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Autore: Momoko The Butterfly    03/09/2012    3 recensioni
All’inizio, non avrebbe pensato che una semplice donna umana potesse scatenare in lui tanti affanni e cambiamenti, che gli facesse provare delle vere emozioni; le stesse che lui repelleva con tanto disgusto perché ritenute deboli e inutili.
Però, dopo averla conosciuta, qualcosa di lei lo aveva scosso. Era il suo sorriso, i suoi modi cordiali, la sua sincerità o i suoi occhi smeraldini illuminati dalla passione? Forse tutto, forse niente. Ma probabilmente Clara gli aveva solo ricordato i piaceri dell’essere umano, che lui aveva da tempo – forse volutamente – dimenticato.

La mia prima fanfiction, enjoy ♥
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Allen Walker, Nuovo personaggio, Tyki Mikk, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 9
La fine è vicina; ma una nuova storia è appena cominciata.

 
 
 
 
 
 
 
Era scesa la notte.
La luna, piena, illuminava a dovere la sconfinata foresta dentro alla quale il gruppo di Esorcisti, assieme a Tyki, stavano marciando. I rumori della folta boscaglia facevano da sfondo a quel silenzio quasi spettrale, che avvolgeva i neo alleati.
Lavi, nella sua diffidenza, non aveva staccato gli occhi dal Noah, che si sentiva osservato e infastidito. Linalee camminava al fianco di Allen, che stava in testa al gruppo con un’espressione assai determinata. L’Esorcista albino si guardò alle spalle: Tyki camminava appena dietro di lui; Lavi gli era appresso come un condor su un’animale che sta per tirare le cuoia.
Sebbene lo avesse accolto nel gruppo, il portoghese non gli aveva detto ancora perché lo aveva voluto. Era improbabile che avesse deciso di aiutarli a cercare l’Innocence per la quale si erano spinti fin dentro quel reame boscoso; non sarebbe stata una cosa da lui.
No, c’era per forza qualcosa sotto. E lui doveva scoprirla.
Ma come? Lavi lo tampinava senza alcuna tregua. Se gli avesse detto di voler parlare con lui in privato avrebbe potuto pensarla male? Il giovane Bookman era imprevedibile.
Si voltò di nuovo a guardare Tyki, cercando, nella sua espressione, anche il minimo indizio su cosa avesse in mente. Il Noah però si accorse di essere osservato e alzò gli occhi. Allen distolse lo sguardo e tornò a volgerlo di fronte a sé, un po’ in imbarazzo per essere stato scoperto.
Proprio in quel momento scorse, tra gli alberi, una fonte. Anche se lontana, gli sembrava essere abbastanza grande per berci; e anche un’ottima scusa.
- Fermiamoci un attimo – disse all’improvviso, arrestandosi – Riposiamo un attimo laggiù.
Indicò la sorgente.
Lavi si catapultò in quella direzione sollevando un’enorme scia di polvere.
- Finalmente! Sono stanco mortoooo! – gridò sollevato. E mentre finiva la frase era già arrivato a sedersi su un masso e a bagnarsi il viso con l’acqua fresca, sollevando ogni tanto qualche sospiro di piacere che alle orecchie degli altri suonava un po’ imbarazzante.
Allen prese Linalee per mano, indirizzandola verso la fonte.
- Va’ anche tu, io vi raggiungo subito.
La cinesina si voltò per qualche attimo verso Tyki. Tornò poi a guardare il compagno, con un’espressione un po’ preoccupata.
- Non temere, va tutto bene. Ora va’ – la rassicurò l’albino, con un sorriso.
- … Ok… - rispose lei allora, allontanandosi piano da lui e inoltrandosi tra gli alberi.
 
Rimasti soli, Tyki cercò un masso abbastanza grande e vi si sedette sopra. Prese fuori una sigaretta e se la accese, iniziando a fumare con noncuranza; come se non avesse minimamente capito le intenzioni di Allen.
- Tyki – lo chiamò l’Esorcista, serio.
- Uh? – biascicò il Noah voltandosi nella sua direzione, curioso.
Allen gli si avvicinò e gli chiese:
- Perché hai deciso di venire con noi?
E stavolta non si sarebbe lasciato ingannare dalle sue bugie e non gli avrebbe permesso di fuggire alle sue domande. Avrebbe ottenuto la verità.
Strano ma vero, questa arrivò senza la minima fatica:
- Voglio chiudere la faccenda con il Conte – rispose il Noah soffiando via il fumo con espressione sofferente.
Ma all’albino non bastava come risposta. Voleva l’intera versione della storia.
- C’entra qualcosa quella donna? – chiese allora, il tono di voce più comprensivo del normale.
Tyki prese la sigaretta tra le dita. Abbassò lo sguardo. E Allen capì.
C’era qualcosa tra loro, allora. A pensarci bene, Clara si era vista molto disperata quando le aveva portato il Noah in fin di vita.
A quel punto volle altre conferme.
- Il Conte l’ha rapita?
Il portoghese annuì piano.
- E tu pensi che convincendo noi ad aiutarti la salverai?
Tyki si voltò a guardarlo sorpreso. Cavolo, era proprio un libro aperto per lui! Da quando aveva cominciato a fare così pena?
- Guarda che anche una scimmia lo avrebbe capito; sei qui perché speri che noi, senza sapere niente, ti aiutiamo a trovare quella donna – disse Allen cogliendo perfettamente l’espressione stupita dell’altro. Non che avesse imparato a comprendere quando diceva o no la verità, aveva semplicemente effettuato qualche calcolo e un paio di deduzioni. E il perché era venuto fuori da solo. Tyki non doveva sorprendersi di niente perché, quando capiva di non sortire alcun effetto con i suoi manierismi, non lo nascondeva minimamente. Forse ci provava, ma la sorpresa era troppo grande per lui.
Almeno in questo l’albino poteva ancora andare a ricercare qualche piccola vittoria personale. Nemmeno l’intangibile carattere sicuro e freddo di Tyki era perfetto. Lui era riuscito a trovare una crepa e a sfruttarla.
Il Noah non disse niente. Forse non si aspettava che Allen scoprisse i suoi piani. Probabilmente ora se ne sarebbe andato perché i tre Esorcisti non avrebbero avuto intenzione di aiutarlo e…
- Va bene.
 
... Come? Aveva capito bene?
Allen Walker aveva appena deciso di aiutarlo??
L’espressione stupita che fece questa volta fu persino buffa.
- Sì. Ti aiuteremo – ribadì l’albino, deciso.
Tyki continuava a guardarlo senza capire nulla, completamente perso.
- Be’, cosa c’è che non va? – sbottò l’Esorcista dandogli le spalle imbarazzato – Ho solo detto che ti aiuteremo, punto.
Ma Allen si girò subito quando sentì il Noah ridere. E non era più una risata insana, fredda; Tyki stava ridendo di lui, ma non come faceva di solito. Stava ridendo come fossero delle persone normali, degli amici. Una sottile differenza, che però l’albino fu in grado comunque di captare. E non ne fu affatto irritato, anzi: gli venne da ridere persino a lui. Cos’era successo a quell’uomo, da renderlo così umano come mai era stato?
Dato che il Noah continuava a ridere tenendosi pure la pancia, Allen gli si avvicinò ed esclamò, sentitosi preso in giro:
- Smettila! Non ho detto nulla di divertente!
Ma il suo tono di voce non era per niente serio, mentre lo diceva.
Tyki smise lentamente di sghignazzare, con le lacrime agli occhi.
 
In quel momento ritornarono Lavi e Linalee. Videro Allen rosso come un peperone e il portoghese sull’orlo di una crisi respiratoria. Le loro facce basite parlarono da sole, ma per fortuna non si azzardarono a chiedere nulla.
L’albino andò loro incontro e disse, irritato per essere stato visto dai compagni:
- Allora, andiamo?!
Questi annuirono leggermente spaventati, avviandosi nella direzione che stavano seguendo precedentemente. Solo Lavi osò fermarsi dopo qualche passo.
- Ehm, Allen… Non sappiamo dove andare, ricordi? – disse, misurando bene le parole per evitare la collera del compagno.
- L’Innocence non si trova in questa foresta – aggiunse Linalee.
- Siete stati alle Rovine? – domandò improvvisamente Tyki.
Allen si calmò subito. Guardò il Noah dietro di lui, capendo all’istante che quello doveva essere il luogo nel quale si trovava Clara. E forse anche l’Innocence, chissà.
- Di che parli? – sbottò Lavi, rivolgendogli in un’occhiata tutto il suo disprezzo. Aveva di nuovo messo mano al martello, senza rendersene conto.
Tyki lo notò.
- Che c’è, Guercino, non ti fidi?
E dopo averlo detto, si scusò mentalmente con sé stesso per quell’aspro commento. Si era detto di lasciar perdere il suo sarcasmo eppure non ci riusciva. Era troppo eccitante farli arrabbiare, era un piacere inaudito per lui.
Lavi aveva i nervi a fior di pelle, mentre cercava di contenersi. Una cosa che sapeva fare bene, essendo un Bookman. Ma quell’uomo riusciva a mandarlo su di giri come nessun’altro.
- No, ora che mi fai ricordare! – gli ringhiò addosso.
Allen vide i due rivolgersi occhiatacce sempre peggiori, e a quel punto intervenne, mettendosi tra i due. Non voleva ritrovarsi tra le mani una rissa.
- Lavi, calmati. Forse ha ragione – disse, bloccandolo con una mano sul suo petto – Qui non c’è nulla, forse vale la pena ascoltarlo. Dopotutto, non è più assieme al Conte, pensaci.
Il Bookman si rilassò, guardando il compagno come se lo stesse pregando di non fermarlo. Poi tirò un profondo sospiro e si rivolse al Noah con più autocontrollo.
- Dove sarebbero queste Rovine? – domandò, col tono di una madre al figlio che ha appena visto qualcosa che non esiste.
Tyki si stizzì appena. Gli stava forse dando dello stupido?!
Sollevò un braccio e puntò l’indice a nord.
- La direzione è quella – affermò con aria di sufficienza.
I tre esorcisti si girarono contemporaneamente verso la via indicata, confusi.
- E poi, cosa avete da perdere? Se mi sbaglio potete tornare indietro e continuare per la vostra strada – aggiunse il Noah sollevando le spalle.
Allen si mise nuovamente in testa al gruppo.
- Va bene. Mettiamoci in marcia – pronunciò deciso, avviandosi a nord con Linalee al seguito. La cinesina non aveva detto nulla perché preferiva credere in Allen. Fintanto che lui procedeva sicuro, a lei andava più che bene.
Lavi fece segno a Tyki di camminare davanti a lui, in modo tale che gli facesse chiudere la fila.
Il Noah ubbidì. Mentre passava davanti al rosso, gli soffiò in faccia il fumo della sigaretta, compiaciuto del suo gesto. L’altro strinse i pugni per la rabbia, ma li rilassò immediatamente. Doveva sopportarlo, anche se non capiva perché.
Lui ancora non sapeva la verità su Clara, perciò poteva solo immaginare quale fosse.
 
Allen si guardò nuovamente alle spalle, verso Tyki, rivolgendogli uno sguardo di rimprovero. Se quello sconsiderato si metteva in testa di combinare guai, lui non poteva fare altro che difenderlo. Ma se esagerava nessuno l’avrebbe salvato dalla furia di lavi…
Tyki invece si sentiva in una botte di ferro. Sapeva che, se mai avesse usato qualche parola di troppo, l’albino sarebbe corso ad aiutarlo. Già se lo immaginava a sbracciarsi con i compagni cercando una scusa ai suoi acidi commenti.
“Molto divertente…”  pensò.
La notte era silenziosa, forse troppo. Nemmeno gli animali notturni fiatavano. E così tutto era avvolto in una quiete spettrale, quasi inquietante.
Inquietante per Allen, che era conscio di stare andando incontro al Conte, forse ai Noah, e agli Akuma. Chissà cosa sarebbe potuto spuntare dai cespugli che costeggiavano il sentiero che stavano percorrendo…
Ben presto però gli alberi divennero meno fitti. La tetra e buia oscurità della foresta, celata dalle fronde degli alberi, divenne puntellata di luce lunare. Il gruppo si stava dirigendo verso il suo limitare.
Se ne accorsero quando, di botto, si ritrovarono in aperta campagna. Alle loro spalle c’erano gli alberi e i roveri. Davanti a loro, un curioso spettacolo.
 
Sul terreno si ergevano dei vecchi muri, decadenti, scomposti come gli antichi menhir.
Erano anneriti, sgretolati, divorati dai rampicanti e dai muschi. I mattoni che li componevano erano grigi, ruvidi e pieni di buchi.
Delle travi li legno, bruciacchiate e marce, si trovavano qui e la a ridosso delle mura consumate dal tempo e dall’incendio.
Il tutto appariva desolato e impregnato costantemente dall’odore di morte.
Gli Esorcisti e Tyki si guardarono attorno, circospetti.
Le rovine si estendevano per molti metri, creando punti d’ombra e piccoli cunicoli nascosti, dove nemmeno la luna riusciva a illuminare l’oscurità.
Lavi estrasse il proprio martello. Il manico si allungò notevolmente, fino a toccare il terreno erboso.
- Dividiamoci – disse schietto, tirando dalla propria parte Linalee e Allen. Quest’ultimo rivolse un’occhiata d’intesa a Tyki, il quale optò per esplorare la zona dalla parte opposta a quella presa dagli Esorcisti.
S’incamminò per una strada costeggiata da una lunga parete carbonizzata.
“Che posto schifoso per morire…”
Allungò una mano verso il muro e lo trapassò; la fece scivolare in avanti mentre lui continuava a camminare. Dove finiva il polso cominciava il muro. Ritrasse la mano, mettendosela in tasca.
Gettò a terra la sigaretta e la pestò col tacco delle sue scarpe nere e lucide, quando vide qualcosa.
Una macchiolina rossa nel terreno verde grigiastro. Si chinò appena per vederla meglio, constatando che si trattava di sangue.
“E anche piuttosto recente” aggiunse, lievemente preoccupato.
Il pensiero che potesse appartenere a Clara lo rese parecchio nervoso. Se Millennio le aveva fatto qualcosa, l’avrebbe pagata cara. Non si era mai sentito così in ansia per qualcuno prima d’ora…
Ebbe solo il tempo di rialzarsi e sollevare il capo che gli giunsero alle orecchie le voci degli Esorcisti. O per meglio dire, la voce di Lavi.
- Qui non c’è niente! – lo informò il Bookman, puntandogli il martello contro – Perché ci hai portati qui?!
La croce alle estremità della sua arma era vicinissima al volto del Noah. Questo allungò un dito e la scostò con aria indifferente, guardando malignamente l’Esorcista.
- Datti una calmata, Guercino – sibilò con voce tagliente. Poi si rivolse ad Allen – E’ qui.
L’albino spalancò gli occhi e cominciò a guardarsi attorno, in posizione d’attacco.
- Cosa ‘è qui’? – ringhiò Lavi a Tyki – Allen, che succede?!
 
Ma il compagno non ebbe nemmeno il tempo per girarsi.
Qualcosa fendette l’aria e si scagliò a gran velocità nel terreno. Il gruppo riuscì appena a capire cos’era: una candela rosa; poi esplose.
Un boato assordante si sollevò tra le macerie. Gli esorcisti furono sbalzati via, atterrando violentemente sull’erba grigia dopo un volo di otto metri. Tyki stava per finire contro un muro, ma vi passò attraverso con i suoi poteri. Non poté però evitare di rotolare sul terreno mentre i mattoni dei resti dell’antica villa volavano da tutte le parti.
La polvere si sollevò abbondante nell’area in cui la candela era esplosa.
Allen provò a muovere le dita della mano, poi il braccio. Aprì gli occhi, e vide Lavi e Linalee a pochi metri da lui, stesi a terra.
Gridò preoccupato i loro nomi, quando li vide alzarsi; fu molto sollevato di vedere che erano incolumi.
Si alzò un po’ tremolante e andò loro incontro.
- Come state? – domandò, tossendo a causa della polvere.
- Stiamo bene, Allen – rispose Linalee. La sua delicata voce angelica era incrinata dalla paura – Cos’è stato?
L’albino guardo verso la nube di polvere, serioso. Aveva già una mezza idea di chi potesse essere…
 
Tyki riuscì ad alzarsi.  Aveva preso una grossa botta allo stomaco, cadendo, e i capelli che fino ad allora erano rimasti tirati dietro la testa, ora gli ricadevano scomposti sul collo e sulla fronte.
Raggiunse gli Esorcisti, addentrandosi tra la nebbia e i detriti.
- Che cos’era? – gli domandò Allen coprendosi la bocca e il naso col braccio per non respirare.
Il Noah lo guardo preoccupato, ma non riuscì a rispondere perché subito dopo udirono una risata spandersi nella nube; era goffa e grave. Era quella del Conte.
La polvere se ne andò piano piano, schiarendo il mondo davanti agli occhi del gruppo.
Su un muro particolarmente alto erano sedute tre ombre: una grossa, una alta e una bassa. E quando agli occhi di Tyki furono ben visibili… Lì cominciò ad essere davvero preoccupato.
- Oh oh, ci rincontriamo – vociò grave il Conte del Millennio – Buonasera ♥.
Road salutò con la manina, esibendo un perfetto e falso sorriso innocente. Cheryl rivolse un’occhiata tristemente felice al fratello; ma quando vide che la figlia mandava bacini per via aerea all’albino, gettò su quest’ultimo il suo sguardo più assassino.
Allen non fece troppo caso ai due Noah e si concentrò sul Conte. Questo puntò Lero contro Tyki.
- Sei ancora vivo, eh? – domandò senza nascondere una certa rabbia – E hai portato questi Esorcisti con te per farti aiutare? Che tentativo ridi-
- Chiudi il becco – lo zittì Tyki, minaccioso – Se vuoi me lascia andare lei. Dov’è?
Il primo apostolo fece la faccia più compiaciuta del mondo. Aveva fatto bene a mandare i suoi Akuma a rapire la giovane donna. Era un’ottima esca… e ora il pesce aveva abboccato al suo amo.
Fece un giro allegro su se stesso sulla punta di un solo piede, fermandosi per indicare un punto lontano da loro. Tyki si voltò immediatamente in quella direzione.
Su un muro ancora intatto, legata per le mani e tenuta sospesa a mezz’aria, c’era Clara. Aveva il volto abbassato e gli occhi chiusi, ma non sembrava ferita.
Il Noah del Piacere fu molto sollevato di vederla incolume, tant’è che a stento riuscì a trattenersi dal correre in suo aiuto e portarla via.
Allen vide la giovane svenuta, e subito gli tornarono alla mente i ricordi di quando l’aveva conosciuta. Le era sembrata una ragazza tanto dolce e sensibile, per nulla coinvolta nella loro guerra. E subito si sentì ribollire di rabbia: come aveva potuto il Conte servirsi di lei per attirare Tyki?! Che essere meschino!
 
Non fece in tempo a dire nulla che il suo occhio sinistro s’illuminò. Vi si posò sopra una lente, con un occhio rosso e inquietante al suo interno che si muoveva freneticamente da un punto all’altro. Quel cambiamento gli diede un certo fastidio ma lo avvertì di una cosa: la zona circostante era piena di Akuma.
Infatti, questi sbucarono dal nulla all’improvviso: livelli 1, 2 e 3. Erano tantissimi per soli tre esorcisti, ma non diedero loro il tempo di pensarci troppo su. Li attaccarono sparando i loro proiettili viola senza sosta e all’impazzata, tutti con la stessa espressione maligna e con lo stesso pentacolo impressi per sempre sui loro volti.
La terra parve esplodere sotto la potenza dei loro colpi uniti, ma Allen, Lavi e Linalee furono pronti a reagire e con uno scatto rapidissimo di portarono in aria, attivando nello stesso momento la loro Innocence. Per un breve momento il cielo s’illuminò di una luce chiara e pura, poi le creature malvagie iniziarono a cadere a terra, sconfitte, o a esplodere sul posto. Una colonna di fuoco serpeggiava tra di loro, ringhiando e sibilando come un mostro, e lo scintillio di un mantello bianco che rifletteva la luce della luna per un istante luccicò in mezzo alla polvere e agli Akuma che, una volta liberati dalle anime incanalate al loro interno, brillavano finendo in pezzi sul terreno.
In mezzo  tutta quella confusione il Conte e i Noah non mossero un dito, ma Tyki pensò bene di cogliere quell’occasione al volo e di correre verso Clara. La trovò ancora incosciente. Si elevò a mezz’aria e raggiunse il suo viso candido e addormentato. Lo prese tra le mani e lo sollevò allineandolo al proprio.
Carezzò delicatamente col pollice la sua guancia e poi lo lasciò andare.
Si voltò verso le corde che le costringevano le mani; le afferrò il polso e poi utilizzò i suoi poteri per farvele passare attraverso. Il corpo della giovane si sbilanciò leggermente pendendo dalla parte opposta la sua. Stava per liberarle anche l’altra mano ma Allen fu più veloce; quando il Noah alzò lo sguardo sull’altra corda, vide che l’albino ci stava già trafficando sciogliendone pian piano il nodo fatto attorno a una sporgenza di metallo che fuoriusciva dal muro. Nel momento in cui i loro sguardi s’incontrarono, ci fu l’intesa; non l’odio, né l’amicizia. Ed entrambi ne rimasero soddisfatti.
Dopo che l’Esorcista ebbe liberato l’ultima mano, Clara cadde in braccio a Tyki, che la strinse a sé dicendosi che mai più le sarebbe capitata una cosa simile. Quando poi si accorse che Allen lo guardava con uno strano sorriso canzonatore in volto, si ricompose e si allontanò con la giovane tra le braccia, allontanandosi dal luogo dello scontro.
La adagiò contro un vecchio muro basso e la prese per le spalle, scuotendola piano per svegliarla.
Clara socchiuse così i suoi grandi occhi smeraldini, luccicanti di lacrime, e socchiudendo appena la bocca mormorò:
- Tyki…
- Sono qui – rispose il Noah prendendole le mani per rassicurarla.
La giovane abbozzò un sorriso felice, illuminando lievemente il suo viso triste, rigato dal pianto e intorpidito dal sonno.
- Siete venuto a salvarmi…
Tyki ricambiò il sorriso.
- Sì… - disse solo.
Poi l’espressione della giovane si contrasse. Si era ricordata di tutto quello che le era successo nelle ultime ore, anche la promessa del portoghese di spiegarle tutto.
- Tyki… che sta succedendo, chi erano quelle persone?
Tyki non voleva più mentirle. Si rassegnò a dirle la verità, e questa volta, tutta quanta. Non avrebbe più potuto trovare scappatoie, e ciò che era accaduto sarebbe rimasto impresso nella sua memoria per sempre. Non aveva altra scelta…
- Quelle persone sono Noah, esseri umani che sono stati scelti per essere i nuovi padroni del mondo. Poi ci sono quelli che li combattono, gli Esorcisti. Allen Walker è uno di loro.
Clara spalancò gli occhi. Noah…? Esorcisti? Che voleva dire?
- E io… - mormorò Tyki, mentre la sua pelle diventava color cenere, e si scostava i capelli dalla fronte, scoprendo così le sette stigmate su di essa - … Sono uno dei cattivi.
Clara non ci credeva. Vide l’uomo che amava assumere un aspetto completamente differente, trasformarsi in qualcosa che mai aveva visto. Qualcosa di non umano. E quando le sue mani si avvicinarono alle sue, le ritrasse immediatamente. Scivolò lungo il muro, scostandosi dal Noah. Nei suoi occhi c’era la paura, e un’intera speranza andata in frantumi. Lei l’aveva amato. Lei aveva creduto in lui. E ora, quei grandi sentimenti provati nel cuore si rompevano, andavano in mille pezzi.
- Clara… - sussurrò Tyki, avvicinandosi.
La giovane indietreggiò ancora. Una lacrima le scese lungo la guancia.
- Mi… mi avete mentito… per tutto il tempo… - riuscì appena a mormorare, distrutta.
Il Noah abbassò lo sguardo.
- All’inizio sì – disse, quasi vergognandosi – Ma poi… è stato tutto diverso. Credetemi, io non ho mai volu-
Non fece in tempo a terminare la frase che qualcosa lo colpì violentemente in faccia.
Clara gli aveva tirato un sonoro schiaffo sulla guancia. La stessa sulla quale Allen l’aveva colpito tempo prima.
Si portò una mano a massaggiarsi la parte arrossata.
“Mi sa che questo me lo merito…” pensò, amareggiato.
Quando si voltò verso la giovane, vide che piangeva; di rabbia, di dolore, per essere stata presa in giro e per aver lasciato che i propri sentimenti venissero trattati come carta straccia dalle mani della persona che amava. Poi si prese in viso tra le mani e si abbandonò al pianto, disperata.
Non le importava più di trovarsi in mezzo a una battaglia, non le importava di morire; nulla per lei era più sconvolgente dello scoprire che Tyki le aveva mentito. Credeva che anche l’interesse che aveva provato per lei fosse una vile menzogna. Anzi, non credeva più a niente.
Si sentiva come se avesse sempre corso, cercando di raggiungere qualcosa; e come se all’improvviso quel qualcosa fosse sparito, dopo tutta la fatica che lei aveva fatto, lasciandola col fiatone e l’amarezza per non averlo raggiunto prima. Scoraggiandola, buttandola a terra, ora le appariva la verità. Le diceva che quel qualcosa non esisteva. Che aveva corso per nulla.
E lei… come poteva sentirsi?
 
Tyki non riusciva a capirlo con certezza. Per lui i sentimenti erano qualcosa di strano, enigmatico. Non aveva mai dovuto averci a che fare e perciò non li conosceva. Non comprendeva dunque il turbinio di emozioni che scorrevano nel corpo della giovane. Però una cosa sì, l’aveva sentita pure lui: una leggera vergogna per non averle mai detto niente, per aver cercato di ucciderla e per aver ignorato sia le proprie che le sue emozioni.
Fu così che, per un motivo persino a lui inspiegabile, l’abbracciò. La strinse a sé come fosse l’unica e l’ultima cosa preziosa che possedesse. Doveva farle capire che i suoi sforzi non erano stati inutili. Lui ora era lì, per salvare lei. Non aveva corso inutilmente, aveva raggiunto il suo qualcosa: lui.
Clara smise di piangere. Sentiva il corpo caldo del Noah avvolgerla, proteggerla; i suoi capelli mossi che le solleticavano il viso, le sue braccia che le cingevano le spalle… e la sensazione che lui l’amasse veramente.
“Allora… è come pensavo… anzi, meglio… Quel barlume di umanità e sincerità è diventato una stella luminosa”.
Ricambiò l’abbraccio, stringendosi a sua volta a lui. Sì, aveva preso una grossa cantonata. Lui non poteva essere uno dei cattivi. I cattivi non rinunciano a tutto per amore.
 
Quando i due si separarono, fu Clara a parlare per prima, con una voce inspiegabilmente delicata.
- Vi chiedo perdono, per aver dubitato di voi… La verità è che…
Ma Tyki le posò un dito sulle labbra, zittendola dolcemente.
- A dopo le spiegazioni – disse – E questa volta, aspettatemi qui.
Sorrise, carezzando la guancia della giovane. Questa arrossì, prendendo la sua mano tra le sue.
- Va bene – mormorò, cercando di sorridere fiduciosa, come faceva sempre – Io… vi aspetterò.


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♣ Angolo di Momoko 

Heylà! :D
Sono ritornata! Viva e vegeta! So che non interesserà a nessuno, ma ho fatto oggi degli esami importanti, che spero siano andati bene ç_ç
Comunque! Questo capitolo è stato una specie di sfida xD Nel senso che mi sono messa a suon di sentimenti e di amore e ci ho scritto sopra l'ultima parte (quella di Tyki e Clara). Alla fine le parole sono venute così, senza troppo sforzo :) Spero che a voi sia piaciuto^^
Tyki: We!
*Si gira* Che c'è? -.-'
Tyki: non dovevi fare quella roba del "dietro le quinte"? E muoviti, che i lettori si rompono!
Moderi i modi, Lord Mikk... (amore della mia vita <3)
Tyki: Come? è_é
Niente! ò_ò
Be', sì, ecco, come il nostro carissimo Tyki-pon mi stava ricordando, avevo promesso che avrei fatto una specie di inserto speciale sulla storia. Nulla di ché, solo che volevo parlarvi di alcune idee che, nonostante non siano mai andate in porto, mi sono piaciute molto.
L'amore tra Tyki e Clara c'è sempre stato, fin dall'inizio (la fic si basa su questo ò_ò) ma quello che non sapete è che io volevo dare una spintarella in più a questo amore. Per intenderci, avrei voluto mettere una scena (ovviamente non descritta, ma solo sottintesa) in cui loro due... be'... facevano... Be', lo sapete cosa ù_ù'' *diventa tutta rossa in faccia*.
Tyki: O.O OMG... Pervertita...
Clara: *sogna a occhi aperti*
Allen: *avrebbe voluto esserci lui*
Comunque, quella parte non è stata messa per vari motivi:
- Il cambio di rating: non sapevo se avrei dovuto metterlo arancione o meno.
- Mancanza di tempo nella storia vera e propria. Avrei dovuto fare più di dieci capitoli ma io volevo fare un numero tondo ù_ù Mi dispiace. Poi non sarebbe centrato molto con il loro amore tormentato... 

La seconda cosa che volevo dirvi è il seguito della prima. Dopo la loro... nottata di fuoco xD Tyki se ne va, lasciando Clara da sola. In teoria l'Akuma dottore non sarebbe mai venuto, né tantomeno Clara sarebbe stata rapita... Ma questo continuo non mi soddisfava per niente. Sì, era molto bella la parte della separazione nella mia testa, ma il resto della storia come si sarebbe evoluta poi? :)

Bene, io ho finito, scusate se tutte 'ste cose non vi interessano (in caso fosse così, vi prego di dirmelo perché io sono pur sempre nuova di qui^^), ma mi sebrava un'idea carina e un ottimo modo per sdebitarmi di tutte le vostre stupende recensioni :D Arigatou gozaimasu!
Nel prossimo capitolo (che sarà quello finale) se vi va, vi dirò un altro paio di cosette^^ Sempre se vorrete, eh! ò_ò

A prestoooo e grazieee,

Momoko.

   
 
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