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Autore: Kodamy    10/03/2007    1 recensioni
[Serie di Oneshot basate sulla LJ Community 52Flavours]
34. The imperious Life. || “31 Dicembre: è finito un altro anno, e siamo ancora rintanate sotto le coperte. Fuori c’è bel tempo anche se fa freddo, ed i fuochi d’artificio erano bellissimi! Proprio come l’anno scorso! Ino-chan mi ha regalato un nuovo nastro. Anche questo è rosso, ma è di seta. E’ luccicosissimo! Saremo amiche per sempre, vero, Ino-chan? - Certo che sì, sceeema! Non ti eccitare per così poco!” [Ino e Sakura. Missing Moment. Malinconico.]
19. Another grey day in the deep blue world.|| Perchè a volte svegliarsi il giorno dell'anniversario della morte di tutta la tua famiglia con un lancinante crampo al polpaccio, scoprire l'ennesima nuova ragnatela sul soffitto e concludere in bellezza passando l'intera giornata in balia di un singhiozzo così poco... Uchiha, darebbe a chiunque il diritto di sentirsi un po' più emo ed inclini al suicidio del solito. (s)Fortunatamente, gli amici servono anche a questo. [Team Seven.] [PostHaku, preOrochimaru] [Amicizia.]
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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1. Five shades of white

Hanabi Hyuuga non aveva mai trovato insolito odiare sua sorella.
Era una cosa del tutto naturale, che veniva da sé.
Come mangiare, come bere, come dormire, come respirare

Normale, normale.
Banalissimo incidente di percorso, come l’aria che entra nei polmoni e ti fa vivere, per sbaglio.
Fin da piccola, lo aveva potuto infatti trovare sbagliato, magari.
Ma mai insolito.
Mai.

Papà la odia.
Mamma la ignora.
Neji-niisan la detesta.
Allora… cosa c’è di male?
Se la odio anch’io, che c’è di male?


Aveva scartato quel sentimento che le bruciava dentro come normale.
Ed era passata oltre, con la convinzione che, in famiglia, fosse normale così.

Io odio te, tu odi me, insieme odiamo loro, che odiano noi e si odiano tra loro…
Era un odio senza fine, ma che ci si può fare. C’est la vie.
Normale. Tutto normale.
Tutto sotto controllo.
Prendeva la vita come le veniva offerta, senza una lamentela.
Perché avrebbe dovuto lamentarsi? Andava tutto bene.
Niente di nuovo sotto il sole.

Papà ha occhi solo per me.
Mamma ha occhi solo per me.
Il Clan ha occhi solo per me.
Guardatemi.

Quegli occhi bianchi si assomigliavano tutti, e tutti guardavano solo lei.
Occhi che, se presi da soli, non dicevano nulla. Vuoti. Bianchi.
La guardavano e basta.
Normale, normalissimo.
Banale vita quotidiana.

La innervosivano. Il peso di tutti quegli sguardi la schiacciava, ineluttabile.
Solo per lei. Quegli occhi tutti per lei.
Non capiva se avesse, un tempo, desiderato davvero quegli sguardi.
Quegli occhi che non dicevano nulla, e tuttavia si aspettavano che lei capisse.
Che lei capisse cosa tutti quegli occhi volessero da lei.

Perché guardate solo me?
C’è anche lei. C’era anche lei prima di me.
Perché lei è così debole…
Debole, debole. Normale, banale.
La odiano, la ignorano, la detestano per questo.
Se la odio, la ignoro e la detesto anch’io, che c’è di male?
Normale. Banalissima routine.
Se solo lei…

Se solo sua sorella fosse stata più forte, Hanabi Hyuuga non avrebbe quegli occhi bianchi addosso.
Incollati sulle gracili spalle da bambina, colmi di aspettative, di attenzioni e di rancore.
Pesavano. Era ancora piccola, per l’amor del cielo.
Quel cielo che, sugli Hyuuga, sembrava essere sempre grigio.
Quel cielo non aveva pietà né amore per i bambini.
Per l’amor del cielo, certo, ma quale cielo?
Ma, tutto sotto controllo, nulla di che preoccuparsi.
Naturale, naturale. Che importanza aveva?
Aveva così tanti occhi, tutti per sé.
… e si ritrovava spesso a soffermarsi su quelli di sua sorella.
Che pur essendo bianchi, avevano così tante sfumature.
Che pur essendo bianchi, erano vivi, e vivevano.
Vivevano così tante emozioni, quegli occhi capaci di piangere.
Sembravano occhi così utili.
Ma questo perché sua sorella era debole.
Solo perché era debole.
Logico, logico.

Se solo tu fossi stata più forte…
avrei potuto avere io, adesso…
degli occhi belli come i tuoi?

Ma sua sorella non era mai stata forte.
Quindi, tutta quell’invidia si limitava a far parte dell’inevitabile routine quotidiana.
Quell’invidia che lei, ingenuamente, chiamava odio.
Molto più naturale, l’odio, per un’Hyuuga.
- Se sei il migliore, non hai nessuno da invidiare. -

Normale, tutto normale.
V a t u t t o b e n e .

Va sempre tutto bene, comunque.
Tanto, odio o invidia, non importava un granché.
Entrambe bruciano.
Dentro, logorano.
Consumano.


Lei può anche tenersi quegli occhi così belli e
vivi.
Tanto io…
… io terrò per me quelli di tutti gli altri.


A/N: E mi ci scappa un: “Così t’impari” alla fine, ma mi son trattenuta. E’ stato un esperimento… curioso, ecco. All’inizio, avevo una frase in testa “avrei potuto giocare con le bambole”. Ergo: se Hinata fosse stata più forte, tizia sarebbe potuta essere bambina, almeno per un po’. Ho scritto il pezzo, impostando questo stile qui. Poi ho pensato: si, ma ora devo fare l’introduzione. Allora ho iniziato a scrivere. Gira che ti rigira, arrivo a “Se solo tu fossi stata più forte… avrei potuto avere io, adesso… degli occhi belli come i tuoi?”. E penso: e ora, *£$%- c’entrano le bambole? Assolutamente nulla. -.-“
Inutile, non ho controllo di ciò che scrivo. Mi sono data alle 52Flavours. Questa è la prima, ecco.
1. Five Shades of White. La prossima sarà: 2. The cruelest Month.

  
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