Anime & Manga > La Corda D'oro
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Autore: musa07    27/08/2012    0 recensioni
" Guardare Tsuchiura guidare è una cosa in grado di ipnotizzarlo come poche ..."
Ho scelto – non a caso ahahah^^ – tre personaggi del manga e ogni capitolo è dedicato ad ognuno di loro. Il tutto si svolge all’incirca una decina di anni dopo rispetto l’ambientazione del manga/anime e prende in esame i pensieri, le sensazioni, le emozioni dei tre protagonisti nell’ambito di uno stesso particolare momento. Enjoy.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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        Hihara
  “ Because I live”
 
Dopo aver cortesemente declinato il gentile invito di Tsuchiura e Tsukimori di riaccompagnarlo a casa in macchina, Kazuki Hihara s’incamminò verso la stazione della metropolitana quando sentì strombazzare dietro di sé e i fari del fuoristrada di Ryotaro lampeggiare in segno di saluto prima di immergersi nel tranquillo traffico cittadino notturno. Hihara sorrise a veder la manovra azzardata che aveva fatto il suo amico così come sorrise del fatto che la macchina del pianista non avrebbe potuto che essere quella, dato che Tsuchiura era comprensibilmente cresciuto ancora dai tempi del liceo diventando ancora più alto di quello che già era, quando già aveva una statura invidiabile, quindi sarebbe stato proprio comico vederlo compattato in una piccola utilitaria.
Il suo sorriso, mantenutosi gioiosamente accattivante come ai vecchi tempi, si allargò ancora di più sul suo bel viso mentre si alzava il bavero del cappotto. Nonostante fosse ancora solamente fine settembre, la sera l’aria si faceva particolarmente frizzante, cosa che lo costrinse anche ad infilare le mani in tasca. Gli piacevano queste reunion con quelli che erano stati i suoi compagni di ventura del concorso musicale durante il suo ultimo anno del liceo. Inutile dire che di solito era lui che si faceva promotore nell’organizzare queste serate, quando magari qualcuno di loro aveva qualche concerto e alla fine la serata si concludeva nel solito locale aperto fino a notte fonda giusto dietro al Teatro, a chiacchierare e tirar tardi, sapendo che la mattina dopo si sarebbero sparati un colpo quando la sveglia avrebbe suonato, ma la voglia di stare insieme, di ricordare i tempi andati ma anche di continuare a condividere i sogni futuri, era sempre più forte dell’implacabile avanzare delle lancette dell’orologio. TIC TAC TIC TAC … il tempo scorreva, veloce …
Era felice che ognuno di loro - chi più chi meno - avesse potuto continuare a suonare. Lui per esempio aveva formato con alcuni compagni di Università una Jazz Band. Non avrebbe potuto essere altrimenti! La musica coinvolgente, la carica, la forza, l’energia che faceva scaturire dalla sua tromba si sposava perfettamente con la musica Jazz. Ogni tanto capitava che chiedesse proprio a Tsuchiura di accompagnarli durante le prove o durante qualche esibizione. Aveva sempre considerato Ryotaro il più versatile di tutti con sua la musica ed essere accompagnato da lui era un grande onore nonché un grande piacere proprio in memoria dell’amicizia che li legava da tanti anni.
Nel tragitto che lo stava portando verso la metropolitana, incrociò parecchi musicisti di sua conoscenza che lo fermarono a fare due chiacchiere. Era sempre ben voluto il nostro Senpai, la gente lo cercava, lo voleva perché la sua frizzante allegria era contagiosa. Mai una cattiva parola usciva dalla sua bocca, mai un cattivo gesto ma sempre una parola gentile per tutti, sempre qualche carineria delle sue fatta senza neppure rendersi conto del bene che faceva allo spirito altrui.
Se mai qualcosa pesasse nell’animo di Kazuki o qualche compito fosse troppo gravoso e spiacevole, non lo dava mai a vedere ma affrontava sempre tutto con il sorriso rendendo anche il lavoro degli altri meno stancante.
Dopo aver salutato alcuni compagni di corso della Scuola di Specializzazione dell’Accademia Musicale scesi qualche fermata prima della sua, Hihara appoggiò la testa sul finestrino trovandosi a fissare il suo profilo riflesso sul vetro e gli ritornarono alla mente le parole di una vecchia canzone in voga quando andava alle superiori e iniziò a canticchiarla a fior di labbra …
 
“ It's all right I survived I'm alive again” *
 
Eh sì: era sopravvissuto e sarebbe sopravvissuto ancora ed era tutto ok. Oh sì che era tutto ok! Kazuki non avrebbe mai permesso a nessuno di dire il contrario. Andava tutto alla grande! Lui aveva avuto la capacità, grazie al suo carattere, di salire su un treno che era partito mentre altri erano rimasti lì a sognare e crogiolarsi in questi sogni aspettando che qualcuno arrivasse a realizzarli. Felice di questa consapevolezza, si sentì carico di energie e vitalità, decise quindi di scendere una fermata prima e raggiungere a piedi l’appartamento che condivideva con il suo adorato fratellone.
 
 
(Notuccia sclerata dell’autrice^^: I due fratelli Hihara mi intrippano troppo comunque, presto o tardi dovrò scrivere una fic su loro due.)
 
 
*J.McCartney  “Because you live”

   
 
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