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Autore: Ranpyon    14/03/2007    6 recensioni
Kisshu e Ichigo... Nemici... Amanti... Ostacolati da tutto e da tutti... Il loro amore riuscirà a vincere la dura battaglia che la vita rappresenta?
Genere: Romantico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Kisshu Ikisatashi/Ghish
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 9

Capitolo 9: Triste addio

 

“Ottimo lavoro, Kisshu!”

Si complimentò Taruto dando una pacca sulla spalla all’amico alieno.

“Non è stato niente di speciale” rispose l’altro dandogli le spalle.

“Invece ha ragione” si intromise Pai.

“Nessuno di noi era mai riuscito a ferire gravemente una MewMew...”

“...Invece tu ci sei riuscito!” continuò Taruto battendo le mani.

“Non c’è voluto niente. L’avrei uccisa se solo...” si bloccò a metà frase.

“Se solo...?” lo invitarono a continuare Taruto e Pai.

“...Devo andare” si limitò a dire Kisshu voltandosi e iniziando a camminare lentamente. In realtà stava scappando, ma non voleva darlo a vedere.

“Ehi, Kisshu!” Pai lo richiamò cercando di farlo fermare, ma lui non gli diede ascolto e si teletrasportò nell’unico luogo che lo faceva sentire veramente tranquillo.

“...Se solo non fossi ancora così maledettamente innamorato di lei...”

 

Ichigo aprì gli occhi. Aveva appena avuto un incubo.

Da quando era stata ricoverata in ospedale, la notte non riusciva più a dormire, perseguitata dal suo incubo ricorrente.

Il protagonista principale, come logico aspettarsi, era Kisshu che l’inseguiva e le sferrava colpi senza pietà. E, puntualmente, alla fine del sogno lei era a terra, con il tridente di Kisshu puntato sulla gola. Quando, però, lui stava per trafiggerla, si svegliava sempre di soprassalto. Ormai la situazione era insostenibile, soprattutto perché questi incubi ricorrenti la facevano restare di malumore per l’intera giornata.

La porta della sua stanza si aprì lentamente. Un ragazzo entrò, chiudendosi la porta alle spalle. Ichigo, lì per lì, non lo riconobbe per la vista che era ancora un po’ annebbiata.

“Ichigo...”

Riuscì però a riconoscerne la voce.

“Aoyama-Kun...”

Il ragazzo afferrò una sedia e la pose vicino al letto; vi si sedette.

“Ichigo, come stai?”

Afferrò la mano della ragazza stringendola forte.

“E’ tutto ok, Aoyama-Kun”

Rispose lei sorridendogli. Non doveva farlo preoccupare troppo, anche perché Masaya aveva un’aria già tremendamente seria.

“Cos’hai? Perché quella faccia?”

Masaya trattenne un attimo il respiro.

“Ecco...”

Era in evidente difficoltà e Ichigo cominciò a preoccuparsi ancora di più.

“Aoyama-Kun, che è successo? Mi stai nascondendo qualcosa?”

“Non sei tu?”

“Non sono io... cosa?”

“Non sei tu che mi stai nascondendo qualcosa?”

Ichigo deglutì, ma cercò lo stesso di mantenere la calma. Non era detto che stesse parlando proprio di quello...!

“Non capisco di che parli... In più sono tre giorni che non ti fai vedere, da quando sono stata ricoverata...”

“Ho dovuto riflettere... Su varie cose... Per esempio, sul fatto che ho scoperto che sei una MewMew”

“Cosa?” Ichigo sbiancò letteralmente.

“Ma che dici? Non è affatto vero!!” si mise subito sulla difensiva.

“Perdonami, ma l’ho scoperto. E da parecchio, anche”

La rossa abbassò lo sguardo andando a fissarsi le mani.

“Dalla vostra prima apparizione televisiva ho subito pensato che MewBerry potessi essere tu... E poi le varie situazioni me l’hanno confermato”

“Quali situazioni, scusa?” La ragazza rialzò la testa di scatto: aveva i lucciconi agli occhi.

Masaya sembrava stranamente tranquillo: non era per niente agitato e questo la fece agitare ancora di più.

“Quando ti ho vista nel parco vicino al ciliegio... e quando il giorno seguente ti ho vista a scuola... E ancora quando dovevamo incontrarci ma hai fatto tardi perché eri impegnata in una lotta contro gli alieni... Poi l’altro giorno, a scuola. Eri l’unica della classe che non era presente al contrappello e poi ho visto che era comparsa MewBerry... E così ho fatto due più due...”.

“Molto intelligente...” esclamò Ichigo.

“Che vorresti dire?”

“Che ora che mi hai scoperto mi lascerai, non è così?”

Chiese Ichigo voltando la testa per non far vedere che da un momento all’altro sarebbe scoppiata a piangere. Però, improvvisamente, si sentì afferrare il viso e in un secondo trovò le labbra di Masaya premute contro le sue.

Lo staccò di scatto, allontanando il viso.

“Ma che fai?”

“Ti dimostro che ti sbagli! Io non voglio lasciarti, Ichigo!”

La rossa rimase a bocca aperta.

“Ma come... pensavo che, se avessi scoperto la mia vera identità mi avresti lasciato perdere!”

“E perché dovrei?” Le sorrise dolcemente e le accarezzò il viso.

“Io ti amo e questo non cambierà mai”

Le disse in tono amorevole e tentò di baciarla di nuovo, ma questa volta Ichigo non oppose resistenza.

“Ti amo, Ichigo... Anche se sei una MewMew questo non cambierà niente tra noi...”

“Sì...” sussurrò lei abbracciandolo, contenta come non mai.

“Scusa se non sono venuto a trovarti in questi giorni”

“Oh, sei giustificato...! Non preoccuparti, tra poco mi dimetteranno... spero”

“A proposito...Cos’hai raccontato per giustificare la tua assenza il giorno dell’incidente quando la professoressa ha fatto l’appello?”

“I miei genitori sono andati a parlare con la preside e le hanno spiegato la situazione”

“Cioè?”

“Cioè che, mentre correvo per uscire con voi, sono inciampata e mi sono ferita”

“E ti hanno creduto?” Chiese Masaya con sguardo incredulo.

“Sì, non hanno detto niente. Anche perché hanno paura che possa sporgere denuncia”

Ichigo sorrise divertita all’idea e andò a fissare Masaya.

“Sei stanca...?” le chiese lui.

“Un po’... non faccio nient’altro che dormire ma ho lo stesso sempre sonno...”

“D’accordo, allora ti lascio sola, torno domani”

“Ok...” Ichigo socchiuse gli occhi aspettando un bacio di Masaya che non si fece aspettare.

“Ciao, Ichigo...” la salutò accarezzandole la guancia e uscì dalla camera dell’ospedale.

La rossa si stese di nuovo e chiuse gli occhi.

Aoyama aveva scoperto il suo segreto e l’amava ancora. Non l’aveva lasciata, come era prevedibile aspettarsi. Chiunque avrebbe reagito in malo modo, scoprendo che la propria ragazza è in grado di trasformarsi in una supereroina dotata di coda e orecchie da gatto, per di più con poteri speciali! L’aveva sempre pensato... Masaya non era normale (Sì, questo lo penso anche io... NdRanpyon), o meglio non sembrava umano: riusciva a perdonare tutti, non si arrabbiava mai... Ma come faceva?

“Io al posto suo avrei perso la testa!” esclamò la ragazza confusa.

In pochi minuti, con questi pensieri, si addormentò.

 

Passarono in fretta quattro giorni. Ichigo era stata finalmente dimessa dall’ospedale, anche se i medici avrebbero voluto tenerla ricoverata per qualche altro giorno. I genitori della ragazza, però, si erano opposti, ma sapevano che dietro a tutto questo c’era lo zampino della preside, che voleva che Ichigo si ristabilisse alla perfezione per non correre rischi.

Shintaro e Sakura, i genitori della ragazza, erano contentissimi di riaverla a casa, ma lei non voleva assolutamente restarsene chiusa in camera sua. La scuola era stata chiusa dopo l’incidente, il che significava due settimane di vacanze inaspettate.

“E’ da parecchio che non vado al Caffè” pensò Ichigo infilandosi le scarpe.

Si precipitò alla porta, urlando un “io vado al Caffè” e ricevendo in risposta un “non metterti a lavorare!!!”.

Uscì di casa e cominciò a correre verso il Caffè.

Era felicissima: le cose con Masaya si erano sistemate; inoltre Kisshu non si era più fatto vivo dopo l’incidente e lei aveva finalmente smesso di pensare a lui e al problema che lo rappresentava. Insomma, era tornata l’Ichigo di sempre... Ma non sapeva che quel momento sarebbe finito presto... molto presto...

 

Arrivò al locale tutta trafelata. Spalancò il portone ed esclamò un “Salve a tutti”, attirando l’attenzione dei clienti e delle cameriere.

“Ichigo!!” Purin e Retasu le si gettarono addosso, mentre Minto e Zakuro si sorrisero per poi avvicinarsi all’amica.

“Come stai?”

“Benissimo, grazie! E voi?”

“Anche noi... Eravamo talmente preoccupate...”

“Sì, lo so, scusatemi... Ho saputo che i miei genitori vi hanno vietato di venirmi a trovare in ospedale per paura che mi agitassi...”

“E hanno fatto bene!” esclamò una voce maschile. Ichigo si voltò di scatto e le si illuminarono gli occhi.

“Kei!!” Gli corse incontro abbracciandolo, felice. Lui rispose all’abbraccio, poi le posò una mano sulla testa.

“Vedo che stai bene...” sorrise noncurante del fatto che tutti gli sguardi erano puntati su di loro. Non per niente, infatti, sembravano due fidanzati.

“Ehi, state dando spettacolo” una seconda voce maschile, stavolta cinica, interruppe il loro discorso.

“Oh, Ryo...” fece Ichigo diventando rossa in volto e staccandosi da Kei. Si voltò verso il biondino e gli si avvicinò.

Rimasero a fissarsi. Ichigo non si aspettava di certo una frase sdolcinata o un abbraccio, ma almeno un “bentornata” se lo meritava...! Ma in fondo conosceva bene Ryo. Lui non riusciva ad esprimere i suoi sentimenti a voce, ma era lo stesso una gran brava persona.

“Sono tornata” disse lei pacata, per poi voltarsi e tornare dalle amiche.

“Bentornata” le esclamò lui sorridendo. La ragazza si bloccò di colpo e si voltò, regalandogli un sorriso di felicità.

 

“Uffa!!” la ragazza stava ripercorrendo la strada per cui era passata solo mezz’ora prima, ma stavolta con più calma.

“Mi hanno cacciata dal locale...” esclamò Ichigo dando un calcio ad una lattina che si trovava a terra. Il calcio la fece volare all’altro lato della strada, facendola cadere proprio ai piedi di un passante. Ichigo, senza guardare chi fosse, voltò lo sguardo imbarazzata. Fece finta di niente e, con disinvoltura, sgattaiolò via dirigendosi verso il parco.

“Ah... mi annoio...” esclamò sedendosi su una panchina e tirando fuori dalla tasca il cellulare.

“Cosa posso fare? Potrei chiamare Masaya e chiedergli di uscire con me...”

Digitò sul telefono il numero del proprio ragazzo, ma proprio in quel momento si sentì chiamare e riconobbe subito la voce.

“Masaya!”

Esclamò lei felice vedendolo correre verso di lei. Si alzò di scatto dalla panchina e, quando lui le fu vicino, lo abbracciò.

“Che coincidenza! Stavo per chiamarti per chiederti di uscire! Ma che ci fai qui?” Chiese la rossa staccandosi e fissandolo.

“Ero venuto a cercarti a casa, ma i tuoi mi hanno detto che eri al Caffè... così sono andato al locale ma lì mi hanno detto che eri tornata a casa... E così sono passato per il parco nella speranza di intercettarti...” rispose Aoyama con il fiatone.

“Praticamente hai girato tutta Tokyo” ridacchiò la ragazza.

“Le ragazze mi hanno letteralmente cacciata dal locale per impedirmi di lavorare e quindi di stancarmi... Allora, perché mi cercavi?” chiese poi fissando il moro.

A quel punto, il volto di Masaya si rabbuiò. Deglutì, abbassando lo sguardo.

“Che c’è?” fece Ichigo titubante avvicinandosi. Lui, però, le afferrò le spalle e la allontanò.

“Che hai...?” Chiese timorosa.

“Perdonami” mormorò lui senza alzare lo sguardo.

“Perdonarti? Perdonarti per cosa?” domandò lei cominciando a preoccuparsi seriamente.

Ci fu una piccola pausa, poi Masaya alzò di scatto la testa, andando a fissare Ichigo negli occhi.

“...Lasciamoci” disse tutto d’un fiato.

Il cuore di Ichigo perse un battito

“Stai... stai scherzando... vero?” Chiese ridendo nervosamente.

“No, perdonami. Lasciamoci” ripeté serio Aoyama, stavolta lasciando le spalle della ragazza.

“Perché? Perché dovremmo lasciarci?”

“Scusa, Ichigo...”

“Basta, Masaya!! Basta chiedere scusa!! Voglio una motivazione!!” Gridò lei scoppiando a piangere.

“Io voglio una vita normale... Con una ragazza normale... e con te non posso avere niente di tutto questo... Tu non potrai mai avere una vita normale...”

Ichigo, continuando a piangere, sgranò gli occhi.

“Questo... questo lo so, cosa credi... Ne sono consapevole... ma pensavo che l’avremmo superato insieme...”

“Infatti era mia intenzione...Ma non ce la faccio... Mi dispiace...”

La ragazza deglutì asciugandosi le lacrime.

“NON PUOI LASCIARMI, MASAYA!! IO TI AMO!!” urlò disperata. Si aggrappò a lui, tentando di fargli cambiare idea, ma lui l’allontanò di nuovo.

“Perdonami” sussurrò di nuovo e si voltò, correndo via.

Ichigo rimase lì, in mezzo al parco, a piangere. Si lasciò scivolare a terra, poggiandosi alla panchina. Portò le mani sul viso cercando di fermare lacrime e singhiozzi, ma non ci riuscì. E allora fece l’unica cosa che fosse in grado di fare in quel momento.

Continuò a piangere.

 

Fine capitolo!

Che ne pensate? Inizialmente avrei voluto che Ichigo lasciasse Masaya, ma poi mi sono detta: ma è sempre la solita solfa! Lei lascia lui e l’altro ci prova con lei... Quindi ho deciso di cambiare, una volta tanto!

Beh, non ho niente da dire, a parte ringraziarvi per i commenti!! Bye!! Al prossimo capitolo!

-Ranpyon-

  
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