-Destruction
leads to a very rough road, but it also breeds creation
Count the days I’m
gone
Non riconobbe subito la stanza, ma benedì il cervello quando riuscì ad assemblare i frammenti degli ultimi giorni.
Era successo tutto così velocemente… lui e la band erano pianeti destinati a non collidere mai più.
Sospirò di sollievo ma per poco: pensò a Flea davanti al telefono, indeciso se chiamarlo o no (tanto lui non rispondeva mai), e si sentì in colpa.
Andò quindi a strappare il foglietto del calendario, dicendosi che la vita era soltanto un alzarsi la mattina per stracciare il passato ed illudersi che il presente potesse essere meglio.
Così faceva lui, così dovevano fare gli altri.
-Go write your message in the pavement
Non sprecherò tempo nello scusarmi per il ritardo, e passerò subito a spiegarvi questo scritto.
Se devo essere sincera, non so come mi sia uscito: nella mia mente avevo progettato un’altra cosa, e invece il risultato è stato questo… poco male, ve lo cuccate comunque :D
Allora: ci tenevo a scrivere qualcosa sulla prima “separazione” (poco consensuale, oserei dire) di John e i Peppers… più che altro mi piace analizzarla dal punto di vista di Frusciante (ormai è risaputo il debole che ho per lui) perché, a mio parere, questo avvenimento è lo spartiacque tra il primo John, un John ancora adolescente, inghiottito dallo star-system e il secondo John, quello che adesso conosciamo tutti, quello che quando apre la bocca sembra sempre venire da un altro pianeta, ma che la apre per dire stupefacenti perle di saggezza.
La forte crisi di John è una delle vicende più interessanti della storia dei RHCP, e il suo personaggio è indubbiamente uno dei più affascinanti: in questa drabble ho cercato di evidenziare il contrasto di sentimenti che ha probabilmente caratterizzato il chitarrista in quel periodo.
Da una parte il sollievo per essere uscito da un qualcosa che lo stava lentamente uccidendo (è nota la sua paranoia di quel periodo), ma dall’altra parte il rimpianto di aver in un certo senso abbandonato Flea, il suo grande amico, colui che l’aveva lanciato in quell’orbita e che aveva sempre cercato di proteggerlo.
Ecco, la metafora del calendario è un’invenzione mia: rileggendola è una gran cazzata e mi vien voglia di cancellarla, ma mi tocca lasciarla perché non ho ulteriori idee per concludere ‘sto parto di drabble LOL
Il titolo di questo componimento è tratto da un verso di If You Want Me To Stay: avevo pensata d’intitolarla “Count the days I’m gone, forget reachin’ me by phone”, che in un certo senso era perfetto come titolo, però troppo lungo.
Ecco, ho finito di stressarvi LOL
Ringrazio chiunque si prenderà la briga di leggere/commentare/vattelappesca, vi amo tutti :’D
Baci e a presto,
Dazed;
p.s. Se a qualcuno dovesse interessare, qui c’è la raccolta di drabble sui Led Zeppelin di cui vi ho parlato l’altra volta :D *fine pubblicità occulta*