Le fate dispettose parte 2
Chuck e Blair stavano
camminando da un po’. Non si erano mai lasciati la mano, e camminavano
guardandosi intorno spaventati. Chuck aveva portato con se la torcia che usava
Nate quando andava a fare le scampagnate con suo nonno, ma non poteva niente
contro i rumori sinistri del bosco.
“Bass, ho paura” disse Blair stringendo ancora di più la
mano del piccolo Bass
“Vuoi tornare indietro?” chiese Chuck, anch’esso parecchio
spaventato. Avevano deciso di seguire un
sentiero dritto, cosicché non si sarebbero persi quando sarebbero tornati
indietro.
Blair ci pensò su e poi rispose:
“No, andiamo avanti, voglio trovare le fate.”
Così i due bambini continuarono a camminare, man mano la
boscaglia si faceva sempre meno fitta,
lasciando intravedere il cielo limpido ricco di stelle, andando più avanti
anche la luna uscì dal suo nascondiglio, regalando alla situazione un’atmosfera
magica.
Ma Blair e Chuck avevano comunque paura, non si erano
scambiati molte parole, a volte perché troppo impegnati a contemplare gli
alberi secolari e i fiori accarezzati dalla rugiada, andandovi a sbirciare
dentro sicuri di trovarvi qualche fata o folletto, altre perché troppo
spaventati anche per proferire parole.
La mani dei due bambini erano ancora intrecciate quando
Blair cominciò a correre verso una meta sconosciuta per Chuck.
“Waldorf non correre così, dove stiamo andando?”
“le ho sentite Chuck, le ho sentite! Le ho sentite!”
“chi hai sentito?”
“Le fate: le ho sentite!”
I due continuavano a correre sempre più veloce, e a Chuck
servirono una manciata di secondi per metabolizzare bene il senso della frase.
“Cosa?! Blair sei sicura?!”
Per tutta risposta la bambina si fermò vicino al ruscello
che avevano raggiunto.
“Le senti?” chiese Blair
“Le fate?”
“Sì. Le senti?! Stanno ridendo!”
Blair continuava a guardarsi intorno, in cerca della fonte
del rumore che sentiva. Poi staccò la mano da quella di Chuck, il quale rimase
subito deluso, gli mancavano già le dite di Blair intrecciate alle sue. Intanto
Blair si era posizionata su una roccia, stava in piedi vicino al fiume, e Chuck
la guardava con una certa curiosità.
Poi Blair si mise a recitare una poesia che le ripeteva
sempre Dorota quando non voleva dormire.
Over hill,
over dale,
Thorough
bush, thorough brier,
Over park,
over pale,
Thorough
flood, thorough fire!
I do wander
everywhere,
Swifter
than the moon's sphere;
And I serve
the Fairy Queen,
To dew her
orbs upon the green;
The
cowslips tall her pensioners be;
In their
gold coats spots you see;
Those be
rubies, fairy favours;
In those
freckles live their savours;
I must go
seek some dewdrops here,
And hang a
pearl in every cowslip's ear.*
Dopo che ebbe finito rimase ancora un po’ li sopra ad aspettare che qualche fatina uscisse fuori, ma
questo non accadde.
Così si sedette sulla roccia rassegnata, le fate non erano
arrivate e forse non esistevano neanche,
aveva fatto tutta quella strada per nulla. Alcune lacrime le bagnarono il viso,
ma se le asciugò in fretta per non farsi vedere da Chuck, che però se ne
accorse e le si sedette accanto.
“Blair sta tranquilla vedrai che verranno”
“No, non è vero, gli ho anche recitato la loro canzone,
Dorota dice che gliel’ha scritta un signore di nome William e che solo con
questa canzone le fate ti ascoltano, ma non è vero, avevi ragione tu… non
esistono!”
E detto questo un’altra lacrima scappò al controllo di
Blair.
“No Blair, era una bugia, le fate esistono”
“ mi dispiace ma non ti credo Bass, tutto questo è stato
inutile” via un’altra lacrima.
Chuck non poteva crederci, non doveva distruggere il sogno di Blair, si alzò
e corse verso i cespugli.
Guardò dietro ogni albero e pianta finché dietro una di
queste trovò un campo di margherite selvatiche dove c’erano degli esserini
luminosi che svolazzavano in giro, subito un espressione di pura gioia gli si
dipinse sul volto e anche stupore per averle trovate…
Corse subito da Blair, e a momenti non cadeva, ma non gli
importava perché lui le aveva trovate.
“Blair le ho viste! Le ho trovate! Ci sono le fate!”
“Cosa?!” Blair si asciugò le poche lacrime che le rigavano
il viso e un ampio sorriso prese vita sul suo volto di porcellana.
“su corri forza!”
Chuck e Blair si misero a correre finché non arrivarono
davanti alla pianta:
“sei pronta?”
“io sono nata pronta Bass” disse Blair in preda all’euforia.
Quando Chuck spostò il fogliame a Blair si illuminarono gli
occhi.
“Oh mamma le fate, guarda Chuck le fate”
E dicendo questo Blair si catapultò in mezzo a quegli esserini
luminosi, correndo e saltando, ben presto anche Chuck si unì a Blair cercando
di acchiapparle, quando una si posò proprio sul nasino di Chuck Blair cominciò
ad urlare e dire che ne voleva una anche lei.
“Mi spiace Waldorf, ma la fata ha scelto me, guarda gli
piaccio”
“Non dire sciocchezze Bass su fammela prendere”
“no”
E cominciarono ad inseguirsi e a ridere, anche quando la
“fatina” scappò via.
Giocarono in quel prato per molto tempo, ma la notte era
ancora giovane, e anche se avrebbero voluto rimanere li per sempre, sapevano
che se non sarebbero tornati subito a casa si sarebbero preoccupati e li
avrebbero messi in punizioni a vita. Così si presero nuovamente per mano e il
viaggio di ritorno fu pieno di risate e racconti, quello sarebbe stato il loro
piccolo segreto non potevano dirlo a nessuno o sarebbero finiti nei guai.
Una volta arrivati a casa si intrufolarono nella porticina
per cani e andarono nella loro camera dove S e N dormivano profondamente.
Prima di mettersi a
dormire Blair si avvicinò a Chuck.
“Chuck, grazie: per tutto!” disse per poi avvicinarsi e
posare un umido bacio sulla guancia del piccolo Bass.
E in quel momento non importava se qualche anno dopo avessero scoperto che quella notte avevano solo visto le lucciole, Chuck Bass ne era sicuro: le fate esistevano, ed erano davvero dispettose, lo avevano appena fatto innamorare di Blair Waldorf.
*Fairy song di W. Shakespeare.
Angolo Autrice
ciao
a tutti, eccomi qui con il secondo ed ultimo capitolodella mia
two-shot, ringrazio chi ha recensito e chi a anche solo letto, se vi va
lasciate una recensione e ditemi cosa ve ne pare ;) alla prossima, fede
<3