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Autore: 9Pepe4    30/08/2012    5 recensioni
In un eccesso di insofferenza nei riguardi della sorellina, Trunks compie uno sbaglio che rimpiangerà amaramente.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bra, Trunks
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 22 – Ritorno al futuro

Finalmente, il gran giorno era arrivato.
Bulma si passò una mano sulla fronte, poi diede un’occhiata soddisfatta al mezzo che le stava davanti.
«Ecco» annunciò, rivolgendo un sorriso radioso al ragazzo del futuro, «la macchina del tempo è pronta!»
Il giovane non disse nulla, limitandosi ad avanzare di qualche passo per osservare meglio il frutto del lavoro di quegli ultimi mesi.
Era un po’ diversa dalla macchina del tempo costruita da sua madre, ma solo nell’aspetto, e quel genere di dettagli non gli interessavano certo. Non in quel momento.
«Pensi vada bene?» chiese Bulma.
Il ragazzo si voltò a guardarla, e sul volto aveva un’espressione di sollievo e trepidazione. «Penso di sì» rispose, in un soffio.
Bra, che fino a quel momento era rimasta a giocare poco lontano, si avvicinò.
«Vuoi dire che vai via?» domandò, rivolta al ragazzo del futuro.
Quest’ultimo la guardò con serietà, facendo cenno di sì.
«Oh» disse Bra. «Mi dispiace, sei simpatico». Poi fece un sorriso. «Però sono contenta che puoi tornare a casa».
Il giovane la guardò. «Ti ringrazio, piccola».
E, a quelle parole, il sorriso della bambina si fece radioso.
Bulma la contemplò con aria intenerita, poi si avvicinò al ragazzo del futuro. «Allora?» indagò, sistemandogli delle pieghe invisibili della maglia. «Come stai? Ti senti pronto?»
Lui sbatté le palpebre. Si sentiva agitatissimo, a dire il vero. Nella sua dimensione, sua madre gli aveva spiegato fin troppo bene tutti i rischi che avrebbe potuto correre con una macchina del tempo imperfetta.
“Però” si disse, “questa non è imperfetta. L’abbiamo costruita con attenzione, basandoci su ciò che ricordo dei progetti che mia madre ha concluso dopo anni di lavoro… Qua, inoltre, abbiamo potuto usare degli strumenti che nel mio tempo non erano disponibili a causa dei cyborg… Andrà tutto bene”.
Quando incrociò lo sguardo di Bulma, lo fece con grande determinazione. «Sono pronto» dichiarò.
La donna, allora, gli si gettò tra le braccia. «Bra ha ragione: sono contenta anch’io che tu possa tornare a casa… Da tua madre» sottolineò.
Negli ultimi anni, aveva avuto modo di scoprire quanto fosse orribile, per una madre, non sapere dove si trovasse il proprio figlio, perciò desiderava che la sua alter ego si tranquillizzasse il prima possibile… Del resto, alla Bulma del futuro non rimaneva altro che il figlio…
«Però non ti nascondo che mi mancherai» aggiunse, stringendolo brevemente.
Il ragazzo del futuro accennò un sorriso. «Mi mancherai anche tu, mamma» replicò.
Bulma sorrise a propria volta, poi si guardò attorno. «Allora» considerò, «bisognerà chiamare Trunks e Vegeta… Sono certa che vogliono salutarti tutti e due…»
Bra alzò la testa. «Vado io a chiamare Trunks!» annunciò, dirigendosi quasi di corsa verso la porta dell’officina.
Mentre usciva, sentì sua madre pronunciare un «Va bene» un po’ basito.
La bimba trovò Trunks in giardino. Si era portata a dietro la palla di gomma con cui aveva giocato in officina… Sapeva che non faceva molto male.
Quando vide il fratello seduto sull’erba, probabilmente dopo una sessione di allenamento solitario, Bra non esitò a lanciargli contro la palla.
Proprio in quel momento, però, Trunks percepì la presenza della sorellina e si girò, e di riflesso prese la palla al volto.
La bambina divenne rossa in viso, ma poi scrollò la testolina.
Scacciando le lacrime di frustrazione e il proprio disappunto, si avvicinò al fratello.
«La macchina del tempo è p-pronta» annunciò. «Vieni a salutare Trunks?»
Trunks sbatté le palpebre. «È già pronta?» domandò, alzandosi in piedi.
Tese la palla alla sorellina. Bra esitò, lanciando un’occhiata veloce e nervosa al volto del fratello, ma poi prese il proprio giocattolo.
«Vai avanti t-t-tu» disse, rivolta a Trunks, e lui si avviò verso l’officina.
Bra aspettò che tra loro ci fosse una certa distanza, poi lo seguì trotterellando.
Quando arrivarono, videro che Vegeta li aveva già preceduti, e stava litigando con Bulma. Il punto era che avrebbe dovuto spostare all’aria aperta la macchina del tempo, ma evidentemente alla donna non andava bene il modo in cui lo stava facendo.
«Ehm, mamma, papà… Avete bisogno di una mano?» azzardò Trunks.
Bulma si girò di scatto verso di lui. «Fermo dove sei!» esclamò. «Tuo padre deve imparare a lavorare!»
«Okay…» Il giovane quasi indietreggiò, scambiando un’occhiata col suo alter ego. «Ma perché non la rimettete nella capsula, prima di…?»
«Esatto, donna!» sostenne subito Vegeta. «Perché non la rimettiamo nella capsula?»
«Perché tu non fai mai niente!»
Il Principe, però, la ignorò, e trovò il pulsante che serviva per ridurre la macchina del tempo alle dimensioni di una compressa per il mal di testa.
Così, dopo circa altri dieci minuti di battibecchi, la macchina del tempo si trovava in mezzo al prato, nella posizione ideale per la partenza.
Il ragazzo del futuro esitò, osservando quella sua famiglia di un’altra dimensione.
«Allora… Ci vediamo…» mormorò.
Bulma ero commossa. «Certo, tesoro» disse, andando ad abbracciarlo. «Mi dispiace di non averti organizzato una bella festa in occasione della tua partenza…»
«Non fa niente» replicò lui. «Non credo che sarei riuscito ad essere di buona compagnia, sarei stato troppo impaziente di partire. Salutami gli altri, però».
Bulma annuì. «Certamente».
Vegeta, da parte sua, bofonchiò un burbero «Fa’ buon viaggio», mentre la piccola Bra andò a stringersi con forza al petto del giovane.
Il ragazzo del futuro le scompigliò i capelli, poi si volse verso il suo alter ego.
Trunks gli sorrise. «Be’… è stato un piacere conoscerti» disse.
L’altro gli restituì il sorriso, seppur brevemente. «Anche per me» replicò.
«Grazie… per Bra, per gli allenamenti… Per tutto quello che hai fatto, insomma» disse Trunks.
Il ragazzo del futuro sorrise, stringendogli la mano. Poi, facendosi udire solo da Trunks, disse, in tono sereno: «Sai, a mia madre sarebbe piaciuta molto, una bambina».
E poi aggiunse, sempre a voce bassa: «Per lei è importante, riuscire a perdonarti».
Trunks lo fissò, poi mormorò un ultimo «Grazie».
Il ragazzo del futuro gli fece un cenno, poi salutò di nuovo gli altri. Dopodiché, volò sino alla carlinga della macchina del tempo, accomodandosi sul sedile.
Guardò i pulsanti che aveva davanti, cercando di non badare al cuore che gli martellava tra le costole.
“Andrà tutto bene” si disse. “Andrà tutto bene”.
E a quel punto, qualcosa scattò nella sua testa. Riconosceva i comandi, sapeva usare quella macchina alla perfezione… E ciò lo fece sentire più sicuro.
Premette alcuni tasti, inserendo le coordinate giuste.
La macchina del tempo iniziò a sollevarsi verso l’alto. Il ragazzo del futuro, attraverso il vetro, continuò a salutare la sua famiglia… Poi tutto scomparve.

Quando la macchina si posò a terra, in uno sbuffo di polvere, Trunks aveva i palmi sudati.
Guardò apprensivo fuori dal vetro e, con immenso sollievo, riconobbe la Capsule Corporation… La sua Capsule Corporation, quella in cui era cresciuto… La Capsule Corporation del suo tempo.
Con un balzo, fu fuori.
Non si fermò a mettere la macchina del tempo nella capsula, troppo ansioso di raggiungere sua madre.
Tese i sensi, individuando senza difficoltà l’aura della donna.
A quel punto, si lanciò dentro casa a rotta di collo.
La trovò, pallida e angosciata, seduta accanto al telefono, intenta a tormentare un fazzoletto tra le mani. Sentendolo entrare, Bulma si girò di scatto… E un’espressione di gioia incredula si dipinse sul suo volto, assieme ad un sollievo così intenso da apparire straziante…
«Sono qui, mamma» disse Trunks, ansimando appena per la corsa.
La donna si alzò, chiamando il suo nome con voce strozzata e correndogli incontro. L’impatto tolse per un momento il fiato al ragazzo, mentre Bulma gli si avvinghiava contro.
«Oddio, Trunks!» disse poi, scostandosi per guardarlo in faccia. «Ero così in ansia per te! Dove sei stato? Perché non mi hai fatto sapere niente? La preoccupazione mi stava uccidendo…»
Trunks le prese le mani tra le proprie, con affetto. «Lo so, mamma, mi dispiace. Credimi, ti avrei informata che stavo bene, se solo avessi potuto…»
Bulma sembrava confusa. «Se avessi potuto? Perché, cos’è successo? Stai bene?»
Nei suoi occhi, il ragazzo vide il timore per una nuova minaccia alla Terra e scrollò le spalle. «Sto bene, sto bene. È solo che… Ecco, sono finito nel passato».
Bulma lo guardò, ancora più disorientata di prima. Trunks, allora, la fece sedere e mise su l’acqua per un tè.
Mentre l’acqua si riscaldava, le raccontò tutto: di come si fosse ritrovato improvvisamente su un campo di battaglia, di come avesse visto una copia di se stesso, di come avesse aiutato il proprio alter ego contro Algid…
Ad un certo punto, si alzò e riempì di tè due tazzine, per poi tornare verso il divano e offrirne una a sua madre.
Bulma parve accorgersi a stento di quella bevanda calda. Fissava il figlio con aria a dir poco scossa.
«Sicuro» disse alla fine, «che sia la verità? Non ti sarai inventato tutto come alibi?»
«Alibi?» ripeté Trunks, del tutto preso alla sprovvista.
«Sì, alibi. Davvero hai trascorso questi mesi nel passato, e non con una bella ragazza?»
Al giovane per poco non andò di traverso il tè. «Mamma, non ti avrei mai fatto preoccupare così per una ragione simile!» protestò.
Bulma, però, si mise a ridere. Una risata piena di sollievo. «Lo so, tranquillo, stavo solo scherzando».
Lui sospirò, e lei tornò seria. «Be’, credo dovrò telefonare alla polizia e ritirare la denuncia della tua scomparsa».
«Già» mormorò il ragazzo.
Bulma rimase qualche istante in silenzio, riflettendo e osservando il figlio. «Trunks?» lo chiamò.
«Mmm?»
«Hai fatto bene ad aiutare l’altro te stesso» rispose lei. Esitò, e per un attimo i suoi occhi si fecero distanti. «Sai, mi sarebbe piaciuta molto, una bambina» confessò quindi, in tono nostalgico.
Trunks le sorrise con calore. «Lo so, mamma» rispose, lasciando che lei poggiasse il capo sulla sua spalla, «lo so».






Spazio Autrice:
E così, Mirai no Trunks è tornato a casetta sua.
Inizialmente, non pensavo di descrivere il suo incontro con la Bulma del futuro, per non distogliermi dalla trama centrale, ma poi ho preferito riportarlo così che non ci fosse il dubbio “Ma sarà arrivato sano e salvo nel suo tempo o no?”.
Spero solo che questo non abbia reso il capitolo noioso, ma senza dubbio era una questione che doveva essere risolta U.U
A martedì 4 Settembre per il prossimo capitolo! =)
  
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