lasciarti" disse l'Elfo "Ho ancora mille impegni da svolgere prima che Anor ceda il posto alla notte" e prima che l'altro potesse replicare, sparì tra gli alberi.
Al ramingo cedettero le gambe ed in men che non si dica si ritrovò inginocchiato sull'erba mentre i brividi, che aveva cercato di trattenere mentre Legolas gli stava accanto, esplosero tutti insieme...
La mano bianca che si muoveva sulla sua, delicata proprio come l'aveva sognata ed il suo respiro caldo all'orecchio... Sentiva nuovamente i brividi percorrergli la schiena al solo pensiero ed un calore prepotente farsi strada in lui...
Paradossalmente ringraziò i Valar... Non avrebbe retto un secondo di più.
Legolas non poco distante smise di correre e si poggiò contro un albero. Si sentiva confuso. La vicinanza con quell'Uomo, di cui non sapeva niente, non lo disturbava anzi si sentiva a proprio agio.
E poi come gli era saltato in mente di rivelargli la sua frustrazione? E cosa lo aveva spinto ad essere così avventato pochi istanti prima muovendo le mani di Grampasso su quell'arco?
Le sue mani così ruvide... Ed il suo sorriso...
Scosse la testa e riprese la sua strada, camminò finché non udì il rumore di spade che si scontravano...
Le giovani reclute si stavano allenando, sfidandosi tra di loro, sotto l'occhio attento di Lanthir, tutti s'inchinarono nel vedere il principe che con un cenno del capo in segno di saluto si affrettò a raggiungere l'amico.
"Legolas"
il capitano mosse qualche passo verso di lui ma notando l'espressione
sul suo viso si fermò "È forse successo qualcosa?"
"Dimmi
tutto quello che sai sui raminghi" disse quando furono faccia a
faccia