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Autore: Fairyceltica    29/08/2012    1 recensioni
Ciao a tutti! Questa mia fanfiction è basata sul film horror Jeepers Creepers! Amo questo film! Se vorreste recensire, mi piacerebbe leggere i vostri pareri! Buona lettura!
Genere: Drammatico, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Non so come fu possibile... ma riuscii ad aprire gli occhi.
La prima cosa che vidi fu il cielo azzurro privo di nuvole.
Il sole mi accecò e portai istintivamente una mano sopra gli occhi.
Ero sdraiata nel giardino di casa mia!
Non mi trovavo più in quel rifugio mostruoso in compagnia di quel mostro.
Com'era possibile?
E perchè respiravo, non mi aveva uccisa?
Portai la mano al petto.
Non avevo nessuna ferita.
Sollievo e felicità mi accarezzarono il cuore, e capii che quella notte spaventosa non si era trattato altro che di un incubo.
Un incubo che tuttavia mi era sembrato reale.
Mi rimisi in piedi e guardai la mia casa.
La porta era aperta.
Con il cuore che mi esplodeva di felicità, corsi in casa.
Andai in cucina ma non trovai nessuno.
Desiderai di abbracciare i miei genitori.
Non mi importava più della litigata della scorsa notte, volevo solo abbracciarli e lasciarmi alle spalle quell'incubo spaventoso.
Mi diressi nella sala degli ospiti... e il mio sorriso si spense come la fiammella di una candela.
Un poliziotto stava parlando a mio padre, il quale aveva un'espressione distrutta.
Mia madre era seduta sul divano e stava piangendo silenziosamente.
- Signor Brighton- disse il poliziotto - Faremo tutto il possibile per trovare vostra figlia-
Rimasi scioccata.
- Mamma, papà sono qui! Sono tornata!- gridai.
Non mi sentirono, anzi, sembrava proprio che non mi vedessero.
Mi avvicinai a mio padre.
Sentii le lacrime agli occhi.
- Papà sono io! Sono davanti a te!- urlai.
Posai la mano sulla sua spalla... e la oltrepassai.
Mio padre non si accorse di niente.
Ritrassi la mano, sconvolta.
Fu allora che capii.
Gli eventi della sera precedente erano successi davvero.
Ero un fantasma.
Mi sentii precipitare in un abisso oscuro e senza ritorno.
Le mie labbra tremavano mentre mi lasciai cadere sul divano.
Quando il poliziotto se ne andò, mio padre si avvicinò alla finestra.
E lacrime di tristezza comiciarono a rigargli il volto.
Fu la prima volta che lo vidi piangere.
- E' solo colpa mia se è scappata di casa. N- non avrei dovuto dirle...- singhiozzò.
Mia madre lo abbracciò.
- Noi volevamo solo il meglio per lei. Sono certa che tornerà... sento che tornerà- lo consolò.
Quella frase fu l'ultima goccia.
Mi sentii come se dovessi esplodere.
Se solo avessero saputo che ero lì con loro...
Ma la cosa che mi fece più male era che loro non sapevano che non sarei mai più tornata.
Perchè il mio corpo si trovava in una orribile grotta nel lontano nord della Scozia.
Sicuramente appeso a una parete, assieme ad altri cadaveri...
Corsi via da casa mia, singhiozzando.
La disperazione prese piano piano il soppravvento su di me.
Che cosa avrei fatto adesso?
Attraversai la strada quando una carrozza mi oltrepassò.
Quando raggiunsi il parco, mi accasciai su una panchina e scoppiai in un pianto disperato.
Che cosa sarebbe successo poi?
Ero destinata a rimanere in quelle condizioni per sempre?
Mi sentii sola più di quanto non provai in vita.
Quando a un tratto... da dietro una mano si posò sulla mia spalla.
Quel gesto gentile mi fece sobbalzare e mi voltai.
Un ragazzo mi stava osservando.
Aveva i capelli color rame e il suo viso era pieno di lentiggini.
Lo avevo già visto... da qualche parte.
Cercai di dire qualcosa ma le parole mi morirono in gola.
Deglutii e riuscii a dire con voce tremolante - Riesci a vedermi?-
Lo sconosciuto fece di sì con la testa.
- Sono anch'io un fantasma, come te- disse.
Mi alzai in piedi e lo guardai.
Quel volto lo avevo già visto.
All'improvviso mi ricordai dove l'avevo visto.
In un giornale che mia nonna aveva conservato.
Un giornale che risaleva a circa 23 anni addietro.
- Tu sei John Malcolm?- chiesi incredula.
- Sì, sono io-
Ci guardammo per un lunghi minuti.
- E' stato.. lui, vero? Ad averti ucciso?-
- Si-
rispose John.
- Dove siamo? Che cosa sta succedendo? Perchè siamo qui se siamo morti?- domandai.
Quando dissi la parola morti sentii un tuffo al cuore.
Ma era la verità.
Io e lui eravamo morti.
John sospirò, e i suoi occhi si velarono di una leggera malinconia.
- Coloro che vengono uccisi dal Creeper finiscono in questa sottospecie di limbo- spiegò John.
- Il che?-
- Il Crepeer è un mostro che ogni 23 anni si risveglia dal suo sonno e per 23 giorni si nutre di...- non completò la frase.
Non ce n'era bisogno.
Sospirò di nuovo.
- Come ti chiami?-
- Rebecca-
- Piacere di conoscerti-
Mi prese la mano e mi alzaii.
Ero ancora triste, però mi sentii tranquillizzata al pensiero che ora non ero più sola.
Uscimmo dal parco e poi John mi riprese la mano.
In quel momento il paesaggio davanti a noi cominciò a dissolversi come il fumo.
Sgranai gli occhi.
- Come hai fatto? Sei una specie di mago?- chiesi, stupita.
John scoppiò a ridere.
- Siamo fantasmi, è così che ci spostiamo, se lo vogliamo- disse.
Subito dopo ci trovammo davanti a una scogliera.
Mi guardai intorno.
Quel luogo non lo avevo mai visto in vita mia.
- Dove siamo?- domandai, incantata dalla bellezza di quel posto.
- Siamo alle scogliere di Moher, in Irlanda- rispose John.
Osservammo le onde infrangersi sugli scogli.
Istintivamente ripensai alla spiaggia dove il Creeper mi aveva portata.
Rabbrividii.
- Nessuno ha mai provato a uccidere il Creeper?- domandai con un filo di voce.
John rabbuiò.
- Coloro che ci hanno provato... non hanno fatto una bella fine- disse.
- Vuoi dire che... è immortale?-
- Sì... ma questo non significa che non può essere ucciso-
Guardai John.
Era sicuro di quello che stava dicendo.
Sperai che avesse ragione.
Perchè il Creeper era ancora là fuori.
O meglio, nel mondo dei viventi.
  
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