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Autore: Mrs_Smolder    03/09/2012    12 recensioni
Dal capitolo 3:
[..] Ma cos'è questo sguardo?... Diamine, sembra quasi che stia cercando di scavarmi nell'anima.
... Ad essere estremamente sinceri, sembra più che mi stia spogliando con gli occhi, pervertito.
'Nina, riprenditi... C'è poco da spogliare, sei già in costume da bagno, ed è presente il suo migliore amico, ovvero tuo fratello.
E a proposito di Paul, l'hai sentito, no?
"Ian è uno sciupa femmine, gli piace vederle pendenti dalle sue labbra! D'altronde fa bene, le ragazze gli finiscono nel letto senza neanche il bisogno che lui schiocchi le dita!"'
Tzè, che razza di gente che c'è in giro... Buttarsi nel letto di uno sconosciuto.. Neanche se avesse meravigliosi capelli corvini che ricadono disordinatamente sulla fronte, occhi azzurri ed intensi come il mare, naso perfetto, labbra a dir poco invitanti e fisico scolp... Oh Merda.|
Romantica storia Nian, decisamente... Diversa!
#Se state leggendo questa introduzione nel 2017, vi do un consiglio: non leggete questa storia.
Non ho tempo per revisionarla, ma è piena di errori e la iniziai quando avevo quindici anni. Non è modestia la mia, ma onestà. Non la elimino dal sito perché comunque fu la prima fanfiction che pubblicai, e stranamente piacque a molte persone. Grazie dell'attenzione. ♥
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ian Somerhalder, Nina Dobrev, Paul Wesley, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2:


Paul è ancora in attesa di una risposta da parte di Ian, ed io, per evitare di scoppiare a ridere di fronte all'espressione estremamente buffa che quest'ultimo ha assunto, mi limito ad accennare un sorriso divertito.
"Oh, Som, ci sei?!".
Gli si avvicina mio fratello, sventolandogli una mano di fronte al viso, con l'intenzione di farlo risvegliare dallo stato di trance in cui pare essere caduto.
Questo sistema funziona; Ian sbatte più volte le palpebre, e sposta il suo sguardo - dapprima posato su di me - verso mio fratello.
"Tua sorella? La ricordavo decisamente... Diversa."
La sua voce è impastata, sembra quasi imbarazzato.  
Non capisco a cosa si riferisca, forse mi avrà vista in qualche foto.
"Bhè, mi sembra ovvio, l'hai conosciuta il giorno del mio diciottesimo, lei aveva solo nove anni. Comunque sia, vi ripresento: lei è Nina - mi indica con la mano -, e lui invece è Ian." Dice indicandolo, questa volta rivolgendosi a me.
Oddio, mi ha conosciuta quando avevo nove anni?! 
Ci credo che non mi abbia riconosciuta! Ero in procinto di rotolare all'epoca.
Comunque sia, Paul non sa che abbiamo viaggiato vicini, e che ci siamo già presentati. 
E purtroppo Ian ha dimenticato la sua lingua sull'aereo, perciò credo sia meglio che risponda io.
"Oh, ci siamo già presentati, avevamo i posti vicini. Le coincidenze." Sorrido sarcastica, sposatando lo sguardo su Ian, in attesa che si dia una svegliata.
Va bene la sorpresa iniziale, quella ha coinvolto anche me, ma stare interi minuti a fissarmi con sguardo vacuo mi pare eccessivo.
Neanche se avesse scoperto che la ragazza che si è portata a letto è la fidanzata dell'amico eh.
"Sì, abbiamo avuto modo di fare le presentazioni.- Oh, ma allora ce l'ha ancora la lingua - Tu piuttosto, che mi racconti Wes?". 
Sembra essere tornato normale, dà una pacca sulla schiena a mio fratello e gli rivolge un sorriso radioso.
"Non cercare di cambiare argomento, Som! Non mi avevi neppure accennato del tuo arrivo, e ci siamo sentiti pochissimi giorni fa.".
Mio fratello lo guarda truce, ma si capisce benissimo che il suo sia un rimprovero che cederà a breve.
"In realtà volevo farti una sorpresa. Non mi aspettavo che lo stesso giorno in cui sarebbe arrivato qui il tuo meraviglioso migliore amico, sarebbe arrivata anche tua sorella! - Mi guarda, ed io reggo il suo sguardo per pochi secondi, perché poi torna a puntare i suoi occhi su quelli di Paul - E non guardarmi così, amico. Non sto mica scherzando. Dove credi che soggiornerò durante queste vacanze, sotto qualche ponte?". 
Ora sono io a schiudere la bocca e sbarrare gli occhi!
Ecco,cqueste sono cose per cui vale la pena rimanere scioccati, caro Ian: scoprire che dividerai la casa con il migliore amico di tuo fratello, che ha decisamente un aspetto niente male, ma che rimane comunque IL MIGLIORE AMICO DI TUO FRATELLO!
Non posso crederci, è impossibile.
...Però potrebbe essere bello svegliarsi la mattina e fare colazione con lui - 'e con tuo fratello', mi ricorda la mia fastidiosissima coscienza -, osservare i suoi capelli scompigliati e i suoi occhi ancora assonnati...
'Ma cosa vai a pensare, Nina?! E' solo il migliore amico di tuo fratello, il migliore amico di tuo fratello, il miigliore amico di tuo fratello..'
Lo ripeto in loop nella mia testa. Migliore amico di mio fratello, okay. Afferrato il concetto. "Perché no? Non è detto che starai scomodo, potrei prestarti un cuscino.- lo prende in giro mio fratello. Io però sono ancora sconcertata dalla notizia per ridere della sua battuta. - ... Su, andiamo a ritirare le vostre valigie.". 
Mi dirigo insieme a loro verso la stiva, rimanendo in religioso silenzio.
"Qualcosa non va, Nina?".
Mi giro in direzione della voce di Ian, che ha sussurrato questa frase vicino al mio orecchio, non immaginando però di trovarmi il suo viso ad una spanna dal mio.
Quando si è avvicinato così tanto?
Il suo sguardo è profondo ed intenso, e riesco ad individuare qualche traccia di malizia navigare in quei pozzi di oceano.
Il suo sorriso, invece, è sfacciatamente malizioso.
Vorrei rispondergli, dirgli che va tutto benissimo, e che può anche far sparire quel ghigno derisorio dal suo volto, ma la voce di mio fratello mi anticipa.
"Nina, queste sono tue, vero?".
Sposto immediatamente il mio sguardo su di lui, che mi indica due valigie rosse ed un trolley rosa.
Annuisco, e vedo Ian dirigersi verso Paul.
"Voi cominciate ad andare, io trovo la mia valigia e vi raggiungo." Si rivolge a lui, lanciandomi un'ultima occhiata intrisa di malizia.
"Va bene. Matt mi ha prestato la sua auto per venire qui, la ricordi, o avverti già qualche problema di memoria, Som?"
Gli risponde Paul, caricandosi le mie due valigie, e lasciandomi solo il trolley.
"Non sono un vecchio rimbambito, Wes. Una Nissan bluebird... Noiosamente grigia."
Paul annuisce, ed Ian sorride soddisfatto.
Io e Paul ci dirigiamo verso l'auto, e dopo aver caricato le valigie e il trolley nel cofano, prendo posizione nei sedili posteriori.
"Non c'è spazio per la mia valigia, la signorina ha occupato tutto lo spazio, a quanto vedo."
Mi giunge sarcastica la voce di Ian. 
"C'è spazio nel sedile posteriore, non ti lamentare." Mi difende Paul. 
Ian apre lo sportello e mette la valigia affianco a me, con la coda dell'occhio lo vedo cercare il mio sguardo, ma io prontamente mi concentro su ciò che vedo al di fuori dai finestrini, evitandolo volutamente.
Richiude lo sportello e si siede di fianco a mio fratello.
"Tecnicamente mio fratello era venuto a prendere solo la sottoscritta, comunque. La prossima volta che vuoi fare una sorpresa, pensaci due volte." Non manco comunque di rispondere alla sua frecciatina.
"Lo terrò a mente." "Bhè, com'è andato il viaggio, ragazzi? - Paul mi osserva attraverso lo specchietto retrovisore, ed io gli lancio un fugace sorriso - L'atterraggio è andato bene, Nina?"
Mi sento arrossire al pensiero della mia mano intrecciata a quella del mio futuro coinquilino, e la risatina beffarda di quest'ultimo non può che infastidirmi. Uno sbruffone, ecco cos'è. Non ho neanche voglia di rispondere, sento solo il bisogno di una doccia, seguita da un riposino.
"E' andato tutto bene, Paul. Perdonami se non ti darò retta, ma sono molto stanca.".
Paul annuisce, e poi comincia una conversazione con Ian, che però non ascolto, chiudendo gli occhi e ripensando a ciò che è accaduto in queste poche ore:
ricapitolando, ho viaggiato e chiacchierato con un bellissimo ragazzo al mio fianco;
ho scoperto che questo ragazzo è il migliore amico di mio fratello;
ho scoperto che vivrà insieme a me e Paul durante queste vacanze;
ho avuto la conferma che fosse solo un cascamorto, palesemente abituato ad avere tutte le donne che vuole. La cosa fastidiosa, però, è che non sono neanche sicura che mi dispiaccia l'idea di Ian come coinquilino.
Sono abbastanza intelligente da riconoscere il suo atteggiamento spocchioso e riconoscerne le intenzioni di Ian, ma non lo sono abbastanza da desiderare non avere niente a che fare con lui? Sento le palpebre cedere dietro tutti i miei pensieri, e dopo una breve lotta per tenere gli occhi aperti, mi decido a non opporre più resistenza.

 
  ***************************************
 
Sbatto più volte le palpebre, fin quando non apro completamente gli occhi.
Siamo arrivati? 
Un attimo, questa non è un'auto, bensì un letto.
C'è un comodino beige di fianco ad esso, con sopra una abat-jour rosa e un porta fotografie dello stesso colore, che contiene una foto in cui ci siamo io, Paul, mia madre e quello che era suo marito, nonché padre di Paul.
Sembriamo un perfetto quadretto familiare, e forse lo eravamo, prima che Tomasz rimanesse coinvolto in un brutale incidente stradale. 
Non avendo mai avuto una  figura paterna, lui era diventato come un padre per me.
Quano venne a mancare, Paul fu quello che ne soffrì di più.
Scuoto la testa, cercando di allontanare i ricordi spiacevoli. E' evidente che questa sia la mia camera.
Devo essermi addormentata durante il viaggio in auto.
Ma come ci sono arrivata fin qui?
Mi alzo, e mi dirigo verso la porta.
Faccio per aprirla, ma qualcuno mi anticipa.
"Oh, ti sei svegliata?" La figura di Ian, con indosso un pantalone grigio ed una t-shirt nera, i capelli scompigliati, e qualche gocciolina d'acqua che gli scende placidamente sulla fronte, mi si para davanti.
Un odore di dopobarba mi invade le narici. 
"Però, perspicace.- Gli rispondo sarcasticamente. Alza gli occhi al cielo, ed io continuo.- Devo aver dormito parecchio. Presumo che Paul mi abbia riportata qui mentre dormivo."
Mi specchio nei suoi occhi, che improvvisamente assumono una piega divertita e arrogante.
"Per la precisione, ti ho portata io qui." E mi fa l'occhiolino.
Sa di essere bello e di avere fascino, e continua ad ostentarlo spudoratamente. Questo suo atteggiamento mi urta come poche altre cose al mondo. "E' uguale. Eri venuto per dirmi qualcosa?".
Mi mostro indifferente, con l'intenzione di farlo smettere.
"Ero venuto per svegliarti.. Stasera abbiamo deciso di rimanere a casa, domani mattina invece andiamo a mare con Candice, Matt, Michael e Joseph. Paul mi ha detto di chiederti se per te va bene.".
Il mio viso si illumina nell'udire questi quattro nomi.
In particolare Candice, mi è mancata tantissimo.
"Certamente, va benissimo.". Sorrido radiosa, ravvivata dall'idea che domani li riabbraccerò tutti.
"Non sapevo conoscessi Matt e gli altri... Non mi risulta di averti mai incontrata, oltre al giorno del diciottesimo di Paul, ma eri molto piccola."
Ora mi sta sorridendo, ma non è un sorriso malizioso o derisorio, è spontaneo, meno fastidioso ed irritante del solito da sborone.
"Ero molto piccola, e con qualche chilo in più, naturale tu non mi abbia riconosciuta... Anche se io continuo a non ricordarmi di te... Comunque conosco Candice da dieci anni, e gli altri da circa tre anni. Sono come una seconda famiglia per me.". 
E' la verità. Voglio un bene pazzesco ai miei amici, e mi sono mancati davvero tantissimo.
"E' strano che non ti abbia mai incontrata, a parte al dicottesimo di Paul, intendo. Conosco Paul da... Praticamente da sempre! Forse venivi in vacanza nel periodo in cui io ero in Bulgaria, ed eri in Bulgaria nel periodo in cui io venivo in vacanza alle Maldive. Comunque Paul mi aveva parlato di te. Certo, non mi aveva detto che eri così bella, forse non voleva ci provassi con te. - Spero di non arrissere sotto il suo sguardo, anche se, conoscendomi, presumo che le mie guance abbiano assunto una tonalità diversa. Maledizione, perchè non riesco a controllare queste reazioni? Lui sorride leggermente; se n'è accorto, è ovvio. -... Bhè,ti lascio alle tue faccende, quando hai finito raggiungici."
Effettivamente devo ancora fare la doccia, così annuisco.
"Va bene, a dopo." Aggiungo, e dopo un fugace sorriso, che viene prontamente ricambiato, lo oltrepasso, sfiorando casualmente il suo braccio con il mio; avverto di nuovo un brivido scuotermi da capo a piedi.
Mi volto verso di lui, e nello stesso momento anche lui si volta nella mia direzione.
Incrociamo i nostri sguardi; è possibile che anche lui abbia sentito gli stessi brividi che ho sentito io?
Riprendo il controllo di me, mi volto in direzione del bagno e mi dirigo lì.
Chiudo la porta a chiave.
Mi spoglio velocemente della mia maglia rossa a bratelline, del mio pantaloncino nero, del mio completino intimo dello stesso colore, e delle mie converse rosse. 
Entro nella doccia, e mentre sciacquo i capelli, i miei pensieri ricadono su Ian;
perché mi fa questo effetto?
Io non capisco... E' indubbiamente un bellissimo ragazzo, ma non è solo questo ad incuriosirmi.
C'è qualcosa in lui... Oltre l'arroganza, oltre la sua sfrontata sicurezza.
Non ho inquadrato il suo carattere, e probabilmente è normale che sia così, avendolo conosciuto da poche ore. Ma quello che so è che ho voglia di scoprirlo, cosa che non mi era mai accaduta con nessun altro ragazzo, fino ad oggi.
Mi facevo bastare quel che sapevo, senza provare un vero interesse. Senza la curiosità di conoscere realmente la persona che stavo frequentando.
Ma basta pensare a lui. Domani rivedrò i miei amici, e non c'è niente che mi possa dare più gioia ora come ora.  
Candice mi deve raccontare parecchie cose, a giudicare da quanto mi aveva accennato per telefono.
Esco dalla doccia, mi avvolgo in un asciugamano bianco che arriva poco sopra il ginocchio, e ne prendo uno più piccolo per tamponare i miei capelli bagnati. 
Esco dal bagno e, durante il breve tratto che devo percorrere per arrivare in camera, vedo una porta aperta, ed intravedo la valigia di Ian. Quindi la sua camera è parallela alla mia. Sempre meglio, eh. 
Entro nella mia camera,e quando chiudo la porta, mi viene come un flashback, che mi ricorda che dovevo chiamare Katerina.
Cerco immediatamente il cellulare nella borsa, e trovo due chiamata perse, una di mia madre ed una di Kat.
Ok, priorità a mia madre, mi sembra giusto.
Uno squillo... Due squilli... Tre squilli...
"Tesoroo!!Ti ho chiamata un'oretta fa, ma non mi hai risposto, quindi ho chiamato Paul e mi ha detto che stavi dormendo. Come stai, hai riposato bene?" Mi raggiunge la voce squillante di mia madre.
"Ciao mamma! Sto benissimo, grazie! Ero stanca, e mi sono addormentata. Tu come stai?"
"Sto bene, anche se mi manca già la mia piccolina! L'importante è che so che sei in buone mani, così sto tranquilla!- E lo sono, con Paul.- So che c'è anche quel bel pezzo di ragazzo di Ian! Beh, che impressione ti ha dato?"
Quasi sputo un polmone. COSA? Mia madre lo conosce, quindi. "Non abbiamo avuto modo di confrontarci più di tanto... Comunque scusami, ma devo chiamare Katerina. Ci sentiamo presto, ok?".
"Va bene tesoro, ti farò il quarto grado in un altro momento allora. A presto, un bacione!".

La saluto e chiudo la chiamata, per iniziarne una nuova con Kat.
"Nina Costantinova Dobreva, ti sei finalmente ricordata dell'amica che avresti dovuto richiamare ore fa?!".
La voce stizzita esce davvero benone a Kat.
Mi lascio scappare una breve risata, poi tossisco e mi ricompongo, per stare al suo gioco.
"Mi perdoni, signorina Graham, ma a causa della stanchezza post viaggio, Morfeo mi ha accolta nelle sue braccia."
Ora è lei a ridere.
"Ok, basta, basta. Com'è andato il viaggio? L'atterraggio?". Anche Kat sa della mia fobia.
"E' andato bene... Notizia flash: ho viaggiato con un ragazzo che definire figo sarebbe un eufermismo.".
E' ovvio che debba raccontarle tutto. Ma sto attenta a parlare a bassa voce, essendo la camera di Ian di fronte alla mia.
"Perché solo quando viaggio io mi ritrovo sempre affianco vecchiette logorroiche, o ragazzi che definire brutti sarebbe un complimento?! Dai,descrivimelo!". Rido, divertita dalla sua risposta.
"E' più facile che capiti quello che capita sempre a te, e non quello che è capitato a me. Sembra uscito da un film, ha i capelli neri, gli occhi azzurri, labbra non molto carnose, un fisico asciutto. E' perfetto, non ha un difetto!".
"Wow,che fortuna! Ma mi spieghi perché stai parlando a bassa voce?"
.
Mi chiede, parlando anche lei a bassa voce, per imitarmi.
"Qui arriva il disastro: è il migliore amico di Paul, e vivrà a casa con noi. Ha la camera parallela con la mia. Nessuno dei due lo sapeva, abbiamo chiacchierato in aereo, ma non abbiamo parlato né di fratelli né di migliori amici! - Sento Kat scoppiare a ridere, e mi indispettisco ancora di più - C'è poco da ridere, Kat! Prima dell'atterraggio si è accorto della mia paura, mi ha rassicurata e ha preso la mia mano con la sua. Ero così presa dalla situazione, che non mi sono neanche accorta dell'atterraggio. Non potevo immaginare che l'avrei rivisto, una volta uscita dall'aereo."
Non ho la faccia di Katerina davanti a me, ma posso immaginarmi la sua espressione corrucciata, pronta a darmi una risposta, che infatti non tarda ad arrivare.
"Ma allora sei un essere umano anche tu, iniziavo a credere fossi un robot.- La interrompo con un "ehi", ma lei mi ignora - So come la pensi riguardo al 'lasciarsi andare solo se ci sono sentimenti di mezzo', ma comunque cerca di non essere un pezzo di ghiaccio... Se cercherà un contatto con te, non tirarti indietro per via dei tuoi ideali. Lasciati andare un po', non pensare a cosa dovresti o non dovresti fare."
E ricomincia con la storia del 'pezzo di ghiaccio'. Non è così. 
Non vado oltre certi limiti se non c'è sentimento, ma non sono un pezzo di ghiaccio.
"Non è che la mia morale mi renda un robot privo di sentimenti, Kat. Mi comporto come ritengo opportuno comportarsi, che vuoi che faccia? Dovrei saltargli addosso solo perché è un bel ragazzo?". Le rispondo piccata.
Lei sbuffa, e so benissimo che in questo momento starà alzando gli occhi al cielo.
"Se è bello come dici, sì che dovresti. Ma non lo farai, ti conosco, non cogli le occasioni come dovresti. Comunque stasera che fate, uscite?".Cambio d'argomento, forse è meglio.
So come la pensa, abbiamo modi diversi di vedere le questioni di cuore, e va bene così.
"No, semplice cenetta a casa, e domani a mare. Ovviamente con Candice e tutti gli altri! Tu esci?".
Le ho parlato di tutti i miei amici delle Maldive, soprattutto di Candice.
Sono certa che se si conoscessero andrebbero molto d'accordo, ma Kat non è mai stata qui.
"Non lo so, forse stasera esco con Steven e gli amici. Ma non ne sono sicura...".
Steven è un bravo ragazzo, nonché migliore amico di Zach, il mio "ex".
Kat evita sempre di nominarmelo, ma in realtà non serbo alcun rancore nei suoi confronti. 
In fin dei conti è lui ad aver sofferto per la nostra chiusura, non io. E mi dispiacque pure.
"Capisco. Comunque io devo sistemare i vestiti nell'armadio, vestirmi e preparare la cena! Insomma, ho parecchie cose da fare, quindi dobbiamo chiudere la chiamata, Kat!".
L'ultima parte la dico con tono basso, fintamente desolato. Rido leggermente, conoscendo già il siparietto che ne verrà fuori.
"Attacca tu...".Mi risponde infatti, melensa, come una dolce fidanzatina. 
"No, dai, attacca tu...". Le rispondo imitandola, mordendomi il labbro per trattenere le risate!
"Ciao ciao Costantinovaa". Non mi dà il tempo di ringhiarle contro, che chiude la telefonata.
Se non fossimo state in classe insieme, non le avrei mai fatto scoprire il mio terribile secondo nome. 
Poso il cellulare sulla scrivania, e comincio a sistemare gli abiti nell'armadio, dopodiché mi vesto, e scendo le scale, avvertendo odore di pesce;
mi volto verso il tavolo - per mia sorpresa già apparecchiato -, e vedo sui fornelli pentole e padelle.
Ian e Paul sono di fronte ad esse, che ridacchiano mentre il primo mescola ciò che si trova all'interno di una pentola.
Sospettosa mi avvicino. 
"Che avete cucinato di buono?" Si voltano di scatto verso di me.
Evidentemente non mi hanno sentita arrivare. Sorpresa.
"Ho cucinato io, modestamente sono un ottimo cuoco, e Paul mi ha detto che ti piace il pesce, quindi... - Si muove verso il tavolo, e sposta la sedia in modo tale che io possa sedermi - ...Accomodati." Ed ecco puntuale l'occhiolino.
Non poteva proprio mancare, eh?
"Che galante. Grazie." Rispondo, accennando un sorriso.
Paul porta a tavola il cibo, e mentre assaggio un po' di tutto devo ammettere che Ian aveva proprio ragione: è tutto squisito.
Antipasto: fagottini di salmone e riso, e spiedini di pesce;
Primo piatto: spaghetti con vongole.
Secondo primo piatto: risotto ai gamberetti.
Secondo piatto: calamari ripieni, alici fritte dorate, e filetti di merluzzo.
Per dolce c'è del gelato al limone, ma davvero non riesco a far entrare altro nel mio stomaco.
"Ma come hai fatto a cucinare tutta questa roba in un paio d'ore? Lavori come cuoco, Ian?" Gli domando, perché i complimenti in questo caso sono davvero meritati e non possono essere omessi.
"Sono contento che ti sia piaciuto, non avevo dubbi!.- Sorride compiaciuto,ed io gli rispondo con un 'Modesto'- Comunque no, non lavoro come cuoco, ho acquisito le doti culinarie di mia madre!".
Gli sorrido; bello e bravo a cucinare, sarà la mia condanna.
"Allora complimenti alla mamma,allora" E non solo per le doti culinar...
"Complimenti perché mi ha fatto apprendere i segreti culinari, o perché ha messo al mondo un potenziale modello dell'Abercrombie?".
Riprende le parole che gli avevo detto in aereo, facendomi sbuffare di tutta risposta. Mi ha rivolto nuovamente il suo occhiolino, accompagnato ovviamente da un sorrisetto malizioso. Inizio a pensare che sia nato con quell'espressione stampata sul volto.  
"Non avrai intenzione di provarci con lei davanti ai miei occhi, Som." Lo riprende Paul, con voce apparentemente leggera, ma rivolgendogli un'occhiata truce.
"Stavo solo scherzando, non te la prendere. E poi sono sicura che lei sappia difendersi anche da sola, non è vero Nina?" Mi guarda, ed io gli lancio un'occhiataccia.
"Non che ci voglia molto per difendersi da te. Sei solo molto presuntuoso, ma in fondo capisco la tua sicurezza, sei un bel ragazzo. Ti avranno fatto credere che il tuo aspetto basti per compensare la mancata umiltà." Mi auguro di non risultare troppo pungente, nonostante sia alto dentro di me il desiderio di farlo scendere dal piedistallo, ma invece scoppia a ridermi in faccia. E'' evidente che su quel piedistallo non ci si è posizionato da solo.
"Sei fuori strada, non sono solo un bell'involucro. Ma se preferisci crederlo... Come dici tu. Bhè, che ne dite di guardare un po' di tv, ora?"
Mi mancava il contentino: "come dici tu". Paul deve accorgersi del mio cambio d'umore, perché spalanca leggermente gli occhi, e annuisce alla proposta di Ian.
"Io do una ripulita qui, dopodiché andrò a dormire. Sono stanca." Non ho intenzione di stare in compagnia di questo presuntuoso un attimo in più.
"Non hai dormito abbastanza oggi? Cos'è, eri tu il pilota e al mio fianco c'era la tua doppelganger?" Mi riprende Ian, sorridendo sornione.
Ora  b a s t a .
"Credo che siano affari miei quanto voglio dormire, no? O vuoi firmarmi il permesso prima di concedermi qualche ora di sonno?" Gli rispondo con un sorrisetto falso, che anche un bambino di due anni capirebbe sia tale.
Alza le mani in segno di resa.
"Se preferisci puoi dormire anche tutto il giorno." Replica lui, continuando a sorridere.
Mi pare di vedere Paul deglutire; sa che quando mi arrabbio divento una furia.
Invece no, mi trattengo, avendo capito che è solo un provocatore e che, probabilmente, non sta aspettando altro che vedermi sbottare da un momento all'altro..
'Sii superiore', mi dico. Mi appresto a sparecchiare la tavola e pulire tutto ciò che c'è da pulire, sfogando così il mio stress.
Ma chi lo conosce?! 
Crede di poter rispondermi così solo perché è di bell'aspetto o perché è l'amico di mio fratello? Sapesse quanto può importarmene.
E' suo amico, mica mio! 
Okay, basta. Meglio non rimanere qui. Il letto saprà darmi conforto. Avrei voluto chiacchierare un po' di più con mio fratello, ma è evidente che la presenza di Ian faccia la differenza. 
'Pensa a domani, pensa a domani, pensa a domani.'
Un sorriso si dipinge nuovamente sulle mie labbra, pensando che domani starò con Candice, Matt, Michael, Joseph, Paul....Ian....
Il mio sorriso si smorza.
Qui in cucina ho finito, quasi inconsciamente mi incammino verso le scale, ma prima di salire i primi gradini sento la voce di Ian giungermi spietata alle orecchie.
"Prima di andartene potresti salutare, comunque. Buonanotte." Non so se ha ancora il suo sorrisetto sul viso, ma la sua voce sembra quasi volermi rimproverare.
Anche la paternale. E' così grave che me ne stessi andando furtivamente a letto, senza salutare?
No! No, che non lo è, li avrei rivisti domani mattina, non l'anno prossimo. Poi lui che ne sa di buone maniere? Ci prova con me davanti al suo migliore amico, e per di più con metodi scadenti.
Mi avvicino ai due amici, seduti sul divano, e schiocco un bacio sulla guancia di Paul, che mi sorride affettuosamente. Dopodiché mi allontano verso le scale, avvertendo uno sguardo glaciale seguirmi passo dopo passo. Mi costringo a girarmi, prima di incamminarmi verso la mia stanza, e a puntare lo sguardo in quello di Ian. "Buonanotte." Mi esce quasi un sussurro, seppur privo di qualsiasi inflessione, e lui non sembra esserne soddisfatto. Cos'è, voleva il bacino della buonanotte?
Giunta nella mia camera, accendo la luce dell'abat-jour, mi spoglio dei miei abiti e indosso un pigiamino grigio e rosa. Mi corico sul letto, dove inizio a rigirarmi in cerca della giusta posizione.
Non riesco a trovarla, perché presa da altri pensieri. Forse sono stata troppo aggressiva?
Non credo di essere totalmente dalla parte del torto, anzi, credo di avere più ragione di lui. Se anche non averlo saluto possa essere risultato poco educato da parte mia, lui non è che abbia dato il meglio di sé oggi. Certo, a parte avermi cucinato tutta quella roba succulenta...
Che confusione... Per un'idiozia, poi. Non ho tempo di formulare tanti altri pensieri, perché il sonno giunge inaspettato e travolgente proprio come avvenuto qualche ora prima in macchina.












 
Angolo "autrice":
Ed ecco a voi il secondo capitolo!
Spero che vi piaccia e che vi facciate sentire tramite le recensioni!
Mi ha fatto molto piacere riceverne nello scorso capitolo!
Bacionii :****
   
 
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