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Autore: Grii    24/08/2012    4 recensioni
[Rose/Scorpius] N.B. La parola giapponese Hyōirei è "uno spettro che si impossessa del corpo di un vivente".
DAL CAP. 4:
Lily aveva passato una fantastica serata: aveva ballato e si era divertita con il suo cavaliere. Scorpius si era comportato in maniera esemplare, e la ragazzina era sicura di piacergli almeno un po'. L'abbracciò e le diede la buona notte; si sentì estasiata.
Dopo che Lily fu rientrata nella sala comune, Scorpius baciò Rose.

***
Bambini, ragazzini, adolescenti. Il passaggio è davvero breve e, se avete qualche dubbio, provate a chiedere ad Albus, Scorpius e Rose. Il giovane Potter già dal primo anno fa i conti con il suo carattere mite e un po' fifone, mentre gli altri due sono passati dalla rivalità più estrema all'amore più combattuto. Ora però il tempo dei giochi è finito e una nuova minaccia sovrasta su Hogwarts...
Genere: Avventura, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Nuovo personaggio, Sorpresa | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Ciao Grii! La tua iscrizione su EFP è del 18/04/10.

Uao. Quanto tempo che non entro più qui. 

Non so come mi possa essere tornata la voglia di scrivere... ma hei!

Mi dispiace per chi seguiva la mia originale (c'era qualcuno che la seguiva? Lol. no dai, scherzi a parte) ma non ho intenzione di

andare avanti. Credo di essere migliorata almeno un po' come scrittrice e il Fandom su cui voglio testarmi è quello del

meraviglioso mondo di J.K.Rowling, in versione new generation.

Non sarà una storia in stile "coppia innamorata" ma sarà indirizzata verso quello che credo essere l'essenza di HP: un pizzico di

mistero e di avventura, condita con tanta amicizia.

Se notate imprecisioni (di carattere ortografico o riguardanti qualche incongruenza grossolana con la storia in generale) siete

invitati a farmele notare :D

Credo che il futuro di questa storia dipenda da questo capitolo, perchè sto "lavorando" ad un altra cosetta (chiamala cosetta

>_>), e mi sono interrotta per la grande ispirazione che mi è presa per questa storia.

Se proprio volete il nome di una coppia, beh, questa è Rose/Scorpius. Sinceramente, non sono una fan della S/L.

Con questo concludo... parola a voi!

Grii.


***

Parte Prima

Albus Severus Potter (Anno I)



Rose si faceva spazio fra gli studenti più grandi con molta maestria e trascinava il cugino attraverso il corridoio dell'espresso per Hogwarts. James e Fred l'avevano invitata nel loro scompartimento, ma lei aveva rifiutato: sapeva che per Albus trascorrere un intero viaggio con accanto il fratello sarebbe stata una tortura; continuava a punzecchiarlo e il bambino era già agitato abbastanza. Lei aveva occhio per queste cose, era molto più avanti di tutta quella massa di studenti e non vedeva l'ora di arrivare alla scuola per mettersi alla prova. Ha il cervello di sua madre, diceva sempre Ron, ed era vero.

“Guarda, qua ce n'è uno libero” Rose indicò con la testa lo scompartimento in questione. Albus sembrò riprendersi da un sogno ad occhi aperti: stava ancora pensando a quello che gli aveva detto suo padre... “Albus Severus, tu porti il nome di due dei più grandi presidi di Hogwarts. Uno di questi era un Serpeverde, e, probabilmente, l'uomo più coraggioso che abbia mai conosciuto” il discorsetto era suonato più o meno così, eppure il bambino non si era ancora rassicurato del tutto. Ma forse era solo una sua impressione; forse la casa di Serpeverde non era così male. Che stupido, pensò, avere paura di una casa di Hogwarts! Che cosa assurda!

“Si questo va bene” rispose sovrappensiero. Entrarono e si sistemarono, sprofondando nei morbidi sedili.

“Non ci credo che stiamo andando a Hogwarts, tu?” Rose era entusiasta dell'idea e oramai erano settimane che continuava con quella solfa. Negli ultimi tempi la bambina era stata dai nonni babbani a cui era molto affezionata e come non mai sentiva il bisogno di un po' di magia nella sua vita. Quando Harry raccontava dei Dursley, Albus rimaneva esterrefatto: come aveva potuto suo padre vivere senza magia per così tanto tempo? Quando lo vedeva a bocca aperta Rose si metteva a ridere: nonostante fosse giovane aveva imparato a cavarsela da sola, con o senza la magia. E in ogni caso riusciva egregiamente.

“Già, non vedo l'ora” ma in realtà era più agitato che mai. Simulò un sorriso tirato.

“Sei nervoso, Al?” lui rise in modo atipico, tradendosi.

“N-no, f-figurati”

“Non preoccuparti di quello che dice James. Dopo un po' di tempo non ti guarderà nemmeno più”

Difatti per il momento James aveva un altra persona da tormentare.

“Hei Fred, Willis. Questo è lo scompartimento meno pieno per ora”

“Perché non siamo con le vostre nuove reclute?” chiese Willis sbadigliando.

“Perché se proviamo a infilarci nello scompartimento di Al, Rosie ci fa una fattura che non la dimentichi più” i due cugini risero, ma il ragazzo non afferrò il loro umorismo.

“Eddai, Will!” James gli passò un braccio dietro le spalle e lo strinse giocosamente “Mi scusi è permesso?!” gridò, sempre ridendo, mentre entrava nello scompartimento. All'interno c'era solo un altro ragazzo, che leggeva un libro babbano – riguardante un famoso esploratore – con i piedi sul sedile davanti a lui. Quando alzò gli occhi, non poté trovare compagnia di amici più strana.

James, irti capelli castano scuro, occhi vispi, occhiali e una figura slanciata; il suo braccio attorno all'amico Willis, spericolato ma con uno scarso senso dell'umorismo, capelli color sabbia e occhi neri, minuto e brillante al punto giusto; infine Fred, bruno, carnagione abbronzata che faceva risaltare gli occhi chiari, più imponente degli altri due.

“Non ti ho mai visto prima” James lasciò respirare l'amico e si accomodò davanti a lui “Da dove sbuchi?”

L'altro alzò le spalle “America” rispose semplicemente.

Fred alzò un sopracciglio “Cosa sei venuto a fare fin qui dall'America?”

“Un Auror in viaggio mi ha trovato mentre ero in gita con il mio orfanotrofio” riprese a leggere il libro, come se la faccenda non lo sfiorasse minimamente “Mi ha visto fare un incantesimo e mi ha spiegato tutto su Hogwarts. In America non esistono ancora scuole per maghi, così se ne andava in giro a trovare nuovi studenti. È un nuovo progetto oltre oceano”

“Sempre vissuto fra i babbani, eh?” James fece l'occhiolino a Fred che sghignazzo; Willis preferì tenersi in disparte. “Ti fa se ti faccio vedere qualcosina?” Sorrise innocentemente.

Fece per tirare fuori la bacchetta, ma l'americano fu più veloce di lui. “Expelliarmus!” gridò. Essere disarmato da un nuovo arrivato fece infuriare James.

“HEI!” cercò di gettarglisi a dosso, ma Fred lo bloccò in tempo.

“Solo perché sono cresciuto fra i babbani non vuol dire che non abbia talento” sogghignò.

“Come sai fare quegli incantesimi?” Willis si fece avanti.

“Talento naturale” alzò le spalle, con finta modestia.

James prese a ridere follemente e si liberò dalla stretta dell'amico. I presenti lo fissavano stupiti, persino l'americano sconosciuto. Il ragazzo tese la mano.

“Piacere, signor Talento Naturale, James Potter”.


*


Una volta scesi dal treno James trovò il tempo di tornare a tormentare il fratellino.

“Ehi, Al, pronto per essere schiantato? Volevo dire smistato” e rise, arruffando i capelli del bambino.

Albus, mise il broncio, ma fu subito distratto dal nuovo ragazzo che era entrato nel gruppetto del fratello maggiore: era slanciato e sottile, aveva una figura parecchio enigmatica. I capelli fini e neri, gli occhi blu.

Lui e il fratello se ne andarono discutendo “Chi era quello?” la cugina aveva preceduto la domanda di Al.

“Un orfano americano” rispose Fred distrattamente “Oggi farà lo smistamento con voi, però frequenterà il nostro anno, l'età è quella”

“Che...”

CHE COSA?!” Rose zittì il bambino nuovamente “Come può saltare il primo anno?”

“È in gamba” si limitò a rispondere Willis. Ad Albus piaceva Willis; era coraggioso ed intrepido, ma peccava della fastidiosa prepotenza che apparteneva a James. “Conosce un sacco di incantesimi, così ha potuto saltare un anno”

“Beh” aveva sbuffato gelosa la rossa Weasley “anche io conosco un sacco di incantesimi, ma non salterò il primo anno per questo” Albus e Fred si lanciarono uno sguardo d'intesa.

Oh, Rosie.

Poi i due gruppi si separarono: quelli del primo anno si diressero verso il lago, pronti per arrivare alla scuola come di consueto succedeva. L'attraversata sulle barche fu piuttosto traumatica per Albus, che soffriva di mal di mare; Rose si era trattenuta dal non ridere, ma la scena era stata veramente comica. In barca con loro c'era anche un altro ragazzo che avevano conosciuto in treno: si chiamava Cecil Yeves ed era il figlio di due importanti membri del Ministero. Esattamente come Al, soffriva di mal di mare, e i due si fecero forza a vicenda, più che altro lamentandosi l'uno con l'altro.

“Perché quelli del primo anno devono per forza arrivare con le barche?”

“Perché diavolo questo lago è così agitato?”

“Perché diavolo questo lago è così grande, piuttosto!”

“Si dice che sia la dimora di una piovra gigante” Rose si divertì a canzonarli, girandosi per non far notare il mezzo sorriso sul suo volto.

“Una che cosa?!” mormorarono loro all'unisono; la voce sembrava essergli magicamente scomparsa. Lei non riuscì più a trattenersi e scoppiò a ridere.

Il resto del viaggio si susseguì allo stesso modo e per poco Cecil non trascinò Albus nel lago. Al loro arrivo un vecchio mago dall'aspetto addormentato li condusse fino alla porta della sala grande.

“Ma papà ha detto che era la McGranitt ad accogliere i nuovi alunni” chiese Al, dubbioso.

“Forse da quando è diventata preside non si occupa più di queste faccende poco rilevanti” rispose la bambina alzando le spalle. Poco rilevanti un accidente! Aveva pensato Albus. Si stava ammazzando dal nervosismo, e non la smetteva di pensare a tutte quelle cose terribili su Hogwarts di cui gli aveva parlato James. Il vecchio mago si soffermò a lungo su l'importanza di quel momento e nell'elencare le numerose, e molte volte ignorate, regole della scuola. Sembrava avercela con tutti gli studenti; Rose gli sussurrò in un orecchio che quello doveva essere Argus Gazza, il custode. Ad Albus non piacque nemmeno un po'.

L'entrata nella sala grande fu memorabile. I bambini erano tutti i in fila per due e passavano attraverso la sala con gli sguardi di tutti puntati addosso; ma gli occhi delle nuove reclute erano troppo occupati a scrutare il soffitto. Era un cielo stellato quasi più reale di uno vero e i mille puntini luminosi ipnotizzarono la metà di quei bambini colmi di emozioni contrastanti: erano felici di essere lì, ma molti di loro erano spaventati all'idea di cosa li aspettasse in quel momento.

“Il soffitto è frutto di un incantesimo; c'è scritto tutto sul libro...”

“Si, lo so Rose” Albus fissava incantato il cielo sopra la sua testa; non aveva bisogno di sentirsi dire come si era formato quello spettacolo, sua zia Hermione glielo aveva ripetuto già un milione di volte. Ma rimaneva inspiegabile al tempo stesso.

Li fecero fermare tutti davanti al tavolo degli insegnanti, davanti ad uno sgabello che vedeva posato sopra di se un oggetto parecchio bizzarro. I bambini nelle retrovie cercarono in tutti i modi di alzarsi sulle punte per poter vedere meglio, ma i privilegiati nelle prime file lasciavano molti pochi spiragli utili. Albus emise un gemito.

“Accidenti non vedo niente” mormorò.

All'improvviso i mormorii all'interno della sala cessarono e la cosa informe sullo sgabello sembrò prendere vita e cominciò a cantare una canzone, simile ad una filastrocca. Questa parlava delle quattro case e di come lui – che a quanto pare era il famoso Cappello Parlante – li avrebbe smistati in una di esse. Subito dopo la McGranitt si alzò in piedi si avvicino allo sgabello, con una lunga lista in mano “Benvenuti a tutti voi del primo anno” nessuno fiatò “Come tutti voi avrete ormai intuito questo sarà uno dei momenti fondamentali, per quanto breve, della vostra permanenza nella scuola: lo smistamento. La vostra casa sarà la vostra nuova famiglia e...” Albus aveva smesso di seguire il discorso, infondo quelle cose le sapeva già tutte. Era finalmente riuscito a dare uno sguardo al Cappello, ma la cerimonia iniziò subito dopo.

“Prima di iniziare con gli studenti del primo anno, vogliamo dare il benvenuto al nostro primo esperimento di Accoglimento di Maghi Oltre Oceano” Al si accorse che l'americano gli si era affiancato e attendeva con trepidazione il suo turno di essere smistato “Loren, Emile” il ragazzo prese ad avvicinarsi lentamente alla preside. La sua figura, notevolmente troppo alta per un ragazzino della sua età, spiccava fra quei bambini spaventati, di solo un anno più piccoli. Andò a sedersi al suo posto ed ebbe l'onore di essere il primo.

Non c'era l'ombra di agitazione nel suo volto; in verità non c'era di nessuna emozione. Il silenzio rimase immutato per alcuni secondi, poi la gracchiante voce del cappello urlo: “Grifondoro!

Dal tavolo dei grifoni, uno scroscio di applausi accolse il nuovo arrivato; molti di questi provenivano da James. Dopo che la tavolata si fu calmata, la McGranitt cominciò l'elenco alfabetico degli alunni del primo anno.

“Abfraith, Denis” fu il primo dei nuovi arrivati, e fu mandato a sedere al tavolo dei Tassorosso. Molti nomi sconosciuti ad Albus si susseguirono, fino ad arrivare al figlio di una persona che suo padre conosceva molto bene.

“Malfoy, Scorpius Hyperion” erano in molti a conoscere la famiglia dei Malfoy, per il loro ruolo nella Seconda Guerra Magica, ma questi erano riusciti a ristabilirsi un nome per il loro sangue puro. Scorpius camminava fieramente verso lo sgabello, i capelli chiarissimi, i lineamenti spigolosi, gli occhi grigi e impenetrabili. Tutti sapevano già a quale casa sarebbe appartenuto, ma il Cappello Parlante ci mise un po' a decidere. Alla fine però, il risultato fu il medesimo “Serpeverde!

Susseguirono almeno altre dieci persone prima che Albus venne chiamato, e ogni volte che pronunciava un nome sempre più vicino al suo, una fitta gli penetrava lo stomaco da parte a parte.

“Potter, Albus Severus” Ecco, si disse. Tocca a me. Cercò di arrivare alla meta sembrando disinvolto come alcuni dei precedenti bambini che aveva ammirato, ma sul più bello per poco non inciampò su un gradino. Una volta seduto si accorse che tutti lo stavano fissando: ma non come avevano guardato tutti gli altri, con curiosità e ilarità, ma affamati della popolarità che il suo nome portava. Cosa dovevo aspettarmi? Si disse. Tu porti il nome di due dei più grandi presidi di Hogwarts... unisci questo all'essere il figlio dei Potter più somigliante al padre, e ottieni un vero disastro. Prima nessuno l'aveva riconosciuto, lui non aveva la cicatrice a fargli da biglietto da visita, ma ora che tutti lo fissavano in quel modo era sicuro che tutte quelle attenzioni non gli piacevano nemmeno un po'. Chissà se anche per James era stato lo stesso.

All'improvviso si fece buio e il bambino si rese conto che gli avevano appena calato il Cappello sulla testa. Cosa doveva fare, a cosa doveva pensare?

“Non devi fare niente” gli sussurrò una voce che gli si diffuse nel cervello “lascia a me tutto il lavoro sporco” la frase doveva essere di conforto, ma servì solo ad agitarlo di più.

“Loro non lo sanno” continuò “Ma io si. Tu sei meno simile a tuo padre di quanto tutti credano”

Si, pensò velocemente il bambino tremante. Mio padre era un uomo coraggioso

Una risata roca gli devastò l'udito “Non intendevo quello. Tempo fa era un bambino spaventato forse più di te. Quello che cambia è qua dentro” sentì il cervello gelarsi per alcuni secondi. Quello che cambiava era dentro la sua mente, pensò. “Esattamente” gli diede ragione il Cappello. “Tu potrai non essere coraggioso e di mosse pronte come tuo padre, ma hai una grande voglia di imparare e di guadagnarti l'importanza del tuo nome; non vuoi sempre vivere nella sua ombra”

Si... era questo che voleva. Voleva dimostrare che aveva talento e che poteva spiccare, voleva essere un Potter che brillava di luce propria. Serpeverde, pensò rassegnato, è la casa giusta, non è vero?

Ma se finisco in Serpeverde... da lì sono usciti tutti i maghi più terribili della storia. Si morse un labbro; non si stava accorgendo dei minuti che passavano e che il resto della sala, McGranitt compresa, lo fissava senza parole.

“In effetti sarebbe la scelta migliore, ma sei libero di decidere in che casa stare. Ti svelerò un segreto: non è la casa di Hogwarts che fa il mago, ma quello che lui sente dentro”

Albus alzò la testa e tutto ciò che ricordò poi di quei momenti fu l'urlo del Cappello che lo assegnava a Serpeverde; alla faccia di tutti voi, aveva pensato.

La sala rimase in silenzio mentre il bambino si avvicinava al tavolo delle serpi, da cui scaturivano alcuni applausi fiacchi e sorpresi. Un Potter fra i Serpeverde? Che cosa stava succedendo al mondo? Avrebbe cominciato di punto in bianco a girare al contrario magari? James, Rose e tutto il resto della famiglia Weasley che era in sala rimase a bocca asciutta: era già capitato che uno di loro finisse in una casa che non fosse Grifondoro, come da tradizione: Victorie, Louis e Molly erano Corvonero; Dominique una Tassorosso. Ma mai nessuno di loro era finito fra i Serpeverde.

Nonostante lo stupore generale, lo smistamento andò avanti con 'Weasley, Rose' e 'Yeves, Cecil' assegnati a Grifondoro, e finì, lasciando spazio all'immenso banchetto.

I nuovi compagni di Albus lo guardavano con diffidenza, e questi cercava di mantenere un atteggiamento da duro, che però non faceva al caso suo. Si stava quasi pentendo della sua scelta, ma poi, una buffa bambina con la faccia da carlino, 'Zabini, Helen', lo trasportò in una discussione sul quale fosse stato il miglior giocatore all'ultima Coppa del Mondo di Quidditch e il bambino, che amava lo sport e aveva assistito in prima persona alla finale, diede il suo parere in modo talmente disinvolto che non sembrava più nemmeno lui. Dopo quella prima rottura del ghiaccio, i Serpeverde continuarono a non guardare di buon occhio il giovane Potter, ma si era aperto uno spiraglio facilmente ampliabile. Anche Albus cominciò a pensare che forse quei Serpeverde non erano diversi da tanti altri ragazzi nella scuola; e se qualcuno fosse stato interessato alla magia oscura, lui non sarebbe stato uno di loro.

Alla fine del banchetto, i bambini del primo anno vennero assegnati ai loro prefetti, incaricati di portarli alle sale comuni, ma James, grazie alla sua sveltezza e astuzia, riuscì a rintracciare il fratello minore con facilità prima che questi si buttasse nella mischia. Gli diede uno spintone che lo fece rimbalzare contro il muro “Serpeverde! Come diavolo hai potuto finire fra i Serpeverde! Sei il disonore della famiglia! Cosa hai da dire a tua discolpa?!”

L'altro alzò le spalle. Stava imparando a non sentirsi in fallo per la decisione che aveva preso “Che la casa ha acquistato un ottimo membro questa sera” ripeté le parole di una sua vecchia conoscenza, e queste gli diedero più fiducia che mai.

“Vorresti dire due ottimi membri, Potter” Scorpius Malfoy gli passò accanto, sbattendo volutamente contro la sua spalla. Sul suo volto c'era l'ombra di un sorrisetto che Albus ricambiò.

Nessuno avrebbe mai potuto dire, conoscendo le famiglie da cui venivano, che i due bambini sarebbero diventati amici.

Eppure avvenne.


  
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