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Autore: minestrina3    01/09/2012    2 recensioni
[Skrillex]Eva si sollevò di scatto: aveva detto AMICA? Si erano visti due volte e lei era già un’amica? Non aveva mai avuto veri amici da quando faceva la prostituta, temeva di non ricordarsi più le regole dell’amicizia.
Nell’amicizia non c’è sesso; nella sua vita, invece, era la cosa più importante.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Incompiuta
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 Eva capì di aver fatto un errore gravissimo a non dire niente; quello si ricordava di ogni parola uscita dalle sue labbra. È vero, quella musica non le andava particolarmente a genio, ma chi la suonava era qualcosa di tremendamente unico e geniale.
- N-no, io… tu non… cioè..- balbettò imbarazzatissima.
- Non devi sentirti in imbarazzo, puoi andare e non mi rivedrai mai più.-
- Senti, la canzone è… incredibile. Ma come fai?-
Gli occhi di Sonny si spalancarono.
- Ti piace la mia canzone?-
- E come potrebbe non piacermi? Sono io!-
Il sorriso che fece quel ragazzo in quel momento rimase nella memoria di Eva per tutta la vita. La tristezza sparì dal suo volto e lui si rianimò.
- Davvero? Oh bè, questo cambia tutto!- esclamò – Ti va di venire a bere qualcosa con me?-
Eva lo guardò spiacente.
- Devo tornare su… al lavoro… io…-
- Oh certo tu sei… tu lavori! Certo, certo…-
- Però dobbiamo tenerci in contatto… anzi, appena sono libera ti chiamo io!- Eva si era decisa ad approfondire quel rapporto, dopotutto aveva dimostrato di conoscerla meglio di chiunque altro. Sonny le aprì la portiera e la ragazza uscì.
- Ciao Sonny, a presto…-
- Che dolce suono hanno queste parole…-

***

Finalmente il suo cliente si era deciso a lasciarla andare; in fondo non lo aveva lasciato insoddisfatto, ma lei aveva trascorso l’esperienza più traumatica di tutta la sua carriera.
Non appena uscì dall’hotel prese il cellulare, cercò nella rubrica il nome “Sonny Moore” e premette il tasto verde. Squillava, ma lui non rispondeva; forse non aveva voglia di sentirla, forse in quelle due settimane su era riempito di impegni o forse gli era successo qualcosa o chissà. Ma a lei cosa importava? Non era poi così necessario che lui le rispondesse, insomma… lo chiamava così, per parlare.
Mise di nuovo il telefono nella borsa e si avviò per le strade di New York. Non aveva ricevuto nessuna richiesta di lavoro; era lontano da casa e non aveva un posto dove dormire; forse per questo aveva bisogno di Sonny, adesso doveva trovare un hotel. Ripensandoci, però, poteva usare i soldi guadagnati per tornare a casa, in Tennessee, e farsi una vacanza.
Le squillò il telefono: era B. il suo capo.
- Ehi B.-
- Eva. O meglio, figa-d’-oro.-
- Sempre carino… senti, avevo pensato di prendere due settimane di ferie…-
L’uomo all’altro capo della linea rise, producendo un fastidioso rumore metallico; poi si fece serio.
- Stai scherzando? Sai quanti soldi mi fai fare? Tutti ti vogliono! E poi, i tuoi vantaggi te li devi guadagnare, bimba.-
- Ma quali vantaggi B.? sono la tua servetta, dì la verità…-
- Eva, che borsa hai?-
La ragazza guardò la sua Birkin magenta, ottenuta dopo un’estenuante attesa di nove mesi.
- La Birkin…-
- Esatto, non è un vantaggio? Un lusso? Sai che posso rimandarti sulla strada quando voglio, vero?-
Eva si ricordò delle notti passate in squallidi motel sulla statale est di New Orleans, con uomini cattivi e senza cuore. Rabbrividì.
- D’accordo, niente vacanza…-
- Ma visto che sei la mia gallinella dalle uova d’oro e io ti voglio bene, ti do la possibilità di sceglierti il prossimo cliente.-
Eva rise, conosceva il procedimento: lui le avrebbe detto alcuni luoghi e lei avrebbe dovuto scegliere.
- Opzioni: Igor Gurnuski, Mosca. Fernado Sanchez, Ibiza. Peter Wayen, Perth.-
Mosca, troppo freddo; perth, troppo lontano; rimaneva Ibiza. A Ibiza c’era l’Amnesia, la discoteca, e quindi maggiori probabilità di incontrare Skrillex.
- Ibiza- proclamò.
 La telefonata si chiuse.

***

Raggiunse Ibiza nella notte. Il suo cliente non sarebbe venuta a prenderla, ma aveva l’indirizzo dell’hotel.
Il posto era bello, di gran classe, come tutti gli hotel in cui era stata; era sul mare e con ogni probabilità aveva una spiaggia privata.
Entrò nella hall stile impero, con le pareti dorate e cascate d’acqua ad impreziosire l’ambiente. La camera era la 65b, un bangalow sulla spiaggia: esclusivo.
Lo steward la fece entrare, augurandole un buon soggiorno. Nel bagna c’era qualcuno, Fernando Sanchez sicuramente. Si avvicinò e si appoggiò sullo stipite della porta.
- E’ arrivata la sua bambolina Mr. Sanchez…-
Dal vetro della doccia sbucò una faccia famigliare, incorniciata da fradici capelli neri.
- Eva, ancora con lo spettacolino?-





  
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