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Autore: shadowsdimples_    29/08/2012    1 recensioni
Ciaaao. Bene, andiamo al dunque: questa è la mia prima FF sui Sevenfold, vi chiedo di essere clementi se trovate qualche errore o altro. :)
"Per un attimo, e giuro un attimo solo, incrociai lo sguardo di Matthew Sanders, che mi fissava di rimando."
Fan fiction romantica su un amore impossibile.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Matthew Shadows, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Capitolo sedici.


Victoria~

Osservavo la pira con dentro i corpi di Thor e Zoe bruciare davanti a me. Non volevo sapere cosa ne avessero fatto del corpo di mio fratello ma speravo soltanto che fosse stato trattato bene. Matt si avvicinò a me. 
«Mi dispiace...» Deglutii, cercando di recuperare un po' della mia voce. 
«Già.» 
«Victoria...» Lo guardai, per quanto mi risultasse difficile. «È colpa mia.» Ah, bene, ora cominciavamo con i sensi di colpa. 
«Smettila. Non è colpa di nessuno. Non potevi sapere che fosse lui il vampiro che voleva uccidermi..» Mi asciugai la guancia e mi allontanai da lui. 
«No.» Mi fermai e lo guardai.
«Cosa?» 
«So che in parte è colpa mia. So che adesso non mi guarderai più con gli stessi occhi di prima. So anche che d’ora in poi non potrai mai pensare a me senza ricordarti di tuo fratello che si è fatto ammazzare per salvare me. Non dire che non ne ho nessuna colpa, perché so che non è vero. E mi dispiace immensamente per questo. Mi dispiace di essere stato talmente egoista da venire qui a riprendere la mia ragazza per poi far ammazzare suo fratello. Io lo so.» Rimasi a fissarlo per un minuto buono come una cretina, poi lo vidi avvicinarsi e asciugarmi le guance. Crollai letteralmente tra le sue braccia, le gambe cedettero e persi i sensi. 


Samantha~ 

Dire che ero scioccata sarebbe stato un eufemismo. La pira di Damien si era spenta da una mezz'ora ma io ero ancora là davanti come una cretina. Dopo un po', sentii qualcuno avvicinarsi. 
«Matt sta tornando a casa.» Era Elizabeth, che non osava guardare il cumulo di cenere a terra. 
«Oh...» Fu tutto quello che riuscii a dire. 
«Quando rivedrai Brian?» 
«Presto.» Mi scollai a fatica da quel posto e tornai in casa. «Dov'è Victoria?» 
«Matt l'ha portata con se, gli è svenuta tra le braccia.» 
«Domani vado a prenderla.» Presi le chiavi della macchina e mi diressi verso casa di Brian. Parcheggiai di fronte al vialetto ed entrai dalla finestra. Dormiva senza lenzuola, il salame, tutte accartocciate ai piedi, e senza maglietta, lasciando scoperta la schiena con il tatuaggio ‘Haner’. Mi sedetti vicino alla finestra e aspettai in silenzio, nella stanza si sentiva solo il battito del suo cuore. Non avevo mai tollerato più di tanto Damien, lo consideravo solo un amico, anzi, a volte mi andava sulle palle in un modo non indifferente. Però, ora che era morto, mi dispiaceva. Soprattutto per Victoria, che doveva avere l'anima e il cuore a pezzi per aver perso il fratello. Rimasi a rimuginare fino alle quattro del mattino, quando il sole iniziava a schiarire il cielo e Brian si agitava nel letto. Alzò la testa e sobbalzò nel vedermi. 
«Cristo, Sam...» Sospirò e crollò sul cuscino. Sorrisi piano e mi avvicinai al letto, sedendomi accanto a lui, che iniziò ad accarezzarmi la schiena. 
«Sei tornata presto...» Disse con la voce ancora impastata di sonno. 
«È morto il fratello di Victoria.» La sua mano si fermò e sbarrò gli occhi.
«Cazzo...» 
«Per salvare Matt.» Decisi di limitarmi a dirgli quello, non volevo traumatizzarlo o roba del genere. 
«Cazzo, è orribile... Come sta lei?» 
«È distrutta. Ora è a casa di Matt.» 
«Come... Ci si comporta in queste situazioni?» Alzai le spalle. 
«Come sempre. Si fanno le condoglianze e tanti saluti.» 
«Mi dispiace tanto. Adesso che farà?» 
«Nulla, il vampiro che voleva ucciderla è morto, quindi teoricamente è tutto risolto.» 
«Meglio.» Mi sdraiai vicino a lui. «Mi sei mancata.» Disse baciandomi i capelli. 
«Anche tu.» Dissi a bassa voce. Lo sentivo stranamente teso. 
«Brian, va tutto bene?» Lo vidi aggrottare le sopracciglia nella semi-oscurità. 
«Sì, perché?» 
«Ti sento... Teso.» Lui si agitò irrequieto. 
«Veramente c'era una cosa che volevo chiederti...» Risi senza allegria. 
«Beh, chiedimela.» Rimase in silenzio per un po', facendomi anche pensare che magari si era addormentato. 
«Voglio vivere con te...» Sorrisi finché non terminò la sua frase. «... per sempre.» Lì per lì non capii bene, poi collegai tutto e sclerai più di prima.
«No, no, no, no. No, Brian, non posso.» 
«Perché no?» Si alzò dal letto e mi corse appresso.
«Non voglio farti fare questa vita.» Dissi indicandomi. «Dover vivere di notte, mangiare animali, sforzarsi di non uccidere gli umani che ti circondano...» Mi fermò, mi prese le mani fra le sue e mi guardò negli occhi. 
«Lo voglio solo per te. Dio Sam, non immagini minimamente quanto io ti ami, non ho mai amato nessuno come te, nemmeno Michelle! Ti prego, fallo per me... Se mi ami, fallo.» Era un ricatto. Bastardo e stronzo. 
Diedi voce ai miei pensieri. «È un ricatto.» 
«Esatto.» 
«Stronzo...» Mormorai a denti stretti. Mi avvicinai alla finestra. 
«Prometti che ci penserai!» Mi urlò prima che uscissi. Lo mandai al diavolo, maledicendo la mia bonarietà. 

Victoria~ 
Non ricordo minimamente come ci sono finita sul divano di casa di Matt, con lui che dormiva tutto accartocciato su una poltrona davanti a me. Sopra di me c'era una coperta, mentre lui aveva le mani nelle tasche della felpa dei Bullet for my Valentine. Mi alzai sui gomiti, ma una botta di emicrania mi arpionò al cuscino, facendomi gemere. Matt si mosse e si svegliò. 
«Ehi...» Sorrise piano e si sedette sul bordo del divano, accanto a me.
«Non volevo svegliarti...» 
«Tranquilla, mi ero solo appisolato... Tutto bene?» Chiese vedendo che mi massaggiavo la fronte. 
«Dovrei piangere di meno. Ho un mal di testa che potrebbe uccidere.»
«Un moment può aiutarti?» 
«Dubito, ma proviamo...» 
«Aspetta...» Si alzò e lo sentii trafficare nel bagno vicino. Tornò poco dopo con un bicchiere e una pastiglia in mano. Mandai giù e mi sdraiai nuovamente. Tornammo alle posizioni di prima. Mi strinse la mano. C'era un silenzio molto pesante. 
«Come sta Valary?» Dai Victoria, come ti va?! 
«L'ultima volta che l'ho sentita ha detto di non volermi vedere più... Curioso vero?» 
«Mica tanto...» 
«Beh, è stato quando le ho detto di volere il divorzio... Più o meno tre giorni fa.» Mi spostai verso lo schienale del divano in modo da far sdraiare Matt vicino a me. Lo abbracciai forte. 
«Stai bene?» Chiesi piano. Lo sentii ridere, probabilmente senza ironia. 
«Era quello che volevo... In un certo senso. Essermi sposato con quella che credevo fosse la donna della mia vita non ha aiutato, però si commettono errori. E vanno accettati.» 
«Amore, mi stai diventando Dalai Lama La Vendetta?» Rise, stavolta con più allegria. 
«Ma dai... Non è nel mio stile.» Disse giocando con una ciocca dei miei capelli. Ridacchiammo e il silenzio tornò imperterrito. 
«Mi sei mancata...» 
«Anche tu... Vorrei non averti trascinato in questa situazione...» 
«Già...»
«Forse avremmo potuto vivere felici...» 
«Magari...» 
«E forse Damien sarebbe ancora vivo...» Sussurrai quasi impercettibilmente. Ma, purtroppo, Matt sentì. 
«Victoria...» 
Lo bloccai alzando la voce. «No. Non dirlo... No.» La mia voce perdeva vigore man mano che pronunciavo ogni lettera. Mi abbracciò ancora più stretto e, se prima ero io a proteggerlo, adesso era lui a proteggere me.

***

Non uccidetemi (di nuovo) c.c
Spero che non faccia troppo schifo, o che sia troppo corto, ma credo che questa storia sia quasi giunta al termine.
Altri 2/3 capitoli e poi... The end *piange disperata*
Ok, alla prossima c:
Ilaria
   
 
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